INFORMAZIONIBenedetto Habib |
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(Adnkronos) - Lando Norris conquista la pole position nel Gp di Monaco. Oggi, sabato 24 maggio, sull'iconico circuito cittadino di Montecarlo l'inglese della McLaren ha fatto segnare il giro più veloce, prendendosi anche il record della pista, in 1'09"954 precedendo la Ferrari di Charles Leclerc (1'10"063) e il compagno di squadra e leader del Mondiale Piloti Oscar Piastri (1'10"129). Quarto tempo per la seconda Rossa, quella dell'inglese Lewis Hamilton (1'10"382). 1 Lando Norris (McLaren) 2 Charles Leclerc (Ferrari) 3 Oscar Piastri (McLaren) 4 Lewis Hamilton (Ferrari) 5 Max Verstappen (Red Bull) 6 Isack Hadjar (Racing Bulls) 7 Fernando Alonso (Aston Martin) 8 Esteban Ocon (Haas) 9 Liam Lawson (Racing Bulls) 10 Alexander Albon (Williams) 11 Carlos Sainz (Williams) 12 Yuki Tsunoda (Red Bull) 13 Nico Hulkenberg (Sauber) 14 George Russell (Mercedes) 15 Kimi Antonelli (Mercedes) 16 Gabriel Bortoleto (Sauber) 17 Oliver Bearman (Haas) 18 Pierre Gasly (Alpine) 19 Lance Stroll (Aston Martin) 20 Franco Colapinto (Alpine)
(Adnkronos) - Il contesto geopolitico complesso, tra guerre e allarme dazi, non frena le imprese industriali italiane. Che sono resilienti, pronte a innovare, investire e aprirsi a nuovi mercati, cercando soluzioni alla produzione industriale in calo. E' il messaggio che lancia, in un'ampia intervista ad Adnkronos/Labitalia, Maria Anghileri, da novembre 2024 presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, alla vigilia dell'assemblea dell'associazione, in programma il prossimo 27 maggio a Bologna. Presidente Anghileri, quale il messaggio che lancerete come Confindustria in occasione dell'evento? "Si avvicina un appuntamento molto importante. Il presidente di Confindustria, Orsini, presenterà le richieste degli industriali italiani di fronte al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Noi giovani saremo presenti con una delegazione numerosa, saremo al fianco del presidente Orsini. Noi vogliamo sottolineare che la voglia di fare impresa in Italia c'è, gli imprenditori giovani hanno entusiasmo, hanno passione, hanno bisogno però di essere maggiormente supportati". Quale è oggi lo 'stato di salute' dell'industria italiana? "Noi stiamo vivendo sicuramente un momento complesso dato dal contesto geopolitico, da questa guerra mondiale a pezzi e anche dalla situazione economica creatasi, con primo fra tutti il problema energetico che incide particolarmente sulle nostre aziende. Questo ha portato ad avere 24 mesi di calo della produzione industriale. Le aziende nonostante questo contesto hanno però dimostrato la propria forza e la propria resilienza e questo lo vediamo in un dato positivo che è quello del Pil del primo trimestre, che seppur di 0,3% è comunque un dato positivo, soprattutto se confrontato con i nostri principali competitor, Francia, in linea, e Germania che ha fatto peggio di noi". (Video) A una situazione internazionale già difficile si è aggiunta la questione dazi Usa, con l'avvio dell'amministrazione Trump. Come ha influito finora sulle imprese italiane e come potrebbe influire se non si troveranno accordi? "L'incertezza è sicuramente negativa per tutte le imprese, non solo per quelle che esportano molto negli Stati Uniti. L'Italia è un grande Paese esportatore, 626 miliardi nel 2024 e gli Stati Uniti sono il nostro primo paese extraeuropeo per quanto concerne l'export. Quindi questi dazi prima annunciati, poi imposti e poi sospesi non hanno certamente fatto bene alle nostre imprese. E' fondamentale che l'Unione Europea unita tratti con gli Stati Uniti. Sicuramente la diversificazione" nell'export "è la strada da seguire. I nostri associati, tante imprese e anche come Confindustria siamo impegnati per promuovere nuovi mercati, il Mercosur, l'India. Non dobbiamo chiuderci, dobbiamo stare più aperti possibile". E all'interno dell'Ue "dobbiamo fare sinergia perché se anche i Paesi a noi vicini vanno bene si genera un effetto positivo per tutti". (Video) Nonostante la crisi della produzione industriale, l'occupazione cresce, anche se da parte dei sindacati si denunciano i bassi salari. Confindustria condivide questa tesi? "Prima di tutto il fatto che l'occupazione cresca è un fatto positivo. Poi dobbiamo dire che il problema dei bassi salari c'è, ma non possiamo generalizzare. E' infatti presente principalmente in alcuni settori, soprattutto nei servizi a basso valore aggiunto, nella pubblica amministrazione. Per quanto riguarda l'industria, noi abbiamo dimostrato che nei contratti maggiormente rappresentativi il salario è sopra la soglia del salario minimo dei 9 euro. Invitiamo i sindacati a lavorare insieme su questo". Venendo al tema delle competenze, vi soddisfano le misure messe in campo dal governo sulla formazione? "Sicuramente il Fondo Nuove Competenze l'abbiamo salutato con favore, sono più di 700 milioni dedicati a formare i collaboratori in digitalizzazione e intelligenza artificiale. Bisogna sicuramente fare di più, quello che noi chiediamo in particolare è una revisione dell'industria 5.0, della misura 5.0. Ci ci sono i fondi, 6,3 miliardi, purtroppo utilizzati solo il 10%. Penso che è un'occasione che non possiamo perdere. Le imprese non possono farlo da sole, abbiamo bisogno anche di un supporto delle istituzioni, soprattutto per agganciare la nuova rivoluzione industriale che stiamo vivendo, quella dell'intelligenza artificiale che richiede investimenti enormi che le aziende non possono sostenere da sole". Si avvicinano le date per i referendum su lavoro e cittadinanza, in programma l'8 e 9 giugno prossimi. Qual è la vostra posizione sui quesiti in merito al lavoro? "Noi, come ha ricordato anche il presidente Orsini, vediamo questo referendum sul Job Act come un tuffo nel passato, perché si parla di una riforma di più di dieci anni fa, e i dati dimostrano che quella paura sull'ondata di licenziamenti immotivati non c'è stata, ed anzi si è dimostrata che la flessibilità ha portato a un incremento dei contratti a tempo indeterminato". (Video) Gli ultimi dati parlano di bollette sempre più care per le imprese italiane. Come agire a vostro parere? "Noi parliamo spesso di competitività, ma come facciamo a essere competitivi quando paghiamo la bolletta energetica più alta d'Europa. Noi paghiamo più del 30% in più della Germania, quasi l'80% in più della Francia e il 70% in più della Spagna. E quindi quando guardiamo i dati positivi del Pil di questo trimestre, ricordiamoci che oltretutto sono fatti in un contesto dove siamo fortemente penalizzati a livello di bolletta energetica. Bisogna intervenire, bisogna intervenire subito anche perché sono quelle imprese che generano 626 miliardi di euro di export e che consentono alla nostra economia di sopravvivere. Come farlo? Sicuramente investendo di più su un mix energetico, quindi anche sul nucleare di nuova generazione, sicuro, che consenta la continuità energetica nelle nostre aziende, con il graduale disaccoppiamento gas e puntando anche sulle energie rinnovabili". (Video) Come l'intelligenza artificiale sta agendo sul mondo del lavoro e delle imprese? "L'intelligenza artificiale è la nuova rivoluzione industriale che stiamo vivendo e che viviamo tutti i giorni come cittadini e come imprese. Non possiamo fermarla, ma dobbiamo governarla. Non nasceranno imprese a guida autonoma, ma sicuramente le nostre imprese sono già fortemente impattate. Il treno dell'applicazione dell'intelligenza artificiale nelle nostre aziende non può e non deve essere perso". (Video) L'Istat ha certificato la 'fuga' all'estero di quasi 100mila giovani laureati all'estero negli ultimi dieci anni. Cosa fare per frenarla? "97.000 giovani laureati persi negli ultimi 10 anni non è più accettabile. Noi vogliamo riaffermare la libertà di restare o di tornare. Per far questo dobbiamo attrarre questi talenti investendo sicuramente sulla produttività. E per farlo è centrale l'innovazione". Cosa serve oggi alle giovani imprese per crescere e innovare? "Il primo problema per un'impresa giovane è l'accesso al credito, in un Paese dove il venture capital non è presente in modo significativo e dove il sistema bancario non supporta adeguatamente le imprese giovani. Bisogna ripensare a nuove forme di finanziamento magari incentivate per le imprese under 35 con meno burocrazia. Bisogna incentivare il venture capital, soprattutto a livello europeo. Bisogna superare la frammentazione. Una proposta concreta che c'è nella bussola di competitività europea è quella del 28° Stato". "Come negli Stati Uniti una pmi può operare con le stesse regole in tutti gli Stati Uniti, così anche in Europa noi vorremmo che fosse possibile per un'azienda operare con le stesse regole di diritto commerciale in tutti i 27 Stati". (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - Nel 2024 1.755.940 tonnellate di legno sono state avviate a riciclo, di cui il 45,69% è costituito da imballaggi. Il tasso complessivo di riciclo degli imballaggi è del 67,14%, rispetto all’immesso al consumo di oltre 3,4 milioni di tonnellate, e in crescita di 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente (l’obiettivo fissato dal nuovo Regolamento Imballaggi Ue -Ppwr è del 30% al 2030). Questi i principali risultati che emergono dalla Relazione sulla gestione dell’attività svolta da Rilegno nel 2024 approvata dall’Assemblea annuale tenutasi a Cesenatico, dove il Consorzio ha la sua sede operativa. Tra le voci più rilevanti spicca quella relativa alla rigenerazione dei pallet, un asset ormai centrale della filiera: oltre 945mila tonnellate di pallet recuperati, equivalenti a più di 70 milioni di unità reimmesse in circolazione. A livello territoriale, nel riutilizzo, è la Lombardia a primeggiare con 300.996 tonnellate (il 32% del totale), seguita dall’Emilia Romagna con 125.758 t e dal Piemonte con 117.376 t. L’Assemblea ha, inoltre, rinnovato il Consiglio di Amministrazione che a sua volta ha confermato Nicola Semeraro alla presidenza per il prossimo triennio. Rilegno garantisce in tutta Italia il riciclo e il recupero degli imballaggi di legno e gestisce una filiera che si basa su 1.949 consorziati, 394 piattaforme di raccolta capillarmente diffuse sul territorio e 16 impianti di riciclo. Nel 2024 il sistema ha gestito quasi 1,76 milioni di tonnellate di rifiuti tracciati e avviati a recupero, realizzando oltre 95mila viaggi documentati, con un incremento dei flussi soprattutto nel Centro-sud Italia. La maggiore distanza dagli impianti di riciclo (concentrati principalmente al Nord) ha inciso sui costi - fa notare il Consorzio - che Rilegno ha comunque fronteggiato attraverso una pianificazione strategica, mantenendo invariati i contributi economici riconosciuti agli operatori del recupero. “Anche nel 2024 Rilegno ha fatto segnare risultati significativi nella gestione sostenibile di una delle filiere più strategiche dell’economia circolare italiana. Il rapporto annuale, che riassume le informazioni e attività del consorzio approvate oggi in Assemblea, fotografa un sistema in piena salute, capace di coniugare innovazione logistica, tracciabilità e visione ambientale - commenta Nicola Semeraro - Questi numeri confermano il valore ambientale e industriale della nostra attività. Ogni tonnellata di legno riciclato significa minori emissioni, risparmio di risorse e sostegno a una filiera che unisce imprese, istituzioni e cittadini nella sfida della sostenibilità”. “Attraverso attività di tracciabilità, controlli merceologici, progetti educativi, eventi pubblici e campagne di comunicazione, Rilegno promuove ogni giorno una cultura del recupero che ha al centro il legno come risorsa e non come rifiuto. Il 2024 ha visto, inoltre, l’avvio del dialogo con il Ministero dell’Ambiente per l’estensione sperimentale delle attività consortili al riciclo di manufatti legnosi diversi dagli imballaggi, in settori chiave come l’edilizia e la grande distribuzione. Una prospettiva che conferma Rilegno come punto di riferimento per una gestione avanzata e circolare del legno in Italia e in Europa”, conclude Semeraro.