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(Adnkronos) - "Sogno di andare a Torino a vedere le Atp Finals, magari la finale". Da qualche anno, è il grande desiderio di molti appassionati. Oggi, domenica 16 novembre, è il grande giorno. Ma quanto costa davvero andare all'Inalpi Arena per uno degli eventi più attesi del dell’anno tennistico? I tifosi lo hanno raccontato all’Adnkronos direttamente dal Fan Village, tra un sorriso e l’altro. Domina l'arancione di Jannik Sinner e c'è poco da fare, ma c'è anche qualche sostenitore di Carlos Alcaraz riconoscibile dalla vistosa bandiera spagnola attaccata allo zainetto con orgoglio. Saranno di sicuro più di tre o quattro, la stima simpatica fatta dal numero uno del ranking Atp. Incontriamo subito una famiglia di Catania. Giuseppe Barletta, 58 anni, è arrivato venerdì sera a Torino con sua moglie Loredana e le sue due figlie: "Abbiamo comprato i biglietti l'anno scorso, subito dopo la finale vinta da Sinner. In più, aggiunga l'aereo, l'albergo, il cibo e il furgoncino affittato per muoverci qui. Nel complesso siamo più o meno sui mille euro a persona. Per Sinner, questo e altro". La giocata del biglietto acquistato un anno fa è comune tra i presenti alla Inalpi Arena per il gran finale. Lo conferma Daniele, 59 anni. Anche lui arriva dalla Sicilia, precisamente da Marsala: "Siamo in quattro e siamo arrivati qui ieri, con un volo da Palermo. I biglietti li abbiamo presi nel 2024, pagandoli circa 300 euro a persona. Aggiunga il viaggio, due notti al bed and breakfast e il gioco è fatto. Anche se, visti i prezzi dei gadget al fan village, credo che entro fine giornata la spesa si alzerà". Per Luigi Bigoni, 51 anni, stesso protocollo. Lui viene invece da Moncestino, in provincia di Alessandria. "La finale costa tanto. Ho portato qui mio figlio che gioca a tennis, ci teneva. C'eravamo anche l'anno scorso, ma nel 2024 avevo avevo speso una follia comprando i biglietti all'ultimo e così ho pensato di anticipare la giocata". Come? "Li ho acquistati poco prima della finale, quella dello scorso anno, mentre eravamo a prenzo. Ci è andata bene, assisteremo a una finale stellare. Per l'anno prossimo comprerò però dei biglietti per la settimana, così da vedere più giocatori e magari strappare un selfie e un autografo a uno dei maestri". Luigi Coppola e Luisa Mondello si distinguono nel villaggio per una vistosa carota attaccata al giubbotto: "Siamo qui per Sinner e ne siamo orgogliosi". Loro hanno acquistato i biglietti a febbraio: "Saremo in tribuna nord, 460 euro a persona. Però ne vale la pena". C'è anche chi ha avuto una grande fortuna. Come Davide, 52 anni, da Novi Ligure: "Quanto ho speso? Niente, il biglietto me lo hanno regalato". E se la ride. "Mi rendo conto di essere un privilegiato, i costi sono importanti per assistere a un evento del genere. Il costo del mio biglietto? In teoria, sui 700 euro". La finale non è però cosa per tutti. Per i prezzi importanti, ma anche per la disponibilità, visto che gli ultimi ticket sono stati venduti online pochi giorni fa, arrivando a costare poco meno di 2.500 euro (commissioni incluse). Fabio, 49 anni, lavora a Torino da qualche anno e ha portato suo figlio Leonardo all'Inalpi Arena per una domenica diversa: "I biglietti non sono riuscito ad acquistarli, ho preso solo quelli per il Fan Village, pagati 20 euro l'uno. Siamo venuti per goderci almeno l'atmosfera e comprare qualche gadget. Poi, chissà". Nel pomeriggio si alleneranno Sinner e Alcaraz prima dell'ultimo atto: "Magari riusciremo a incontrarli in qualche modo, siamo qui per questo". (di Michele Antonelli, inviato a Torino)
(Adnkronos) - Un dialogo tra rappresentanti dell’industria audiovisiva italiana e statunitense sulle opportunità di collaborazione in termini di co-produzione, servizi tecnici e attrazione di investimenti; al centro il ruolo dell’Italia come partner strategico per le produzioni internazionali. Si è svolto ieri al Fairmont Century Plaza il panel 'Focus on Italy: a strategic hub for international productions', nell’ambito della missione italiana all’American film market 2025 organizzata dall’Ice–Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, in collaborazione con la Direzione generale cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura (Dgca-MiC) e Cinecittà. Moderato da Roberto Stabile (capo ufficio Relazioni internazionali di Cinecittà e responsabile dei Progetti speciali per la Dgca), il panel ha visto la partecipazione di Francesca Rotondo (Cinecittà), Jacopo Chessa (presidente Italian film commissions), Gary Lucchesi (produttore, già presidente della Producers Guild of America) e Riccardo Neri (Ape), con l’intervento del direttore dell’Ufficio Ice di Los Angeles Giosafat Riganò. A margine dell’incontro la console generale d’Italia a Los Angeles Raffaella Valentini ha conferito a Gary Lucchesi l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, riconoscimento concesso dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Affari Esteri. L’onorificenza premia il contributo offerto da Lucchesi nel rafforzare i rapporti tra l’industria cinematografica italiana e quella statunitense, risultato della sua pluridecennale attività e del suo ruolo poliedrico di ponte tra Stati Uniti e Italia. Produttore cinematografico e televisivo di fama internazionale, Gary Lucchesi è nato a San Francisco da genitori di origine toscana, e vive a Los Angeles. Laureato all’Università della California, Los Angeles (Ucla), ha iniziato la sua carriera alla William Morris Agency come talent agent, scoprendo artisti come Kevin Costner, Michelle Pfeiffer e John Malkovich. Negli anni Ottanta ha ricoperto ruoli di vertice alla Tri-Star Pictures e alla Paramount Pictures, dove ha supervisionato film iconici come Gli intoccabili, Indiana Jones e l’ultima crociata, Ghost e Il Padrino Parte III. Dal 1998 al 2019 è stato presidente di Lakeshore Entertainment, società con cui ha prodotto oltre sessanta film, tra cui l’Oscar Million Dollar Baby, e ha instaurato una duratura collaborazione con Rai Cinema e il suo presidente Giancarlo Leone. Oggi Lucchesi è presidente del comitato internazionale della Producers Guild of America e continua a promuovere attivamente la cooperazione tra i professionisti del cinema italiani e statunitensi. Negli ultimi anni ha coordinato la partecipazione della Guild agli Audio-visual summits di Matera (2021), Trieste (2023), Reggio Calabria (2024) e Merano (2025), organizzati con Cinecittà, Dgca-MiC, Apa-Associazione produttori audiovisivi, Maeci e Agenzia Ice, creando un canale stabile di confronto tra Hollywood e l’industria audiovisiva italiana su temi come le co-produzioni, gli incentivi fiscali, la formazione e le nuove tecnologie. La 46esima edizione dell’American film market si svolge a Los Angeles dall’11 al 16 novembre. La partecipazione italiana riunisce 14 realtà attive nei settori della produzione, distribuzione, e promozione di location cinematografiche. Si tratta di Filmexport Group, Lspg Popcorn, Minerva Pictures, PiperPlay tra i distributori, e Animoka Studios, Augustus Color, Fargo Film, K+, Mestiere Cinema, Viola Film e Zena FIlm tra i produttori. A loro si aggiungono Ape (Associazione produttori esecutivi), Ifc–Italian film commissions e Cinecittà. L’American film market è l’unico evento internazionale ideato e gestito direttamente da operatori indipendenti per l’intera industria del cinema. L’evento rappresenta una piattaforma dedicata allo sviluppo, alla compravendita e al finanziamento di film e serie indipendenti. Qui ogni anno vengono finalizzati accordi – per un valore complessivo che supera il miliardo di dollari – in ogni fase della filiera, dallo sviluppo alla distribuzione. Il programma include anche le Afm sessions, un ciclo di oltre 30 incontri e conferenze con i protagonisti del settore, offrendo un’occasione unica per dialogare con i decisori dell’audiovisivo. L’edizione 2025 segna il debutto della manifestazione nella nuova sede del Fairmont Century Plaza di Century City. Il cinema italiano attraversa una fase di forte espansione, sostenuta da incentivi fiscali e fondi regionali che rendono il Paese una destinazione competitiva per le produzioni globali. Nel 2024 l’industria italiana ha registrato un forte consolidamento: secondo il rapporto Anica 2025, sono stati completati 400 lungometraggi, pari a +59% rispetto al 2020. Di questi, 263 sono produzioni interamente italiane (151 di finzione e 112 documentari) e 103 sono co-produzioni, in aumento del 2% sul 2023. All’interno delle co-produzioni si contano 51 titoli a maggioranza italiana, 2 a parità e 50 a minoranza italiana, con una crescita significativa (+15,9%) delle co-produzioni a maggioranza. Il costo totale di produzione ha superato 800 milioni di euro, con un incremento del 18% sul 2023. Negli ultimi anni diverse produzioni internazionali hanno scelto di girare in Italia, confermando la qualità delle maestranze, delle infrastrutture e del sistema di incentivi: tra i casi recenti, la serie Netflix Ripley, girata tra Roma, Venezia, Napoli e Palermo, e Hotel Costiera, produzione Lux Vide per Prime Video ambientata a Positano che ha toccato anche località come Sperlonga e l’Argentario. L’Italia ha inoltre ospitato grandi successi internazionali come la seconda stagione della serie Hbo The White Lotus, ambientata a Taormina, e Those About to Die di Roland Emmerich, un’ambiziosa produzione su larga scala girata negli Studi di Cinecittà. A confermare ulteriormente l’attrattiva del Paese come polo produttivo di livello mondiale è stato anche Challengers di Luca Guadagnino, con Zendaya protagonista. Il padiglione italiano all’Afm 2025 riunisce soggetti attivi lungo l’intera filiera audiovisiva: sviluppo e produzione di lungometraggi, serie e documentari; animazione; vendite internazionali e distribuzione; post-produzione (editing, color, VFX, audio) e restauro; servizi di produzione esecutiva e location management in Italia e all’estero; oltre all’assistenza delle film commission nello scouting di location, le procedure burocratiche e l’accesso alle agevolazioni fiscali e fondi regionali. Una configurazione che consente interlocuzioni su contenuti, servizi tecnici e opportunità di co-produzione in un unico perimetro operativo.
(Adnkronos) - Tra i Comuni vincitori del Cresco Award 2025 – Comuni sostenibili e Agenda 2030 a Bologna, Portici (Napoli) si è distinto nella categoria sopra i 50 mila abitanti con il progetto Baby Screen, dedicato alla prevenzione e tutela della salute dei bambini. "È un programma che realizziamo insieme alla ASL e all’associazione dei pediatri – ha spiegato il sindaco Vincenzo Cuomo – e che promuove seminari rivolti ai genitori sui corretti stili di vita, l’educazione alimentare e familiare, oltre a prevedere ambulatori pediatrici gratuiti nei fine settimana". L’obiettivo è prevenire e alleggerire la pressione sui pronto soccorso, offrendo un servizio territoriale di prossimità. "L’esperienza ha già dato risultati eccellenti – ha aggiunto Cuomo – perché abbiamo sottratto centinaia di accessi ospedalieri, migliorando la presa in carico dei bambini e il benessere delle famiglie». Il progetto, finanziato dall’ambito sociosanitario 11, proseguirà con nuovi screening cardiologici nelle scuole. "Investire nella prevenzione infantile significa investire in una città più sana e sostenibile", ha concluso il sindaco.