(Adnkronos) - Il cittadino israeliano Eli Sharabi, rilasciato oggi da Hamas, non era a conoscenza del fatto che sua moglie e le sue due figlie adolescenti fossero state uccise durante l'assalto del 7 ottobre 2023. Lo afferma l'emittente Channel 12 spiegando che l'ex ostaggio è stato informato della loro scomparsa dalla madre e dalla sorella quando si è riunito a loro. Sharabi era stato rapito dal kibbutz Be'eri. La moglie di Sharabi, Lianne, e le loro figlie Noiya, 16 anni, e Yahel, 13 anni, sono state uccise nella stanza di sicurezza della loro casa dove si erano rifugiate durante l'assalto. Il fratello di Sharabi, Yossi, è stato rapito come lui, ma è stato confermato morto. Il suo corpo è ancora trattenuto da Hamas. Channel 12 spiega che pare che Sharabi fosse a conoscenza del decesso del fratello. I tre ostaggi che oggi sono stati liberati da Hamas sono stati fatti salire sul palco a Deir al-Balah, nel centro di Gaza. Ohad Ben Ami, 56 anni, è il primo ostaggio israeliano che Hamas ha fatto uscire dal veicolo e che ha fatto salire sul palco. Dopo di lui è stata la volta di Eli Sharabi, 52 anni, e Or Levy, 34 anni. I tre sono apparsi molto dimagriti e pallidi. Levy indossava abiti verde oliva che ricordano l'uniforme delle Idf, fa notare il Times of Israel. Ben Ami e Sharabi indossavano abiti marroni con i loro nomi stampati sopra, come quelli dei carcerati. Sostenuti da miliziani di Hamas in mimetica e con il volto coperto, i tre sono stati registrati mentre pronunciavano discorsi rispondendo a domande. "Dico alle famiglie dei prigionieri di uscire e protestare", ha detto Ben Ami. "Chiedo al governo israeliano di procedere con il secondo e il terzo accordo in modo che tutti i prigionieri possano tornare a casa. Chiedo alle famiglie di essere forti", ha aggiunto. "Sono molto arrabbiato con il governo israeliano. Spero davvero che l'accordo continui fino alla seconda e terza fase. Sono molto felice di tornare dalla mia famiglia e dai miei amici oggi, e spero davvero di vederli presto. Voglio che i miei amici che sono rimasti qui tornino presto'', ha affermato Sharabi.
(Adnkronos) - “L’anno del Giubileo a Roma ha determinato un importante impatto sul mercato immobiliare, sia dal lato delle compravendite sia dal lato delle locazioni. In particolare, su questo ultimo fronte, si segnala una decisa carenza di immobili in affitto, iniziata già nel 2024, quando molti proprietari hanno pensato di cogliere l’opportunità di praticare gli affitti brevi, in previsione dell’arrivo dei pellegrini. E così tanti contratti di locazione giunti a scadenza non sono stati rinnovati. Questa situazione ha complicato la ricerca di case in affitto da parte di studenti e lavoratori fuori sede". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Fabiana Megliola, responsabile Ufficio studi Gruppo Tecnocasa. "I canoni di locazione - sottolinea - sono aumentati nella prima parte del 2024 (+4,3% per i monolocali, +4,1% per i bilocali e +4,9% per i trilocali) e anche la seconda parte del 2024 conferma la tendenza. Questo sta spingendo tanti verso l’acquisto, ma anche in questo caso si segnala una carenza di case in vendita". "Chi aveva la possibilità di vendere un immobile - avverte - ha pensato di affittarlo per il 2025. La conseguenza è stata un aumento dei prezzi a causa di una domanda elevata che arriva anche da parte degli investitori e da chi, complice la diminuzione dei tassi sui mutui, è alla ricerca della prima casa. I primi, seppur in lieve diminuzione rispetto a un anno fa, si stanno indirizzando verso le zone turistiche o a ridosso della Stazione Termini oppure non lontano da metropolitane che collegano i quartieri più esterni con quelli centrali. I trend fino a qui individuati hanno interessato la capitale già a partire dalla prima parte del 2024 ed è continuato nella seconda parte del 2024. I primi mesi del 2025 stanno evidenziando, in alcune aree, un eccesso di offerta di immobili con destinazione turistica, non tutti sono stati occupati e alcuni proprietari stanno pensando di tornare alla locazione residenziale oppure di vendere".
(Adnkronos) - Gruppo Cap, la green utility che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, ha ottenuto la certificazione Icmq per il sistema di gestione Bim, in conformità alla prassi Uni/PdR 74:2019, "attestandosi tra le pochissime aziende italiane del settore idrico a vantare questo riconoscimento". E' quanto fa sapere Cap in una nota. "Un approccio rivoluzionario nella progettazione, realizzazione e gestione delle opere pubbliche basato sulla creazione di 'gemelli digitali' delle infrastrutture, ovvero modelli tridimensionali digitali che integrano tutte le informazioni relative alle opere stesse. Grazie a questi strumenti è possibile migliorare la qualità delle infrastrutture, ottimizzare la gestione operativa, ridurre al minimo gli errori e pianificare interventi mirati, con un impatto positivo sul territorio, per un servizio più efficiente e resiliente", rimarca l'azienda. L’introduzione obbligatoria del Bim per gli appalti pubblici risale al 2019, ma a partire dal 2025, a seguito di un correttivo al Codice degli Appalti, l’obbligatorietà è stata estesa anche alle opere pubbliche di importo superiore ai 2 milioni di euro. In questo contesto, Gruppo Cap "si distingue come precursore, avendo avviato già dal 2019 l’implementazione di processi digitali avanzati per la gestione del ciclo di vita delle proprie opere, come dimostrato dal 'Bim Digital Award' vinto nel 2022 per il progetto del Sistema Nord Milano". L’implementazione del sistema di gestione Bim è, infatti, "parte integrante della strategia delineata dal nuovo Piano di Sostenibilità di Gruppo Cap, che mira a coniugare innovazione tecnologica e tutela ambientale. Grazie a questo approccio, l’azienda non solo soddisfa i requisiti normativi, ma rafforza il proprio impegno verso la digitalizzazione e la gestione sostenibile delle infrastrutture".