INFORMAZIONIENPAM - Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri Fondazioni, No profit Civili ed Umanitarie Ruolo: Direttore Affari Istituzionali, Legislativi e Legali Area: Legal Management Antonio Abbate |
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(Adnkronos) - Era il 13 novembre 2015 quando Parigi si trasformò in teatro di terrore: in poche ore, una serie di attacchi coordinati islamisti provocò la morte di 132 persone - tra loro l'italiana Valeria Solesin - e il ferimento di altre 350. Tutto iniziò verso le 20:45 allo Stade de France, a Saint-Denis, pochi minuti prima della partita amichevole Francia-Germania. Qui un primo commando, guidato da Salah Abdeslam, mente dell'operazione, oggi in carcere, arriva nei pressi dello stadio dove lascia tre terroristi sul posto prima di ripartire. Alle 21 il fischio di inizio della partita. Uno dei terroristi si siede sulla terrazza esterna di un ristorante attiguo allo stadio. Alle 21.16 aziona la cintura esplosiva che indossa. Dentro lo stadio, i circa 80mila spettatori e i giocatori sentono una forte esplosione, ma la partita prosegue. Molti pensano ad un petardo. All'esterno, la deflagrazione ha ucciso una persona e ne ha ferite altre tre. La seconda detonazione instilla il dubbio. Patrice Evra, che ha la palla, guarda verso gli spalti, preoccupato. Ma il terzino sinistro dei Bleus continua a giocare. Sono da poco passate le 21.20, un secondo terrorista si è fatto esplodere davanti a uno dei cancelli dello stadio. Ha ferito diverse persone, una delle quali gravemente. Poco dopo, i media cominciano a trasmettere le notizie delle sparatorie in corso sulle terrazze dei bar e ristoranti del 10° e 11° arrondissement. Allo stadio c'è anche il presidente François Hollande. Grande appassionato di calcio, è completamente assorbito dalla partita quando avviene la prima detonazione. "Non vogliamo credere che sia il segno di un attacco in corso" e l'episodio viene attribuito ai tifosi raccolti fuori dallo stadio, racconterà molti anni dopo allo youtuber Gaspard G.. "Ma quando sentiamo una seconda detonazione pochi minuti più tardi, non c'è più alcun dubbio". Intorno al trentesimo minuto di gioco, il capo del servizio di sicurezza presidenziale informa Hollande che fuori dallo stadio c'è un morto, forse anche due. François Hollande aspetta fino all'intervallo e poi raggiunge il quartier generale della sicurezza per vedere le immagini dell'esterno dello stadio, dove regna il caos. Allo stesso tempo, viene informato di un altro attacco, che ha preso di mira le terrazze dei caffè dentro Parigi. Il bilancio delle vittime continua a salire di minuto in minuto. "Ho fatto venire il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, allo Stade de France e ho chiesto a Manuel Valls (allora primo ministro) di preparare tutte le decisioni necessarie prima che potessi raggiungerlo al ministero dell'Interno". "Poi ho preso la decisione di non interrompere la partita", ha continuato. Ogni cosa viene fatta per mantenere la folla seduta e per far continuare il gioco. Il collegamento Internet funziona male, spettatori e giocatori rimarranno disconnessi dal mondo fino al fischio finale. Il capo dello Stato torna alla tribuna presidenziale e informa l'allora ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier e il presidente dell'Assemblea nazionale Claude Bartolone, anch'essi presenti alla partita, chiedendo loro di rimanere ai loro posti per evitare che il pubblico sospetti qualcosa di grave e cerchi di lasciare lo stadio esponendosi a potenziali altri pericoli. Pochi minuti dopo l'attacco allo Stade de France, la prima sparatoria dentro Parigi nei pressi di due ristoranti Le Carillon, in Rue Alibert, e Le Petit Cambodge, in Rue Bichat. Quattro terroristi (Abdelhamid Abaaoud, Chakib Akrouh, Brahim Abdeslam e probabilmente suo fratello minore Salah Abdeslam) a bordo di un'auto sparano con i loro AK-47 esplodendo circa 100 proiettili, inneggiando alla Siria e all'Iraq. Provocano 13 morti e 10 feriti gravi. Poco più tardi, una seconda sparatoria, nei pressi del Café Bonne Bière e della pizzeria Casa Nostra, in Rue de la Fontaine au Roi. Questa sparatoria provoca 5 morti e 8 feriti; la terza sparatoria, davanti al ristorante La Belle Équipe, in rue de Charonne, nell'XI arrondissement, fa 21 morti e 9 feriti. Infine, poco prima delle 22, tre terroristi irrompono nel Bataclan, dove è in corso il concerto del gruppo rock statunitense Eagles of Death Metal, sparando contro la folla. Sono arrivati equipaggiati di zaini porta-caricatori, AK-47, di un fucile a pompa, alcune bombe a mano e cinture esplosive. L'assedio si concluderà dopo l'irruzione delle forze speciali. I morti dell'attacco sono 90. Il presidente Hollande, appare in diretta TV e dichiara ufficialmente in un discorso lo stato di emergenza in tutto il paese e la temporanea chiusura delle frontiere.
(Adnkronos) - "Con l’Anci e con i Sindaci italiani stiamo portando l’INPS dove oggi non è presente. L’accordo siglato a settembre prevede l’attivazione fino a 4.500 Punti Utente Evoluti nei Comuni privi di sportello, per garantire ai cittadini l’accesso diretto ai servizi dell’Istituto anche nei territori più lontani". Lo ha dichiarato il Presidente dell’Inps, Gabriele Fava, intervenendo all’Assemblea Anci di Bologna, intitolata “Insieme per il bene comune”. "I Punti Utente Evoluti – ha spiegato Fava – sono sportelli telematici attivati presso i municipi, con personale locale formato dall’Inps. Consentiranno di gestire in modo guidato le principali prestazioni e certificazioni, dall’Assegno Unico alle pensioni, dalla Naspi ai servizi per la famiglia. L’obiettivo è ridurre le distanze, assicurando la stessa qualità del servizio pubblico, indipendentemente da dove si viva". "Lì dove le fragilità sociali sono più alte, l’Inps deve essere presente. E non soltanto presente: deve essere il primo ad arrivare. Questo è il significato operativo del welfare di prossimità che stiamo costruendo insieme ai Comuni – una rete di collaborazione istituzionale che unisce innovazione, responsabilità e servizio al Paese", sottolinea.
(Adnkronos) - Anche quest’anno Penny Italia rinnova il proprio impegno accanto a Banco Alimentare, partecipando attivamente alla Giornata nazionale della colletta alimentare, in programma sabato 15 novembre in tutti i suoi negozi. Un gesto concreto che unisce clienti, volontari e collaboratori in una rete solidale a sostegno delle persone in difficoltà. Durante la giornata sarà possibile donare alimenti non deperibili direttamente ai volontari presenti nei punti vendita, che li raccoglieranno per distribuirli, attraverso le strutture caritative locali, a chi ne ha più bisogno. Tra i prodotti consigliati: verdure in scatola, carne e tonno in scatola, passata di pomodoro, olio, latte in polvere e omogeneizzati per l’infanzia. La collaborazione tra Penny e Banco Alimentare dura da oltre 15 anni e si inserisce nel più ampio percorso di responsabilità sociale dell’insegna, #Viviamosostenibile, che promuove azioni concrete contro lo spreco alimentare e a favore delle comunità locali. Solo nel 2024, grazie alla generosità dei clienti e all’impegno dei volontari, sono stati raccolti oltre 180.000 kg di alimenti. “Essere parte attiva di questa iniziativa significa dare valore al nostro ruolo nella società", dichiara Marcello Caldarella, Corporate communications manager Penny Italia. "Ogni punto vendita diventa un luogo di incontro e solidarietà, dove il gesto di ciascuno può fare la differenza. Con il nostro percorso #Viviamosostenibile ci impegniamo ogni giorno a lavorare in modo responsabile sui prodotti, per l’ambiente e per le persone", conclude.