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      (Adnkronos) - Si è conclusa oggi, a Milano, negli spazi di Pirelli HangarBicocca, la seconda edizione degli Stati generali della Space economy 2025, rassegna nazionale promossa dall’Intergruppo parlamentare per la Space economy (Ipse) che ha riunito per tre giorni rappresentanti di istituzioni, industria, università, ricerca e finanza in un confronto articolato e fattivo su diplomazia, intelligenza artificiale e sviluppo economico, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo strategico dell’Italia nel comparto spaziale e consolidare la posizione del Paese tra i protagonisti europei della nuova economia dello spazio. Nel corso della giornata conclusiva, i lavori pomeridiani sono stati introdotti dalla lettura di una lettera del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, indirizzata al presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Space economy, Andrea Mascaretti. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy e autorità delegata per le Politiche spaziali e aerospaziali, Adolfo Urso, ha dichiarato: "L’Italia è ormai protagonista della Space economy. Cresciamo più rapidamente di altri grandi Paesi Ue e alla prossima ministeriale Esa di Brema saremo al fianco della Germania come leader dei principali programmi spaziali europei. Lo spazio oggi unisce sempre più il Paese come nessun altro settore. Le quattro space factory dislocate da Nord a Sud, realizzate grazie alle risorse del Pnrr, evidenziano non solo che l’Italia sa investire con visione strategica nei settori chiave, generando sviluppo e occupazione qualificata, ma risaltano anche la forza delle nostre tecnologie". Proprio agli Stati generali sullo spazio, promossi dall’Intergruppo parlamentare per la Space economy, ha aggiunto Urso, "ho ribadito come abbiamo grandi imprese e competenze di eccellenza che ci permettono di guardare al futuro con ambizione. L’accordo tra Leonardo, Thales e Airbus segna la nascita di un vero campione europeo, in grado di competere a livello globale con gli attori americani e asiatici e di garantire l’autonomia strategica del continente nello spazio, esempio e modello di una assertiva politica industriale. Accanto ai grandi protagonisti industriali ora dobbiamo rafforzare il tessuto delle piccole e medie imprese e delle startup che animano i quindici distretti spaziali italiani: sono loro la linfa dell’innovazione, il motore della crescita e della competitività del nostro Paese nella nuova economia dello spazio". Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un videomessaggio di saluto che ha chiuso i lavori mattutini, ha dichiarato: "Viviamo una fase storica senza precedenti con scenari impensabili fino a pochi anni fa. Sono oltre 50 conflitti attivi nel mondo e in questo contesto anche lo spazio è ormai un dominio critico di competizione e minacce. Le infrastrutture spaziali sono la spina dorsale dei servizi essenziali, e per questo diventano obiettivi di alto valore militare. Ma per operare nello spazio serve una condizione: essere in grado di accedervi. Nel 2024 gli Stati uniti hanno effettuato 158 lanci, la Cina 68, l’Europa soltanto 3: un dato che impone una profonda riflessione sulla nostra autonomia strategica. Si rende quindi necessario sviluppare sistemi rispondenti ai requisiti della difesa e utilizzabili in ottica duale, così da proteggere il Paese e migliorare la qualità dei servizi per tutti". "Space economy e difesa -ha aggiunto- sono inestricabilmente connesse: occorre sostenere l’interazione tra ricerca, industria e difesa per rafforzare la competitività e la resilienza del sistema Paese. Gli Stati Generali della Space Economy rappresentano un’opportunità significativa per fertilizzare questa dinamica, dove idee, competenze e responsabilità si incontrano per costruire un futuro più sicuro e fruibile per tutti". "Sono molto soddisfatto dei risultati di questa edizione degli Stati Generali della Space Economy -ha affermato il presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Space economy, Andrea Mascaretti- perché tutti i protagonisti dell’ecosistema dello spazio e moltissimi rappresentanti del mondo dell’economia, della finanza, della ricerca, della formazione e dell’industria, oltre alle istituzioni, si sono riuniti qui per confrontarsi e tracciare la via italiana allo spazio. Una via in cui è indispensabile la visione, ma soprattutto fare sistema e adeguare continuamente la rotta del Paese in un settore in cui tutto cambia costantemente e con grande velocità". Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale Italia (Asi), nel suo intervento ha dichiarato: "La Space economy è oggi uno dei motori più dinamici dell’innovazione e della crescita a livello globale. Per l’Italia è fondamentale saper cogliere le sfide che questo scenario presenta e tradurle in risultati concreti". L'Agenzia spaziale italiana "contribuisce con determinazione all’attuazione degli indirizzi di politica spaziale e aerospaziale del governo, lavorando per consolidare il ruolo del nostro Paese in tutti i domini dello spazio". La Space economy rappresenta "una componente essenziale del nostro futuro, non solo in termini di sviluppo tecnologico, ma anche per la crescita economica e occupazionale che potrà generare nei prossimi anni. Il nostro Paese è solidamente posizionato nel settore, grazie alla qualità della ricerca, alla competitività industriale e alla capacità di collaborazione tra istituzioni, imprese e mondo accademico". In questa prospettiva, ha aggiunto, "la prossima riunione ministeriale dell'Agenzia spaziale europea di Brema sarà un appuntamento di grande rilevanza, nel corso del quale verranno definiti i programmi futuri per lo spazio europeo, orientati al conseguimento della sovranità tecnologica, della sicurezza, della resilienza e al progresso del nostro pianeta e dei cittadini europei. L'Asi, di concerto con il comitato interministeriale per le politiche relative allo Spazio e alla Ricerca aerospaziale, le altre amministrazioni e l’autorità delegata, continuerà a contribuire con impegno e visione a questo percorso comune". Il percorso ha preso il via il 27 ottobre a Roma, presso la Farnesina, con il tavolo dedicato alla Diplomazia dello Spazio e alla cooperazione internazionale per la crescita del settore, evidenziando il ruolo centrale dell’Italia nelle alleanze globali e nella definizione delle politiche industriali europee. La seconda giornata, il 30 ottobre a Torino, ha affrontato il tema dell’Intelligenza artificiale per la Space economy, mettendo al centro l’innovazione digitale, l’automazione e i big data come fattori chiave per la competitività del comparto e per la sicurezza delle infrastrutture orbitali e terrestri. La giornata conclusiva di Milano è stata interamente dedicata ai temi dell'impresa, della finanza, della sostenibilità e della ricerca applicata allo spazio. Nel corso della mattinata, esperti del settore e rappresentanti di istituzioni nazionali e locali, università, grandi imprese e startup hanno lavorato in una serie di tavoli di confronto strategico. I lavori hanno attraversato l’intero ecosistema della space economy, esplorando un ampio ventaglio di questioni centrali per lo sviluppo futuro del settore italiano ed europeo. Un primo approfondimento ha riguardato i processi normativi in Europa e in Italia, tema che ha unito gli argomenti connessi al contesto regolatorio europeo e alla nuova legge nazionale sullo spazio, toccando l’evoluzione dello 'Space Act Ue', la definizione di standard condivisi e il completamento del quadro legislativo nazionale, elementi determinanti per favorire l’ingresso di nuovi operatori di mercato e consolidare la competitività industriale del nostro Paese. Un secondo filone si è concentrato sugli investimenti e i modelli di finanziamento, approfondendo l’accesso al capitale e il coinvolgimento della finanza in un settore in forte espansione, caratterizzato dall’ingresso crescente di attori privati e dall’emergere di sinergie tra mondo produttivo, venture capital e istituzioni. Il confronto ha evidenziato come la disponibilità di strumenti finanziari adeguati e di partnership innovative sia essenziale per sostenere la crescita del comparto nei prossimi anni. Si è discusso poi del capitale umano, delle competenze e della formazione avanzata necessarie a sostenere l’innovazione industriale, nonché delle strategie per stimolare la partecipazione femminile e ridurre il mismatch tra domanda di professionisti altamente specializzati e offerta formativa. Una particolare attenzione è stata dedicata alla valorizzazione delle nuove generazioni, protagoniste del futuro della space economy. Ampio spazio è stato riservato alle opportunità per le imprese no-space e allo sviluppo di un partenariato pubblico-privato che favorisca la circolazione dell’innovazione e l’adozione di soluzioni satellitari nei settori dell’agricoltura, della mobilità, della sanità digitale, delle telecomunicazioni e dei servizi pubblici essenziali. Temi che trovano forte riscontro nello scenario mondiale delineato dalle aziende e dagli investitori attivi nella new space economy. Non sono mancati approfondimenti dedicati agli aspetti securitari del dominio spaziale, con riferimento alla cybersecurity orbitale e terrestre, alla protezione delle infrastrutture critiche e alle nuove sfide strategiche legate al militarization of space. Il dibattito ha confermato come la sicurezza dello spazio sia oggi un elemento imprescindibile della competitività economica e della sovranità nazionale. Nel quadro della rassegna, è stato infine analizzato il ruolo dei territori e dei distretti tecnologici regionali, veri motori di innovazione e competitività per la filiera aerospaziale, e il contributo delle startup ad alta intensità tecnologica, nuove protagoniste di un mercato in piena trasformazione. La conclusione dei lavori è stata affidata, nel pomeriggio, all’assemblea plenaria: un momento di confronto condiviso, aperto a tutte le componenti del sistema Paese dello spazio, finalizzato a raccogliere gli indirizzi strategici emersi nelle sessioni tematiche e a definire una visione comune di lungo periodo per il comparto. La plenaria ha rappresentato il punto di sintesi di un percorso che, nella scia della prima edizione, intende tradurre proposte e idee in azioni concrete per la crescita del settore. Nel corso della giornata sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, del mondo accademico e dell’industria, ribadendo la necessità di continuare a investire in ricerca, innovazione, capitale umano e competitività per mantenere e rafforzare la leadership dell’Italia nello scenario internazionale. Gli Stati generali della Space economy 2025 sono realizzati in collaborazione con Inrete, PwC Italia, See Lab Sda Bocconi e Asi, con il supporto di Regione Lazio, Regione Lombardia, Regione Piemonte, Politecnico di Milano, Confindustria, Assolombarda, Aiad, Asas, Apas, e con il sostegno delle aziende sponsor Amazon, Argotec, Cassa depositi e prestiti, Fondazione fiera Milano, Leonardo, PwC Italia, Rina, Telespazio, Thales Alenia Space Italia e Zoppas Industries, che affiancano Ipse nella promozione e nel consolidamento della leadership italiana nella new space economy, e con la collaborazione dei media partner Fortune Italia, Adnkronos e AirPress. "Gli Stati generali della Space economy -afferma Massimo Claudio Comparini, managing director della divisione Spazio di Leonardo- rappresentano un momento fondamentale per riflettere sullo stato delle attività spaziali in Italia e sul ruolo del nostro Paese nel contesto europeo e internazionale. Leonardo considera lo spazio uno dei pilastri del proprio piano industriale e un motore di innovazione e competitività per l’intero sistema nazionale, attraverso le proprie partecipate Telespazio, Thales Alenia Space, e-Geos e Altec, e con il coinvolgimento della filiera nazionale, ricca oggi di piccole e medie imprese e start up ad alto tasso di innovazione. Il supporto delle istituzioni al dominio spaziale e l'importanza dell'ecosistema nazionale chiamano Leonardo alla responsabilità di consolidare il proprio ruolo di leader nel settore spaziale europeo, contribuendo a rafforzare la posizione dell’Italia a livello internazionale". "L’Italia -sottolinea Alessandro Grandinetti, partner di PwC Italia e Clients & Markets Leader- è entrata con decisione nella nuova stagione dell’industria aerospaziale. Nel 2024 le startup italiane del settore hanno raccolto circa 170 milioni di dollari e sempre più aziende ‘non spaziali’ riconoscono lo spazio come una leva strategica su cui investire e approfondire". Lo spazio, rimarca Simonetta Di Pippo, direttrice Space economy evolution Lab Sda Bocconi school of management- evolve più in fretta dei modelli finanziari che dovrebbero sostenerlo. Servono capitali pazienti, visione strategica e strumenti adatti a sfide di lungo periodo. Il SeeLab di Sda Bocconi guarda alle evoluzioni della space economy cercando anche di promuovere un ecosistema finanziario che riconosca lo spazio come asset strategico per la competitività del Paese e la sicurezza. Gli Stati generali della Space economy, ai quali abbiamo contribuito sin dalla prima edizione, costituiscono la sede naturale dove dibattere i temi del futuro dello spazio in Italia, anche guardando ad una finanza più allineata al futuro del settore". "Accompagnare questo percorso -conclude l'amministratore delegato di Inrete, Simone Dattoli- significa favorire la nascita di nuove sinergie tra pubblico e privato, valorizzando le competenze e le eccellenze italiane che stanno contribuendo a scrivere il futuro dello spazio".
 
      (Adnkronos) - Una buona idea e un pitch accattivante non bastano più per attrarre investimenti. In un ecosistema sempre più competitivo, oggi gli investitori richiedono soprattutto preparazione, tenacia e trasparenza. A sostenerlo è Nova Ventures, il polo italiano composto da oltre 1000 piccoli investitori raccolti negli anni, che punta su startup in fase pre-seed con un approccio selettivo e quasi chirurgico: al centro, le persone. Ma non tutte. "Troppi founder pensano che basti raccogliere qualche decina di migliaia di euro per considerarsi imprenditori. Non è così. E' necessario prima di tutto saper gestire quel denaro, ma anche coltivare e mantenere vivo il legame con chi ha creduto in te. Purtroppo, l’amara verità è che tanti, una volta chiuso il primo round, spariscono letteralmente dai radar", racconta Lorenzo Ferrara, ceo di Nova Ventures. "Fortunatamente - sottolinea - nella nostra storia di oltre 50 investimenti, abbiamo avuto un solo caso simile perché siamo molto selettivi nella scelta delle startup, ma so che questo comportamento è diffuso e, oltre a minare la fiducia degli investitori, rovina la credibilità di un intero ecosistema". Il messaggio è chiaro: serve una nuova generazione di imprenditori in grado di far crescere il Paese con tenacia, preparazione e onestà. Nova Ventures nasce proprio per rispondere a questa esigenza: selezionare, formare e accompagnare solo quelle startup che dimostrano da subito una maturità imprenditoriale reale. "Non ci serve - avverte Ferrara - l’ennesima idea brillante: cerchiamo founder capaci di costruire una macchina operativa che funzioni, anche prima di avere il prodotto sul mercato". "A volte - fa notare - capita che le startup si trovino in difficoltà. Non c’è nulla di cui vergognarsi, fa parte del gioco. Ma nascondersi non è mai la risposta. Abbiamo già affrontato situazioni in cui un confronto tempestivo con i founder ha permesso di salvare realtà promettenti. In questi casi, gli investitori possono rappresentare una risorsa, un aiuto concreto nelle emergenze. Avere una base di oltre 1000 soci ci consente di attivare rapidamente una massa critica attenta e motivata a tutelare la startup e il proprio investimento". Il portfolio attuale di Nova Ventures è la dimostrazione di questa filosofia: oltre 20 startup nate con una visione solida e strutturata, capaci di parlare con i numeri già nei primi mesi e costruire fiducia giorno per giorno. Non promesse, ma progressi. Vale la pena ricordare che in 10 anni di attività, i fondatori di Nova Ventures (Seed Money e Open Seed) hanno collezionato anche diverse exit come Premoneo, Corobotics, CleanBnB, Genuino, Gasgas, Fitprime, Cupsolidale e altri, dando prova di grande lungimiranza e capacità di scelta. Secondo Tommaso Baldissera Pacchetti, founder e ceo di Crowdfundme, "uno dei problemi che ultimamente ha segnato l’ecosistema italiano è stato proprio la scarsa accountability. In Italia abbiamo investitori insoddisfatti perché troppi founder hanno dimostrato poco senso di responsabilità. Come piattaforma di crowdfunding, da sempre facciamo sottoscrivere alle aziende in raccolta un documento in cui si impegnano a inviare aggiornamenti trimestrali a tutti gli investitori. Siamo molto intransigenti su questo punto perché onestà, trasparenza e puntualità nelle comunicazioni sono alla base di un patto reciproco di fiducia. Oggi, chi vuole fondare una startup deve partire con lo stesso rigore con cui si gestisce una società quotata, nel pieno rispetto di chi ti ha dato fiducia e capitali". L’obiettivo di Nova Ventures è contribuire alla crescita di un nuovo modello di founder: preparato, credibile, etico. "Puntiamo- afferma Ferrara - su founder con caratteristiche precise: sognatori sì, ma anche professionisti dell’innovazione. Perché l’intuizione non basta, bisogna studiare. I founder che vogliono crescere e giocare in mercati internazionali devono partire con la freddezza di un analista e la determinazione di un maratoneta. L’epoca dei pitch pieni di buzzword e delle exit sognate al primo anno è finita. Il mercato premia chi ha i piedi per terra, la testa lucida e la capacità di meritarsi ogni centesimo raccolto. Sono queste le regole del gioco". Per sostenere l’innovazione italiana e puntare su startup che hanno questi requisiti, Nova Ventures ha in corso una campagna su crowdfundme. I fondi raccolti verranno investiti in giovani aziende che operano in quattro verticali ben definiti e dall’elevato ritorno economico: proptech, creative Ia, lifetech, impact investing.
 
      (Adnkronos) - Il Comune dell’Aquila e il raggruppamento di imprese costituito da Teckal (capogruppo), società del Gruppo Rekeep, Edison Next, Spee e Ve.Ba hanno annunciato stamattina, presso la sede comunale di Palazzo Margherita, l’avvio del progetto di efficientamento energetico e riqualificazione della rete di illuminazione pubblica cittadina, degli edifici di proprietà comunale e degli immobili facenti parte del progetto Case, oltre all’implementazione di servizi a valore aggiunto per la città e i cittadini. Il contratto di Partenariato Pubblico-Privato avrà una durata di 15 anni e le opere di efficientamento garantiranno importanti benefici a livello di risparmio energetico e ambientale: dagli interventi realizzati negli edifici pubblici è atteso, infatti, un risparmio energetico annuo del 19,5%, con una riduzione delle emissioni in atmosfera pari ad oltre 1.700 tonnellate di CO2 all’anno, mentre l’efficientamento della pubblica illuminazione consentirà una riduzione dei consumi del 66%, con una riduzione delle emissioni di oltre 1.600 tonnellate di CO2 all’anno. Grazie alla formula contrattuale del Partenariato Pubblico-Privato (Ppp) tutti gli interventi di riqualificazione, che prevedono investimenti per oltre 24 milioni di euro, saranno totalmente a carico del raggruppamento di imprese che si impegnano a realizzarli nell’arco di 2 anni. Le stesse imprese forniranno i servizi di gestione e manutenzione degli immobili pubblici e della pubblica illuminazione per la restante durata del contratto a fronte di un canone annuale da parte del Comune di circa 8 milioni l’anno pari alla spesa storica dell’Amministrazione per i medesimi servizi. “Si tratta probabilmente del più grande appalto pubblico mai realizzato nella storia del Comune dell’Aquila: una svolta epocale per la nostra città. Al termine del primo biennio di interventi restituiremo ai cittadini un capoluogo più sicuro, più sostenibile e più efficiente, che coniuga innovazione tecnologica e responsabilità ambientale, riducendo i consumi, tutelando l’ambiente e promuovendo una nuova cultura della cura del bene comune. È una sfida che guarda al futuro e che traduce in azioni tangibili la volontà di questa Amministrazione di costruire una città moderna, intelligente e pienamente all’altezza del suo ruolo di Capitale della cultura 2026”, ha dichiarato il sindaco Pierluigi Biondi. “Gli interventi che presentiamo oggi - ha commentato Lamberto Cuppini, amministratore delegato di Teckal, capogruppo del raggruppamento di imprese - sono possibili grazie alla formula contrattuale del Partenariato Pubblico-Privato e sono non solo il risultato delle competenze tecniche di Teckal e delle imprese partner ma, soprattutto, della visione e della capacità progettuale degli Amministratori e dei tecnici del Comune dell’Aquila”. “Edison Next è orgogliosa di rinnovare la propria collaborazione con la Città dell’Aquila nell’ambito di questo nuovo, importante progetto - dichiara Raffaele Bonardi, direttore Business to Government Edison Next - Un progetto che parla di futuro, che nasce da scelte lungimiranti fatte dall’Amministrazione Comunale e che, grazie a un significativo upgrade tecnologico, ci consentirà di restituire alla comunità locale un ambiente urbano ancora più valorizzato, fruibile e sicuro, riducendo ulteriormente il fabbisogno energetico e l’impatto ambientale del servizio di pubblica illuminazione”. “Il partenariato pubblico-privato, oggi presentato, rappresenta una leva strategica dell’Amministrazione comunale per una governance efficiente, trasparente e orientata al futuro - commenta Luciano Ardingo, fondatore e Ceo di Spee - L’Aquila con questo progetto consolida il proprio percorso di rinascita unendo cultura, resilienza e innovazione in un modello urbano fondato sul rilevamento e la gestione continua dei dati, fondendo cultura, resilienza e innovazione in un modello di smart city data-driven. Un ecosistema metacognitivo, capace di apprendere e reagire in modo dinamico alle sfide della contemporaneità”. Gli interventi di riqualificazione energetica che saranno realizzati da Teckal, la società del Gruppo Rekeep specializzata nella riqualificazione energetica degli immobili, riguarderanno 71 edifici di proprietà comunale ovvero l’80% del patrimonio immobiliare del Comune e le circa 150 piastre del Progetto Case. Sono previsti interventi sugli edifici per un valore complessivo di 11,5 milioni di euro che prevedono la trasformazione Nzeb (Edificio a Energia Quasi Zero) di alcuni immobili, l’installazione di impianti a pompa di calore, l’installazione di circa 1,2 MW di potenza di impianti fotovoltaici, l’efficientamento a Led degli impianti di illuminazione in edifici comunali e spazi comuni delle piastre del Progetto Case, oltre all’installazione di cappotti termici, la sostituzione dei radiatori, l’installazione di valvole termostatiche e di sistemi di monitoraggio e telecontrollo in larga parte del patrimonio immobiliare comunale. In alcuni edifici sarà installato un sistema avanzato di monitoraggio antisismico integrato basato su una rete di sensori multiparametrici e algoritmi di intelligenza artificiale. Le opere di riqualificazione illuminotecnica che saranno realizzate da Edison Next prevedono l’efficientamento a Led di oltre 19mila punti luce; l’installazione di sistemi di telecontrollo su circa 18mila punti luce; la realizzazione di un sistema di illuminazione adattiva nelle principali arterie di traffico della città e gallerie urbane per un totale di oltre 1.600 punti luce; l’implementazione di sensori di presenza per apparecchi di illuminazione lungo le piste ciclopedonali; l’applicazione sugli impianti di pubblica illuminazione di alcune piazze cittadine della tecnologia Kruithof, che consente di modulare la temperatura di colore della luce e l’intensità del flusso luminoso durante la notte in conformità ai ritmi circadiani di persone e animali. Nell’ottica di servizio e vicinanza alla comunità è stato predisposto anche un servizio di contact center per tutti i cittadini attivo 365 giorni l’anno 24h/24. Nel quadro del partenariato pubblico-privato del Comune dell’Aquila, Spee metterà a disposizione infrastrutture e competenze di Panopticon, la control room certificata a livello europeo con sede a L’Aquila, un hub della service line sviluppata da Spee, operativa da oltre trent’anni nel monitoraggio e nella supervisione integrata di aree urbane, territori e infrastrutture critiche.