(Adnkronos) - Obiettivo ottavi di finale di Champions League per il Milan. I rossoneri sono attesi dall'ultima giornata della prima fase di Champions League, dove sono attesi dalla trasferta in Croazia contro la Dinamo Zagabria . La squadra di Conceicao, reduce dalla vittoria europea con il Girona e da quella di campionato contro il Parma, si trova al momento al sesto posto in classifica con 15 punti. E se la qualificazione ai playoff è già matematica, il Milan coltiva anche buone speranze di chiudere tra le prime otto, volando così direttamente agli ottavi di finale. Per festeggiare gli ottavi di finale al Milan servirà sicuramente una vittoria, ma potrebbe bastare anche un punto contro la Dinamo Zagabria. I rossoneri sarebbero infatti certamente qualificati tra le prime otto in caso di successo, mentre qualora dovessero pareggiare bisognerebbe guardare i risultati delle altre squadre e anche, in caso di arrivo a pari punti, la differenza reti, con la squadra di Conceicao che al momento può contare su un saldo +4.
(Adnkronos) - L’Inps nel 2023 ha pagato all’estero complessivamente oltre 310.000 pensioni, per un importo di circa 1,6 miliardi di euro, verso 160 Paesi. Si trova nelle parole di apertura del presidente dell’Inps, l’avvocato Gabriele Fava, il cuore del convegno, organizzato dall’Istituto nazionale della Previdenza sociale insieme alla Fondazione Migrantes, dal titolo '@Migrazione da fenomeno sociale a fattore identitario', che si è svolto oggi, a Roma, presso Palazzo Wedekind. Fava ha sottolineato come il tema dell’emigrazione “non possa e non debba essere analizzato solo mediante statistiche e dati numerici, perché dietro ci sono scelte personali. L’obiettivo prioritario, per l’Inps, è di consentire al lavoratore migrante di affrontare con serenità il trasferimento e l’inizio di una nuova attività lavorativa, tutela fondamentale per rendere effettivo il diritto alla libera circolazione dei lavoratori”. Sull’immigrazione, il presidente Fava ha aggiunto che “è possibile ed auspicabile un'integrazione qualificata. Quindi, laddove oggi registriamo una richiesta o un fabbisogno del tessuto produttivo, se manca manodopera qualificata, la andiamo a intercettare e a integrare nel tessuto produttivo, in modo chiaro e regolare”. A chi stiamo pagando le pensioni? Ci sono i pensionati Inps che decidono di emigrare all’estero. Ve ne sono due tipologie: i pensionati italiani di cui si è molto parlato (sempre più specialisti, e sempre più donne, ma il cui trend rispetto al 2019 è oggi negativo: -24%); e i pensionati stranieri, che fanno rientro nei Paesi di origine, che rispetto al 2019 segnano un incremento del 25%. E poi ci sono gli italiani che hanno deciso di restare da pensionati nei paesi che li hanno ospitati come lavoratori. Chi emigra oggi? E chi rientra? Come emerge dall’ultimo 'Rapporto Italiani nel mondo' della Fondazione Migrantes, l’unica Italia giovane, dinamica e in crescita, è quella che mette radici fuori dei confini nazionali. Dal 2006 a oggi la crescita della presenza italiana all’estero è raddoppiata. Il 45% della emigrazione 'per espatrio' vede protagonisti giovani e giovani adulti tra i 18 e i 34 anni e il 23% di adulti dai 35 ai 49 anni. Dal 2006 la presenza all’estero delle donne italiane, in particolare, è più che raddoppiata (+106%). Ma il numero dei rientri non riequilibra le uscite. Tra coloro che sono rientrati, da più o meno tempo, e che continuano a rientrare, ci sono anche i pensionati grazie ai quali l’Italia riceve una sorta di 'rimborso postumo' dai Paesi in cui questi suoi cittadini sono andati a vivere e lavorare per anni. La Svizzera, ad esempio, paga in Italia circa 2 miliardi di euro all’anno che corrispondono a circa 300 mila pensioni, un numero quasi uguale a quello del totale delle pensioni attualmente pagate dall’Italia in 160 paesi del mondo. La nuova Italia già esiste, ma chiede un patto intergenerazionale. Per la Fondazione Migrantes, i dati previdenziali dell’Inps confermano due evidenze emerse già dal proprio lavoro di ricerca e accompagnamento pastorale: che le migrazioni non sono perdita, ma guadagno a vari livelli; e che emerge la necessità di un 'patto con i giovani' per una nuova Italia in cui ci sia più attenzione per le fragilità sistemiche e maggior impegno al loro superamento per poter scegliere e non essere costretti a emigrare.
(Adnkronos) - L'olio di palma sostenibile coniuga innovazione tecnologica, qualità, sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale e sociale. E' quanto emerso dal talk 'Olio di palma sostenibile: oltre i falsi miti, la soluzione che garantisce qualità, sicurezza e rispetto per le foreste e le persone', organizzato da Assitol e Unione Italiana per l’Olio di palma sostenibile al Sigep di Rimini, il Salone Internazionale Gelateria, Pasticceria, Panificazione artigianali. “Purtroppo c'è più di un falso mito sull'olio di palma ma sono tutti facilmente smantellabili - spiega Vincenzo Tapella, presidente dell'Unione italiana per l'olio di palma sostenibile - Il primo riguarda l'olio di palma certificato sostenibile che in realtà proviene da zone non deforestate. Quindi dire che l'olio di palma distrugge le foreste, attualmente è un errore. Un altro falso mito riguarda la sicurezza, secondo cui nell'olio di palma sarebbero presenti contaminanti. Non è vero, in quanto esiste una legislazione comunitaria che fissa dei limiti per tutti gli oli e grassi, per cui l'olio di palma che è in circolazione deve rispettare questi parametri. Altri discorsi sono smontabili”. In più una delle caratteristiche principali di questo olio, secondo gli esperti, è la resa per ettaro, molto superiore alle altre colture da olio. "Pensando al futuro - continua Tapella - siamo 8 miliardi di persone sulla Terra, dovremmo arrivare a 10 miliardi nei prossimi anni, per cui ci saranno nuove bocche da sfamare. L'olio di palma, grazie alla sua resa di quasi 4 tonnellate per ettaro, può permettere di non aumentare le aree deforestate, lavorando sull'incremento della resa”. Giorgio Donegani, tecnologo alimentare ed esperto di nutrizione intervenuto al talk, ricorda come "la campagna di demonizzazione contro l'olio di palma abbia avuto successo non per le verità che andava a raccontare ma per il tono con cui andava a proporre delle mezze verità, delle falsità oggettive, facendo leva su paure, anche molto forti, riguardanti la salute e la qualità del prodotto". “L'olio di palma è talmente versatile - prosegue l'esperto per cui le sue frazioni si possono utilizzare sia per realizzare ottime creme sia per prodotti da forno. Purtroppo uno degli esiti di questa demonizzazione, che ha portato a una diminuzione molto forte dell'olio di palma nell'uso industriale, è stata una minor durabilità e qualità dei prodotti senza alcun guadagno, né nutrizionale né dal punto di vista della sicurezza", conclude. Andrea Carrassi, direttore generale di Assitol (Associazione italiana industria olearia), tra i fondatori dell’Unione Italiana per l’olio di palma sostenibile, sottolinea il ruolo della sostenibilità dei prodotti oleari impiegati dall'industria nel nostro Paese. “Come associazione spingiamo molto sulla sostenibilità dei prodotti, sia l'olio di palma ma anche tutti gli altri oli e grassi, perché fanno bene anche all'ambiente oltre che ai consumatori. I nostri prodotti sono principalmente sostenibili perché crediamo in un miglioramento ambientale che è il trend che segue la Commissione europea ed è necessario continuare così. La legislazione Europea per fortuna è molto forte, in Italia ci sono numerosi controlli che permettono di vedere se il prodotto è 'compliant' con la normativa vigente e quindi il consumatore può stare sereno”, conclude Carrassi.