(Adnkronos) - Jannick Sinner non giocherà la finale di Coppa Davis con l'Italia. Una scelta che si lega alla programmazione, a quel difficile esercizio che deve tenere insieme preparazione fisica, tenuta mentale, e un calendario che rischia di comprometterle tutte e due. Nessuna discussione sul piano manageriale. Evidentemente, è la decisione che il suo team ha preso nel suo interesse, con l'unico obiettivo di ottenere i migliori risultati possibili. Si può mettere da parte anche la retorica nazionalistica. Non è un 'no' all'Italia ma è un 'no' che nasce dalla somma di costi e benefici che, dati alla mano, ha portato alla conclusione di evitare un dispendio di energie che avrebbe potuto compromettere la prossima stagione. C'è però un elemento che ricorre nelle scelte di Sinner che vale la pena tenere in considerazione, visto anche il dibattito acceso che è nato dopo l'annuncio del passo indietro. Non è la prima volta, e non sarà l'ultima, che il numero uno del tennis italiano asseconda una gestione che lo mette in una posizione scomoda con i suoi tifosi. Questo perché, evidentemente, Sinner è convinto che il consenso debba meritarselo esclusivamente sul campo da tennis, un dritto e un rovescio dietro l'altro. Non ne cerca altro, che non sia strettamente funzionale all'unico altro obiettivo che contempla: guadagnare il più possibile con premi, sponsorizzazioni, pubblicità e qualunque altra apparizione possa portare denaro. Nel mondo di Sinner, non c'è spazio per qualsiasi connessione romantica con il pubblico che non sia un gesto tecnico, una vittoria o un buon messaggio commerciale. Tutto questo è la conseguenza di un approccio ormai consolidato: prima del consenso del pubblico, vengono il campo e gli interessi personali. Questo dice la storia di Sinner: dalla decisione di stabilire la residenza a Montecarlo, a cui si lega la decisione di non pagare buona parte delle tasse in Italia, ai 'no', diversi per peso e motivazione, alla visita al Capo dello Stato Sergio Mattarella e alla partecipazione al Festival di Sanremo, fino all'ultimo 'no', quello di poche ore fa alla finale di Coppa Davis. Non è necessario riaprire singolarmente i diversi capitoli ma il filo conduttore è ben chiaro. Sarà anche una questione di carattere, senza dover scomodare la tradizionale freddezza altoatesina, ma è ormai consolidata una traiettoria che allontana sistematicamente Sinner dalla connessione con il popolo, con gli italiani, che potrebbero idolatrarlo come hanno fatto in passato con campioni meno forti di lui e che invece sono 'costretti' a entusiasmarsi solo, anche se non è poco, per quello che fa sul campo da tennis. (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - “E’ con grande orgoglio che oggi siamo qui per raccontare un percorso iniziato a marzo e che ha visto coinvolte un’azienda, associazioni e molte persone che credono negli stessi valori”. Così l’head of Corporate Branding e Reputation di Nestlé, Valeria Norreri, alla conferenza stampa tenutasi ieri presso lo stabilimento Perugina di Perugia dove è stato premiato il progetto della Cooperativa Pepita volto a promuovere l’inclusione e la tutela delle donne. “A marzo, con Rete del Dono, abbiamo lanciato la Call4Ideas 'Connessioni al femminile' per individuare progetti di valore che parlassero di empowerment, di inclusione, di solidarietà - ha continuato Norreri illustrando l’iniziativa di Baci Perugina - L’idea di 'Connessioni al Femminile' è quella di continuare una tradizione iniziata con una donna, Luisa Spagnoli. Una pioniera, una visionaria che già agli inizi del 900 assumeva donne in fabbrica e dava loro strumenti per costruire la loro affermazione personale e sociale”. “Abbiamo voluto dare spazio a progetti che parlano di empowerment, di inclusione, di solidarietà, perché crediamo che il cambiamento sociale passi proprio da qui: dalla capacità di creare valore condiviso, partendo dalle comunità locali - ha proseguito - Alla call 4 ideas hanno partecipato diverse associazioni del territorio, tra le quali abbiamo selezionato i migliori progetti: Pepita, L’Albero della Vita e il Centro Internazionale per la Pace, che rappresentano perfettamente lo spirito di questa iniziativa e ringraziamo tutti per l’impegno nella definizione di 3 progetti interessanti e di valore”. “Il progetto sarà supportato anche attraverso una raccolta fondi. Con la raccolta fondi abbiamo voluto uscire dallo schema della sussidiarietà a favore di un approccio corale che vede coinvolti l’azienda, le persone che ci lavorano e la comunità tutta che crede nel valore di un progetto e che voglia veramente creare connessioni in modo che le donne umbre possano costruire un futuro più indipendente e di valore”, ha concluso.
(Adnkronos) - "Dove c'è mobilità c'è sviluppo, spesso questo aspetto si dimentica". Lo dichiara Diego Cattoni, amministratore delegato Autostrade del Brennero, in occasione dell’evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’."In Italia abbiamo circa 6mila km di autostrade, lo stesso numero di 50 anni pur in presenza di quantità di merci e persone che si spostano in maniera esponenziale" con "gran parte dell'export che transita proprio su Auto Brennero", aggiunge spiegando che "abbiamo tre società di trasporto merci su rotaia, questo rappresenta un piano di investimento importante, soprattutto sull'intermodalità: gomma-ferro-acqua-aria.