INFORMAZIONI![]() Maria Antonietta AgazziComau spa Meccanica e Metallurgia Ruolo: Sales and CRM strategist – Network Development Area: Sales Management Maria Antonietta Agazzi |
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(Adnkronos) - Impresa di Lois Boisson che con un capolavoro record si qualifica oggi a sorpresa per la semifinale del Roland Garros 2025, seconda prova stagionale del Grande Slam, in corso di svolgimento sui campi in terra battuta del Bois de Boulogne di Parigi. La 22enne francese, numero 361 del mondo e in tabellone grazie ad una wild card, supera la 18enne russa Mirra Andreeva, numero 6 del ranking Wta e del seeding, con il punteggio di 7-6 (8-6), 6-3 in due ore e 10 minuti. Boisson spreca un paio di set-point nella prima frazione sul 6-5, ma nel tie-break non trema e va a segno. Nel secondo set, inanella 6 game di fila contro un'avversaria in tilt: Andreeva perde la misura dei colpi, incappa in scelte sempre più discutibili e alla fine crolla. Nella storia del torneo, mai negli ultimi 40 anni una giocatrice con una classifica così bassa era riuscita ad arrivare tra le ultime 4 del tabellone del singolare femminile. Boisson, già oggi, si garantisce la posizione numero 61 nel prossimo ranking. La Francia ritrova una propria rappresentante in semifinale dal 2011, quando l'impresa riuscì a Marion Bartoli. Domani la transalpina sarà chiamata ad una nuova impresa davanti al pubblico amico: Boisson affronterà la statunitense Coco Gauff, numero 2 del mondo e del tabellone. "Non ci sono parole per descrivere ciò che sto provando. Se sono riuscita a superare le difficoltà incredibili che ho avuto è solo grazie al sostegno del mio team", dice Boisson nell'intervista post-partita.
(Adnkronos) - Lidl Italia, catena di supermercati con 780 punti vendita in tutta Italia e 23.000 collaboratori, accoglie nel suo team due giovani ragazzi autistici, che saranno impegnati nelle attività quotidiane delle pizzerie PizzAut, attraverso un progetto di inclusione lavorativa che prevede l’assunzione in distacco. Questa iniziativa, che rafforza un rapporto di fiducia e collaborazione avviato nel 2023, oggi si traduce in un obiettivo concreto e condiviso, quello di rendere il mondo del lavoro più inclusivo e partecipativo. I due giovani, quindi, dal 2 giugno sono ufficialmente entrati a far parte della squadra di Lidl Italia con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, pur operando all’interno dei locali PizzAut. Questo permetterà loro di ottenere una stabilità economica e un riconoscimento formale per il lavoro svolto, beneficiando, al tempo stesso, del contesto altamente formativo che PizzAut è in grado di offrire per il loro futuro. Sebastiano Sacilotto, amministratore delegato risorse umane di Lidl Italia, ha commentato così questo importante passo: “L’appartenenza è uno dei valori fondanti di Lidl e si basa sul concetto che 'un noi è più forte di molti io'. Mi piace sempre ricordarlo proprio perché credo che uniti possiamo davvero fare la differenza, come testimonia questo progetto che è il risultato di una sinergia positiva. È un onore per me dare il benvenuto a questi ragazzi che entrano a far parte del Team Lidl e che potranno esprimere al meglio il loro potenziale per essere parte attiva della nostra società. Noi li supporteremo affinché possano formarsi al meglio nelle pizzerie di Nico, luoghi di meravigliosa commistione di talenti e di opportunità, che spero possano diventare sempre più un esempio per tutti”. Nico Acampora, fondatore di PizzAut ha aggiunto: "Quando un’azienda decide di investire non solo assumendo un ragazzo autistico ma assumendone due si può parlare di una collaborazione veramente straordinaria. Due giovani, assunti da Lidl, mandati in distacco formativo da PizzAut, avranno l’opportunità di imparare a cucinare e poi mettersi alla prova anche all’interno degli spazi aziendali. È una collaborazione che cambia la vita ai ragazzi, alle loro famiglie, che rende il mondo un posto migliore. Quindi, il nostro ringraziamento nei confronti di Lidl è assoluto". La collaborazione con PizzAut, per Lidl, non è solo un progetto sociale, ma è parte integrante del suo agire responsabile, un gesto concreto e tangibile che si riflette in modo positivo anche sulla società, basato su importanti valori quali rispetto, inclusione e pari opportunità.
(Adnkronos) - Si è tenuta oggi nella Sala degli Squadratori all’Arsenale di Venezia la prima conferenza della Biennale della Sostenibilità 2025, organizzata dalla Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità / Venice Sustainability Foundation (Vsf), dal titolo 'Ricerca, Formazione, Innovazione. Verso un cluster della Conoscenza a Venezia'. I saluti istituzionali sono stati portati dal Contrammiraglio e Comandante dell’Istituto di Studi Militari Marittimi e del Presidio di Venezia, Marina Militare, Domenico Guglielmi, il quale ha spiegato come questo tema sia di grandissimo interesse, aggiungendo che la Marina è pronta a fare la sua parte. Per il sindaco e vicepresidente Vsf di Venezia, Luigi Brugnaro, "il cluster della conoscenza è una sfida concreta per il rilancio socio-economico della città. L’obiettivo comune è di attrarre capitale umano, imprese innovative e investimenti sostenibili. Deve vincere l’idea del lavoro, della ricerca, dell’impegno. L’Arsenale è un esempio di riconversione intelligente, un luogo che torna ad essere motore produttivo, ma questa volta connesso al sapere, all’innovazione, alla sostenibilità". Renato Brunetta, presidente Vsf, ha fatto il punto della situazione sullo sviluppo che la Fondazione sta avendo. "Oggi Venezia si propone come un cluster della conoscenza, una costellazione di imprese, istituzioni e saperi interconnessi - ha detto Brunetta - Questo cluster, in fondo, rappresenta la sublimazione di ciò che Venezia è sempre stata: un faro di civiltà, un crocevia di intelligenze. Oggi può tornare ad esserlo, declinando la modernità attraverso università, laboratori, brevetti, cultura e scienza. Una città che non si arrende alla monocultura turistica, ma che si reinventa come capitale globale del sapere sostenibile, in grado di ispirare il mondo con il proprio esempio". Nel corso del primo panel 'Verso un cluster urbano della conoscenza a Venezia' si è affrontato il tema grazie ai contributi di Benno Albrecht, rettore dell’Università Iuav di Venezia, Giuseppe Schivardi, contrammiraglio e direttore dell’Istituto di Studi Militari Marittimi della Marina Militare, Luiza Anna Bialasiewicz, professoressa dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Francesco Marcello Falcieri, responsabile Ismar-Venezia, Cnr, e Paola Mar, assessore all’Università del Comune di Venezia. I relatori hanno presentato una serie di considerazioni sul progetto 'Venezia Città Campus', approfondendo il tema con un focus sulla realizzazione di nuovi corsi e la costruzione di reti di collaborazione tra privati, istituzioni pubbliche, istituzioni di ricerca e università. Il secondo panel, rivolto alle esperienze internazionali, si è focalizzato sulle esperienze di Marsiglia, Amsterdam e Valencia. Willem Van Winden, direttore del Centro per la Trasformazione Economica, Università di Scienze Applicate di Amsterdam ha spiegato che gli elementi fondamentali di una buona knowledge city sono l’accessibilità, la qualità della vita, la presenza di università, la capacità di attrarre talenti e le imprese. Ma è essenziale che siano connessi tra loro. Il sistema di Amsterdam coinvolge l’intera regione, sostenuta da un’infrastruttura di mobilità molto avanzata. In seguito, Delphine Lapray, responsabile del Dipartimento innovazione, istruzione superiore e ricerca, Aix-Marsiglia-Provenza ha portato la propria esperienza chiarendo che nella provincia di Aix-Marseille-Provence si condivide una visione dell’innovazione fondata sull’inclusività. La diversità, pur rappresentando un valore fondamentale, pone anche sfide significative, in questo scenario, l’innovazione non è una scelta, ma una necessità, così come accade anche a Venezia. Uno dei principali punti di forza del territorio è l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione. Vi operano numerosi attori e stakeholder, tra cui l’università, che conta oltre 100mila studenti. A questa rete si affiancano circa 800 start-up, 15 incubatori, 9 cluster e numerose imprese, tutte caratterizzate da approcci e mentalità differenti. Da ultima, Mar Ferrer Sáez, direttrice per Infrastrutture, Sistemi e Comunicazioni, Valencia Innovation Capital (Vic) ha spiegato come incentivare il settore a partire dal pubblico, aggiungendo poi come sia necessario affrontare le sfide a partire dalla transizione ecologica, focalizzarsi sulle sfide dei cittadini, perché la conoscenza è il 'come', ma le persone sono il 'perché', e Vic è al centro di un triangolo che accentra cittadinanza, sostegno e ecosistema, ponendo al centro la strategia della municipalità. La terza e ultima parte della conferenza si è invece sviluppata attorno alle reazioni dei soci Vsf e come questi potranno reagire nel prossimo futuro per contribuire allo sviluppo di tale cluster della conoscenza. I presenti hanno sottolineato come larga parte delle progettualità che oggi insistono sul territorio siano riconducibili a un’economia della conoscenza. La presenza di tali strategie determina l’esigenza di cercare di mettere a sistema tutte le progettualità in essere, cercando di far comunicare i pezzi di un puzzle, in un’ottica di creazione di ecosistema che riconduca, appunto, al cluster della conoscenza. Le conclusioni, affidate a Paolo Costa, si sono concentrate sulla dimensione che il fenomeno deve considerare. "Il cluster della conoscenza è strategico perché siamo entrati anche il Italia nell’era dell’economia ad alta intensità di conoscenza - ha detto Costa - È questo vale sia per la manifattura sia per i prodotti digitali. L’economia ad alta intensità di conoscenza è tipicamente urbana. E le città attraggono imprese innovative e risorse umane talentuose tanto più sono grandi. Per fortuna Venezia è più grande in termini funzionali del suo centro storico. Sono almeno 1,5 milioni gli utenti registrati dalla Smart Control Room del Comune di Venezia che operano nella città funzionale (Venezia più 15 comuni). Ma per continuare ad attrarre attività innovative dobbiamo mettere a sistema le università veneziane con quella di Padova e le imprese di Venezia anche con quelle di Treviso".