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      (Adnkronos) - La legge è stata appena approvata, la data del referendum ancora non c'è ma il mood della campagna è già squadernato. Dall'una e dell'altra parte. E se nel centrodestra la premier Giorgia Meloni punta i giudici che 'bloccano il Paese', le opposizioni di rimando accusano la presidente del Consiglio di volersi mettere al di sopra della legge. "No ai pieni poteri", il cartello esibito oggi nell'emiciclo di palazzo Madama dalle opposizioni. Concetto su cui insiste Elly Schlein, che ha convocato una conferenza stampa al Senato con i capigruppo Pd, subito dopo l'ok alla riforma. ''Lo ha chiarito la stessa presidente Meloni, con le sue dichiarazioni sul Ponte di Messina: questa riforma serve ad avere le mani libere e porsi al di sopra della Costituzione''. Giuseppe Conte è sulla stessa linea: "Meloni attacca l'indipendenza dei poteri? Credo sia un obiettivo politico quello di sottrarsi a qualsiasi controllo della magistratura, a pesi e contrappesi". E pure Avs: "Il suo unico obiettivo è quello di minare e indebolire l’indipendenza e l’autonomia della magistratura per sottoporla al controllo politico del Governo", incalzano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Si articola diversamente invece il 'centro'. Carlo Calenda vota con il centrodestra (l'altro senatore di Azione Marco Lombardo si astiene), mentre Iv si astiene ma Matteo Renzi mette in guardia le altre opposizioni: "Se pensate di costruire una piattaforma sulle rivendicazioni della Anm state cacciando dal centrosinistra un sacco di gente riformista". Anche Più Europa è critica: la riforma, dice Riccardo Magi, "non fun-zio-ne-rà ma a questa destra serviva piantare una bandierina costituzionale senza porsi troppe domande e soprattutto senza dare risposte''. Intanto, partirà la raccolta firme tra i parlamentari per il referendum. Lo hanno già annunciato Pd, M5S e Avs. "Di fronte a questa svolta autoritaria abbiamo il dovere di mobilitarci nella società - dicono Bonelli e Fratoianni - e per questo raccoglieremo le firme tra i parlamentari, insieme alle altre forze dell’opposizione, per promuovere il referendum e cancellare con il voto popolare questa controriforma". Non c'è ancora alle viste una iniziativa comune per la campagna referendaria. Ieri c'è stato anche un corto circuito quando i dem hanno annunciato la conferenza stampa di oggi provocando un certo stupore tra i 5 Stelle. Era in preparazione una nota congiunta per la raccolta firme che è saltata. Al netto dell'episodio, Pd con M5S e Avs si dicono pronti a una battaglia unitaria. "Non c'è una scadenza, oggi inizia un percorso. Avremo tempo di coordinare anche la campagna referendaria", spiega Conte e quindi Schlein: "Abbiamo affrontato questa battaglia con le altre forze di opposizione e continueremo a lavorare insieme, ma ancora non c'è una discussione di dettaglio sulle forme organizzative". Intanto, però, almeno sulle parole d'ordine le opposizioni si muovono più o meno sulla stessa lunghezza d'onda: quella della destra non è una riforma della giustizia, ma il tentativo di assoggettare il potere giudiziario a quello politico. Questo il messaggio. "Ci impegneremo per una grande campagna per il referendum, per spiegare che questa non è una riforma della giustizia'", dice Schlein. "Non è un modello quello della democrazia illiberale di Orban per un Paese come il nostro", insiste la segretaria del Pd che non si sottrae dal confermare le parole dette ad Amsterdam su cui era intervenuta duramente la premier Meloni. Le parole sull'allarme democrazia "le ho appena ripetute e ne sono convinta. Quello che ha detto ieri Meloni -dice Schlein- mi dà sostegno e ragione e spero di leggere qualche editoriale sulla gravità delle parole della Meloni. Confermo pienamente quello che ho detto, la democrazia non è quella di Orban o Trump". Quanto ai distinguo nel Pd sulla riforma, a partire da Goffredo Bettini che voterà sì al referendum, la segretaria dem rilancia: "Il Pd è stato compattamente in tutti i passaggi in commissione e in aula al Senato e alla Camera contro questa riforma. La linea del Pd è questa, è compatta e ci impegnerà nella direzione del referendum". Per Conte siamo in presenza di "un disegno sistematico", un disegno "di scardinamento della Costituzione e da questo punto di vista non c'è un discorso tra destra sinistra, non è uno scontro ideologico: è uno scontro tra chi vuole difendere i pilastri della Costituzione, e lì ci saremo noi col Movimento 5 stelle, e chi li sta scardinando per rivendicare piena libertà del potere politico di turno del governo di turno di andare al di sopra della legge''. Semmai, osserva Schlein, chi politicizza il referendum è la premier. "Mi sembra che quella che sta politicizzando sia Meloni. Noi continueremo con la forza dei nostri argomenti ad andare avanti. Non ci sarà bisogno che si dimetta Giorgia Meloni, perché tanto la batteremo alle prossime elezioni. E, per quanto riguarda me, dovrà continuare a sopportarmi ancora a lungo". Renzi invece sminuisce l'impatto di quella che definisce una 'riformicchia'. "Nel confermare il nostro voto di astensione, ribadiamo -ha detto il leader di Iv intervenendo al Senato- che noi siamo favorevoli da sempre alla separazione delle carriere, una cosa giusta e un principio sacrosanto. Oggi ci asteniamo perché pensiamo che la montagna abbia partorito il topolino, una riformicchia. Oggi non si fa né la storia, né un golpe".
 
      (Adnkronos) - Appuntamento a Vicenza dal 16 al 20 gennaio 2026 per la filiera mondiale del gioiello: Vicenzaoro January (Voj) apre il calendario internazionale del settore orafo e dell’orologeria nel quartiere fieristico di Italian Exhibition Group, ormai in fase conclusiva di ampliamento. "Il nostro 'Jewellery Boutique Show' – dichiara Matteo Farsura, a capo delle fiere orafe di Ieg – è piattaforma di business, hub di innovazione, formazione e confronto per i protagonisti del settore. Abbiamo racchiuso questo ecosistema di prodotti, persone e luoghi nel nuovo claim People - Product-Places. È la linfa vitale che in oltre 70 anni di storia ha reso Vicenzaoro riferimento di eccellenza dell’industry a livello globale. Un heritage che si arricchisce con la novità dei Vo Awards, dedicati a creatività, innovazione, sostenibilità e maestria artigianale dei suoi espositori". Torna in parallelo il salone leader delle tecnologie e dei macchinari per l’oreficeria T.Gold, ospitato al padiglione 9 in vista dell’integrazione nel rinnovato quartiere fieristico a partire da settembre 2026. Si rinnova anche l’appuntamento con Vo Vintage, appuntamento B2C dedicato a gioielli e orologi vintage di pregio che accoglie dal 16 al 19 gennaio il pubblico di appassionati e collezionisti. Vicenzaoro January 2026 si racconta attraverso tre parole chiave. Il prodotto che nasce da un mix vincente di eccellenza manifatturiera, design, materiali, ispirazione creativa e abilità tecnica che incarnano la qualità e la creatività del Made in Italy e delle migliori produzioni internazionali. Al centro le persone, i talenti, le relazioni, la forza della community globale che anima il settore e ne guida l’evoluzione. Infine, i luoghi, fisici e simbolici dove il gioiello prende forma: la fiera, Vicenza e il suo territorio, i distretti manifatturieri nazionali, i mercati del mondo rappresentati. Spazi di incontro e ispirazione condivisa. "Un racconto che unisce heritage e visione, valore e innovazione, nel segno di un’identità forte e riconosciuta a livello mondiale della manifestazione di Ieg, di cui ognuno dei protagonisti del settore è forza vitale: dagli espositori ai visitatori, dagli operatori del settore agli opinion leaders, esperti e giovani talenti, associazioni, istituzioni, media", conclude Farsura. Dall’alta gioielleria ai più ricercati jewellery designer, dalla migliore manifattura al prodotto semi-finito, dall’orologeria alle lavorazioni artigianali, passando per componenti, diamanti e pietre preziose, innovazione tecnologica, fino a packaging, visual merchandising, arredi e servizi. Un’accurata selezione delle migliori espressioni del Made in Italy e internazionali rende Vicenzaoro January la vetrina più completa sulle novità presentate dall’intera filiera del gioiello per il nuovo anno. Un boutique show incomparabile scelto dai principali player per presentare ai buyer della distribuzione globale provenienti dai cinque continenti anteprime di collezione, lanci di prodotto e soluzioni inedite di tecnica, stile e design. Inoltre, la possibilità di acquistare sul pronto con l’offerta cash&carry di Palakiss. Contribuisce a diffondere la cultura di settore un palinsesto di eventi, talk e seminari tecnici che animano le diverse sale della fiera, coinvolgendo protagonisti internazionali del comparto che fanno di Vicenzaoro un vero e proprio think tank con appuntamenti attesi come, tra gli altri, Trendvision Jewellery + Forecasting, l’osservatorio indipendente di Vicenzaoro con i più completi forecast sul mondo del gioiello, e i seminari tecnici di Cibjo, la federazione internazionale della gioielleria. Tra le novità più attese, la prima edizione dei Vo Awards con cui Vicenzaoro intende riconoscere e valorizzare l’eccellenza nella produzione del gioiello, mix di creatività, manifattura, sostenibilità e innovazione delle aziende capaci di spingere il settore verso nuovi traguardi tecnici e stilistici. Otto le categorie previste dal concorso, aperto a espositori italiani ed esteri di prodotto finito delle communities Icon, Look, Creation. I gioielli finalisti, selezionati da una giuria esperta e multidisciplinare, saranno esposti a Voj26 e votati da buyer e visitatori nei primi due giorni di manifestazione. Candidature aperte fino al 30 novembre. Regolamento e informazioni su www.vicenzaoro.com/it/vo-awards. Le registrazioni per Vicenzaoro January 2026 sono aperte ai visitatori business. Al centro, l’esperienza del buyer. Mentre procede a pieno ritmo l’opera di ampliamento del quartiere fieristico, a impatto zero sullo svolgimento della manifestazione, servizi tailor-made e integrazione tra fisico e digitale massimizzano il valore del tempo trascorso in fiera in opportunità commerciali. Sulla piattaforma Jewellery Connect disponibile anche in app, gli operatori del settore accedono al catalogo espositori, pianificano in anticipo il proprio percorso, gestiscono appuntamenti, ricevono suggerimenti per vivere la manifestazione in modo ancora più efficace. L’accoglienza dei visitatori è resa più calorosa dal Fuori Fiera di Vicenzaoro Vioff, il calendario di eventi collaterali organizzati con la città di Vicenza: un’occasione per scoprire il centro storico tra shopping, arte, cultura ed enogastronomia all’insegna dell’Italian lifestyle. Inoltre, il Museo del gioiello arricchirà il soggiorno dei visitatori italiani e internazionali con la nuova esposizione, all’interno delle sale nella centrale Basilica Palladiana, patrimonio Unesco.
 
      (Adnkronos) - L'Italia rischia di perdere il 20% delle spiagge al 2050 e il 45% al 2100. Le case di 800mila persone sono a rischio per innalzamento dei mari, inondazioni temporanee o permanenti, erosione, pressione demografica e urbanistica. Lo rileva il XVII Rapporto ‘Paesaggi sommersi’ della Società Geografica Italiana, presentato questa mattina a Palazzetto Mattei a Roma con un ampio corredo di dati, evidenze, proiezioni e analisi. I territori più a rischio sono in primo luogo l’Alto Adriatico e, in misura minore, la costa pugliese intorno al Gargano, diversi tratti della costa tirrenica tra la Toscana e la Campania, le aree di Cagliari e Oristano, e molte altre. A rischio sono anche la metà delle infrastrutture portuali, diversi aeroporti, più del 10% delle superfici agricole, buona parte delle paludi, delle lagune e le zone costiere cosiddette 'anfibie', a cominciare dal Delta del Po e dalla Laguna di Venezia. La crisi climatica avrà un impatto enorme, ad esempio, sulle aree agricole costiere con un’accelerazione dei processi di salinizzazione, che imporranno pesanti strategie di adattamento, e sui litorali urbanizzati. Secondo stime inedite - spiega Società Geografica Italiana - sono 800mila le persone che vivono in territori sotto il livello del mare atteso e che rischiano processi di ricollocazione o che dovranno essere protetti da difese costiere artificiali sempre più pervasive. Basti pensare che la fascia costiera non è solo la zona in Italia con la maggior percentuale di suolo artificiale e urbanizzato ma è anche un’area dove il consumo di suolo prosegue incessante. Il Rapporto evidenzia che l’Italia rischia di perdere circa il 20% e il 45% delle proprie spiagge al 2050 e al 2100 rispettivamente, con punte in Sardegna, Lazio, Friuli-Venezia Giulia e Campania. "Bonifiche, urbanizzazione, infrastrutturazione, abusivismo: abbiamo trasformato la fascia costiera, un ambiente dinamico e instabile, in una linea di costa rigida e quindi fragile e vulnerabile. È ora indispensabile un cambiamento profondo dei regimi di gestione e pianificazione costiera, oltre che una ineludibile ma affatto scontata presa d’atto della centralità della ‘questione coste’ e della necessità di una sua ricomposizione a scala nazionale", fa sapere Stefano Soriani, professore di Geografia economico-politica all’Università Ca' Foscari Venezia, che ha partecipato alla redazione del Rapporto. In questo quadro la crisi climatica agirà come 'moltiplicatore di stress', rendendo i problemi ancora più gravi, sia dal punto di vista ambientale sia da quello socioeconomico - evidenzia Società Geografica Italiana - Ciò rende non più rinviabile un dibattito ampio tra forze politiche, sociali e scientifiche sulla gestione sostenibile delle nostre coste. "Il rischio non è solo la perdita di spiagge o l’inondazione dei litorali di costa bassa, urbanizzati o meno, ma una sempre più pervasiva artificializzazione della linea di costa, con profonde implicazioni paesaggistiche e di aggravamento della vulnerabilità. L’unica alternativa è fare il contrario di quanto fatto fin qui: rinaturalizzare i litorali, per sfruttare la loro capacità di adattamento. Un percorso irto di ostacoli socio-politici, oltre che strutturali ed economici", spiega Filippo Celata, professore di Geografia economica e politica all’Università di Roma La Sapienza, che ha partecipato alla redazione del Rapporto. "Da quasi vent'anni la Società Geografica Italiana realizza, con i suoi Rapporti, approfondite analisi dei problemi del territorio italiano. Cerchiamo di non alimentare allarmismi e catastrofismi; al contrario, proviamo a proporre ai decisori politici un quadro equilibrato e, su quella base, possibili interventi di mitigazione dei problemi", dichiara Claudio Cerreti, presidente della Società Geografica Italiana. I dati chiave del rapporto. Artificializzazione costiera - Quasi un quarto del territorio entro i 300 metri dalla costa è coperto da strutture artificiali, con picchi allarmanti in Liguria (47%) e nelle Marche (45%). Erosione accelerata - L'Italia rischia di perdere fino al 45% delle spiagge entro il 2100, mettendo a rischio un patrimonio naturale e turistico inestimabile. Difese costiere - Barriere artificiali proteggono ormai più di un quarto delle coste basse, ma aggravano l'erosione e la vulnerabilità e saranno sempre più costose e meno efficaci. Pressione turistica e impatto economico - I comuni costieri offrono il 57% dei posti letto turistici, ma questo sviluppo incontrollato sta esacerbando la crisi. Salinizzazione dei terreni agricoli - Nell'estate del 2023, il cuneo salino ha risalito il Delta del Po per oltre 20 chilometri, minacciando l'agricoltura e la disponibilità di acqua potabile. Aree protette vulnerabili - Le aree protette, cruciali per la biodiversità, tutelano il 10% delle acque e delle coste italiane, ma raramente dispongono di un piano di gestione adeguato. Porti a rischio - Porti e infrastrutture connesse si estendono per 2.250 km e rischiano di essere pesantemente compromesse con gravi effetti sulla qualità dei sistemi logistici.