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Venezuela, Usa pronti all'attacco? Portaerei Ford nei Caraibi, Trump: "So cosa fare"

(Adnkronos) - Sale ancora la tensione tra Usa e Venezuela. Con l'arrivo nel mar dei Caraibi della portaerei USS Gerald R. Ford, la più grande e avanzata del mondo, che ieri si è unita a una decina di navi da guerra Usa e 15mila soldati già dispiegati nella ...

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Pensioni, Tra Quota 103 Opzione donna e vecchiaia ordinaria cosa vogliono gli italiani?

(Adnkronos) - Per molti italiani la pensione non è più un traguardo certo, ma un percorso complesso, fonte di ansia e incertezza. L’analisi di MiaPensione, realtà italiana specializzata in consulenza previdenziale obbligatoria, condotta su 10mila casi, ...

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Trent'anni di disastri meteo, oltre 800mila morti nel mondo

(Adnkronos) - Oltre 9.700 eventi meteorologici estremi tra il 1995 e il 2024, con più di 830mila vittime e oltre 4.500 miliardi di dollari di danni diretti. E' quanto registra l'Indice di rischio climatico (Climate Risk Index, Cri) 2026, che l'organizzazione per l'ambiente e lo sviluppo ...

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Venezuela, Usa pronti all'attacco? Portaerei Ford nei Caraibi, Trump: "So cosa fare"

(Adnkronos) - Sale ancora la tensione tra Usa e Venezuela. Con l'arrivo nel mar dei Caraibi della portaerei USS Gerald R. Ford, la più grande e avanzata del mondo, che ieri si è unita a una decina di navi da guerra Usa e 15mila soldati già dispiegati nella regione, gli Stati Uniti sembrano sempre più pronti all'attacco per quella che il Pentagono ha definito l'Operazione 'Southern Spear' che mira a "sconfiggere e smantellare le reti criminali" in linea con le direttive del presidente Donald Trump. Dall'inizio di settembre, ricorda la Nbc, almeno 80 persone sono state uccise in 20 attacchi americani a piccole imbarcazioni accusate di trasportare droga nei Caraibi e nell'Oceano Pacifico orientale. Ora il presidente degli Stati Uniti sta valutando una campagna potenzialmente più ampia, che potrebbe includere attacchi terrestri all'interno del Venezuela o un tentativo di rovesciare il presidente Nicolss Maduro, nota la Cnn. Il segretario all'Esercito degli Stati Uniti, Dan Driscoll, ha dichiarato alla Cbs che l'esercito statunitense "è pronto, se richiesto, a intervenire" in Venezuela. "Il presidente e il segretario alla Guerra hanno dedicato molto tempo a riflettere su quale fosse la cosa migliore da fare per il popolo americano. E posso parlare dal punto di vista dell'esercito, che ha un notevole addestramento in quella parte del mondo. Stiamo riattivando la nostra scuola nella giungla a Panama. Saremo pronti ad agire su qualsiasi cosa il presidente e il segretario alla Guerra abbiano bisogno", ha dichiarato Driscoll. Tra le opzioni per le possibili operazioni militari in Venezuela illustrate da alti funzionari Usa al presidente Trump, come riferiscono quattro fonti ben informate alla Cnn, ci sono attacchi aerei contro strutture militari o governative del Venezuela e rotte del narcotraffico. O un tentativo diretto di eliminare il presidente venezuelano Maduro, con molti rischi oltre che benefici. Dopo i briefing il presidente americano avrebbe preso una decisione: "So cosa fare". Due, in particolare, gli incontri durante i quali Trump ha esaminato gli obiettivi. Il primo, quello ristretto di mercoledì, con un piccolo gruppo tra cui il capo del Pentagono Pete Hegseth e il Capo di Stato Maggiore Congiunto, il generale Dan Caine. Il secondo, il giorno dopo, giovedì, con un team più ampio per la sicurezza nazionale, tra cui il segretario di Stato Marco Rubio e altri alti funzionari che hanno incontrato Trump nella Situation Room. Secondo le fonti della Cnn, durante gli incontri Trump si è mostrato cauto nell'ordinare azioni che potrebbero rivelarsi un fallimento o mettere a rischio le truppe Usa. "In un certo senso ho già preso una decisione, sì. Voglio dire, non posso dirvi quale decisione, ma in un certo senso l'ho già presa", ha detto Trump venerdì ai giornalisti a bordo dell'Air Force One. Ma secondo la Cnn è anche possibile che Trump decida di rinunciare a qualsiasi azione. Il presidente americano, infatti, a ottobre aveva dichiarato di aver autorizzato la Cia a operare in Venezuela, ma la scorsa settimana funzionari dell'Amministrazione hanno spiegato che Washington non aveva una giustificazione legale per attacchi contro obiettivi terrestri. Inoltre Trump ha detto alla Cbs di non prendere in considerazione attacchi in Venezuela, nonostante in precedenza si fosse mostrato aperto all'idea. Comporterebbe ''un rischio elevato'' e ''un impegno serio'' da parte americana, ad esempio, ''un cambio di regime in Venezuela'', nota la Cnn, anche se estromettere Maduro potrebbe dare a Trump e al suo team il merito di qualcosa che non è riuscito a numerose amministrazioni statunitensi. Se Trump estromettesse Maduro, quindi, potrebbe vantare importanti vittorie: l'uscita di scena di un uomo forte e l'ingresso di un leader eletto, la possibilità di una maggiore collaborazione sui flussi di droga e sulle migrazioni e potenziali accordi sul petrolio. Ma se Trump ordinasse attacchi all'interno del Venezuela, il rischio sarebbe affrontare elementi di un'opposizione frammentata e un esercito pronto a insorgere. In un discorso da Caracas, Maduro ha avvertito che un intervento militare statunitense potrebbe gettare le basi per "un'altra Gaza", un "nuovo Afghanistan" o "di nuovo il Vietnam".

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Pensioni, Tra Quota 103 Opzione donna e vecchiaia ordinaria cosa vogliono gli italiani?

(Adnkronos) - Per molti italiani la pensione non è più un traguardo certo, ma un percorso complesso, fonte di ansia e incertezza. L’analisi di MiaPensione, realtà italiana specializzata in consulenza previdenziale obbligatoria, condotta su 10mila casi, mostra quanto sia cruciale pianificare in anticipo il proprio futuro previdenziale. Andrea Martelli, fondatore dell’azienda, ne parla all’Adnkronos/Labitalia. “Districarsi tra cavilli normativi e regole in continuo mutamento - spiega - spinge i futuri pensionati a cercare soluzioni personalizzate. I clienti ci richiedono in media 2 simulazioni diverse per ogni pratica. Il dato conferma la confusione generata dal continuo alternarsi di finestre, come Quota 103, Opzione donna, Anticipata, che rendono il calcolo e la scelta del timing d’uscita estremamente difficili, senza un supporto specialistico”. “L'importo lordo medio mensile della pensione - fa notare - simulato con un’età di 64.48 anni, ammonta a 2.067 euro. Sebbene la cifra possa apparire solida per i professionisti e i lavoratori con carriere discontinue o miste, l'incertezza può portare a simulazioni con scarti di centinaia di euro tra un'opzione e l'altra”. “Gli italiani - osserva Andrea Martelli - continuano a orientarsi verso le uscite standard e flessibili. Se la vecchiaia ordinaria copre quasi il 40% delle simulazioni, le forme anticipate superano complessivamente il 46% del totale, segno di un interesse marcato per la flessibilità nell’uscita dal lavoro”. “Confrontando - sottolinea - le due prestazioni più simulate - pensione anticipata ordinaria e pensione di vecchiaia ordinaria - e analizzando la mediana degli importi erogati, si osserva che l’assegno per chi sceglie di anticipare è superiore. L'importo mediano per l'anticipata ordinaria è, infatti, più alto di 217,12 euro rispetto a chi attende la vecchiaia ordinaria, una differenza che si traduce in circa 2.800 euro lordi su base annua. I dati dimostrano che chi opta per l'anticipo beneficia di un assegno mediano superiore, non perché la formula sia più vantaggiosa, ma semplicemente perché l'accesso a quel percorso è limitato ai lavoratori che hanno già massimizzato l'assegno grazie a una qualità e una continuità contributiva eccellenti". "E' la carriera robusta - precisa - che genera l'assegno più alto; il percorso anticipato è solo il primo a cui possono accedere. Valutare tempestivamente la propria posizione previdenziale è l'unico modo per comprendere se la propria storia lavorativa sia sufficientemente solida da rientrare in questo gruppo 'elitario', evitando di essere costretti a ritirarsi con l'assegno mediano più contenuto previsto per chi può accedere solo alla pensione di vecchiaia”. “L'età media dei clienti che si sono avvalsi della nostra consulenza si aggira intorno ai 61 anni, suggerendo che la maggior parte degli italiani si attiva quando è ormai a ridosso della pensione. Un tempismo che può limitare drasticamente le possibilità di correzione della rotta. L’elevato numero di simulazioni per cliente è la prova che esistono margini di scelta, che possono però essere sfruttati al meglio, solo se si agisce con largo anticipo. Pensare alla pensione a quarant'anni non è solo una questione di risparmio, ma una strategia di gestione del rischio previdenziale”, conclude.

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Trent'anni di disastri meteo, oltre 800mila morti nel mondo

(Adnkronos) - Oltre 9.700 eventi meteorologici estremi tra il 1995 e il 2024, con più di 830mila vittime e oltre 4.500 miliardi di dollari di danni diretti. E' quanto registra l'Indice di rischio climatico (Climate Risk Index, Cri) 2026, che l'organizzazione per l'ambiente e lo sviluppo Germanwatch ha presentato oggi alla Cop30 di Belém. Il paese più colpito è la Dominica. L'Italia è nella 'top 30' e occupa la 16esima posizione. Secondo l'analisi, circa il 40% di tutte le persone nel mondo, oltre tre miliardi, vive attualmente negli undici Paesi che negli ultimi 30 anni sono stati più duramente colpiti da eventi climatici estremi come ondate di calore, tempeste e inondazioni. Tra questi Paesi figurano l'India (9° posto) e la Cina (11°), e altri come la Libia (4°), Haiti (5°) e le Filippine (7°). Allo stesso tempo, i Paesi dell'Ue e le nazioni industrializzate come la Francia (12° posto), l'Italia (16°) o gli Stati Uniti (18°) sono tra i 30 Paesi più colpiti da fenomeni meteorologici estremi. "Le ondate di calore e le tempeste rappresentano la più grande minaccia per la vita umana quando si tratta di eventi meteorologici estremi - afferma Laura Schäfer, una delle autrici del Cri - Le tempeste hanno anche causato i danni monetari di gran lunga maggiori, mentre le inondazioni sono state responsabili del maggior numero di persone colpite da eventi meteorologici estremi". Alcuni Paesi che si sono classificati molto in alto nell'indice hanno sofferto principalmente di singoli eventi meteorologici ma estremamente devastanti, mentre altri sono stati colpiti ripetutamente da condizioni climatiche estreme. "Paesi come Haiti, le Filippine e l'India, tutti tra i dieci Paesi più colpiti, devono affrontare sfide particolari. Sono colpiti da inondazioni, ondate di calore o tempeste con una tale regolarità che intere regioni riescono a malapena a riprendersi dagli impatti fino all'evento successivo", spiega Vera Künzel, coautrice dell'indice. In cima all'indice per il periodo 1995-2024 c'è la Dominica, una piccolissima nazione insulare caraibica che è stata colpita più volte da uragani devastanti. Nel 2017, il solo uragano Maria ha causato danni per 1,8 miliardi di dollari, quasi tre volte il prodotto interno lordo (Pil) del Paese. È stato il più distruttivo dei sette cicloni tropicali degli ultimi 30 anni. Un altro esempio è il Myanmar, al secondo posto. Nel 2008, il ciclone Nargis ha ucciso quasi 140mila persone e ha causato danni per 5,8 miliardi di dollari. Le forti piogge e le conseguenti inondazioni hanno avuto gli effetti più devastanti. L'indice mostra che i Paesi del Sud globale sono particolarmente vulnerabili e hanno bisogno del sostegno dei Paesi ricchi. Tuttavia, anche queste nazioni sono sempre più colpite dagli impatti della crisi climatica. "I risultati del Cri 2026 dimostrano chiaramente che la Cop30 deve trovare modi efficaci per colmare il divario di ambizione globale. Le emissioni globali devono essere ridotte immediatamente, altrimenti si rischia un aumento del numero di morti e un disastro economico in tutto il mondo. Allo stesso tempo, gli sforzi di adattamento devono essere accelerati. È necessario implementare soluzioni efficaci per le perdite e i danni e fornire finanziamenti adeguati per il clima", spiega David Eckstein, co-autore Cri. Il Climate Risk Index ha condotto anche una valutazione dell'anno passato. L'arcipelago caraibico di St. Vincent e Grenadine e Grenada, devastati da un uragano di categoria 5 nell'estate del 2024, si posizionano al primo e al secondo posto di questa classifica. Il Ciad segue al terzo posto, colpito da devastanti inondazioni durate mesi.

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