(Adnkronos) - Nel pranzo di Natale qualche eccesso è consentito. Poi, però, bisogna rimettersi in riga fino a Capodanno quando, prevedibilmente, si tenderà nuovamente a esagerare. Il professor Giorgio Calabrese, specializzato in Scienza dell'Alimentazione e Consulente Scientifico del Ministero della Salute, propone consigli e regole per 'superare' le feste senza accumulare chili di troppo. O troppi chili. Riflettori puntati sul pranzo di Natale. Oggi, sulla tavola in molte case, compaiono i tortellini in brodo: comprati o fatti in casa, hanno un identikit più o meno standard. Sfoglia con 400 grammi di farina e 4 uova, quadratini di 2-3 centimetri per lato che racchiudono prosciutto, mortadella, formaggio. Per Calabrese, bisogna rispettare i limiti ed esiste un numero preciso: "I tortellini in una porzione sono 12", ha detto in una delle sue apparizioni a La volta buona. "Bisogna tenere conto di quello che c'è dentro: il prosciutto, la mortadella... Nel brodo c'è anche il grasso... A Natale, poi, non si mangiano solo i tortellini: prima c'è l'antipasto, poi arriva il secondo dopo i tortellini, poi il panettone. Se andate al ristorante, la porzione dei tortellini prevede 12 pezzi: io vi dico 'la giustizia', il mio è un consiglio salutista". Tra piatti della tradizione e dolci, tra un pranzo e una cena, difficile non superare la soglia del consentito. Lo strappo va bene se episodico. "E' ammesso solo per la cena della Vigilia, per il pranzo di Natale e per il veglione di Capodanno: quindi 24, 25 e 31 dicembre", il calendario del professore all'Adnkronos Salute. "Per tutti gli altri giorni, invece, dobbiamo seguire alcune semplici regole. Obiettivo: non ingrassare, ma limitarci a prendere non oltre mezzo chilo". Dalla cena del 25 dicembre, quindi, dovrebbe partire l'operazione 'rientro'. "La sera di Natale basteranno una insalatona e un frutto. Il 26, giorno di Santo Stefano, è sì una ricorrenza importante per noi cristiani, ma non una festa godereccia. Quindi dobbiamo mangiare regolarmente, come un giorno qualsiasi", ha spiegato, aggiungendo il menù: "A pranzo 60-70 grammi di pasta con legumi o verdure, una porzione di verdure crude, bollite o alla griglia e un frutto. La sera pesce al sale, in alternativa carne bianca o del formaggio, una porzione di verdure, 50 grammi di pane integrale e un frutto. In questo modo arriviamo al cenone di Capodanno, che di fatto è come il Natale per cui la trasgressione è concessa". Menzione speciale per i dolci, a cominciare da panettone e pandoro: "Al massimo una fetta al giorno, al mattino a colazione, in alternativa ai biscotti o fette biscottate, o come snack alle 17 per la merenda". Per provare a rimanere sulla retta via, è opportuno masticare in maniera regolare, step essenziale per mantere il controllo del peso. "Masticare significa attivare enzimi ptialinici nella bocca che agiscono su una parte di carboidrati", ha spiegato il medico evidenziando che "con la masticazione, poi si attivano una serie di muscoli". Quante volte bisogna masticare per ogni forchettata? "Qualcuno dice anche 50 volte, io direi almeno una ventina".
(Adnkronos) - “Co-programmare non è un termine astratto: significa ascolto reale dei giovani e traduzione delle loro esigenze in decisioni concrete”. Lo ha affermato Alessandro Lombardi, capo dipartimento politiche sociali del ministero del Lavoro, nel corso del meeting nazionale ‘Co-programmare con i giovani’, in corso fino al 20 dicembre al Grand Hotel Salerno e organizzato da Moby Dick Ets come ente capofila. “Si è partiti lo scorso anno con la legge 104 del 2024 e la 'Giornata dell’Ascolto del Minore', celebrata su tutto il territorio nazionale", ha sottolineato Lombardi. "Quest’anno, per la prima volta, abbiamo avuto un momento di condivisione con la fascia dei giovanissimi nell’ambito del Meeting nazionale ‘Co-programmare con i giovani’, per evidenziare il diritto all’ascolto del minore, componente fondamentale nelle relazioni sia genitoriali sia con le agenzie educative e la pubblica amministrazione”, ha continuato Secondo Lombardi, esperienze come questa rappresentano un modello concreto di partecipazione: “Questa esperienza di confronto ha trovato un’ulteriore occasione di manifestazione attraverso il programma nazionale 'DesTEENazione', con oltre 90 centri di aggregazione giovanile su tutto il territorio nazionale, dove i ragazzi possono esprimere le loro potenzialità, aspirazioni e attività di miglioramento. Ma c’è un valore ulteriore: consolidare una cultura della partecipazione e ampliare la capacità relazionale dei giovani, contrastando le solitudini che caratterizzano questo tempo. Progetti come questo dimostrano che giovani, Terzo Settore e istituzioni possono lavorare insieme, progettando politiche efficaci e condivise – ha spiegato Lombardi –. La co-programmazione rafforza la pubblica amministrazione e aumenta l’impatto sociale degli interventi”. Nel corso del Meeting, Lombardi è intervenuto nel panel 'Co-programmare, strumento collaborativo tra p.a. e terzo settore', insieme a rappresentanti accademici, istituzionali e associativi, per discutere opportunità e criticità del modello di co-programmazione. “Il Terzo settore funge da ponte tra i territori e le istituzioni – ha concluso Lombardi – permette di raccogliere bisogni concreti e trasformarli in azioni misurabili. La vera sfida oggi è fare in modo che esperienze come questa diventino prassi stabile, replicabile e non episodica, costruendo un dialogo duraturo con i giovani e creando comunità più inclusive, partecipative e vicine ai bisogni reali dei cittadini”.
(Adnkronos) - Oltre 110 milioni di euro di investimenti e spese delle aziende dei settori cemento e calcestruzzo per sicurezza ed ambiente nel 2024, in crescita del 16% rispetto al 2023. E’ quanto evidenzia il sesto Rapporto di sostenibilità di Federbeton. (Video) Il comparto continua a investire risorse e competenze per migliorare le proprie performance ambientali e accelerare il percorso verso la neutralità climatica al 2050. Lo scorso 24 settembre, presso la Camera dei Deputati, Federbeton ha presentato la propria Strategia di decarbonizzazione, che traccia un percorso chiaro di riduzione progressiva delle emissioni tramite leve strategiche. Nella definizione della strategia sono stati individuati interventi di breve e medio periodo che sfruttano tecnologie già mature come l’impiego di combustibili alternativi e l’utilizzo di materiali sostitutivi del clinker, il semilavorato componente prevalente del cemento - spiega la Federazione del settore - La leva chiave per la decarbonizzazione del settore, con uno sviluppo a lungo termine, è la cattura della CO2, una tecnologia che richiede ingenti investimenti e lo sviluppo di infrastrutture di trasporto e stoccaggio. La cattura è fondamentale perché nella produzione di cemento il 60-65% delle emissioni dirette di CO2 deriva dalle stesse reazioni chimiche di processo ed è quindi incomprimibile. “Cemento e calcestruzzo sono materiali straordinari e insostituibili, che garantiscono la sicurezza e la durabilità delle nostre case, scuole, ospedali. Sono fondamentali per le nostre infrastrutture e città, alimentano la crescita economica e sociale del Paese e contribuiscono concretamente alla rigenerazione urbana e allo sviluppo di infrastrutture sostenibili e durevoli - ha sottolineato Paolo Zelano, vicepresidente di Federbeton Confindustria - La nostra sfida è mantenere alta la competitività dell’industria italiana continuando a progredire sul fronte della sostenibilità, in particolare quella ambientale. Questo è possibile solo attraverso un impegno collettivo, rafforzando il legame tra industria, ambiente e società”. Il Rapporto di Sostenibilità di Federbeton, come ogni anno, mostra l’impegno, i risultati e gli ambiti di miglioramento della filiera. Emerge, fra l’altro, che il settore conferma la propria circolarità: l’industria del cemento utilizza da anni scarti di altri processi produttivi in sostituzione dell’8% delle materie prime necessarie; i produttori di calcestruzzo preconfezionato e manufatti riutilizzano in media il 29% delle acque di processo ed il 62% degli scarti di produzione, rispettivamente; inoltre, è in aumento la quota di energia elettrica da fonti rinnovabili, in parte autoprodotta dalle aziende stesse. Il Rapporto richiama l’attenzione anche su alcune criticità che non permettono all’industria di esprimere pienamente le proprie potenzialità: “Il tasso di sostituzione calorica dei combustibili fossili con combustibili alternativi nel settore del cemento resta fermo al 26%, lontano dalla media europea del 56%, principalmente a causa di iter amministrativi complessi e disomogenei sul territorio nazionale. I combustibili alternativi sono una soluzione già disponibile, ma al di là dello sforzo dell’industria, è necessario un intervento delle istituzioni al fine di ottenere un’applicazione omogenea sul territorio nazionale del processo di autorizzazione”. Un’altra criticità che emerge dal Rapporto è quella relativa “all’impiego di aggregati recuperati nella produzione di calcestruzzo. Nonostante le potenzialità del settore, questa pratica resta limitata per l’assenza di un mercato nazionale per prodotti conformi agli standard dei calcestruzzi strutturali. Anche in questo caso è necessaria un’azione di sistema che coinvolga produttori, utilizzatori e istituzioni”.