INFORMAZIONIItalo Belmattino |
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(Adnkronos) - L’armonia del gruppo Italia agli Europei femminili in Svizzera sta in una canzone. Unwritten, quella hit di Natasha Bedingfield lanciata nel 2004 e tornata di moda nell’ultimo anno con il gancio di TikTok. "Qualche settimana fa ce la siamo ritrovata durante un’attivazione, abbiamo iniziato a cantarla tutte insieme. Da lì, è diventato il nostro rito prima di entrare in campo". Martina Lenzini, difensore della Juve e punto fermo della Nazionale, lo racconta all’Adnkronos e disegna così il clima della spedizione azzurra a Weggis, in Svizzera. Il quartier generale scelto per costruire l’assalto a Euro Women 2025. Stasera alle 21, a Ginevra, la seconda gara del girone contro il Portogallo. L’avventura è iniziata bene… "Come in tutte le cose, partire con il piede giusto dà una carica in più. Per noi è stato un po’ continuare il percorso fatto in Nations League, perché abbiamo iniziato lì il lavoro per l’Europeo. La vittoria all’esordio contro il Belgio ha dato la sicurezza giusta verso il Portogallo, abbiamo maggiore consapevolezza dei nostri mezzi". Aveva immaginato un debutto così? "Sì, sono sincera. Con questo gruppo e lo staff si è creata una bella alchimia. Sono questi i risultati che penso di poter ottenere con loro". Il gruppo arrivato agli Europei nasce più o meno un anno fa, con il cambio della guida tecnica. Come ha fatto il ct Soncin a farsi capire subito? "Il mister ci ha ridato fiducia. Quella fiducia persa nelle ultime annate, per colpa di risultati non proprio fortunati. È stato chiaro: ‘Ragazze, siete giocatrici della Nazionale. Se rappresentate l'Italia, siete forti’. Nessun ingrediente segreto, ma concetti che a volte possono sembrare scontati". Come definirebbe questa Nazionale? "Speciale. È un gruppo fatto da tante ragazze diverse, per età e non solo, ma abbiamo un obiettivo comune e pian piano stiamo scoprendo di avere in alcuni casi le stesse passioni fuori dal calcio. Siamo molto legate". In vecchie interviste ha sottolineato più volte la fatica degli inizi. Perché? "I sacrifici sono stati tantissimi. Quando abbiamo iniziato a giocare noi, era meno semplice di oggi. Ogni tanto ripenso ai viaggi di ore e ore fatti in macchina con i miei genitori. Mi portavano ovunque per permettermi di inseguire un sogno. Svegliarsi presto per andare a scuola e tornare a casa dopo mezzanotte per colpa di partite o allenamenti, tutti i giorni, è stato faticoso. Posso solo dire ‘grazie’ ". Un percorso sudato, come l’esordio con la maglia azzurra… "Il bello è che sono stata convocata la prima volta nel 2018 e ho esordito a marzo 2020, prima del Covid. Insomma, poteva andare meglio. Ogni volta ci speravo, andavo a fare riscaldamento e mi dicevo sempre che sarebbe stata la partita giusta. È servita tanta pazienza. Il momento è arrivato nella semifinale dell'Algarve Cup, contro la Nuova Zelanda". Cosa porta con sé di quel momento? "Una fotografia, trovata subito dopo il triplice fischio. Ero in campo e non c’era niente di più bello. È un ricordo molto prezioso e oggi lo tengo con me un po’ ovunque". Come state vivendo la spedizione in Svizzera? "Nonostante la consapevolezza e la concentrazione dell’Europeo, non mancano momenti di leggerezza. Guardiamo qualche film, altre partite, facciamo addirittura giochi di società. Non so chi ha portato questo Skyjo, ma ci stanno giocando tutte in maniera forsennata. Io ho provato a capirci qualcosa, ma erano in dieci intorno al tavolo e la cosa è stata più complessa del previsto. Ci riproverò". Tra una partita e l’altra, quale squadra vi ha impressionato di più? "Di sicuro la Spagna, ma lo sapevamo già. È nel nostro girone e la affronteremo nell’ultima partita. Siamo rimaste sorprese anche dalla vittoria della Francia contro l’Inghilterra, mentre altre hanno trovato qualche difficoltà contro squadre che non avevano mai partecipato agli Europei. In questi tornei succede, è anche il bello di misurarsi in certi contesti". Come vi ha accolte la Svizzera? "Abbiamo avuto un'accoglienza pazzesca dalla comunità di Weggis, dov’è il nostro quartier generale. Sembra di stare a casa e non lo dico tanto per dire. Ieri abbiamo avuto poi un bel momento di ritrovo con l’ambasciatore italiano e i rappresentanti dei Cantoni. Abbiamo capito una volta in più quanto pesa la maglia azzurra e cosa vuol dire rappresentare l’Italia. Tanti nostri connazionali all’estero conservano un gran senso di appartenenza". Quello forse mancato nell’ultimo periodo alla Nazionale maschile. Sentite un po’ di responsabilità in più in questo senso? "Preferirei che la visibilità del movimento femminile venisse fuori a prescindere, senza risultati negativi della Nazionale maschile. Prendiamo però atto della situazione, diciamo così. Crescono le aspettative, ma è un modo in più di farsi conoscere e abbiamo una spinta ulteriore per cercare di portare l’Italia in alto". Dove arriverà questa Nazionale? "Ciò che auguro a me e alle mie compagne è arrivare più avanti possibile nella manifestazione, ovvio. Facendo emozionare la gente, con la consapevolezza di aver dato tutto". Anche questa sarebbe una bella vittoria. (di Michele Antonelli, inviato a Ginevra)
(Adnkronos) - L'accesso al lavoro tramite Agenzia avviene oggi più velocemente che in passato: entro quattro mesi dal primo contatto con una Agenzia per il lavoro i candidati trovano una occupazione, rispetto ai sei mesi del 2022. In due casi su cinque il candidato ottiene un lavoro entro un mese. Dalla rilevazione di Ipsos si evidenzia, inoltre, che per i lavoratori in somministrazione sono preferibili i contratti a tempo determinato tramite Agenzia piuttosto che quelli diretti con l’azienda: oltre la metà dei lavoratori in somministrazione (54%), infatti, predilige i vantaggi del contratto a termine tramite Agenzia. E' quanto emerge dalla ricerca condotta da Ipsos per Assolavoro, l’associazione nazionale delle agenzie per il lavoro, sul mercato del lavoro in Italia e sul ruolo delle Agenzie, e presentata oggi in occasione dell'assemblea pubblica dell'associazione. In generale, aumenta tra la popolazione la conoscenza delle agenzie per il lavoro che passa dal 73% del 2002 al 79% di oggi, mentre permangono margini di miglioramento sulla conoscibilità della formazione offerta gratuitamente ai lavoratori dalle Agenzie e sul welfare dedicato: solo il 44% dei somministrati e il 22% dei candidati conoscono la formazione di settore, e solamente il 41% dei somministrati e il 15% dei candidati il welfare. I contratti in somministrazione vengono considerati una forma di lavoro moderna (33%) e assimilabile al lavoro dipendente (35%) (per legge i lavoratori tramite Agenzia hanno stessi diritti, stesse tutele e stessa retribuzione dei colleghi direttamente assunti dall’azienda, ndr). L’81% dei candidati intervistati consiglia di rivolgersi ad una Agenzia. Dalla ricerca Ipsos emerge che le Agenzie favoriscono le prime esperienze di lavoro per i giovani, aiutano chi ha perso un’occupazione a trovarne una nuova e forniscono supporto alle aziende nel rispondere alla domanda di lavoratori con competenze altamente specializzate. Se è vero, infatti, che più di un lavoratore su due in somministrazione è un giovane under 35, le Agenzie non sono solo un’ottima porta d’accesso al mercato del lavoro per chi ha ancora poca esperienza, ma nel 34% dei casi sono un valido canale per reinserirsi nel mondo del lavoro, e nel 38% una via per la ricerca di migliori opportunità di lavoro. Per chi cerca un lavoro inviare curriculum alle aziende rappresenta il canale migliore (50%, dato in calo rispetto al 2022), seguono le Agenzie per il Lavoro (43%) e il passaparola (34%). Sempre più rilevante l’utilizzo di LinkedIn, soprattutto tra gli under 35 laureati dove si raggiunge il 48%. In questo contesto, per la popolazione le caratteristiche più ricercate in un buon datore di lavoro sono stipendio adeguato (71%) e stabilità e sicurezza (57%). Seguono avere un contratto che ti tuteli nei momenti di difficoltà (27%), lavoro in smart working (24%) e avanzamenti di carriera (23%). Nel caso dei candidati risulta importante l’attenzione alla formazione dei dipendenti in tre casi su dieci. Sull’avvento dell’Intelligenza Artificiale una fetta importante deve ancora farsi un’idea o è in attesa degli sviluppi futuri. Per la popolazione l’ia stravolgerà il mondo del lavoro, incrementando l’efficienza e garantendo lo sviluppo di nuove professionalità. Sei persone su dieci temono, però, che l’ia causerà una riduzione del personale nelle aziende. Più ottimisti i manager delle Agenzie per il lavoro, tre su quattro hanno già iniziato a implementare l’ia nel proprio lavoro, mentre la quota residuale ha comunque pianificato di utilizzarla.
(Adnkronos) - “Nell’accingermi a partecipare a Ecoforum per raccontare della nostra filiera circolare per “l’industria pulita” ho avuto l’opportunità, grazie all’indagine IPSOS, di raccogliere le percezioni dei cittadini, poco ottimistiche rispetto alle performance dell’Italia circolare. Lo sottolinea Riccardo Piunti, presidente del Conou ricordando come "gli Italiani, ad esempio, ritengono mediamente che circa il 50% dell’olio minerale usato sia destinato a combustione, molti pensano che la raccolta del rifiuto sia un compito del meccanico vicino di casa, che il processo complessivo sia affidato a singole aziende specializzate senza un coordinamento; addirittura, un 6% pensa che l’olio usato finisca in fogna". Piunti aggiunge che "credono tuttavia che, quando si rigenera, l’olio sia mediamente di buona qualità dando credito alla tecnologia e non all’organizzazione. Vorrei, al contrario, che fossero informati e fieri dei risultati del nostro Paese, consci del ruolo del modello consortile che porta a raccogliere l’olio a titolo gratuito e rigenerare tutto". "La coscienza dei buoni risultati - conclude - aiuterà il conseguimento di ulteriori traguardi che potranno essere raggiunti, nelle filiere più diverse, solo con il contributo informato di tutti".