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(Adnkronos) - Buona la prima per Marc Marquez in Ducati ufficiale. Il campione spagnolo ha vinto la Sprint Race del Gran Premio della Thailandia di MotoGp, primo atto del mondiale 2025, davanti al fratello Alex Marquez (Team Gresini) e all'altra Ducati ufficiale di Pecco Bagnaia. Marc Marquez al debutto sulla Ducati ufficiale e partito in pole position, davanti al fratello Alex Marquez e al compagno di scuderia Pecco Bagnaia, ha fatto una grande gara, senza sbavature, che lo ha portato senza scossoni al traguardo e quindi in testa al mondiale. Domani si correrà la gara lunga. Marc Marquez torna così in testa al Mondiale dal 2019 e sarà uno dei protagonisti della stagione. La Ducati ottiene la 34esima vittoria nelle gare Sprint. Ottimo quarto posto per un fantastico rookie Ai Ogura con l'Aprilia, del Team Trackhouse, davanti a Franco Morbidelli e Pedro Acosta. Settimo posto per Fabio Quartararo, seguito da Brad Binder e Joan Mir, mentre Johann Zarco chiude la top ten. Bezzecchi è solo 12esimo dopo un problema al via, 14esimo Vinales, ritiro per Di Giannantonio e caduta per Jack Miller mentre stava facendo un'ottima gara con la Yamaha. "Prima pole con Ducati e primo successo? E' stato un sabato perfetto le sensazioni grandiose in pista, sono stato subito costante, ho visto che sono riuscito subito a creare un distacco e poi ho cercato di gestire. Sono contento di iniziare questo mio nuovo percorso con la Ducati in questo modo, domani sarà la giornata più importante, ma già abbiamo ottenuto la prima vittoria nella Sprint e vedremo domani dove minimo dobbiamo salire sul podio ma se sarà possibile lotteremo per la vittoria", ha detto Marc Marquez. "E' bellissimo salire sul podio se consideriamo come è andata ieri e nei test, ma sono contento anche se dobbiamo lavorare perché provo ancora le stesse sensazioni come l'anno scorso durante le Sprint. Ho avuto tante difficoltà all'ingresso delle curve, ma lavoreremo per questo, è solo la prima gara, quindi va bene così. Ho spinto ma quando ho capito che stavo rischiando troppo mi sono accontentato, il terzo posto è comunque un buon risultato, un ottimo modo per iniziare l'anno", ha detto il pilota della Ducati, Pecco Bagnaia.
(Adnkronos) - Nelle scorse settimane si è tenuto il secondo Congresso confederale di Cne e Federimprese Europa alla presenza di Enti, istituzioni e organizzazioni sindacali facenti parte del circuito confederale e non. Il presidente nazionale, Mary Modaffari, confermata alla guida della Confederazione, ha esposto le linee guida programmatiche confederative delle due realtà che in poco tempo hanno raccolto una consenso importante nel mondo sindacale datoriale. "L’attuale fase storica è segnata dallo sviluppo di tecnologie incredibilmente innovative, che mutano le modalità produttive. Altresì l’apertura dei mercati e l’ascesa di importanti realtà economiche extra-occidentali stanno spostando il baricentro del mondo. Pure in Occidente assistiamo alla crisi delle logiche istituzionali che hanno caratterizzato la scena pubblica dopo la fine della Seconda guerra mondiale. La Cne imprese si inserisce entro questo quadro, dato che, da realtà giovane e innovativa quale siamo, ci candidiamo a interpretare con decisione le forze produttive del Paese, che intendiamo difendere e far crescere. Vogliamo condividere i nostri progetti con tutte le istituzioni pubbliche e private, con le altre realtà associative degli imprenditori e dei lavoratori, con il mondo dell’informazione e della cultura. Tutto ciò per costruire un’Italia più libera e forte, meglio in grado di rispondere alle sfide del presente", ha detto nel suo discorso di apertura congressuale la presidente Modaffari. "Vogliamo individuare, con l’aiuto di tutti, soluzioni condivise che sappiano affrontare i problemi strutturali. Le nostre imprese sono tra le migliori al mondo e i nostri lavoratori non hanno eguali. Le une e gli altri, però, potranno esprimersi al meglio se la politica farà la sua parte: ciò che raramente è avvenuto in passato. Abbiamo allora il compito di costruire, insieme, un quadro di stabilità che sia capace di favorire progetti e investimenti di lungo periodo. Noi siamo un’associazione di associazioni e di Federazioni: siamo una Confederazione e questo è uno dei nostri punti di forza in quanto ogni realtà associata nel contesto confederale porta le proprie esperienze in diversi settori integrandosi le une sulle altre. Un sistema nuovo di associazionismo che vede un solo corpo con tanti parti imprenditoriali. Il nostro obiettivo è contribuire al rinnovamento della società italiana e cercheremo di farlo dialogando con le altre realtà associative e con il governo", ha concluso.
(Adnkronos) - Con una produzione dal valore di 277 milioni di euro nel 2023, la Lombardia è la quarta regione italiana più rilevante nel comparto florovivaistico. E' quanto afferma la Coldiretti regionale, sulla base del primo Rapporto nazionale sul settore realizzato dal centro studi Divulga e da Ixe’ con Coldiretti, in occasione della giornata conclusiva di Myplant&Garden, una delle più importanti manifestazioni internazionali per i professionisti delle filiere del verde in corso a Rho Fiera Milano. In Lombardia, precisa la Coldiretti regionale su dati Registro delle Imprese, sono oltre 2.500 le aziende florovivaistiche, a cui vanno aggiunte quelle che si dedicano alla cura e alla manutenzione del paesaggio, per una filiera del verde lombarda che in totale può contare su più di 7.900 imprese. Sulla base del rapporto Divulga/Ixè, nel 2024 il florovivaismo Made in Italy ha raggiunto il valore massimo di sempre a quota 3,3 miliardi di euro, grazie anche al traino dell’export che chiuderà l’anno a 1,3 miliardi, ma sulle aziende nazionali pesa oggi la difficile situazione internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina. Proprio a causa del conflitto, le aziende hanno subito un aumento dei costi del +83% per i prodotti energetici e del +45% per i fertilizzanti rispetto al 2020, oltre a un +29% per altri input produttivi quali sementi e piantine. Costi in progressivo aumento, che ancora fanno fatica ad essere riassorbiti, tanto più se si considera la concorrenza sleale che pesa sulle imprese tricolori a causa delle importazioni a basso costo dall’estero, dove non si rispettano le stesse regole in termini di utilizzo dei prodotti fitosanitari, ma anche di tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente. Non va poi trascurato, avverte Coldiretti, l’impatto dei cambiamenti climatici: secondo il rapporto Divulga/Ixe’ due aziende agricole su tre (66%) hanno subito danni nell’ultimo triennio a causa di eventi estremi, tra grandinate, trombe d’aria, alluvioni e siccità che a più riprese hanno interessato il territorio nazionale. Il risultato di tutti questi fattori è che più di un terzo delle aziende florovivaistiche italiane denuncia difficoltà economiche. Un quadro dinanzi al quale Coldiretti chiede misure di sostegno alle imprese per contrastare i cambiamenti climatici che, oltre agli eventi estremi, hanno moltiplicato le malattie che colpiscono le piante, spesso peraltro diffuse a causa delle importazioni di prodotti stranieri. Ma serve anche puntare sulla promozione dei prodotti 100% Made in Italy, mettendone in risalto l’elevato valore ambientale, oltre che gli effetti positivi dal punto di vista della salute e della lotta all’inquinamento. Importante anche una maggiore considerazione per il settore all’interno della Politica agricola europea e, di riflesso, nelle politiche di sviluppo rurale.