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(Adnkronos) - Conti in banca di Meloni, di ministri, ma anche di parenti della premier spiati da un ex dipendente di banca con all'attivo 6.637 accessi abusivi. Ieri, ufficiali di polizia giudiziaria incaricati dalla Procura della Repubblica di Bari hanno compiuto una perquisizione domiciliare nei confronti dell'ex dipendente della filiale di Bisceglie – Gruppo Intesa Sanpaolo (licenziato l'8 agosto scorso), indiziato per i delitti di accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Nel corso delle operazioni di polizia giudiziaria sono stati sequestrati smartphone, tablet, hard disk e dispositivi informatici diversi che saranno oggetto di verifiche forensi. La perquisizione arriva a seguito di una denuncia-querela di un correntista del gruppo bancario, e a seguito delle relative indagini, che hanno accertato e documentato che - nel periodo compreso tra il 21 febbraio 2022 ed il 24 aprile 2024 - l’ex dipendente aveva effettuato un totale di 6.637 accessi abusivi ai dati di 3.572 clienti 'portafogliati' a 679 filiali del gruppo bancario Intesa Sanpaolo. Nello specifico, l'uomo aveva provveduto a interrogare i dati di numerosi personaggi del mondo politico, dello spettacolo, dello sport e della cronaca, tra cui figuravano il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana Giorgia Meloni e suoi congiunti e persone a lei vicine (Arianna Meloni e Andrea Salvatore Giambruno), del Ministro della Difesa Guido Crosetto, del Presidente del Senato Ignazio La Russa, di alcuni ministri dell’attuale Governo, tra cui Raffaele Fitto e Daniela Garnero Santanchè, dei Governatori della Puglia e del Veneto Michele Emiliano e Luca Zaia, di esponenti politici di diversi partiti oltre che alcuni ufficiali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza.
(Adnkronos) - Rendite catastali, manovra e tasse: i temi si intracciano nel dibattito di questo periodo "soprattutto in relazione agli interventi di riqualificazione energetica incentivati dal Superbonus". A fare il punto con Adnkronos/Labitalia Mirco Mion, presidente di Agefis, Associazione dei geometri fiscalisti. "Le recenti dichiarazioni del Ministro Giorgetti hanno sollevato timori su un possibile aumento delle rendite catastali per alcuni immobili, con incrementi stimati fino al 36-38% nelle grandi città come Roma e Milano. Tuttavia, non tutti gli immobili che hanno beneficiato del Superbonus vedranno automaticamente un aumento della rendita", osserva. "L’aumento delle rendite catastali - spiega - non è una conseguenza diretta degli interventi di riqualificazione energetica. Questo incremento si verifica solo in caso di modifiche sostanziali all’immobile, come ampliamenti o frazionamenti, che alterano la sua classificazione catastale. Gli interventi puramente energetici, come quelli incentivati dal Superbonus, potrebbero non comportare variazioni significative nelle rendite". "L'aumento della rendita catastale - sottolinea - non avviene in modo automatico. Esso scatta solo in caso di modifiche strutturali rilevanti che cambiano la natura dell’immobile, come ampliamenti o frazionamenti. Gli interventi energetici, come l’isolamento termico o la sostituzione degli impianti, potrebbero non influire sulla rendita catastale, se non modificano la classificazione dell’immobile. E' quindi importante che i proprietari comprendano quali interventi possano comportare un aggiornamento della rendita catastale. Rischio di aumento per altre imposte. L’aumento della rendita catastale non ha impatto solo sulle imposte locali, come l’Imu, ma può influenzare anche altre imposte, come quelle relative alle successioni o ai trasferimenti immobiliari. Se la rendita catastale di un immobile venisse rivista al rialzo, potrebbe tradursi in un maggiore carico fiscale anche per chi eredita una proprietà o in caso di compravendite e donazioni". "Una modifica delle rendite catastali - avverte il presidente Mion - può comportare un aumento delle imposte di successione e delle imposte sui trasferimenti, incidendo ulteriormente sul valore patrimoniale degli immobili. La mancata riforma del catasto: un problema irrisolto. Un aspetto fondamentale da considerare è la mancata riforma del catasto. L’Italia è uno dei pochi Paesi europei a non aver ancora realizzato una revisione organica del sistema catastale. Questo ha creato disparità tra i contribuenti, poiché le rendite catastali non rispecchiano più il reale valore di mercato degli immobili". "La riforma del catasto - commenta - è necessaria per garantire maggiore equità fiscale. Senza un intervento strutturale, rischiamo di penalizzare coloro che hanno investito nella riqualificazione energetica delle proprie abitazioni e di creare ingiustizie tra i contribuenti". La revisione del catasto "non solo renderebbe il sistema più equo, ma allineerebbe le rendite agli attuali valori di mercato, permettendo una distribuzione più bilanciata del carico fiscale. Tuttavia, la riforma è rimasta bloccata per via delle resistenze politiche, lasciando aperte le questioni legate alle disuguaglianze nel calcolo delle rendite catastali".
(Adnkronos) - In un mondo sempre più orientato verso l'e-commerce, molti si chiedono se fare acquisti online sia più o meno sostenibile rispetto allo shopping in negozio. Un’indagine Altroconsumo, condotta su oltre 1.000 partecipanti attraverso la piattaforma ACmakers e che rientra nel progetto 'Sceglilo Sfuso o Riciclabile', finanziato dal Mimit (D.M. 6/5/2022 art. 5), con l’obiettivo di promuovere l’informazione e la formazione dei consumatori e sensibilizzarli rispetto alla riduzione degli imballaggi attraverso il riutilizzo, il riciclo, la semplicità di smaltimento e la comprensione delle etichette, ha approfondito questa tematica, esplorando e quantificando i reali impatti ambientali degli acquisti digitali. Utilizzando un paio di auricolari bluetooth come esempio, è stato percorso l'intero ciclo di vita del prodotto, dalla fabbrica fino alla consegna, analizzando le emissioni di CO2 e gli imballaggi utilizzati. "Alla domanda 'con quanti imballaggi entra in contatto un paio di auricolari prima di essere venduto online?', solo 1 partecipante su 10 ha scelto, tra le quattro opzioni disponibili, quella giusta, cioè 'tra 9 e 11 imballaggi'. Oltre agli imballaggi necessari per il trasporto dalla fabbrica al magazzino di competenza, infatti, gli auricolari venduti online richiedono un packaging singolo o comunque personalizzato anche per la spedizione dal magazzino al destinatario finale. La vendita dello stesso prodotto in negozio richiede invece un numero di componenti di imballaggio inferiore, circa 6-8", spiega Altroconsumo in una nota. Restando all’esempio degli auricolari, alla domanda 'quale tipo di acquisto produce più CO2?', la maggior parte ha risposto che è l’acquisto online il più nocivo per l’ambiente. "Mentre - dice Altroconsumo - la risposta da indicare era un’altra, 'l’outlet fuori città'. Questo perché i grandi punti vendita extraurbani, oltre a essere causa di elevate emissioni di CO2 (dovute al riscaldamento, al raffrescamento e all’illuminazione dell’outlet), sono fonte di ulteriore inquinamento, dal momento che i clienti per raggiungerli devono percorrere lunghe distanze perlopiù col proprio mezzo privato". Alcuni recenti studi evidenziano il ruolo chiave che il comportamento dei consumatori gioca a favore o meno della sostenibilità ambientale, primo tra tutti il modo in cui avvengono gli spostamenti per raggiungere il negozio o il punto di ritiro del bene acquistato. "È emerso che i magazzini automatizzati che compongono la filiera degli acquisti online riescono a essere generalmente più efficienti in termini di energia per unità di prodotto. Sono sempre di più, infatti, le aziende di logistica che investono in flotte di consegna elettriche e magazzini a basse emissioni", osserva l'organizzazione dei consumatori. L’indagine Altroconsumo mette in evidenza che "anche i consumatori hanno un ruolo attivo nel ridurre il proprio impatto, ad esempio evitando resi, preferendo il ritiro in un punto fisico vicino a casa e differenziando correttamente gli imballaggi. Per ridurre l'impatto ambientale è essenziale, infatti, che i cittadini gestiscano correttamente il packaging tramite la raccolta differenziata. Ad esempio, le buste di carta imbottite vanno di solito nell'indifferenziato, ma se le parti di carta e plastica sono facilmente separabili, è possibile differenziarle. Inoltre, per un riciclo ottimale, è consigliabile rimuovere le etichette adesive e altri elementi come nastri e graffette dalle scatole di carta prima di smaltirle".