RICERCA PROFESSIONISTI
							RISULTATI RICERCA PROFESSIONISTIOrdina i risultati per
			
		 
		94675 record trovati.
	
 
 
 
 
 
 
 
 
  | 
					
							RISULTATI RICERCA PROFESSIONISTIOrdina i risultati per
			
		 
		94675 record trovati.
	
 
 
 
 
 
 
 
 
  | 
					
      (Adnkronos) - Dopo la morte di Octay Stroici, l'operaio 66enne di origini romene rimasto per oltre 11 ore sotto le macerie del crollo della Torre dei Conti ai Fori Imperiali, la procura di Roma indaga per omicidio e disastro colposi. Il pm Mario Dovinola ieri ha effettuato un sopralluogo con la polizia giudiziaria della sezione specializzata in materia di infortuni sul lavoro. L’area è stata posta sotto sequestro e nelle prossime ore i pm capitolini disporranno l’autopsia sul corpo della vittima, deceduta al Policlinico Umberto I. Inoltre sarà necessaria una consulenza per accertare la causa del crollo ed eventuali omissioni. Oggi, per evitare anche la minima interferenza ai lavori di messa in sicurezza nell’area di via dei Fori Imperiali, dopo il crollo della Torre dei Conti, non ci sarà il tradizionale sorvolo delle Frecce Tricolori in occasione della cerimonia di deposizione della corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto, all’Altare della Patria. Dopo il messaggio di cordoglio della presidente del Consiglio, arrivato nella notte, anche il vicepremier Antonio Tajani esprime il suo "profondo dispiacere per la scomparsa di Octay Stroici, l’operaio rimasto intrappolato sotto le macerie della Torre dei Conti a Roma". Tajani parla di "un tragico evento che ha tenuto con il fiato sospeso tutta l’Italia" esprimendo via X ai familiari della vittima "le mie condoglianze più sincere. Enorme gratitudine - sottolinea il vicepremier - per tutti i soccorritori intervenuti fin da subito e che hanno tratto in salvo altri tre operai". Anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli piange la morte di Stroici: "Il suo cuore ha smesso di battere malgrado l’ammirevole sforzo dei Vigili del Fuoco che lo avevano estratto ancora vivo dalle macerie della Torre dei Conti ai Fori Imperiali - sottolinea Giuli - . A sua moglie, a tutta la sua famiglia, rivolgo il mio cordoglio accorato e quello del ministero della Cultura. Octavian non è rimasto solo nemmeno per un istante: oltre ai Vigili del Fuoco, le istituzioni nazionali e romane, le forze di sicurezza, il personale sanitario, la Protezione civile e i cittadini presenti hanno partecipato fino all’ultimo al tentativo di salvarlo. Il suo ricordo ci accompagnerà”.
      (Adnkronos) - “Lo studio realizzato da Osservatorio Birra, in collaborazione con Althesys Strategic Consultants, ha messo in evidenza come il comparto della birra rappresenti oggi uno dei principali motori di creazione di valore condiviso in Italia. In dieci anni, la filiera ha generato circa 92 miliardi di euro, di cui oltre 10 miliardi solo nel 2024, dimostrando una capacità strutturale di generare ricchezza e occupazione”. Lo ha detto Alessandro Marangoni, chief executive officer Althesys, interpretando i dati dell'ultimo studio realizzato da Osservatorio Birra, in collaborazione con Althesys Strategic Consultants, presentato a Roma presso il Senato della Repubblica, in occasione del decennale di Fondazione Birra Moretti. Secondo Marangoni, la forza del settore risiede nella sua estensione a tutta la catena, “dall’agricoltura alla produzione fino al consumo finale”, in grado di produrre impatti economici significativi e duraturi.
      (Adnkronos) - L'Italia continua ad investire nel verde: oltre 3 milioni di nuovi alberi messi a dimora nel corso del 2024 (+ 31% in un anno) per un totale di quasi 4mila ettari di superficie. Un investimento in capitale naturale che andrà a generare un ritorno economico di più di 20 milioni di euro l'anno in servizi ecosistemici per ciascuno degli anni di vita degli impianti arborei ed arbustivi messi a dimora. È quanto emerge dalla quinta edizione dell'Atlante delle Foreste, il rapporto annuale realizzato da Legambiente e AzzeroCO2. Lo studio, basato sull'analisi di circa 294 progetti distribuiti in aree urbane ed extraurbane lungo la Penisola mostra come a livello territoriale l'impulso decisivo nel 2024 venga dai rimboschimenti nelle Città metropolitane, mentre le Regioni affrontano un rallentamento dovuto al passaggio tra i vecchi e i nuovi piani di finanziamento. Nonostante il bilancio totale positivo, a ridursi sensibilmente è il contributo diretto delle aziende. Andando ad analizzare i dati complessivi regionali, in cima alla classifica si conferma per il secondo anno consecutivo il Trentino-Alto Adige, con oltre 748mila nuove piante, seguito dalla Basilicata che ne conta più di 539mila. Sale nella classifica, guadagnando il terzo posto, il Veneto. Se molte Regioni sono in una fase di attesa, a trainare la forestazione nazionale del 2024 sono le Città metropolitane, grazie all'impulso decisivo dei fondi del Decreto Clima e del Pnrr. È il centro sud a guidare la classifica con le prime posizioni occupate da Messina e Roma, rispettivamente 357.612 e 265.501 nuove piante messe a dimora. Seguite da Reggio Calabria, Cagliari e Napoli. Quest’anno lo studio evidenzia che circa il 75% dei progetti ammessi a finanziamento nel 2022 con i fondi del Pnrr ha completato la fase di transplanting. Sul fronte delle fonti di finanziamento, lo studio evidenzia un andamento divergente. Per il periodo preso in esame gli investimenti pubblici si rivelano il pilastro della forestazione nazionale, con una crescita del 31% trainata dai fondi del Pnrr. Vi è però da evidenziare come si registri una brusca frenata del settore privato: i contributi volontari, spesso legati a iniziative di Corporate Social Responsibility (Csr) delle imprese, sono scesi del 72% rispetto al 2023 traducendosi in appena 40.852 alberi messi a dimora. Le ragioni di tale contrazione, secondo il report, non indicano un calo di interesse, ma una diversificazione nelle strategie di Csr delle imprese. “Il calo degli investimenti privati, che potrebbe sembrare un segnale negativo, in realtà racconta un cambio di prospettiva. Le aziende proseguono sempre sulla strada della sostenibilità superando però l'approccio focalizzato su un singolo tipo di intervento per adottare piani più ampi e integrati, che includono ad esempio azioni di tutela e ripristino degli ecosistemi - ha commentato Sandro Scollato, amministratore delegato di AzzeroCO2 - La domanda che ci viene posta oggi dalle imprese non è più soltanto ‘quanti alberi piantiamo?’ ma ‘come possiamo creare valore per il territorio?’. Così si moltiplicano progetti di rigenerazione ambientale e di promozione della biodiversità che, pur riducendo il numero di alberi messi a dimora, hanno un altissimo valore ecologico e sociale, confermando come questi siano i veri obiettivi guida delle azioni di Csr delle imprese”. L'analisi dell'Atlante va oltre il semplice conteggio degli alberi e traduce in valore economico i molteplici benefici - i cosiddetti servizi ecosistemici - generati dalle nuove infrastrutture verdi. Tra i più rilevanti la mitigazione di eventi climatici estremi e la regolazione della qualità dell'aria e del suolo il cui valore è stimato in 2.202,9 euro per ettaro all'anno. Tra le voci di rilievo si considera anche il valore socio-culturale, che include l'impatto positivo sul turismo e le attività ricreative, stimato in 639,2 euro per ettaro all'anno. Altra componente importante è il 'valore di lascito', la garanzia, cioè, di consegnare alle generazioni future ecosistemi sani e ricchi di biodiversità, stimata in 2.342,5 euro per ettaro ogni anno. Tuttavia, la piena realizzazione del potenziale economico dei nuovi rimboschimenti dipende da un fattore sempre più critico: la capacità dei nuovi impianti di sopravvivere e prosperare in un clima che cambia. L'Atlante dedica un capitolo approfondito alle tecniche per ridurre i rischi di mortalità delle giovani piante. La crisi climatica, con la siccità e le ondate di calore, sta infatti mettendo a rischio i nuovi progetti. Per evitare che un investimento si trasformi in uno spreco di risorse, è necessario un approccio che va ben oltre la messa a dimora. Questo percorso virtuoso, come indicato nello studio, va iniziato molto prima, con una pianificazione attenta che include l'analisi del suolo e del clima per scegliere le specie più adatte, prosegue con la preparazione del sito per favorire lo sviluppo delle piante e si conclude con un piano di manutenzione. Queste cure post impianto sono decisive e includono interventi come le irrigazioni di soccorso nei periodi di siccità o gli sfalci periodici per controllare le erbe infestanti. Solo in questo modo i progetti di forestazione potranno realmente diventare un investimento duraturo capace di fornire benefici ecologici, economici e paesaggistici alla collettività. “La messa a dimora di alberi è un intervento strategico per un futuro più sostenibile a beneficio dei nostri territori, perché ogni singolo albero in più contribuisce a mitigare il cambiamento climatico, migliora la qualità dell’aria, tutela il suolo e rende le città più belle e vivibili - sostiene il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti - Affinché i benefici che derivano dalle nuove alberature siano duraturi, c’è bisogno di un approccio lungimirante: non basta infatti piantare ma è fondamentale progettare, scegliendo le specie adatte al contesto e garantendo la loro manutenzione nel tempo. Solo in questa maniera la forestazione urbana può affermarsi come una vera infrastruttura verde, generando valore ambientale, sociale ed economico per le comunità. È proprio per promuovere questa visione che anche quest’anno Legambiente torna con la storica campagna Festa dell’Albero, in programma dal 21 al 23 novembre, con decine di iniziative in tutta Italia. L’obiettivo è quello di creare nuovi polmoni verdi nelle città, per renderle più resilienti di fronte agli effetti sempre più estremi della crisi climatica. Una sfida che passa anche da una gestione attenta e continuativa del verde urbano, una risorsa ancora troppo spesso trascurata”.