INFORMAZIONILivia Magnano di San Lio |
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(Adnkronos) - Jannik Sinner e Carlos Alcaraz in campo insieme a Torino. Oggi, venerdì 7 novembre, non è andata in scena la finale delle Atp Finals, che inizieranno domenica 9 con l'ultimo atto in programma il 16, ma un 'semplice' allenamento che ha incantato il pubblico dell'Inalpi Arena. I due hanno giocato anche un set e un tie break, rispettivamente vinti da Sinner per 6-3 e da Alcaraz per 7-5. A chiudere il tutto un selfie pubblicato sia sul profilo Instagram dell'azzurro che dello spagnolo insieme a emoticon piuttosto eloquenti: due spade incrociate e il numero uno. Nelle storie il messaggio di Sinner al rivale: "Grazie Carlos, grande allenamento". La battaglia per il primo posto del ranking Atp insomma, occupato da Sinner dopo il sorpasso proprio su Alcaraz grazie al trionfo di Parigi, continua a Torino, ma il clima è sembrato fin da subito molto rilassato. Jannik e Carlos sono entrati in campo abbracciati e si sono scambiati qualche battuta scoppiando a ridere in più di un'occasione. La stessa scena era andata in scena al momento del loro incontro tra i campi di Torino, quando si erano abbracciati scambiandosi qualche battuta 'golfistica'. In attesa di incontrarsi sul tee però, Sinner e Alcaraz, che aveva assistito 'incantato' agli allenamenti dei giorni scorsi dell'azzurro, sono pronti a sfidarsi per le Finals e il trono del tennis mondiale.
(Adnkronos) - "Il titolo che avete scelto per questa giornata, 'Traiettorie sul territorio', rappresenta in modo efficace il senso del percorso che stiamo compiendo". Così il senatore Roberto Rosso intervenuto oggi nell’ambito del convegno di Modena 'Traiettorie urbane e territoriali-rigenerazione urbana', organizzato dal Consiglio nazionale degli ingegneri su iniziativa di Irene Sassetti (consigliera tesoriere del Consiglio nazionale degli ingegneri con delega all’urbanistica) e coorganizzato dall'Ordine degli ingegneri di Modena. Al centro della giornata il dibattito sul ddl rigenerazione urbana di cui Rosso è relatore. "Occorre costruire traiettorie comuni - ha proseguito Rosso - per la rigenerazione urbana, tracciate insieme da istituzioni, professionisti e comunità locali. In questo cammino il ruolo degli ingegneri è centrale. La loro capacità di leggere la complessità dei territori e di trasformare le idee in soluzioni concrete è ciò che consente di passare dai principi ai fatti. La rigenerazione urbana nasce dall'incontro tra visione e competenza tecnica e il contributo degli ingegneri è essenziale per tradurre gli obiettivi in risultati tangibili". "Il nuovo disegno di legge quadro sulla rigenerazione urbana - ha spiegato - rappresenta un passaggio decisivo nella definizione delle politiche nazionali per la trasformazione delle città italiane. E' un testo che nasce dall'unificazione di otto disegni di legge, di maggioranza e di opposizione, e che segna il superamento degli interventi frammentati a favore di una riforma organica della pianificazione urbana. Una riforma che guarda alla sostenibilità ambientale, alla sicurezza sismica, alla qualità dell'abitare e alla riduzione del consumo del suolo, obiettivo che per noi è irrinunciabile in una politica moderna e responsabile. Fermare il consumo di suolo non significa bloccare lo sviluppo, ma orientarlo in modo intelligente, privilegiando la riqualificazione dell'esistente, il riuso delle aree dismesse e la rigenerazione dei quartieri in difficoltà. Insomma, rigenerare vuol dire restituire vita a ciò che abbiamo già costruito, rendendo tutto più sicuro, efficiente e sostenibile". “E la sfida di una crescita - ha puntualizzato il senatore Rosso - che non consuma territorio, ma invece lo valorizza, migliorando al tempo stesso la sicurezza e la vivibilità delle nostre città, comprese le zone più periferiche, che, come sappiamo, spesso sono esposte al degrado e ai problemi di ordine pubblico. Rigenerare quindi significa anche ricucire il tessuto urbano e sociale, rendendo le comunità più coese e i quartieri più sicuri". "Un altro pilastro del provvedimento - ha aggiunto - è la semplificazione. Abbiamo lavorato per costruire un impianto normativo solido e concreto, ma anche chiaro e di immediata applicazione. Una legge è efficace solo se chi la utilizza può comprendere e applicarla senza incertezze. Semplificare significa ridurre le sovrapposizioni, eliminare le interpretazioni contrastanti e unificare procedure oggi frammentate tra i diversi livelli amministrativi. “L'obiettivo - ha chiarito - è offrire ai comuni, professionisti e imprese un quadro normativo certo, trasparente e in grado di accelerare gli interventi e liberare le energie. La rigenerazione deve diventare una prassi ordinaria, non un'eccezione, un processo lineare, accessibile e veloce per tutti i territori. Il lavoro che stiamo facendo nel Senato si è fondato sull'ascolto e sul confronto costante con le categorie professionali". "Tra queste - ha ricordato - il contributo degli ingegneri è stato decisivo per rendere il testo più aderente alle esigenze reali del Paese e più vicino al linguaggio operativo di chi ogni giorno trasforma le norme in progetti e opere concrete. Tra i punti cardini della riforma figurano premialità per la demoricostruzione, incentivi fiscali, delocalizzazioni per edifici situati in area a rischio idrogeologico e l'istituzione di un fondo nazionale da 3,4 miliardi di euro in dieci anni per sostenere gli interventi di rigenerazione urbana. Un'altra innovazione importante riguarda la governance multilivello, perché rigenerare una grande città o un piccolo borgo non può significare la stessa cosa". "Una visione - ha affermato - che non riguarda soltanto l'edilizia o l'urbanistica ma la dimensione sociale delle città. Un modello che accorcia le distanze umane, restituisce tempo alle famiglie, offre sicurezza agli anziani e opportunità ai giovani. Una città che non divide ma unisce, dove la prossimità diventa valore e la rigenerazione si traduce in coesione, bellezza e benessere diffuso". "Sono convinto - ha ribadito - che questa legge possa aprire una stagione nuova fondata su collaborazione, responsabilità e concretezza e che incontri come quelli di oggi, che mettono a confronto istituzioni, tecnici e amministratori, testimonino la volontà comune di costruire insieme una visione condivisa del futuro urbano".
(Adnkronos) - “Negli ultimi anni in Europa, con il Green deal e con la transizione energetica, abbiamo assistito a una deriva a causa di un processo di deindustrializzazione del continente. Nel settore dell'automotive, ad esempio, 13 milioni di occupati, tra diretti e indiretti, sono a rischio. Il tema del secolo è quello di coniugare il giusto fabbisogno di sostenibilità ambientale con la competitività. Un continente come l'Europa, con 400 milioni di abitanti, non può vivere di servizi, di intelligenza artificiale e di grandi tecnologie da sviluppare, ha bisogno di lavorare e produrre”. E' l’analisi di Giuseppe Ricci, industrial transformation chief operating officer Eni, durante la conferenza ‘Europa e industria unite per la competitività’, organizzata da Sdgs Leaders a Roma, per lanciare il Summit 2025 e presentare la ‘Dichiarazione competitività 2026’, in collaborazione con Storyfactory. Un documento che vede le principali imprese italiane e i rappresentanti delle istituzioni europee unite per tradurre in azione le linee indicate dal Rapporto Draghi sulla necessità di rilanciare la competitività dell’Europa. “L'industrializzazione sostenibile e il mantenimento della competitività delle imprese è fondamentale”, sottolinea Ricci che poi spiega la strategia di Eni per la transizione energetica e la decarbonizzazione: “Comprende un mix di soluzioni, coltivando la neutralità tecnologica per poter mantenere competitività durante il percorso di miglioramento della sostenibilità e decarbonizzazione fino al net-zero. Un compito difficilissimo - ammette - soprattutto in settori fortemente in trasformazione, ma l'abbiamo potuto fare cercando dei modelli che fossero in grado di coniugare continuamente la sostenibilità ambientale con quella economica”. “Non bisogna tralasciare la sostenibilità sociale”, avverte esprimendo ancora preoccupazione per il settore dell’automotive, un esempio di come lo scenario internazionale potrebbe cambiare se “migliaia, decine di migliaia, centinaia di migliaia o milioni di persone perdono il lavoro”. In quel caso, per Ricci “il green deal ‘va a farsi benedire’ insieme alla stabilità sociale del Paese”.