INFORMAZIONIRegione Lombardia Pubblica Amministrazione Locale Ruolo: Titolare di PO Area organizzazione e formazione Area: Human Resource Management Giuseppe Albeggiani |
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(Adnkronos) - La comunicazione tra medici e pazienti è vitale per il successo terapeutico. Lo ricorda, in occasione della Giornata mondiale dell'Aids del primo dicembre, la campagna 'Vhivian, la giusta luce fa la differenza' che, all'interno della piattaforma Rhivolution, si rivolge in modo specifico alle persone che vivono con Hiv, con l'obiettivo di migliorare la qualità del dialogo che hanno con il loro medico. Questa competenza clinica - si legge nel sito - è fondamentale perché, stabilendo un rapporto di fiducia, si crea una relazione terapeutica che consente agli operatori sanitari di comprendere meglio la situazione del paziente e di ottimizzare le loro condizioni di vita. La campagna Vhivian si focalizza sulla necessità di affrontare, con trasparenza e attenzione, i bisogni dei pazienti ricordando che, nonostante le difficoltà legate alla convivenza con il virus, possono non solo godere di una vita come quella di chi non convive con il virus, ma anche migliorarla in base alle proprie necessità. Il messaggio centrale di Vhivian insiste quindi sulla 'giusta luce' su cultura, conoscenza e informazioni che fanno 'la differenza', invitando così a guardare oltre le difficoltà e a concentrarsi sulle opportunità di cura e di miglioramento della vita quotidiana. A differenza di Rhivolution che ha un respiro più ampio e multi-target - spiega una nota - Vhivian è una campagna localizzata e mirata, con lo scopo di promuovere un cambiamento concreto nella relazione medico-paziente. Promuovere il coinvolgimento con l'operatore sanitario è necessario, infatti, per facilitare le competenze che aiutano le persone che vivono con Hiv a gestire l'infezione e, in particolare, a migliorare l'aderenza alla terapia antiretrovirale e alla loro salute. Con l'obiettivo di migliorare la comunicazione medico-paziente con Hiv, Rhivolution propone 6 suggerimenti. Il primo riguarda l'ascolto attivo, definito il livello più elevato ed efficace dell'ascolto perché presta attenzione completa a quello che una persona dice mostrando interesse e senza interrompere. In particolare, nel caso dell'Hiv, accanto alla competenza medica professionale, buone doti di comunicazione, comportamento etico, rispetto della dignità della persona con Hiv, buone qualità di lavoro di squadra e attenzione alla riservatezza. Un altro punto riguarda la chiarezza e comprensibilità e invita i medici a evitare l'utilizzo di termini tecnici clinici, preferendo un linguaggio diretto e semplice in modo da permettere al paziente di ribattere e di iniziare una vera e propria conversazione incentrata sulla salute: un paziente messo a suo agio favorisce infatti uno scambio reciproco di domande aperte, senza pregiudizi. Il terzo suggerimento è sul coinvolgimento del paziente nel processo decisionale aiutandolo a prendere coscienza della propria malattia, dei rischi associati e dei vantaggi di un trattamento adeguato. Un altro aspetto importante è la comunicazione non verbale. Diverse ricerche mostrano che segnali non verbali, come una posizione del corpo leggermente piegata, il mantenimento del contatto fisico e il tono della voce, danno ai pazienti un'indicazione di quanto interesse il medico riponga nella cura della loro salute, e nel valore delle informazioni che i pazienti stessi forniscono e che riguardano problemi medici, psicologici e sociali come lo stigma associato all'Hiv. E' inoltre di grande importanza, sottolinea il quinto punto, che i medici possano comunicare bene con i pazienti offrendo un più lungo tempo di visita, che può, a sua volta, essere un problema, dati i limiti di tempo che sono propri della pratica medica. Infine, l'ultimo aspetto da tenere presente è il feedback del paziente, rilevante per il miglioramento della prestazione del medico. Il bagaglio di conoscenze del paziente e la sua vulnerabilità possono offrire un punto di vista diverso nella traiettoria di cura sperimentata di ogni ambulatorio.
(Adnkronos) - "Questo è un momento molto delicato per il mondo della moda e siamo convinti che presto passerà consolidando la reputation del luxury fashion. Mettiamo sempre i nostri clienti al centro puntando sulla qualità dei prodotti, l’onestà del made in Italy ed offrendo sempre il giusto rapporto qualità prezzo ai nostri clienti. Però non tutti trovano il coraggio di investire e ci aspettiamo il supporto del ministero delle Imprese e del Made in Italy e del ministro Urso". Così, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, il direttore generale di Gallucci e presidente di Confindustria Giovani Fermo, Gianni Gallucci, in occasione dell'apertura dal 4 dicembre di un concept store a Londra in Walton street a South Kensington, tappa dopo le aperture di Milano e Miami, per l'azienda marchigiana che dal 1959 è il punto di riferimento per la produzione di calzature di alta qualità. "L’internazionalizzazione ed il sostegno delle eccellenze italiane - sostiene - è fondamentale. Le aziende artigianali ed interamente Made in Italy sono il nostro orgoglio e la nostra identità ma sempre con più fatica riescono a sopravvivere alle burrascose situazioni geopolitiche. Servono interventi mirati alle piccole realtà che rappresentano l’80% del tessuto economico italiano”. "L'apertura a Londra di Gallucci - spiega - non è una sfida ai colossi centenari di Northampton, ma la voglia di presentare un prodotto nuovo e aggiornato che nulla ha da invidiare, seguendo le regole tradizionali ed utilizzando i migliori materiali sul mercato senza compromessi. Questo connubio rompe quasi le barriere ormai canoniche del mercato generando un prodotto davvero unico ed esclusivo”. “L’apertura a Londra - spiega Gallucci- nasce dalla collaborazione con 'Walton fine arts', concept store che prende vita trent’anni fa, specializzandosi in arte moderna e Pop con maestri contemporanei come Andy Warhol, Banksy e Picasso, e quindici anni fa inizia ad ospitare nuovi talenti che dopo qualche anno sono stati lanciati come artisti emergenti. Lo sviluppo di un brand passa dal retail e la scelta di Londra non è casuale, Londra è un ponte stabile tra Middle East e Stati Uniti. La nostra presenza era necessaria per sviluppare in maniera organica la crescita ed approcciare nuovi mercati con la nostra linea 'London fatto a mano' ed il nostro esclusivo servizio su misura, come quelli degli Emirati Arabi, Saudi Arabia e Qatar". “La collaborazione con Walton Fine Arts - sottolinea - ha un valore strategico. Grazie ad una collezione artigianale di alta gamma ci sono grandi affinità di clientela e posizionamento di mercato con Walton Fine Arts e per questo, è nata l’idea di unire il mondo del fashion all’arte facendo vivere gli spazi di Walton street con eventi e trunk-show che permettono alla clientela di vivere un’esperienza unica sul prodotto". "La galleria - ricorda - vanta tra i suoi clienti molti collezionisti, famiglie reali e più di 500 imprenditori da ogni parte del mondo e continua a lavorare con celebrities internazionali come Jude Law, Sadie Frost, Kate Moss, Ringo Starr, George Harrison Family, Saudi Royal Family, Gary Barlow, Sylvester Stallone oltre a partecipare a decine di progetti incluso in Arabia Saudita 'The Riyadh underground festival'".
(Adnkronos) - "Poste Italiane oggi conta 119mila dipendenti, siamo il primo datore di lavoro in Italia e dal 2017 investiamo nella strategia di sostenibilità. In azienda abbiamo 4 generazioni che lavorano insieme, e tra il 2021 e il 2023 abbiamo assunto 6.700 giovani con diversi profili. Per questi motivi abbiamo messo in campo progetti per favorire lo scambio intergenerazionale in azienda". Così Andreana Esposito, responsabile sviluppo sostenibile del Gruppo Poste Italiane, intervenendo a 'I giovani e la sostenibilità. Talenti da valorizzare', evento di apertura della 'Social Sustainability Week' in corso al Palazzo dell'Informazione del Gruppo Adnkronos a Roma, e commentando i contenuti della ricerca di Eikon Strategic Consulting Italia dal titolo ‘Giovani e sostenibilità sociale’. Secondo Esposito, i progetti per lo scambio intergenerazionale realizzati in azienda da Poste aiutano "a potenziare visione d'insieme, netwoking, e leadership. Negli ultimi 3 anni le donne manager che hanno fatto mentoring è cresciuto significativamente", ha aggiunto. "Noi come Poste -ha spiegato- abbiamo 50 accordi con migliori università ed enti formazione. Ogni giorno circa 10mila nostri dipendenti sono in formazione, ovviamente per l'accrescimento delle competenze, miglioramento soft skills, conversione ad altri tipi di lavoro", ha concluso.