Accidenti che ospitalità!
È il titolo di un famoso film di Buster Keaton del 1923. Mi è tornato in mente viaggiando questa estate tra Spagna, Francia e Italia. Il tipo
di accoglienza a cui intendo riferirmi non riguarda però l’albergo
o le strutture ricettive in generale. Riguarda qualcosa che viene ancora prima
e cioè l’autostrada.
Se si viaggia in auto, il casello autostradale è il primo big cock indian xxxcontatto che
uno straniero ha con il paese in cui si reca per vacanza o per lavoro. In
Francia e Spagna, ad esempio, il personale al casello fa generalmente queste
tre cose, in sequenza: saluta, incassa, ringrazia. In Italia succede lo stesso,
ma solo in Trentino-Alto Adige. In Sud Tirolo, addirittura, il saluto è rivolto
in italiano o in tedesco a seconda della nazionalità della targa
dell’auto.
E nel resto d’Italia? Ognuno può raccontare la sua esperienza. Io
conosco bene la Toscana perché ci abito e vi posso assicurare che il personale
al casello fa generalmente queste tre cose: vi lancia un’occhiata seccata,
incassa, richiude il finestrino rapidamente.
Le prime volte pensavo che fosse un caso e che l’esattore non fosse particolarmente
motivato. Dopo ho capito che non c’è differenza di sesso, di età,
di provincia: il comportamento è sempre, desolatamente, uguale.
Sembra anzi che nei corsi di reclutamento e formazione del personale di “Autostrade
per l’Italia” ci sia un capitolo apposta su come gestire il
cliente, per scoraggiarlo dal chiedere informazioni ed evitare inutili perdite
di tempo. Altrimenti non si spiega perché una volta, nel “lanciarmi” il
resto nella mano, pur vedendolo cadere per terra, non si sia minimamente degnato
di scusarsi né di ridarmelo.








