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(Adnkronos) - 'Un po'' si scrive con l'accento o con l'apostrofo? 'Qual è' ha bisogno dell'apostrofo oppure no? Si dice 'amàca o àmaca? Meteorologo e metereologo? Ubbidire o obbedire? Quando la punteggiatura è quella giusta? Sono questi alcuni tra i dubbi più ricorrenti in chi scrive o parla l'italiano, inciampi linguistici dietro l'angolo sia per chi padroneggia la nostra lingua sia per chi ne ha una competenza più limitata. A rispondere alle perplessità più frequenti è Giuseppe Patota, ordinario di Linguistica italiana all'università di Siena - autore insieme a Valeria Della Valle del volume 'La lingua verde' (Mondadori Electa nella collana Rizzoli Illustrati) - che stila una sorta di classifica delle perplessità più frequenti. Conversando con l'AdnKronos, Patota premette subito che "il dubbio in sé è un fatto estremamente positivo perché denota attenzione nei confronti della nostra lingua. Guai a chi non sia colto dal dubbio in campo linguistico". Ma - avverte - attenzione alla punteggiatura: "nella scrittura c'è un uso indiscriminato della 'virgola tuttofare'". Si scrive, quindi, 'un po' oppure un pò? "La parte più rilevante della comunità dei parlanti - risponde Patota - considera corretta, e dunque noi grammatici dobbiamo considerarla tale, la forma 'po'' con l'apostrofo e non 'pò' con l'accento. Questo non in nome di un diktat o di un atteggiamento da grammatico assolutista ma perché la forma con l'apostrofo nel corso del tempo è stata considerata la forma più in uso. E la norma la fa, come diceva Manzoni, 'il signor uso'. Viceversa un altro dubbio abbastanza ricorrente riguarda la forma 'qual è'. Va scritto con o senza l'apostrofo? Non c'è una persona che non si sia posta questo dubbio. La forma che va considerata corretta, in virtù della media degli usi più rilevanti della comunità dei parlanti, è sempre - comunque e dovunque - la forma senza apostrofo". Ma i dubbi che inseguono gli italiani attengono anche gli accenti che, in alcuni casi, possono riprodurre dei suoi ben lontani dalla realtà. "Spesso e volentieri - osserva infatti il linguista - alcuni dubbi non riguardano lo scritto ma possono riguardare anche il parlato". Lo studioso si riferisce in particolare "all'accentazione corretta. Si dice 'amàca o àmaca? La pronuncia corretta è amàca. Qual è la pronuncia corretta tra Friùli o Frìuli? La pronuncia corretta è Friùli perché deriva dalla formula latina 'Forum Iulii"". E ancora si deve dire "Nòbel o Nobèl? La pronuncia corretta dovrebbe essere Nobèl. Aggiungo, però, che ormai la pronuncia Nòbel è talmente affermata che può essere considerata corretta perché la lingua va dove la porta chi la usa'. "Un altro dubbio ricorrente riguarda l'opposizione tra "aeroporto o aereoporto". La forma corretta è la prima e questo vale per tutti i composti con l'elemento prefissale 'aero'. E poi si dice: 'complementarietà' o 'complementarità'? La forma corretta è 'complementarità'. Un altro dubbio - che riguarda sia il parlato sia lo scritto - è meteorologo (che è la forma corretta) e metereologo. Quest'ultima forma è un tratto dell'italiano popolare e non della norma". "Nel nostro libro - oltre che rappresentare una specie d'istantanea dell'italiano contemporaneo che è inevitabilmente in movimento - abbiamo cercato di raccogliere migliaia di questi dubbi e ci siamo impegnati a dare una risposta certa. Ci sono molti casi - osserva - in cui si può dire, o scrivere, sia in un modo sia nell'altro. E questo dipende dalla mobilità e dalla varietà dell'italiano, ovvero dal fatto che l'italiano nel corso del tempo si è arricchito ed è cambiato. Un esempio? Si dice ubbidire o obbedire? Sono corrette entrambe le forme solo che ubbidire è molto più frequente" anche se possiamo accettare "tutte e due le forme. E ancora come dobbiamo scrivere 'alcol'? Con una o con due 'o'? Possono essere accettate tutte e due le grafie", afferma Patota. Sul fronte, infine degli errori, il linguista segnala che "nella scrittura c'è un uso indiscriminato della 'virgola tuttofare'. In altri termini si adopera con grande frequenza la virgola anche laddove sarebbe corretto preferire usare o il punto, o il punto e virgola oppure i due punti. Il problema è che non si studia una grammatica della punteggiatura perché si tende a pensare che sia il frutto di scelte e gusti individuali. Non è così", conclude l'esperto. (di Carlo Roma)
(Adnkronos) - Settant’anni di storia, quattro strutture iconiche tra Roma e Firenze, e una visione manageriale che guarda al futuro senza dimenticare il valore delle radici. Il Gruppo FH55 Hotels celebra nel 2025 il suo 70° anniversario con risultati economici solidi, riconoscimenti di prestigio e un piano di rilancio strutturato che punta su qualità, innovazione e identità. A guidare questa fase evolutiva è Claudio Catani, vicepresident Operations dal 2023, manager di lunga esperienza nel settore dell’hôtellerie di lusso, che ha impresso al gruppo un nuovo passo strategico e operativo, tracciando oggi un bilancio dei suoi primi due anni alla guida. “Il 2024 ha segnato un punto di svolta: abbiamo chiuso l’anno con un fatturato di 34 milioni di euro, l’8% in più rispetto al 2023 e il 30% rispetto al 2019. Ma il vero risultato è aver posto le basi per una crescita solida, sostenibile e coerente con il nostro posizionamento”, racconta Claudio Catani. Alla base di questa trasformazione ci sono interventi mirati su governance, organizzazione, gestione operativa e marketing. Un cambiamento profondo, che ha coinvolto tutte le leve dell’hôtellerie: “Abbiamo rivisto - spiega - il mix di clientela, razionalizzato i costi introducendo il metodo Usali per il controllo di gestione, migliorato i processi interni, e soprattutto abbiamo fatto leva sul valore delle nostre persone. Le strutture erano solide, serviva una visione nuova”. La trasformazione del Gruppo FH55 Hotels non si è fermata agli asset e ai numeri: ha coinvolto in modo diretto le persone che ogni giorno animano le strutture. “L’accelerazione gestionale non può prescindere dalla crescita interna. Il nostro personale non è solo esecutore di processi, ma protagonista del cambiamento”, afferma il vicepresident Operations. In questi due anni, il gruppo ha investito in formazione, coinvolgimento interdipartimentale e responsabilizzazione, promuovendo una cultura aziendale più orizzontale e orientata alla qualità reale del servizio. “Un ospite percepisce la coerenza di un’esperienza anche attraverso i piccoli gesti. Per questo, valorizzare le competenze e la motivazione del team è stato uno degli interventi più strategici”, aggiunge. Il progetto simbolo di questa nuova fase è il Grand Hotel Palatino di Roma. Lo storico hotel, a pochi passi dai Fori Imperiali e dal Colosseo, è al centro di un ambizioso piano di restyling da 20 milioni di euro, che ha già visto la ristrutturazione di cinque piani e la creazione di nuove suite di lusso. “Il Grand Hotel Palatino rappresenta al meglio la nostra idea di ospitalità: centrale, autentico, ma ora con un’identità forte anche per il mercato Luxury. Le nuove camere hanno già prodotto un +48% nel ricavo medio camera e un +40% nel RevPar. La reputazione della struttura è passata da 8.1 su 10 a 8.7 su 10 in pochi mesi. E siamo solo all’inizio”, dice Catani. Entro fine maggio verrà inaugurata anche la nuova Presidential Suite, e il percorso di rinnovamento porterà l’hotel alla classificazione 5 stelle lusso entro il 2026. “Non abbiamo solo cambiato gli arredi. Abbiamo costruito un nuovo storytelling per l’ospite, e ogni dettaglio è stato pensato per generare valore, reputazione e fidelizzazione”, prosegue. Ma il Grand Hotel Palatino non è un caso isolato. Il piano di sviluppo ha toccato anche le altre tre strutture del gruppo: il Grand Hotel Mediterraneo e l’Hotel Calzaiuoli di Firenze e l’Hotel Villa Fiesole, dove il ristorante Serrae Villa Fiesole ha conquistato una Stella Michelin nel 2024. “L’investimento complessivo che abbiamo destinato a queste strutture negli ultimi due anni è di circa 2.5 milioni di euro. I risultati si vedono non solo nei numeri, ma soprattutto nella percezione degli ospiti, che oggi valutano la qualità complessiva con un punteggio medio di 9.1 su 10. Un elemento sempre più centrale è la ristorazione, che abbiamo voluto elevare a vero e proprio pilastro esperienziale. Quando è coerente con l’identità della struttura e con il territorio in cui si inserisce, non è più solo un servizio, ma diventa un ricordo, un racconto da portare con sé. E oggi il cliente lo riconosce, lo cerca, lo premia”, osserva. Sul piano gestionale, FH55 Hotels ha introdotto un approccio sistemico alla sostenibilità: tre certificazioni Iso (qualità, ambiente, sicurezza), software dedicati al controllo qualità, e una divisione Hse che affianca la direzione nelle scelte operative. “Lavoriamo per integrare efficienza e responsabilità. Oggi più che mai, l’hotellerie deve essere trasparente, agile e attenta ai temi Esg”, continua Catani. Nel 2024 il gruppo ha ricevuto il Premio Industria Felix come eccellenza imprenditoriale, ed è entrato nel 2023 con il Grand Hotel Palatino nella Top 10 degli hotel di Roma secondo Condé Nast Traveler. Riconoscimenti che, secondo Catani, “non sono obiettivi, ma indicatori che stiamo andando nella direzione giusta”. E il futuro? “Il 70° anniversario è un momento importante, ma non è un traguardo: è un punto di partenza. Il nostro obiettivo non è crescere a ogni costo, ma evolvere in modo coerente. Stiamo valutando indieme al Cda nuove opportunità, ma selezioniamo con attenzione. Vogliamo solo progetti che rafforzino la nostra identità”, assicura. FH55 Hotels, da Firenze a Roma, entra dunque nella sua ottava decade con lo sguardo puntato in avanti, grazie a una leadership che coniuga metodo, esperienza e passione. “Abbiamo una grande storia alle spalle. Ora stiamo costruendo il nostro futuro", conclude Catani.
(Adnkronos) - Un dispositivo innovativo, portatile e intelligente, progettato per aiutare ogni cittadino a monitorare l’ambiente circostante e a prendere decisioni consapevoli in tempo reale, per spostarsi in città e scegliere i percorsi più sicuri per la propria salute. Si chiama Respiro (Real-time Environmental Sensing for Personal Intelligent Risk Optimization) ed è un dispositivo sviluppato dall’Università di MilanoBicocca insieme a Road – Rome Advanced District, in collaborazione con XearPro srl. Respiro non è solo un semplice sensore, ma è una vera e propria piattaforma alla portata di tutti. Respiro rileva gli inquinanti atmosferici, tra cui CO2, monossido di carbonio, polveri sottili e ultrafini, oltre a temperatura, umidità e pressione atmosferica. Tutti i dati vengono georeferenziati in tempo reale, fornendo un quadro dettagliato della qualità dell’aria che circonda la persona che utilizza il dispositivo. Il progetto è stato presentato questa mattina al Gazometro del quartiere Ostiense di Roma, sede del polo di ricerca tecnologica Road - Rome Advanced District il soggetto rete per l’innovazione voluto da Eni, Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Acea, Autostrade per l’Italia, Bridgestone, Cisco Italia e Nextchem durante un evento aperto dagli interventi della rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, e del Presidente Road e Direttore Stakeholder Relations & Services di Eni, Claudio Granata, cui ha fatto seguito una tavola rotonda alla presenza dei ricercatori dell’Università Milano-Bicocca e Road. Grazie alla sua struttura low-cost, compatta e indossabile, Respiro può essere agganciato a uno zaino, a una borsa o a una giacca. Tramite un monitoraggio in tempo reale e la localizzazione Gps, il suo schermo Led offre all’utente una visualizzazione istantanea dei parametri ambientali, mentre l’app dedicata, collegata via Bluetooth, avvisa con notifiche intelligenti quando l’aria che si respira in un luogo può rappresentare un rischio ovvero fornisce dati utili ai ricercatori e cittadini attivi per le attività di monitoraggio diffuso in ottica “citizen science”. Il progetto è legato alle attività scientifiche che i ricercatori dell’Ateneo milanese portano avanti in una delle piazze del capoluogo lombardo sede di diversi dipartimenti di MilanoBicocca (piazza della Scienza) e che sono coordinate dal Centro di Ricerca Polaris dell'Università. Tutto questo si associa a campagne di rilevamento che diversi volontari, studenti, tecnici e docenti dell’Ateneo Bicocca, stanno realizzando grazie ai sensori smart portatili Respiro per monitorare la qualità dell’aria all’interno del quartiere. Una parallela campagna di raccolta dati verrà realizzata anche a Roma, nel quartiere di Ostiense grazie alla collaborazione dei partner Road tra cui l’Università Roma Tre. "In un mondo in cui la qualità dell’aria che respiriamo è sempre più al centro del dibattito politico, sociale e scientifico – afferma la rettrice dell’Università di MilanoBicocca, Giovanna Iannantuoni – il nostro ateneo vuole fare la sua parte, proponendo un modello di rigenerazione di uno spazio come piazza della Scienza e promuovendo strumenti tecnologici all’avanguardia come Respiro. Il progetto della piazza sta continuando grazie alle azioni di monitoraggio dell’inquinamento e di studio e implementazione della biodiversità che coinvolgono la nostra comunità accademica. In questo contesto, il nuovo dispositivo che abbiamo presentato oggi, all’avanguardia e alla portata di tutti, è stato pensato per aiutare ogni cittadino a monitorare l’ambiente circostante e a muoversi più consapevolmente attraverso la città. Un vero e proprio alleato per la salute, la mobilità sostenibile e la citizen science". "Con Respiro e la collaborazione con l’Università Milano - Bicocca, abbiamo la prima messa a terra concreta delle attività avviate dal Rome Advanced District, a meno di due anni dalla sua nascita – afferma il Presidente di Road, Claudio Granata. Il dispositivo sarà testato in modo simultaneo tra Milano e Roma, consentendo in questo modo di aumentare la base di dati a disposizione per l’analisi della qualità dell’aria. Road - soggetto rete promosso da Eni insieme a primarie società italiane e internazionali per realizzare nell’area del Gazometro di Roma un distretto di innovazione tecnologica - nasce esattamente con questo scopo: attivare collaborazioni di filiera tra dipartimenti di ricerca e sviluppo di soggetti privati e pubblici per i processi di trasformazione delle imprese, facilitare i policymakers nell’attività di abilitazione della transizione e promuovere lo sviluppo di nuove competenze”.