INFORMAZIONIMarco De Angelis |
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(Adnkronos) - Un'aggressione brutale, avvenuta nella notte del 4 settembre, ha portato all’arresto di una donna italiana di 47 anni, accusata di tentato omicidio nei confronti del compagno convivente. I Carabinieri della Stazione di Montelupo Fiorentino sono intervenuti tempestivamente in un’abitazione di Empoli, dopo una chiamata al 112, trovando l’uomo – un italiano di 53 anni – con gravi ferite da difesa agli avambracci, provocate da un coltello da cucina con lama di 30 centimetri. Secondo i primi accertamenti, l’aggressione sarebbe maturata in un contesto di gelosia. Non risultano denunce precedenti per maltrattamenti in famiglia. L’uomo è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Empoli, dove le ferite sono state suturate; non è in pericolo di vita. La donna è stata arrestata in flagranza di reato e, su disposizione della Procura di Firenze, trasferita presso il carcere di Sollicciano. Nei giorni successivi, giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto, disponendo la custodia cautelare in carcere e confermando l’ipotesi investigativa dei carabinieri. L’arma utilizzata, un coltello da cucina, è stata sequestrata.
(Adnkronos) - Un bosco di 18.000 alberi, 13 ettari, impiantato accanto a un molino. L'attività industriale di produzione di farina di grano tenero alimentata esclusivamente con energia rinnovabile. Stop alla plastica in azienda. Sono le tante misure, 'piccole', come ama definirle il suo presidente Giorgio Agugiaro, messe in campo da uno dei big player nella produzione di farina di grano tenero, Agugiaro & Figna Molini, sulla strada verso la sostenibilità e il rispetto dell'ambiente. Perché, spiega Agugiaro intervistato da Adnkronos/Labitalia a margine del Bufala Fest a Napoli di cui l'azienda è stata main sponsor, "se ognuno fa il proprio piccolo pezzo su questa strada, poi con tanti pezzi messi insieme i risultati si raggiungono. Ma si deve agire, non solo predicare, partendo dal quotidiano". E il quotidiano di Agugiaro & Figna è fatto di tradizione e innovazione. "L'azienda -spiega Agugiaro- nasce il primo maggio del 2003 dalla fusione di due aziende con una storia antica, la Molini Agugiaro di Padova e la Molini Figna di Collecchio, provincia di Parma, due dinastie di mugnai. Facendo la prima trasformazione di una materia prima agricola, che è una commodity a basso valore aggiunto, siamo costretti a crescere nell'ambito della nuova economia mondiale. Da soli non riuscivamo a crescere come volevamo, oggi invece maciniamo 300.000 tonnellate di grano tenero l'anno e abbiamo, suddivisi su tre stabilimenti, uno nel Veneto, uno in Emilia e uno in Umbria, 180 dipendenti. Abbiamo raggiunto un fatturato di 170 milioni negli anni in cui il prezzo del grano è salito, 2021-2022. Oggi ci siamo attestati su qualcosa di più di 150 milioni", sottolinea. E grande è l'attenzione dell'azienda, che ha una visione industriale ma non ha mai perso il legame con la terra, il territorio e la cultura del cibo, verso l'export. "Tra il 25 e il 30% della nostra produzione spiega- l'esportiamo in 60 Paesi, con un fatturato all'estero che supera i 30 milioni di euro", sottolinea. E per Agugiaro affari e fatturato non possono 'oscurare' il percorso verso la sostenibilità. "Ci siamo posti il problema della sostenibilità -spiega- quando abbiamo capito che il cambiamento climatico sta creando grossi problemi all'agricoltura nel mondo. Due anni fa il Canada perse il 30-35% del raccolto per siccità, con la pianta che era nata ma per l'assenza delle piogge la spiga non riuscì a formarsi. Nello stesso mese di agosto la Francia perse il 30-40% del raccolto per eccesso di piogge, con le trebbie che non riuscirono ad entrare in campo, il grano marcì e quando riuscirono ad entrare tutta la produzione finì in parte distrutta, in parte destinata all'alimentazione animale perché non era adatta alla lavorazione per fare le farine destinate all'uomo. Io faccio questo lavoro da più di 50 anni, e questa è una cosa che non avevo mai visto", sottolinea l'imprenditore. Eventi estremi sempre più frequenti che hanno effetti disastrosi sulle coltivazioni e che hanno spinto Agugiaro & Figna a mettere in campo azioni per ridurre l'impatto ambientale delle proprie attività. "Non saremo noi che cambiamo il mondo e fermiamo il cambiamento climatico, ma riteniamo che se tutti operassero in un certo modo, quantomeno questo cambiamento climatico potrebbe essere rallentato, e nella migliore dell'ipotesi, fra qualche decennio, anche fermato", sottolinea spiegando che "noi già dal 2019 adoperiamo esclusivamente energia elettrica derivante da fonti rinnovabili. Oltre ad avere un impianto fotovoltaico, che però produce una parte minima del nostra fabbisogno, abbiamo concluso un contratto con Edison per assorbire tutta l'energia che loro produrranno da un impianto che stanno costruendo in provincia di Pordenone. Noi siamo utilizzatori particolari, nel senso che utilizziamo energia per 24 ore al giorno e per 7 giorni alla settimana. Quindi siamo in grado di assorbire tutta l'energia che eventuali impianti producono", sottolinea. Ma Agugiaro & Figna è voluta andare oltre l'uso di energia rinnovabile, con il 'Bosco del Molino', a Collecchio in provincia di Parma. "Abbiamo piantato questo bosco di 18.000 alberi, di 13 ettari, che sta crescendo vicino al nostro molino, per cui nel 2030, secondo dati scientifici rilasciati dal consorzio universitario che ci ha assistito e ha progettato questo bosco, sommando il fatto che usiamo solo energia da fonti rinnovabili e abbiamo questo bosco che abbatterà una quantità importante di Co2, diventeremo praticamente Co2 free. Tutto questo ha un costo, oggi viene apprezzato, ma non ci viene riconosciuto in termini di prezzo sulla farina, perché i consumatori apprezzano tutto questo, ma giustamente, forse anche per possibilità economiche, non sono ancora disposte a riconoscere un prezzo più alto", sottolinea Agugiaro. Ma l'azione dell'azienda sulla strada verso la sostenibilità non si ferma solo all'uso di energia rinnovabile. "Abbiamo adeguato gli impianti con macchinari moderni, perchè evidentemente le macchine di ultima generazione nascono tutte con un consumo di energia più limitato rispetto alle macchine vecchie. Poi abbiamo lavorato sulle confezioni dei nostri prodotti cercando di abolire le parti in plastica, prediligendo i materiali più degradabili", sottolinea Agugiaro. E ci sono anche tante piccole cose che puntano all'obiettivo finale del rispetto dell'ambiente. "Non abbiamo più -spiega Agugiaro- le bottiglie d'acqua minerale di plastica in azienda, per noi e per i nostri dipendenti, ma abbiamo la produzione di acqua con delle macchine e usiamo le caraffe di lontana memoria. E i bicchieri sono di carta biodegradabile, non abbiamo bicchieri di plastica. Mi rendo conto che è lo 0,001 per mille di quello che serve, ma se tutti lo facessero, probabilmente anche per l'uso domestico, qualcosa cambierebbe", sottolinea. E per Agugiaro la 'ricetta' per cambiare le cose sulla sostenibilità c'è. "Io che l'utilità sarebbe il quotidiano, cioè quello che facciamo dalla mattina quando ci svegliamo alla sera quando andiamo a letto, facendo tutti quello che dovremmo fare senza estremismi, ma con molta consapevolezza. Dagli imprenditori ai cittadini, ma anche alle istituzioni. Io ho la consapevolezza di aver fatto la mia parte", conclude.
(Adnkronos) - Per la prima volta in Italia, due sistemi autonomi di gestione degli imballaggi si alleano per offrire alle aziende del settore beverage un servizio congiunto per il recupero, il riciclo e il riuso, esteso non solo alle bottiglie in Pet, ma anche al film in plastica che le avvolge nei fardelli e copre i pallet utilizzati nel trasporto. L’accordo sperimentale prevede che Coripet - consorzio riconosciuto per la gestione e il riciclo degli imballaggi in Pet (polietilene tereftalato) per liquidi alimentari - nel pieno rispetto dell’autonomia industriale e commerciale delle singole imprese consorziate, segnali a queste ultime la possibilità di utilizzare il film riciclato fornito da P.A.R.I.- sistema volontario per il recupero del film flessibile in Ldpe (polietilene a bassa densità) -. P.A.R.I., da parte sua, si rende disponibile a fornire film con un contenuto minimo del 50% di plastica riciclata post-consumo, con possibilità di arrivare fino al 90%, garantendo il riciclo di almeno il 60% degli imballaggi immessi sul mercato. L’intesa nasce dalla volontà di dare nuovo impulso al principio della responsabilità estesa del produttore (Epr- Extended Producer Responsibility) introdotto a livello europeo e recepito in Italia dal decreto legislativo 152/2006, che attribuisce alle imprese l’onere e la facoltà di organizzare autonomamente la gestione del fine vita degli imballaggi immessi sul mercato, anche attraverso sistemi alternativi rispetto ai consorzi di filiera tradizionali. La sperimentazione permetterà di integrare la filiera “bottle-to-bottle” di Coripet - che già da inizio anno garantisce ai propri soci l’impiego del 25% di Rpet riciclato - con quella di P.A.R.I., valorizzando anche il film utilizzato per i fardelli e i cappucci copripallet. In questo modo le imprese consorziate potranno contare su un sistema efficiente e trasparente per la gestione dell’intero sistema di confezionamento in plastica, dall’imballo primario a quello terziario. Nel 2024 Coripet – che consorzia i principali marchi italiani di acque minerali e soft drink - ha raccolto oltre 165mila tonnellate di bottiglie Pet, pari a oltre la metà dell’immesso a consumo nazionale. “L’accordo con Coripet ci permette di estendere ulteriormente i principi dell’economia circolare anche per gli imballaggi secondari e terziari, valorizzando l’integrazione verticale della filiera e la rigenerazione di bottiglie e film potenzialmente all’infinito”, spiega Michele Petrone, responsabile di P.A.R.I. e amministratore delegato di Aliplast, la società del Gruppo Hera che ha il sviluppato il sistema. “Questa iniziativa rappresenta un passo concreto nella direzione indicata dalla normativa europea, dalla direttiva sulla plastica monouso (Sup, Single Use Plastics) al nuovo Regolamento imballaggi (Ppwr, Packaging and Packaging Waste Regulation) approvato lo scorso gennaio», commenta Corrado Dentis, presidente di Coripet. “Come consorzio, continuiamo a promuovere soluzioni operative replicabili e pienamente aderenti agli obiettivi comunitari di riciclo e sostenibilità”. La fase sperimentale, valida fino al 31 dicembre 2028, prevede un monitoraggio continuo delle performance ambientali, tecniche e industriali, con l’obiettivo di rinnovare l’accordo e definire un modello replicabile anche in altri settori produttivi.