(Adnkronos) - E' dimagrito di quasi 50 kg e rischia di morire. A lanciare l'appello al governo per Maurizio Cocco, ingegnere italiano, detenuto da quasi tre anni nel carcere di Abidjan, in Costa d'Avorio, in condizioni proibitive è il legale della famiglia Mario Cicchetti che oggi, 10 marzo, ha scritto alla premier Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani chiedendogli di intervenire. "Parliamo di un imprenditore di 62 anni coinvolto senza una prova in una indagine per narcotraffico che ha portato all'arresto, tra gli altri, di un connazionale con il quale aveva avviato una collaborazione professionale per l'acquisto di un terreno - spiega il legale - Un uomo per bene, buttato in un calderone di una inchiesta per droga per il solo fatto di conoscere gli indagati e vivere accanto al ristorante dove questi italiani lavoravano. Gli è stata contestata la cella telefonica agganciata nel punto in cui si trovavano i ristoratori. Lo hanno arrestato per capi di accusa gravissimi tutti decaduti, condannandolo in primo grado per la sola evasione, pure quella ingiustificata, non avendo potuto materialmente presentare alcuna dichiarazione dei redditi della sua società, creata appena otto mesi prima". E così, con una sentenza che lo vede condannato a due anni di reclusione, Maurizio Cocco finisce dietro le sbarre. "Nell'ultimo delle carceri - precisa l'avvocato - dove a fronte di una capienza di due-tremila persone convivono come formiche in tredicimila. Dove una invasione di zecche viene combattuta con lanciafiamme e si mangiano cose inenarrabili. Cocco era un 'omone' di 100 kg, oggi ne pesa al massimo 55. Rischia di morire, ha avuto un ictus in carcere, virus di ogni tipo, malaria. Il nostro governo, l'ambasciata, non possono rimanere sordi ai nostri appelli ancora per molto. Questa mattina ho scritto alla premier Giorgia Meloni e al ministro Antonio Tajani rappresentando una situazione disperata e chiedendo un incontro a stretto giro. Nel giorno in cui il nostro Paese festeggia la Repubblica, Maurizio Cocco segnerà con una croce il terzo anniversario nell'incubo di una reclusione disumana e immotivata". "Mi sono incatenata davanti a Montecitorio, ho lanciato appelli, scritto a tutti. Nessuno si è mosso. Qualcuno mi aiuti, mio marito sta morendo lì dentro. L'ultima volta che l'ho sentito mi ha detto: 'Mi hanno buttato dentro un pozzo, mi stanno facendo morire qui da innocente'. Mi chiede aiuto, ma cos'altro devo fare? Stiamo facendo morire un uomo. Non pretendo che lo Stato lo vada a prendere, ma almeno andatelo a curare". Sono le parole strazianti, interrotte da lacrime e singhiozzi, che la moglie di Maurizio Cocco, Assunta Giorgilli, affida all'Adnkronos. Detenuto "senza prove, con un appello ancora da fare e una pena preventiva già scontata - spiega - E' in condizioni di salute gravissime, quando riesce a mandarmi qualche foto, mi si gela il sangue. Siamo sposati da 35 anni e abbiamo due figli di 22 e 29 anni. La nostra vita è finita. Che qualcuno ci aiuti". "Chi mai avrebbe potuto pensare che i ristoratori con i quali Maurizio aveva fatto amicizia e con uno di loro avviato un percorso lavorativo per la sua attività erano dei narcotrafficanti? - chiede disperata Assunta - Li ho conosciuti anche io, sembravano per bene. Nel loro ristorante andavano a mangiare imprenditori e personale dell'ambasciata. Poi il 30 maggio 2022, alle 22, è arrivata la telefonata che non scorderò mai, mio marito mi ha detto di prendere il primo aereo, di chiamare un avvocato, che lo avevano arrestato in una retata tra tantissime persone. E' stato così che è iniziato il nostro incubo. La reclusione in una cella piena di detenuti, senza cura, senza pietà, senza umanità. Ho fatto di tutto per portarlo fuori di lì. Sono riuscita a incontrarlo in carcere, noi seduti uno accanto all'altra in uno spiazzo fangoso. Sempre più magro, pieno di lividi, dolorante. E' una realtà che sembra un portale per l'inferno. Lì Maurizio sta morendo. E io con lui". (di Silvia Mancinelli)
(Adnkronos) - Il settore del monouso sta attraversando una trasformazione cruciale verso la sostenibilità. Secondo i dati della Commissione Europea, i prodotti monouso in plastica rappresentano una delle principali fonti di inquinamento globale. Per contrastare il problema, nuove soluzioni stanno emergendo, tra cui stoviglie edibili e biodegradabili, capaci di ridurre l’impatto ambientale e promuovere l’economia circolare. Un esempio concreto arriva dall’Italia con Bonfitaly, che ha lanciato una linea di stoviglie realizzate interamente con scarti alimentari e sottoprodotti vegetali, come la crusca di frumento. Questi prodotti possono essere consumati come alimento oppure decomporsi naturalmente in soli 30 giorni, senza lasciare residui nell’ambiente. L’azienda sottolinea i benefici ambientali della sua soluzione: il processo produttivo utilizza solo 8 ml di acqua per piatto – rispetto ai 20 litri richiesti per la cellulosa – e riduce dell’85% le emissioni di CO₂ rispetto alle stoviglie monouso tradizionali. Inoltre, il recupero di sottoprodotti alimentari permette di limitare gli sprechi, rafforzando un modello di economia circolare. Le stoviglie Bonfitaly sono già state adottate in ambito professionale da ristoratori e aziende di catering e sono oggetto di studi in collaborazione con l’Università di Bologna per lo sviluppo di nuove soluzioni. Il progetto ha suscitato interesse anche a livello internazionale, con la partecipazione a eventi come il Tomorrowland in Belgio, dove le stoviglie edibili vengono testate in contesti su larga scala. L’innovazione nel settore del monouso è una delle chiavi per ridurre la dipendenza dalla plastica e favorire pratiche più sostenibili. Con normative sempre più stringenti e un’attenzione crescente da parte dei consumatori, soluzioni come quelle di Bonfitaly potrebbero rappresentare un’alternativa concreta per il futuro della ristorazione e degli eventi su larga scala.
(Adnkronos) - La transizione energetica corre veloce e lo confermano i grandi numeri di Key - The Energy Transition Expo, l’evento di Ieg (Italian Exhibition Group) di riferimento in Europa, Africa e bacino del Mediterraneo che si chiude oggi alla Fiera di Rimini infrangendo i suoi stessi record. Con un +20% di presenze totali (di cui +40% dall’estero) rispetto al 2024, oltre 1.000 espositori, di cui più del 30% dall’estero, 90.000mq di superficie su 20 padiglioni e nuovi focus, uno sui porti e l’altro sull’idrogeno, in collaborazione con Hannover Fairs International GmbH (Hfi), filiale italiana di Deutsche Messe AG, e ben 400 giornalisti accreditati dall’Italia e dal mondo, quella appena conclusa è stata l’edizione di Key più grande di sempre. E anche la più internazionale con 350 hosted buyer e delegazioni provenienti da 50 Paesi in fiera grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) e dell’Agenzia Ice e alla collaborazione con le più importanti Associazioni del settore. Key ha trasformato per tre giornate il quartiere fieristico e Rimini nel cuore pulsante della transizione e dell’efficienza energetica: il luogo in cui, fra soluzioni innovative e tecnologie all’avanguardia, la community globale del settore ha iniziato a realizzare il futuro dell’energia. Oltre 160 eventi, convegni e workshop con la partecipazione di esperti, studiosi, ricercatori e rappresentanti del mondo associativo e delle imprese, hanno offerto un’opportunità di confronto e approfondimento su ogni aspetto, novità e sviluppo del mercato energetico. Inaugurata mercoledì 5 marzo dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, Key25 ha costituito un’occasione unica per le aziende e i professionisti del settore, per conoscere le soluzioni presenti e future per garantire la sicurezza energetica, controllare i costi dell’energia e preservare la competitività del tessuto industriale. Inoltre, ha favorito l’incontro e l’interlocuzione con le Istituzioni per promuovere l’efficienza come via privilegiata da percorrere per vincere la sfida mondiale della decarbonizzazione. Presente anche Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia - Romagna. Con l’Innovation District e la seconda edizione del Premio “Lorenzo Cagnoni”, Key 25 ha consolidato il proprio sostegno all’innovazione, estendendolo, con l’iniziativa Green Jobs & Skills, alle nuove competenze green e sostenibili ancora troppo poco diffuse nelle aziende, ma su cui è sempre più necessario investire per realizzare la transizione energetica. Al tema dei costi dell’energia, dei Ppa come soluzione finanziaria innovativa per controllarli e con un focus sui nuovi Data Center, imprescindibili per lo sviluppo tecnologico, è stata dedicata la seconda edizione di Key Choice - Unlock the future of Ppa, l’evento B2B di Key - The Energy Transition Expo, organizzato da Ieg in collaborazione con Elemens e con il supporto di SolarPlaza, che si è svolto martedì 4 marzo al Palacongressi di Rimini per favorire l’incontro fra i fornitori di energia e le aziende ad alto consumo energetico con l’obiettivo di facilitare la stipula di contratti Ppa. Key tornerà alla Fiera di Rimini dal 4 al 6 marzo 2026.