INFORMAZIONIAnved - Associazione Nazionale Vendite a Distanza Industria, Commercio e Artigianato Ruolo: Marketing e Communication specialist Area: Marketing Management Manuela Addeo |
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(Adnkronos) - Sono più di 9 milioni le persone in Italia che convivono con disturbi mentali e comportamentali, ma solo il 9% di loro (circa 777mila) è seguito dai Dipartimenti di salute mentale, a causa principalmente di stigma e difficoltà di accesso ai servizi. Troppo spesso gli spazi dedicati alla presa in carico di queste persone non riflettono l’importanza del percorso che vi si compie, con locali poco accoglienti, arredi non adeguati, ambienti che non supportano davvero chi li vive ogni giorno. L’umanizzazione dei percorsi di cura - affermano gli esperti in una nota - è però oggi una priorità, "per favorire l’empowerment dei pazienti e sostenere al meglio il lavoro degli operatori sanitari". Per rendere i luoghi di cura più adatti alle attività assistenziali, Lundbeck Italia prosegue il suo impegno con il progetto ‘Coloriamo i luoghi della salute del cervello’. Partito a Milano nel 2024, con l’obiettivo di percorrere tutto lo Stivale per ridisegnare gli spazi dedicati alla cura delle malattie del cervello, l’iniziativa - informa la nota - approda oggi in Campania, a Salerno, con l’inaugurazione della rinnovata sala d’attesa del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di via Martin Luther King, alla presenza delle più alte istituzioni regionali. "Questo progetto s’inserisce nella complessità di una grande Organizzazione che sviluppa servizi per il cittadino. Umanizzare gli spazi oltre che le procedure, e quindi colorare di bello gli ambienti avvicina l’Asl ai cittadini dei quali si prende cura – spiega Gennaro Sosto, direttore generale Asl Salerno – La promozione della salute mentale è da sempre tra le dimensioni più propositive per l’innovazione in sanità, anche dal punto di vista dell’umanizzazione delle cure e dei processi assistenziali. Queste iniziative rafforzano e rilanciano la centralità della persona, prima che del paziente, nei percorsi di cura". "Oggi osserviamo un fenomeno complesso: il disagio psichico giovanile è sempre più diffuso, mentre la vera patologia psichiatrica riguarda un numero più circoscritto di persone – sottolinea Giulio Corrivetti, direttore del Dipartimento di Salute mentale Asl Salerno e psichiatra – Tuttavia, una quota significativa di condizioni che inizialmente si collocano nel perimetro del disagio tende a evolvere in disturbo psichiatrico vero e proprio. Stiamo assistendo a 2 tendenze critiche: da un lato - illustra - un aumento dei giovani in cui il disagio si trasforma in patologia, anche a causa di determinanti sociali come l’abuso di sostanze o stili di vita irregolari che fungono da stress su un terreno di vulnerabilità neuro evolutiva; dall’altro, un abbassamento progressivo dell’età d’esordio. Oggi circa il 75% delle malattie psichiatriche inizia prima dei 24 anni, e le forme che incontriamo sono molto diverse rispetto al passato: meno schizofrenie e psicosi classiche, più forme psicopatologiche temporanee e multifattoriali, spesso legate a uso di sostanze, con sintomi acuti ma reversibili". Questo "offre maggiori opportunità di guarigione - continua Corrivetti - soprattutto se si interviene presto e in strutture dedicate ai giovani come il nostro Dipartimento, che accoglie neuropsichiatria infantile, disturbi del comportamento alimentare, un centro per gli esordi psicopatologici e un’odontoiatria dedicata alle persone con disabilità psichiche. Attraverso il progetto ‘Coloriamo i luoghi della salute del cervello’ saremo in grado di accogliere i ragazzi in una struttura realmente pensata per loro e di dedicarci in modo funzionale al loro benessere mentale". Il progetto - chiarisce Lundbeck Italia - vuole ridisegnare gli ambienti destinati alla cura delle persone con malattie mentali – mettendo al centro la persona, consapevole che i luoghi costituiscono un tassello fondamentale nel percorso di cura e che uno spazio accogliente e funzionale può così supportare maggiormente la persona che c’è dietro la malattia. L’iniziativa prevede, sulla base dei bisogni dei centri coinvolti, una ridefinizione degli spazi in linea con i percorsi di cura offerti, includendo piccoli lavori di ristrutturazione, la fornitura di arredi e mobili, e un abbellimento degli spazi grazie all’installazione di opere tratte da ‘People In Mind’, concorso di arti grafiche promosso dalla farmaceutica per sensibilizzare la società sul superamento di stigma e pregiudizi attraverso il linguaggio universale e inclusivo dell’arte. L’iniziativa prevede inoltre di misura l’impatto del progetto su operatori sanitari e pazienti attraverso un’indagine, condotta con approccio scientifico prima e dopo la modifica degli spazi. Il prossimo passo sarà ridisegnare la sala multifunzionale del Dipartimento di salute mentale dell’Asl di Bari, che verrà inaugurata a novembre, ma successivamente il progetto raggiungerà altri centri di salute mentale e diventerà un’iniziativa di più ampio respiro, estendendosi nel 2026 anche ai centri neurologici italiani, continuando a promuovere un’idea di cura che metta sempre la persona al centro. "Crediamo fermamente che chi entra negli spazi di cura debba sentirsi accolto come persona, prima ancora che come paziente – afferma Tiziana Mele, amministratore delegato di Lundbeck Italia – Un ambiente armonioso può offrire forza e serenità a chi affronta la malattia, così come a chi, ogni giorno, dedica la propria professionalità alla cura degli altri. Il progetto ‘Coloriamo i luoghi della salute del cervello’ nasce dalla volontà di promuovere una nuova cultura del benessere nei luoghi dedicati alla salute del cervello, attraverso interventi concreti e collaborazioni con le strutture sanitarie. Con questa iniziativa - conclude - rafforziamo la sinergia tra pubblico e privato, convinti che solo attraverso una collaborazione attiva possano nascere progetti di reale valore per le persone che vivono con disturbi neurologici e psichiatrici".
(Adnkronos) - Nel 2024 il fatturato generato da ingegneri e architetti liberi professionisti si sia mantenuto a livelli elevati, simili a quelli del 2023, pari a 16,7 miliardi di euro. Per il 2025, nonostante il forte clima di incertezza, si prevede un leggero incremento del fatturato (+0.9%), grazie alla forza trainante degli investimenti. E' quanto si legge nel Report elaborato e curato dal Centro studi Cni diffuso in occasione del 69° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d’Italia in corso ad Ancona. Il fatturato del comparto Servizi di ingegneria e architettura (Sia) allargato (ingegneri, architetti, società di ingegneria, geometri, geologi e periti industriali) ammonta a 21,9 miliardi di euro, registrando pertanto un incremento poco più che doppio rispetto al 2020. Tutto questo è corrisposto ad un incremento del contributo dato dalle attività di ingegneria svolte dai liberi professionisti alla formazione del Pil. Nel 2020 l’incidenza del fatturato generato dagli ingegneri e architetti operanti nella libera professione sul valore aggiunto del macro comparto dei servizi (1.114 miliardi di euro) era pari allo 0,8%. Nel 2024 tale incidenza è passata all’1,2%, confermando un incremento del peso strategico di tali attività nel quadro economico nazionale. Permane - evidenzia il report- una differenza abbastanza sostanziale sia nel valore del fatturato che del reddito medio tra ingegneri e architetti iscritti ad Inarcassa, quindi tra professionisti che esercitano in via esclusiva la libera professione (sono esclusi da questi dati i professionisti con gestione separata Inps e le società di ingegneria). Nel 2023 il volume d’affari degli ingegneri iscritti ad Inarcassa è stato pari a 6,2 miliardi di euro superiore agli architetti, che hanno realizzato un volume d’affari di 5,1 miliardi. Dal 2023 il reddito medio degli ingegneri ha superato la soglia dei 60.000 euro annui, raggiungendo per la precisione i 62.529 euro. Si tratta di un traguardo importante, tenendo conto che fino al 2020 il reddito medio annuo per un ingegnere libero professionista si attestava sotto i 35.000 euro. Per il 2024 si stima un leggero ridimensionamento di tale valore che potrebbe poi mantenersi anche per il 2025. Sebbene i Superbonus 110% siano stati dismessi, forte è l’impressione che per molti professionisti la domanda di servizi di ingegneria si mantenga ancora su livelli elevati in ambiti come ad esempio la progettazione di edifici non residenziali, interventi di ristrutturazione edilizia e di messa in sicurezza di strutture, ingegneria della sicurezza antincendio, progettazione di opere pubbliche. Nell'ultima parte dell’anno 2025 risultano introvabili quasi 7000 ingegneri su un fabbisogno di 12.000 ingegneri espresso dal sistema produttivo. Questo dato rappresenta un elemento fisso di ogni rilevazione periodica sui fabbisogni di figure professionali ed ha assunto dimensioni preoccupanti subito dopo la fase pandemica. A gennaio 2025 risultavano di difficile reperimento più di 9.000 laureati in ingegneria, su un fabbisogno di oltre 16.000 ingegneri. Nella parte alta della classifica delle figure professionali maggiormente richieste oggi in Italia, figurano sempre i laureati in ingegneria. Secondo le rilevazioni del Sistema Informativo Excelsior, nel 2024, ad esempio, vi è stata una richiesta di oltre 24.000 laureati in ingegneria industriale e gestionale, di oltre 14.000 ingegneri civili e di oltre 13.000 ingegneri meccanici. Se si sommano le tre specializzazioni, gli ingegneri sono, nell’ambito delle professioni a più elevata specializzazione, quelli di cui il mercato ha espresso la domanda più elevata. Parallelamente però gli ingegneri risultano essere le figure più difficili da reperire insieme ai progettisti in ambito Ict. Sempre nel 2024 gli ingegneri industriali e gestionali, quelli energetici e meccanici e quelli civili hanno occupato rispettivamente il secondo, il terzo ed il quarto posto per livello difficoltà di reperimento incontrato dalle imprese. Anche gli ultimi dati, relativi a settembre 2025 confermano questa difficoltà. Degli oltre 90.000 laureati nelle varie discipline per i quali il mercato esprime attualmente una domanda, gli ingegneri sono quelli per i quali si registrano i più elevati livelli di difficoltà di reperimento. In particolare attualmente il livello di difficoltà di reperimento di ingegneri industriali è pari al 62%, quello per gli ingegneri elettronici e dell’informazione e pari al 54% e quello per gli ingegneri civili è pari al 55%. Il sistema universitario immette nel mercato oltre 25.000 laureati magistrali provenienti dai corsi di ingegneria. La domanda di specialisti nell’area tecnica si intensifica però verso aree dell’ingegneria di più recente affermazione se messe a confronto con il filone più tradizionale e consolidato dell’Ingegneria civile. E’ cresciuta repentinamente negli ultimi 4 o 5 anni la domanda di ingegneri che operano nell’ambito delle Ict e nel ramo gestionale e sebbene il numero di iscritti in tali classi di laurea sia in aumento questo trend non riesce a compensare la domanda espressa dal mercato. Va detto, però, che un cambio è in atto chiaramente: il Centro studi Cni ha rilevato come per la prima volta nel 2024 fra tutte le classi di ingegneria in Italia, il maggior numero di laureati e laureate provenga da ingegneria gestionale (oltre 4.500 nuovi laureati magistrali), il secondo posto è occupato dai laureati in ingegneria meccanica, il terzo da ingegneria informatica ed il quarto da ingegneria biomedica. Ingegneria civile si posiziona al sesto posto nel 2024 con poco meno di 1.600 laureati magistrali. Però il numero di laureati disponibili nelle aree di specializzazione maggiormente richieste non sono numericamente sufficienti per fare fronte alla domanda del sistema produttivo. Attualmente molte imprese e studi professionali hanno difficoltà a reclutare ingegneri operanti in ambito civile, più direttamente connessi con il settore delle costruzioni. Nel 50% dei casi la ricerca va a vuoto. Il dato sorprende in quanto per il settore civile vi è stata sempre una certa disponibilità di ingegneri. Dopo la crisi da Covid-19 tuttavia il settore delle costruzioni, sia quello relativo agli edifici residenziali che quello concernente le opere pubbliche, ha registrato una evidente fase espansiva, con ricadute positive non solo sulle organizzazioni di grandi dimensioni operanti nel settore dell’ingegneria, ma anche sugli studi professionali più tradizionali, generando un incremento forte della domanda di figure professionali ancora oggi difficile da soddisfare. Se è vero che negli ultimi 4 anni il reddito medio degli ingegneri ha registrato un salto in avanti notevole, restano forti sperequazioni per esempio tra le diverse classi d’età. Un ingegnere iscritto ad Inarcassa con età compresa fra 31 e 35 anni registra un reddito medio annuo di 36.000 euro a fronte degli 80.000 euro di chi si colloca nella fascia d’età tra 51 e 55 anni. Questo aspetto ne richiama poi un secondo, ovvero il fatto che la libera professione ed il sistema ordinistico siano sempre meno attrattivi per i giovani che, infatti, optano per il lavoro dipendente. Uno degli aspetti che maggiormente caratterizzano oggi la figura dell’ingegnere è quello di contribuire con le proprie competenze ed il proprio operato a creare un contesto sicuro, nel quale operano soggetti diversi: sicurezza nei luoghi di lavoro, sicurezza degli edifici, sicurezza contro eventi naturali avversi, sicurezza e affidabilità delle infrastrutture materiali e immateriali attraverso le quali transitano persone, merci, dati e informazioni, sicurezza e affidabilità dei processi produttivi. Attualmente l’ingegneria della sicurezza si esplicita in 4 grandi ambiti in cui sono state sviluppate negli anni metodiche di prevenzione e di intervento sempre più precise e sofisticate: la prevenzione in chiave antisismica; la prevenzione e la mitigazione del rischio derivante da dissesto idrogeologico; la prevenzione dai rischi sui luoghi di lavoro; la prevenzione dei molteplici rischi derivanti da incendio e dalla gestione di sostanze pericolose. Più volte, negli ultimi 15 anni, il Consiglio nazionale degli ingegneri ha avanzato alle Istituzioni competenti una serie di proposte finalizzate a rendere più efficaci le politiche pubbliche per gli interventi riparativi a seguito di eventi catastrofali e soprattutto per la prevenzione dei rischi, nella consapevolezza che intervenire con opere di prevenzione generi costi per la collettività minori di quelli di ricostruzione.
(Adnkronos) - Acea, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e la Fondazione Cinema per Roma, ha presentato presso la Casa del Cinema la retrospettiva 'Gocce di cinema' e il contest 'I mille volti dell'acqua', due iniziative nate nell'ambito della XX edizione della Festa del Cinema di Roma, al via dal 15 ottobre, per raccontare l'elemento acqua attraverso lo sguardo di grandi registi e giovani videomaker. L’evento clou sarà l’appuntamento del 24 ottobre nella serata dedicata ad Acea presso la sala Sinopoli, quando verrà proiettata l’anteprima di “Dracula – l’amore perduto” di Luc Besson, uno dei film più attesi della kermesse cinematografica di quest’anno. Alla conferenza stampa moderata da Alessio Viola, giornalista Sky, hanno partecipato, Salvatore Nastasi, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, Gabriella Buontempo, Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, Virman Cusenza, direttore della comunicazione Acea. Tutti hanno sottolineato il rapporto viscerale che lega l'acqua all'immaginario del Cinema e il fatto che Roma, Regina Aquarum e capitale della tradizione acquedottistica è il luogo ideale per celebrare questo legame. Il contest “I Mille Volti dell’Acqua” quest’anno ha una nuova declinazione, “I custodi dell’acqua” ed ha visto giovani registi e filmakers cimentarsi nella realizzazione di cortometraggi inediti che narrano l’elemento acqua attraverso gli strumenti della fiction, del documentario o dell’animazione, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del risparmio e del riuso idrico, in linea con le strategie sostenibili del Gruppo Acea. Il lavoro migliore tra i tre corti finalisti sui 150 partecipanti, sarà selezionato da una giuria composta da Acea e dai critici del Centro Sperimentale e verrà proiettato il 15 ottobre nella sala del Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Il videomaker vincitore riceverà un premio di 5.000 euro. Si rinnova anche la rassegna 'Gocce di cinema', realizzata in collaborazione il Centro Sperimentale di Cinematografia, che è una retrospettiva di nove film legati all’acqua, con titoli come L’Atalante, di Jean Vigo, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto di Lina Wertmuller, Fitzcarraldo di Werner Herzog, Lady in the Water di M. Night Shyamalan, Viale del Tramonto di Billy Wilder. A questi si aggiungono tre titoli che fanno parte della selezione della Festa del Cinema: Figlio di Giano, di Luigi Grispello, Choose Earth di Anne de Carbuccia e The Velasquez Mistery di Stèphanie Sortat. In anteprima anche la nuova serie Sandokan con Can Yaman e Alessandro Preziosi, ambientato nelle acque della Malesia. Dal 15 ottobre, data di partenza della manifestazione e per tutta la durata della Festa del Cinema, lo storico Teatro Olimpico di Roma ospiterà alcuni film della rassegna e si trasformerà nel Teatro Olimpico Acea. Il foyer sarà allestito poi con un’esposizione di immagini, opere e oggetti di ingegneria industriale provenienti da 'Acea Heritage', una mostra nata per raccontare la storia e la cultura di Acea nella sede romana della società in Piazzale Ostiense guidata dall’Amministratore Delegato Fabrizio Palermo. In occasione della manifestazione, infine, presso l’Auditorium Parco della Musica, verrà allestito lo stand Acea dove sarà possibile incontrare i protagonisti dei film in cartellone e vedere i corti in concorso per il contest I mille volti dell’acqua. Allo stand si giungerà percorrendo il Blu Carpet per ricordare e sottolineare l’importanza delle risorse idriche.