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(Adnkronos) - "Non ci sono stati 'vandali contro Ago' e la targa non è sparita come dice anche il presidente di Municipio". Così su Facebook Luca Di Bartolomei, figlio dell'ex capitano giallorosso. "Ho letto con sorpresa un articolo de Il Messaggero che ha riportato la definitiva rottura di una targa — causata anni fa da un evento accidentale e rimessa anche a posto nella primavera del 2024 con l’aiuto del Roma Club Testaccio - RCT — come un gesto di vandalismo legato alle tensioni pre-derby. Nulla di tutto questo", scrive riferendosi a quanto pubblicato dal quotidiano romano che aveva parlato di tensioni pre derby. "Probabilmente è stato un contrasto contro il furgoncino della manutenzione; uno scontro di gioco, cose che capitano. Nessun cartellino giallo o rosso che possa ingenerare inutilmente tensione", spiega. "Vorrei con questa mia azione da Var - conclude Luca Di Bartolomei - anche pregare il giornale di una precisazione sul punto così da sottrarre la memoria di mio padre - ormai è riconosciuta patrimonio comune delle due tifoserie, come tanti altri idoli cittadini - ad ogni eventuale uso strumentale da parte di potenziali stupidi e violenti".
(Adnkronos) - “Ci troviamo al 22esimo convegno di Codau, all'Università Cattolica di Milano, per parlare della trasformazione digitale nel mondo dell'education in generale e in particolare per le università, dell'impatto che questo ha sulla pianificazione nei confronti delle infrastrutture, sia fisiche che digitali, e di come questo possa accelerare i percorsi di sviluppo e di formazione all'interno del mondo universitario”. È quanto affermato da Sergio Gianotti, responsabile per il settore pubblico Aws Italia (Amazon Web Services Italia), in occasione di Codau 2025, il XXII convegno annuale dei Direttori generali delle Amministrazioni Universitarie, che affronta la tematica della coopetizione universitaria, la strategia per cui si collabora in modo da ottenere benefici comuni in alcune aree pur continuando a competere in altri ambiti. “Crediamo che oggi le sfide da affrontare siano molteplici. Ci sono sfide legate al cambio demografico, a un incremento dei costi e anche alla necessità di investimento nel mondo universitario, accademico e nella ricerca. Per l’Italia, in particolare, questa fase di transizione, che nel 2026 porterà la fine degli investimenti del Pnrr, conferma la necessità di sostenere ulteriori investimenti in futuro”. “Crediamo che la trasformazione digitale e l'utilizzo delle tecnologie digitali, in particolare dell’intelligenza artificiale, saranno un elemento fondamentale da sfruttare il più possibile per accelerare la collaborazione tra le università e riuscire ad ottimizzare l'investimento infrastrutturale, utilizzando dei meccanismi di collaborazione per continuare a mantenere quella coopetizione, e competizione sul contenuto, sull’eccellenza accademica che, invece, è il frutto fondamentale che arriva dalle nostre università e chi costruisce le future generazioni e le loro competenze”, conclude.
(Adnkronos) - Nel 2025 sono stati 24.260 i rifiuti raccolti e catalogati dai volontari di Legambiente in 49 parchi urbani distribuiti in 20 città italiane, da Milano a Firenze, da Napoli a Potenza, passando per Perugia, Terracina (LT), Bologna e Udine. La densità dei rifiuti è significativa: quattro oggetti dispersi ogni metro quadrato monitorato. A dominare la classifica dei rifiuti più frequenti sono i mozziconi di sigaretta, con 10.472 pezzi raccolti, pari a 161 ogni 100 metri quadrati. La plastica rappresenta il 64,3% del totale dei rifiuti monitorati. Lo mette in evidenza la nuova indagine Park Litter di Legambiente, diffusa in occasione della 33esima edizione di 'Puliamo il Mondo' (puliamoilmondo.it), la storica campagna di volontariato dell’associazione ambientalista in programma da venerdì 19 a domenica 21 settembre con migliaia di iniziative da Nord a Sud del Paese all’insegna del motto: 'Chi lo ama, lo protegge'. “Prendersi cura dell’ambiente è un gesto semplice che può generare un grande cambiamento. Ogni azione, anche piccola, ispira altri, rafforza il senso di comunità e diffonde una cultura del rispetto e della responsabilità. Con Puliamo il Mondo mettiamo insieme la conoscenza con l'azione, attraverso la citizen science per monitorare i rifiuti dispersi nell'ambiente e le iniziative di volontariato per raccoglierli. Oggi ciascuno di noi può e deve fare la propria parte per proteggere le aree pubbliche comuni, tutelarle e costruire un futuro sostenibile e di pace, grazie al volontariato”, dichiara il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani. Tornando ai dati, in 38 dei 65 transetti (aree campione da 100 metri quadrati) utilizzati per l’indagine, sono state osservate zone di accumulo, soprattutto vicino a panchine e tavoli. I problemi - segnala Legambiente - riguardano anche la dotazione di cestini: solo in 28 transetti su 65 sono presenti contenitori con chiusura antivento, e in 27 dei 60 transetti dove i cestini sono presenti, essi risultano predisposti per la raccolta differenziata. C’è un dato su cui Legambiente richiama particolare attenzione, perché direttamente legato all'inquinamento dei nostri mari: in 48 dei 65 transetti monitorati (73,8%) sono stati rilevati canali di scolo e tombini. "Queste infrastrutture, spesso parte di sistemi fognari collegati a corsi d’acqua o canali che sfociano in mare, possono diventare vie dirette di trasporto dei rifiuti verso l’ambiente marino, soprattutto in casi di cattiva gestione dei rifiuti urbani", rimarca l'associazione. Se i rifiuti in materiale plastico, compresi i mozziconi di sigaretta, si pongono in cima alla classifica dei rifiuti più rinvenuti, subito dopo, al secondo posto, si collocano i prodotti in carta e cartone: con 2.659 pezzi raccolti, rappresentano l’11% del totale. Seguono 2.204 rifiuti in metallo (9,1%), 1.728 in vetro e ceramica (7,1%) e 1.309 in gomma (4,3%). A chiudere, con il 4%, sono gli scarti in materiale organico, legno trattato, tessili, bioplastica, materiali misti e Raee. Infine, un focus specifico dell’indagine è dedicato alla Direttiva europea Sup (Single Use Plastics): nonostante la sua entrata in vigore in Italia nel 2022, la maggior parte dei rifiuti raccolti appartiene ancora alle categorie di prodotti da essa regolamentati, rappresentando il 51,1% del totale monitorato.