INFORMAZIONIIndustria Italiana Testate Giornalistiche, Editoria Ruolo: Direttore Area: Informazione, Giornalismo e URP Filippo Astone |
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(Adnkronos) - Un progetto di ‘ricucitura urbana’ con l’adozione di soluzioni all’avanguardia nel design e nella sostenibilità che riguarderà oltre 188.000 metri quadrati complessivi e che arriverà a coinvolgere progetti per un totale di 2 milioni di metri quadrati, con la piantumazione di decine di migliaia di alberi e la creazione di una superstrada ciclabile di oltre 50 chilometri. Si chiama ‘Fili’ ed è il progetto promosso da Regione Lombardia, Fnm, FerrovieNord e Trenord che è stato presentato questa mattina allo Iulm di Milano in occasione del convegno ‘Fili per il futuro delle città - Un nuovo metabolismo urbano per reti ecologiche e sociali’. Circa 500 le persone presenti all’evento e 27 i relatori che si sono alternati sul palco per approfondire da diversi punti di vista lo stato di avanzamento e i valori di uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana ed extraurbana in Europa, che si snoda lungo la tratta ferroviaria che unisce il cuore di Milano a Malpensa. Il progetto prevede, in particolare, una serie di interventi di ricucitura urbana con l’adozione di soluzioni all’avanguardia nel disegno architettonico e nella sostenibilità ambientale: cambieranno volto le stazioni di Milano Cadorna, Milano Bovisa, Polo di Saronno e Busto Arsizio e le aree ad esse adiacenti (con un intervento di oltre 188.000 metri quadrati complessivi che arriverà a coinvolgere progetti per un totale di 2 milioni di metri quadrati). Sono previste inoltre la piantumazione di decine di migliaia di alberi e la creazione di una superstrada ciclabile di 54 chilometri. La scelta del luogo che ha ospitato l’evento, l’auditorium dell’università Iulm di Milano, non è stata casuale, visto il ruolo che giocherà l’ateneo milanese nell’animare i territori interessati dal progetto attraverso uno studio sulle aspettative e sulle visioni delle differenti comunità interessate dagli interventi previsti. “Abbiamo voluto organizzare questo momento di confronto - spiega il presidente di Fnm Andrea Gibelli - per raccontare lo sviluppo dei progetti e per ribadire i molti e importanti valori di FIli. Vogliamo rimettere al centro le reti ferroviarie che devono essere viste come attivatori di processi di sviluppo locale, fungendo da cerniera tra i territori, connettendo comunità, facilitando lo sviluppo economico e migliorando la qualità della vita. Fili sfrutta il potenziale delle reti ferroviarie per creare un sistema di mobilità integrata e multimodale, che riduce l’impatto ambientale e favorisce l’accessibilità ai servizi”. Dopo il saluto della rettrice dell'Università Iulm Valentina Garavaglia, è stato proiettato in anteprima assoluta il corto d’autore ‘Tutto è collegato’, firmato dal regista Ago Panini, in cui si racconta, attraverso la voce principale della fisica, divulgatrice scientifica e conduttrice televisiva Gabriella Greison, il senso complessivo di Fili, le sue tappe progettuali e le sfide principali. Ad illustrare il valore del progetto Fili per la Lombardia che, con la sua storia di innovazione e sviluppo, rappresenta un terreno fertile per sperimentare nuove soluzioni urbane, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi. A seguire, due panel hanno permesso di entrare nel vivo del programma. L’approfondimento sull’ecosistema di Fili è stato un’occasione di dialogo che ha visto protagonisti il direttore Fondazione Lombardia per l'Ambiente Fabrizio Piccarolo, il direttore scientifico PoliS-Lombardia Raffaello Vignali, l’assessore all'Ambiente e Clima della Regione Lombardia Giorgio Maione e l’assessore al Territorio e Sistemi verdi di Regione Lombardia Gianluca Comazzi. Esperti e attori istituzionali impegnati nella realizzazione di Fili hanno fornito una descrizione del progetto. Tra i relatori: Matteo Pedaso, partner & director Land Italia e Andrea Vercellotti di Arcadis Italia per il progetto della superstrada ciclabile Cadorna-Malpensa; Michele Ugolini, professore associato del dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano per il progetto di Busto Arsizio; Maria Pilar Vettori, professore Alassociato del dipartimento di Architettura, Ingegneria delle costruzioni e Ambiente costruito del Politecnico di Milano per il progetto di Saronno; Elisabetta Trezzani, partner, director Rpbw, Paolo Pelanda, associate Rpbw e Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano (con un video contributo) sul progetto di Bovisa; Carlo Masseroli, head of market Nhood Services Italy per il progetto di Cadorna. A chiudere il secondo panel, Franco Lucente, assessore ai Trasporti e alla Mobilità sostenibile della Regione Lombardia e Claudia Maria Terzi, assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche della Regione Lombardia. Il convegno è proseguito con una riflessione su connessioni, opportunità e città del futuro, grazie ai contributi di Francesco Raschi, Direttore Cargo e Real Estate di Sea Aeroporti di Milano, Matteo Colleoni, professore Olordinario di Studi urbani, delegato del rettore per la Sostenibilità, Università di Milano-Bicocca e Carlos Moreno, professore presso l’Università Iae Paris 1 Sorbonne e presidente del Comitato scientifico del Cnappc. Dopo l’intervento di Eleonora Manto, external relations and customer engagement senior manager di Naba, che ha illustrato il festival Bo.No, acronimo di ‘Bovisa-Nord’, l’ultimo panel ha approfondito la capacità della ferrovia di abilitare reti ecologiche e sociali. Ne hanno parlato: Andrea Gibelli, architetto e presidente di Fnm e di Asstra; Marco Piuri, direttore generale di Fnm; Fulvio Caradonna, consigliere delegato di Fnm. Ha chiuso i lavori della mattinata Matteo Salvini, vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti in collegamento video. L’evento è stato moderato da Annalisa Chirico.
(Adnkronos) - "Oggi chi già opera o decide di operare come creator in Italia deve avere ben chiaro che questa professione, a seconda di come viene svolta, può presentare delle incertezze a livello amministrativo, fiscale e contributivo. Pertanto, la vera sfida che queste figure professionali devono affrontare sta nel comprendere a 360 gradi la loro situazione per essere consapevoli di come poter operare per ridurre al minimo i rischi di commettere errori che si tradurranno nel tempo in sanzioni e problematiche di vario genere. In generale la cosiddetta 'creator economy', che include sia i content creator che gli influencer, è un fenomeno recente e in continua espansione a fronte del quale le normative fiscali e contributive non sempre riescono ad essere reattive per fare chiarezza sulla corretta gestione di chi sceglie di svolgere queste attività". Lo dice in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia Gianluca Tirri, managing director di Quickfisco. "Per prepararsi al meglio - spiega - i creator, siano essi content creator o influencer, dovrebbero evitare qualsiasi tipo di 'improvvisazione', cercando invece un consulente che possa assisterli in questo percorso, in particolare nella fase di start-up per inquadrare correttamente la loro posizione sin dal principio. Le figure da ricercare possono essere tipicamente un commercialista o un professionista con comprovate esperienze in ambito fiscale, a patto che abbiano dimestichezza con queste nuove professioni della digital economy". "Il primo passo - ricorda - per coloro i quali decidono di intraprendere una carriera da creator è senza dubbio quello di aprire una partita iva. Molti content creator e influencer tutt’oggi sono ignari del fatto che se la loro attività è svolta in maniera professionale, continuativa e abituale, per essere in regola a livello amministrativo e fiscale è necessario operare come lavoratore autonomo con partita iva. La consapevolezza di dover operare con una partita iva determina poi altre scelte conseguenziali, come ad esempio la scelta del codice ateco e del corretto inquadramento ai fini previdenziali. Come precisato in precedenza, onde evitare di partire con il 'piede sbagliato' è opportuno rivolgersi ad un professionista con competenze fiscali che sia in grado di comprendere il tipo di attività svolta per suggerire il codice ateco più corretto e l’inquadramento ai fini previdenziali più adeguato. Inoltre, con il professionista incaricato sarà necessario valutare in quale regime fiscale operare". "Molto spesso - osserva Gianluca Tirri - per chi inizia, il regime forfettario rappresenta una buona scelta, grazie ad una serie di semplificazioni dal punto di vista contabile e ad alcune agevolazioni fiscali. Tuttavia, è opportuno sapere che non tutti possono accedere a questo regime in quanto esistono dei requisiti molto stringenti per poter accedere che vanno opportunamente verificati in sede di apertura della partita iva. Inoltre, i requisiti per accedere a questo regime vanno anche monitorati nel corso degli anni per poter continuare ad operare nel tempo con questo regime fiscale agevolato. Tra questi requisiti quello più importante da rispettare è quello relativo al limite di ricavi e compensi annuo che un creator può generare in un anno di attività, che secondo le leggi in vigore attualmente è fissato ad 85.000 euro". "L'ultimo aspetto da considerare e da valutare con estrema attenzione - sottolinea - è relativo all’inquadramento previdenziale. In sostanza un creator che opera come lavoratore autonomo con partita iva sui redditi che produce pagherà delle imposte in base al regime fiscale in cui sceglierà di operare. Oltre a queste tasse però dovrà considerare anche i contributi che verserà per la futura pensione, che potranno essere di diversa natura e importo in base all’inquadramento previdenziale all’interno del quale ricadrà il creator. Per poter capire qual è l’inquadramento previdenziale più corretto è necessario comprendere in maniera puntuale come il creator svolge la propria attività e genera i relativi introiti". "Anche se spesso vengono confusi o sovrapposti, content creator e influencer - avverte - svolgono attività differenti che determinano diversi inquadramenti amministrativi, fiscali e contributivi. Le differenze sostanziali sono da ricondurre al modo in cui questi professionisti 'monetizzano' e dunque guadagnano dalla propria attività. I content creator tipicamente producono contenuti creativi e originali - come video, foto o testi - con l'obiettivo principale di intrattenere, informare o educare il pubblico. Il loro guadagno può provenire da diverse fonti, come la vendita di prodotti digitali o fisici, abbonamenti su nuove piattaforme come Patreon, advertising, collaborazioni con brand o piattaforme come YouTube, oppure vendendo corsi online. Il focus dei content creator è prevalentemente sulla generazione di guadagni che derivano dalla produzione di contenuti di valore e non solo dalle sponsorizzazioni. Gli influencer, d'altra parte, operano principalmente come promotori di prodotti e servizi per le aziende. Il focus degli influencer è più orientato alla promozione commerciale, sfruttando la loro visibilità sui social per creare partnership o sponsorizzazioni. Con questo 'schema' la monetizzazione si basa principalmente su sponsorizzazioni e partnership con brand e aziende attraverso post sponsorizzati, affiliazioni, codici sconto o campagne promozionali". "In base a come content creator e influencer guadagnano dalle rispettive attività - spiega - sarà possibile individuare il corretto inquadramento e profilo previdenziale, ad esempio libero professionista o commerciante, il codice ateco più adeguato in base al quale per chi opera in regime forfettario verranno determinati i cosiddetti coefficienti di redditività che impatteranno sull’ammontare delle imposte da pagare". "Dopo aver ben compreso - chiarisce Gianluca Tirri - che per svolgere l’attività di creator in maniera professionale e continuativa è necessario aprire una partita iva, per evitare problemi con il Fisco, i content creator e gli influencer devono prima di tutto agire in trasparenza e monitorare attentamente i propri ricavi, assicurandosi di dichiarare tutte le entrate, anche quelle derivanti da collaborazioni internazionali o da piattaforme estere. Inoltre, è essenziale che tengano traccia di qualsiasi forma di monetizzazione, dalle sponsorizzazioni dirette ai guadagni da piattaforme come YouTube o Onlyfans, per allineare la propria posizione fiscale alle normative italiane". "Quickfisco - precisa - offre un supporto specializzato per aiutare i creator e gli influencer ad operare in maniera corretta con la partita iva riducendo i rischi e fornendo a questi professionisti, molto spesso molto giovani, informazioni precise e puntuali oltre che strumenti adeguati per poter svolgere il proprio lavoro. Con l’aiuto dei nostri consulenti fiscali analizziamo attentamente il tipo di attività che viene svolta dal creator per scegliere il codice ateco e l’inquadramento fiscale e previdenziale più congrui. Una volta inquadrata correttamente l’attivitàci occupiamo di gestire tutti gli aspetti burocratici e fiscali relativi alla partita iva. Attraverso la nostra piattaforma digitale, accessibile sia da web che da app mobile, i creator che si affidano a noi possono avere sempre sotto controllo la propria situazione monitorando in tempo reale i propri ricavi oltre alle tasse e ai contributi da versare. Inoltre, per qualsiasi dubbio o richiesta di informazioni hanno a loro disposizione un consulente fiscale con esperienza nella gestione di quel tipo di professioni con cui potranno interagire senza alcuna limitazione attraverso diverse modalità di contatto". "Il caso Balocco - argomenta - ha portato l'attenzione pubblica e quella delle autorità di vigilanza competenti su alcune pratiche commerciali meno trasparenti del mondo degli influencer, spingendo verso un controllo più rigido delle attività promozionali condotte dagli influencer e creator in generale. Ad oggi la principale 'area grigia', se così può essere definita, riguarda soprattutto la regolamentazione della promozione commerciale e i meccanismi di affiliazione, per cui un influencer potrebbe, a tutti gli effetti, essere inquadrato come agente di commercio, in quanto a seguito di una recente sentenza del Tribunale di Roma, si ritiene che l’attività di influencer sia riconducibile a quella dell’agente di commercio. Questa interpretazione, se venisse confermata nel tempo, avrebbe delle conseguenze piuttosto nette, in quanto l’influencer che opererebbe alla stregua di un agente di commercio avrebbe l’obbligo di iscrizione all’Enasarco oltre che alla gestione commercianti Inps, configurando una doppia posizione contributiva". In generale, "ciò che è effettivamente ipotizzabile nel breve-medio termine, alla luce di quanto sta accadendo già nel corso degli ultimi mesi, è che il Fisco intensificherà i controlli in questo settore, con l’obiettivo di scovare presunti evasori, sia attraverso la cooperazione con altre istituzioni sia mediante l’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati per confrontare le dichiarazioni dei redditi con i guadagni effettivamente realizzati, specialmente in casi di evidente sproporzione tra introiti dichiarati e stile di vita. Sul fronte normativo, probabilmente vedremo leggi più specifiche per i creator e gli influencer, che definiranno meglio i loro obblighi fiscali e contributivi. Questo processo di regolamentazione sarà essenziale per fornire maggiore chiarezza e trasparenza a chi lavora in questo settore, che rappresenta una nuova frontiera dell’economia digitale".
(Adnkronos) - “Assieme a Conai abbiamo svolto un lavoro all’insegna dell’economia circolare, che ha visto la pubblicazione di 41 tesi di laurea, che fungono da portfolio per le aziende che lavorano in ambito della sostenibilità". Lo ha detto Claudia Brunori, direttrice del Dipartimento Enea per la sostenibilità, nel corso della presentazione del rapporto integrato di sostenibilità Conai 2024, che si è tenuto oggi a Roma. “Assieme a Conai - sottolinea Brunori - e in collaborazione con professori universitari, abbiamo svolto analisi su prodotti, sistemi di riciclo e il ciclo di vita dei rifiuti, tutti argomenti che riguardano la sostenibilità. Le tesi non riguardano solo l’innovazione tecnologica, ma anche il campo giuridico e sociale perché la sostenibilità ha bisogno anche di regolamentazione e informazione”. E conclude: “Il fatto che le università e gli studenti si siano interfacciati col mondo pubblico e privato in abito di sostenibilità è un traguardo importante. Proseguiremo con quella che è stata una cooperazione sinergica fra Conai, Enea e studenti, perché oltre a sensibilizzare può offrire la possibilità di ricoprire in futuro nuove professioni per i giovani che si approcciano a questo mondo”.