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(Adnkronos) - Cinque persone sono morte nella collisione in volo tra due elicotteri, in Finlandia. L'incidente si è verificato nei pressi dell'aeroporto di Eura. Gli elicotteri erano decollati da Tallinn, in Estonia, ed erano diretti a Piikajärvi, a pochi chilometri dal luogo dell'incidente. Uno dei due velivoli trasportava tre persone, l'altro due: si tratterebbe, secondo i media locali, di uomini di affari. Non si sono sopravvissuti.
(Adnkronos) - Il solenne salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze ha ospitato ieri la quinta edizione de 'Gli stati generali della pelletteria italiana', organizzata da Assopellettieri - l’Associazione che rappresenta le imprese italiane di pelletteria, aderente a Confindustria e a Confindustria Accessori Moda - in partnership con The European House – Ambrosetti e in co-promozione con il Comune di Firenze. L’evento ha registrato un grande successo con la registrazione di oltre 300 persone e 14 sponsor che hanno supportato l’iniziativa, a testimonianza della grande attenzione al comparto e alle tematiche legate al futuro di una delle filiere più importanti del Made in Italy. Con oltre 12 miliardi di euro di fatturato nel 2024 e un saldo commerciale tra i più attivi d’Europa (seppur in lieve decrescita rispetto all’anno precedente, -9%) la pelletteria italiana si conferma un pilastro strategico del Made in Italy. L’Italia è oggi infatti il secondo esportatore mondiale dopo la Cina, grazie a un modello produttivo diffuso, competitivo e fortemente identitario. Ma per mantenere saldo questo ruolo centrale nel mercato, l’eccellenza non basta. “Il nostro primato nel mondo non può essere dato per scontato”, ha dichiarato Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri. “Servono interventi strutturali e una reale politica industriale condivisa, per assicurarci tale primato anche nel futuro”. Proprio la Presidente ha inaugurato il convegno dando il benvenuto agli ospiti e lasciando poi la moderazione degli interventi in programma alla giornalista Mediaset, Costanza Calabrese. Non sono mancati i saluti istituzionali; Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana e Jacopo Vicini, assessore allo Sviluppo economico, Turismo, Fiere e Congressi del Comune di Firenze hanno rimarcato il legame tra il settore e i valori economici e culturali del territorio. Dario Fabbri, direttore del mensile Domino, ha offerto un’accurata lettura dello scenario-geopolitico, andando oltre l’attualità delle tensioni internazionali per approfondirne le radici strategiche e gli effetti di ricaduta a livello economico sulla manifattura italiana. A seguire, il videomessaggio di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha ribadito l’importanza del comparto pelletteria per l’economia nazionale, sottolineando la necessità di fare sistema tra tutti gli attori della filiera. Cuore pulsante dell’edizione 2025 è stata la presentazione ufficiale del nuovo studio strategico sul settore della pelletteria italiana frutto del lavoro condiviso tra Teha, Assopellettieri e uno Steering Commitee di sei persone, rappresentanti delle tre anime del settore pellettiero italiano: brand, grandi produttori e pmi a marchio proprio. La prima parte dello studio, restituisce una panoramica dettagliata del settore da cui sicuramente emerge la conferma della leadership italiana nella pelletteria di alta gamma: con 4.532 imprese attive, circa 49.000 addetti e un fatturato di 12 miliardi di euro nel 2024, l’Italia si attesta come il primo produttore europeo, rappresentando da sola il 47% del giro d’affari continentale. Un primato ottenuto nel tempo grazie a un tessuto imprenditoriale coeso e performante, strutturato in distretti industriali che favoriscono qualità, flessibilità e un elevato grado di integrazione tra le fasi della filiera; primato che però va difeso e sostenuto. A presentare la ricerca è stato Flavio Sciuccati, Senior Partner di The European House – Ambrosetti. Il suo intervento ha inquadrato con lucidità le fragilità e le potenzialità del comparto. Guardando al futuro ha lanciato un monito chiaro: “abbiamo un sistema unico al mondo, ma non siamo abbastanza bravi a raccontarlo. Se non rafforziamo leadership e attrattività, rischiamo di perderlo”. Le sue parole hanno accompagnato i numeri del report, stimolando la riflessione corale sull’urgenza di fare sistema e sottolineando la necessità di rafforzare la competitività e l’attrattività del sistema nel suo complesso, promuovendo un modello di cooperazione lungo tutta la filiera, in grado di valorizzare la complementarità tra grandi gruppi, pmi e fornitori. Ma è nella seconda parte del report che si delinea con chiarezza la proposta strategica per il futuro da parte dell’Associazione. Un vademecum articolato in sei raccomandazioni operative per il settore e allo stesso tempo un appello alle Istituzioni per affrontare le sfide attuali con strumenti efficaci e per rafforzare e consolidare la leadership internazionale del Made in Italy. La prima raccomandazione invita a promuovere la sostenibilità economica lungo tutta la filiera, attraverso misure fiscali dedicate, incentivi alla crescita e alla stabilità, e una più equa distribuzione del valore. Segue l’indicazione a costruire un patto di legalità e trasparenza, rafforzando gli strumenti di tracciabilità, ma anche la compliance normativa e contrattuale, per generare fiducia e ridurre le distorsioni. Puntare alla sostenibilità ambientale e sociale come tratto distintivo del Made in Italy, per rafforzare l’immagine del comparto sui mercati internazionali, è la terza raccomandazione. Emerge poi la necessità di attrarre e formare nuovi talenti, costruendo uno storytelling condiviso che valorizzi i mestieri tecnici e artigianali, promuovendo collaborazioni con istituti formativi e incentivando l’integrazione della forza lavoro straniera. Altrettanto centrale è il tema dell’innovazione artigianale: non si tratta di sostituire il sapere manuale, ma di affiancarlo con tecnologie avanzate, digitalizzazione e interazione uomo-macchina per migliorare qualità, tracciabilità e attrattività del lavoro. Infine, l’associazione focalizza l’attenzione sul potenziamento dell’internazionalizzazione, chiedendo supporto per le aziende nell’intercettare nuovi mercati, semplificando l’accesso agli strumenti di finanziamento per l’export e consoli-dando il ruolo strategico delle fiere come piattaforme di visibilità.
(Adnkronos) - “L’Osservatorio Appalti Verdi mostra una situazione italiana in progressivo miglioramento. Quello che ci mostrano i dati mette in evidenza come tutte le stazioni appaltanti e chi si occupa di Green Public Procurement stia progressivamente conoscendo non soltanto di cosa si parla, ma sia piano piano in grado anche di implementarlo". Lo ha dichiarato Eleonora Di Maria, professoressa ordinaria del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova, in occasione della presentazione del Rapporto di Legambiente e Fondazione Ecosistemi, nel corso del XIX Forum Compraverde Buygreen, presso il WeGil di Roma. "Esistono naturalmente delle luci e delle ombre, perché se da un lato ci sono dei contesti, in particolare delle pubbliche amministrazioni, che conoscono molto bene questi strumenti e riescono a implementarli, grazie in particolare anche al fatto di aver investito in una figura come quella del responsabile del Gpp all’interno della propria organizzazione, dall’altro ci sono comunque una serie di elementi che riguardano, per esempio, la mancanza ancora di una conoscenza piena di come questo strumento può essere applicato o, in alcuni casi, anche una difficoltà di incontrare poi sul mercato quella che è la risposta, soprattutto da un punto di vista delle imprese", ha spiegato. In questo caso, quindi, "emerge sempre più la necessità di una formazione, di un accompagnamento che può essere fatto anche a livello collettivo, scambiandosi le pratiche, e allo stesso tempo anche la necessità di investire in modo più chiaro su un percorso di allargamento di quello che è il contesto dell’applicazione dei Cam Quindi, riuscire in qualche modo a valorizzare sempre di più quelli che sono i percorsi anche che le imprese, che il mondo degli operatori economici, è in grado di affrontare, riuscendo poi nel tempo a far sì che i Cam possano applicarsi in contesti sempre più ampi e quindi favorire questo processo di transizione verso la sostenibilità, che anche il mondo degli appalti verdi può essere in grado di assicurare”.