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(Adnkronos) - Vacanza (quasi) da genitori. Giulia De Lellis e Tony Effe hanno scelto la Sicilia per trascorrere alcuni giorni di relax, lontani dagli impegni lavorativi, prima del momento tanto atteso. L'influencer è infatti prossima al parto, mancano pochi giorni alla nascita di Priscilla, la bimba che renderà Giulia e il rapper romano genitori per la prima volta. Giulia e Tony si trovano in Sicilia, precisamente a Sciacca, dove stanno alloggiando in un resort di lusso. Con loro anche una coppia di amici e il loro bambino. Le immagini non lasciano dubbi: l'influencer gioca teneramente con il piccolo, il rapper invece gli sta insegnando a giocare a calcio e a golf, sua grande passione. La vacanza siciliana si trasforma così in un dolce momento di relax prima del grande cambiamento per la coppia. Per Giulia e Tony, le prove da genitori sono già iniziate. Giulia De Lellis e Tony Effe avevano annunciato la gravidanza a inizio maggio con un post condiviso su Instagram in cui avevano fatto sapere di aspettare una bambina e svelando il nome, si chiamerà Priscilla. Da quel momento, hanno preferito entrambi vivere la gravidanza nel silenzio più totale, condividendo di tanto in tanto qualche piccola novità. L'influencer si trova nel pieno di un periodo caratterizzato da molti controlli medici, come ha raccontato recentemente ai suoi follower. "La gravidanza, il parto e tutto sono una pratica, diciamocelo", aveva detto nelle sue Stories Instagram recentemente. "Sono giorni - aveva spiegato - che giro tra ospedali e medici, per sistemare tutte le cose del parto, ma sono contenta perché mi sono messa tranquilla. Io quando ho tutto organizzato mi sento molto più serena, però si arriva a un certo punto in cui ci sono determinate pratiche che sono inevitabili. E quindi sono stati giorni dedicati a questo, chi ha figli o li aspetta mi capirà".
(Adnkronos) - Si è tenuto oggi a Bruxelles 'Tutele senza frontiere. 80 anni di diritti in movimento', incontro promosso dall’Inca Cgil, nell’ambito delle iniziative per l’80° anniversario del Patronato. L’appuntamento è stato l’occasione per approfondire il tema della mobilità internazionale e le sfide connesse alla tutela dei diritti sociali e del lavoro per chi si sposta oltre i confini nazionali. L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni europee, del mondo della ricerca e del sindacato. Dopo l’introduzione di Michele Pagliaro, presidente dell’Inca Cgil, il dibattito – moderato da Angela Mauro (corrispondente da Bruxelles per Huffington Post Italia) – ha coinvolto gli europarlamentari Camilla Laureti (S&D) e Pasquale Tridico, (The Left), Delfina Licata, ricercatrice presso la Fondazione Migrantes, Alessandro Mazzola, ricercatore presso l’Università di Liegi, e Francesco Sinopoli, presidente della Fondazione Di Vittorio. A seguire, l’intervento della segretaria generale della Confederazione europea dei sindacati, Esther Lynch, e le conclusioni a cura di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. Nel suo intervento, Michele Pagliaro ha ricordato che: "L’Inca oggi è un presidio di tutela. Lo siamo, e lo dobbiamo essere, in un contesto in profonda trasformazione, segnato dall’aumento delle disuguaglianze e da una mobilità sempre più diffusa. Le persone si muovono per necessità o per scelta, ma troppo spesso non trovano le stesse garanzie, né gli stessi diritti. Il nostro impegno è quello di contribuire a costruire le condizioni per un modello in cui i diritti siano effettivi e garantiti ovunque. Una sfida su cui dobbiamo lavorare tutti insieme: studiosi, politica e istituzioni, anche attraverso un utilizzo mirato dei fondi europei nella nuova programmazione, qualora non fosse possibile intervenire su quella corrente". “I fenomeni migratori - ha dichiarato Francesco Sinopoli, presidente della Fondazione Di Vittorio - di cui oggi leggiamo attraverso la retorica delle fortezze, sono processi inarrestabili, che riguardano l’umanità da sempre Si tratta di movimenti di persone strettamente legati alle condizioni di lavoro in cui spesso il processo di sfruttamento è amplificato dalla condizione di migratoria. Elementi strettamente connessi che sono stati e forse sono ancora di più oggi centrali per il pensiero e l’azione del sindacato, in particolare la fondamentale attività del Patronato, che supporta da anni anche le cittadine e cittadini che hanno deciso o si sono trovati nelle condizioni di spostarsi di all’estero. Un’intuizione, quella del patronato, di Giuseppe Di Vittorio ancora attuale dopo 80 anni". "In un contesto globale - ha dichiarato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil - in cui i capitali possono circolare liberamente, mentre aumentano le barriere per le persone, è fondamentale rimettere al centro dell’agenda politica e sociale lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini, con particolare attenzione alle nuove generazioni - È necessario affermare un modello di lavoro dignitoso, non precario, che consenta a tutte e tutti di realizzarsi, valorizzare le proprie capacità e la propria intelligenza. Per questo occorre promuovere un sistema di diritti sociali europeo che non sia guidato dalla logica del profitto e del mercato, ma che metta al centro le persone, la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale dei processi produttivi". L’incontro ha rappresentato un momento di confronto utile e concreto su una delle questioni più urgenti per il futuro del lavoro e dei diritti sociali in Europa. Nata nel 1945, l’Inca ha cominciato la sua attività all’estero già nel 1946, con la prima apertura in Lussemburgo, per poi arrivare in Belgio dopo pochi anni, inizialmente anche in condizioni di clandestinità. Fu proprio qui, nel 1956, che l’Inca intervenne a Marcinelle, assistendo le famiglie delle vittime del disastro nella miniera di Bois du Cazier. Negli anni, il Patronato ha accompagnato le comunità italiane in Italia e all’estero in molte emergenze - dall’alluvione del Polesine al Vajont, dal terremoto del Belice all’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 - e ha saputo adattarsi ai grandi cambiamenti sociali, economici e migratori. Dagli anni ’90, con l’Italia divenuta Paese di immigrazione, l’Inca ha aperto sedi nei Paesi di origine dei migranti per garantire la continuità della tutela anche al rientro. Oggi, l’Inca opera in 26 Paesi, su 4 continenti, con oltre 100 sedi operative e 300 insediamenti tra uffici, permanenze e corrispondenze. Centinaia di operatori, esperti, medici legali, avvocati e volontari lavorano ogni giorno per garantire accesso ai diritti, sostegno concreto e accompagnamento nei rapporti con le istituzioni. Ogni anno, l’Inca offre supporto a migliaia di persone residenti all’estero su pensioni, prestazioni sociali e diritti individuali, contribuendo a rendere effettiva la protezione sociale anche nei percorsi migratori e di mobilità.
(Adnkronos) - “Spesso si pensa che sia l’Europa a imporre scelte ai Paesi membri, ma nel caso dell’economia circolare è accaduto il contrario: l’Italia ha tracciato per prima la strada, con esperienze concrete di raccolta differenziata, impianti industriali e filiere produttive che l’Unione ha inserito nelle proprie direttive e regolamenti, e che hanno anticipato gli obiettivi europei. Abbiamo una leadership internazionale che raccontiamo ancora troppo poco: il modello italiano dell’economia circolare è un esempio straordinario, da preservare e rafforzare per il futuro”. Questo il commento di Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, in occasione dell’Ecoforum 2025, tenutosi a Roma e organizzato da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club.