(Adnkronos) - Le città devono spendere di più per colpa dei piccioni. I volatili non sono più soltanto un elemento pittoresco delle piazze italiane. Nelle città, il loro guano rappresenta oggi una minaccia concreta per il patrimonio edilizio e per la salute pubblica, generando un onere economico significativo per le casse pubbliche e per i privati. Gli uccelli in questione si sono trasformati spesso in un problema urbano complesso, che richiede interventi costanti e strategie integrate di gestione e prevenzione. Le operazioni pubbliche di bonifica del guano comportano infatti spese considerevoli, a testimonianza dell’impatto economico reale di questo fenomeno. L'entità degli interventi varia notevolmente in base alla dimensione e alla complessità dell’edificio: per un intervento di grandi dimensioni come la rimozione, la disinfestazione e lo smaltimento presso l'ex Carcere di Rieti, l'Agenzia del Demanio ha previsto un importo base d'asta di 39.687,74 euro; per un intervento di dimensioni medie, come in un immobile demaniale a Mazzarino, in provincia di Catania, la base d'asta è stata di 24.250,77; infine, per un intervento di piccole dimensioni, come in un immobile a Montecatini Terme, la base d'asta è stata di 610 euro. Per le principali metropoli italiane, gli interventi professionali di rimozione e sanificazione in ambito residenziale - in particolare quelli necessari per l'eliminazione del guano di piccioni e la bonifica delle aree contaminate - presentano una notevole variabilità di spesa. A seconda della difficoltà di accesso e dell'entità della contaminazione, i costi medi oscillano in un range compreso tra le 170,00 e 750,00 euro. "I piccioni sporcano edifici e monumenti, possono trasmettere malattie e attirare altri parassiti", sottolinea Andrea Cattarin, Presidente e Ceo di SGD Group, mettendo in evidenza come la gestione delle colonie urbane non riguardi solo interventi di pulizia da parte delle aziende specializzate, ma vere azioni volte a ridurre rischi strutturali, igienico-sanitari e ambienti. La componente igienico-sanitaria non può essere trascurata. Il guano non è solo sporco: si tratta di un potenziale veicolo di patogeni. Il piccione urbano è associato a decine di malattie trasmissibili all'uomo e agli animali domestici. Le particelle microscopiche degli escrementi essiccati possono disperdersi nell'aria e provocare, fra le altre, criptococcosi, candidosi, clamidosi (ornitosi) e salmonellosi. La presenza incontrollata dei piccioni è inoltre spesso correlata alla proliferazione di ectoparassiti come acari, pulci e zecche molli che abbandonano i nidi e infestano appartamenti e condomini. "La gestione delle colonie urbane non riguarda solo le pulizie ma la protezione della salute dei cittadini", precisa Gruppo SGD. L'impatto sulla vita condominiale è diretto e tangibile: balconi e terrazze si trasformano da spazi di relax in zone da evitare. Le ringhiere corrose, le pavimentazioni esterne sporcate, gli odori persistenti e i rumori dei volatili aumentano i conflitti tra condomini: da un lato chi continua a dare da mangiare ai piccioni, dall'altro chi subisce i danni. La legge prevede che l'amministratore possa intervenire e spesso obbligare i privati ad installare dissuasori a proprie spese, mentre le spese per tetti, cornicioni e parti comuni sono ripartite fra i condomini secondo i millesimi. "Una colonia non controllata può diventare fonte di continui disagi per chi abita vicino, con impatti visibili su balconi, facciate e spazi comuni, rendendo necessari interventi mirati e ripetuti nel tempo", ribadisce Andrea Cattarin. La soluzione non può essere solo reattiva: la sola pulizia non basta. È indispensabile una strategia integrata che coinvolga Comuni, proprietari di immobili e cittadini. L'Unione dei Comuni della Bassa Romagna, ad esempio, ha promosso un piano che prevede monitoraggio sistematico e interventi di contenimento, divieto della somministrazione di cibo ai piccioni e prevenzione con reti e barriere fisiche. "I sistemi di allontanamento di tipo meccanico sono protetti da un discreto impatto visivo, costo contenuto e non necessitano di manutenzione - spiega Andrea Andrea Cattarin - le soluzioni preventive, se implementate con coerenza, limitano la proliferazione dei volatili, consentendo una riduzione dei costi e un recupero della vivibilità urbana".
(Adnkronos) - "L’Europa è sicuramente in una fase di difficoltà, lo riscontriamo giorno per giorno, ora per ora, però sappiamo anche che non basta criticarla: bisogna cercare di farla ripartire con le idee dei Paesi fondatori". Lo ha affermato Giorgio Fossa, presidente della Luiss, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Ateneo. Fossa ha sottolineato che, oltre a indicare cosa fare, "bisogna anche dire qual è la strada per farlo", richiamando in questo ruolo la responsabilità del sistema universitario. "Le università, non solo la Luiss ma anche la Luiss, sono a disposizione per formare sempre più i giovani che porteranno al cambiamento dell’Europa verso l’Europa che tutti vogliamo e desideriamo". Il presidente ha evidenziato come, valorizzando il pensiero accademico, emergeranno giovani capaci di guidare non solo il futuro del continente, ma anche di interpretare un mondo "sempre più interconnesso". Fossa ha concluso con un appello diretto agli studenti: "Devono tornare a credere prima di tutto in loro stessi per portare il cambiamento e migliorare il mondo che hanno trovato, lasciandolo ai loro figli meglio di come lo hanno ricevuto".
(Adnkronos) - Opere di bonifica e rimboschimento, casette-nido per gli uccelli, un catasto dei ghiacciai Alpini. Il Gruppo Sanpellegrino rinnova il proprio impegno per la tutela dell’acqua, degli habitat montani e della biodiversità in Alta Valtellina illustrando i primi risultati dello studio dei servizi ecosistemici e gli interventi implementati negli ultimi anni in queste aree colpite dalla tempesta Vaia nel 2018. L’eccezionale evento atmosferico aveva infatti abbattuto circa 115 ettari di foresta solo nel Comune di Valdisotto e, per la maggior parte, nella zona di Cepina dove di trova lo stabilimento di Levissima. I progetti di riforestazione sviluppati da Sanpellegrino insieme al Comune di Valdisotto, al Consorzio Forestale Alta Valtellina e all’Università degli Studi di Milano, avviati nel 2023, segnano un importante risultato, nel solco di un intervento più ampio che proseguirà fino al 2027 con ulteriori opere di bonifica, rimboschimento e bioingegneria del suolo per ridurre la caduta di massi e frane e limitare l’erosione. Dal 2028 al 2033 è inoltre prevista una terza fase dedicata alla manutenzione del bosco rigenerato dopo questi interventi. Parallelamente, il Gruppo Sanpellegrino, con il supporto dell’Università degli Studi di Milano e del Consorzio Forestale dell’Alta Valtellina, ha analizzato le opere effettuate nel biennio 2024-2025 - ed eseguito una valutazione dei servizi ecosistemici - ovvero i benefici che la natura fornisce e che contribuiscono alla stabilità ambientale ed al benessere dell’uomo. I primi risultati, presentati oggi, hanno evidenziato, attraverso indicatori ambientali ed economici, i danni provocati da Vaia e i benefici ripristinati grazie agli interventi di riqualificazione. In particolare, i 115 ettari di foresta danneggiata nel Comune di Valdisotto hanno portato a una perdita dello stock di legname superiore a 28mila metri cubi. Grazie alle prime tranche di lavori, ad oggi, sono stati fatti interventi su 51 ettari di bosco di cui: 18 ettari di recupero di piante schiantate o colpite dal bostrico (un coleottero la cui proliferazione è stata favorita dalla marcescenza degli alberi caduti), 9 ettari di rimboschimenti e 24 ettari di interventi preventivi. Sono stati rimossi 4.500 metri cubi di legno compromesso e piantati 15mila alberi appartenenti a otto specie differenti. Secondo lo studio sui servizi ecosistemici realizzato dall’Università degli Studi di Milano, le opere di riforestazione condotte nelle aree più colpite della zona di Cepina (Comune Valdisotto) consentiranno un aumento del valore della provvigione pari a 260mila euro: nello specifico passerà da 1.140.000 euro a 1.400.000 euro (calcolato sull’ultimo dato disponibile del prezzo del legname). Tutti questi interventi, valutati secondo indicatori scientifici, porteranno benefici quantificabili nel tempo, tra i quali anche un incremento del volume di acqua rigenerata stimato in circa 1,4 milioni di metri cubi (2023-2035). È in corso, inoltre, un’indagine sui servizi turistici dell’area di Bormio, basata su oltre 300 questionari, che consentiranno di valutare la percezione del territorio da parte di residenti e visitatori, il valore dei servizi socioeconomici, principalmente legati al turismo e la disponibilità a contribuire economicamente alla preservazione di questo habitat. Un altro progetto, messo in campo da Sanpellegrino, è quello delle 'Casette nido', realizzato in collaborazione con l’Università degli studi di Milano, il Consorzio Forestale Alta Valtellina e il Parco Nazionale dello Stelvio, per contribuire alla tutela della biodiversità ornitologica nelle aree colpite da Vaia. La tempesta aveva compromesso in modo significativo anche la presenza di specie insettivore come la cincia nera, che nidifica esclusivamente in cavità presenti in alberi maturi. Per favorire la ricolonizzazione naturale, sono state installate 40 casette-nido attualmente monitorate dai ricercatori attraverso 50 punti di ascolto, che hanno permesso di osservare già le prime covate. In aggiunta, sono state posizionate 10 casette-nido dedicate alla civetta nana, un rapace simbolo delle alte quote e specie a rischio. Da oltre 17 anni Sanpellegrino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e le istituzioni locali della Valtellina, sostiene la tutela degli ambienti montani locali. Questa collaborazione ha portato, negli anni, alla realizzazione del primo catasto di tutti i ghiacciai Alpini - con dati e informazioni sui 903 ghiacciai presenti sulle nostre montagne - e alla realizzazione di un programma di studio della criosfera. Le ricerche sono partite dal bacino glaciale Dosdè-Piazzi, da cui sgorga l’acqua Levissima, e dal 2014 le attività di campo includono anche il Ghiacciaio dei Forni, nel Parco dello Stelvio. “Proteggere i territori in cui sgorgano le nostre acque minerali è da sempre parte integrante del nostro impegno, ma oggi tutelare la biodiversità, minacciata dai cambiamenti climatici, come l'evento atmosferico estremo di Vaia, richiede uno sforzo ancora più grande. Continuiamo quindi ad adottare un approccio scientifico, lavorando insieme ai nostri partner per rigenerare i cicli idrologici e gli ecosistemi locali. Ci impegniamo, inoltre, a mettere a sistema, con le istituzioni e le realtà dei territori in cui siamo presenti, le esperienze già avviate, come il progetto per i ghiacciai - che portiamo avanti da più di 17 anni - il progetto Vaia, e a costruire insieme nuove partnership volte a sviluppare soluzioni innovative per affrontare le sfide future, ha dichiarato Ilenia Ruggeri, direttore generale del Gruppo Sanpellegrino. “L’obiettivo del Parco nazionale dello Stelvio è quello di rendere gli ecosistemi più resilienti, affinché siano in grado di assorbire gli impatti - ambientali, sociali o economici, che inevitabilmente attraversano un territorio vivo. La ricerca e le iniziative di sensibilizzazione, supportate anche da Levissima, nella nostra lunga collaborazione, ci consentono oggi di intervenire con misure calibrate sui luoghi e sui loro limiti ecologici e di trovare infine un equilibrio tra tutela, fruizione e sviluppo economico e locale”, ha affermato Franco Claretti, direttore Parco Nazionale dello Stelvio. “La Tempesta Vaia ha messo in evidenza la vulnerabilità degli ecosistemi forestali nei confronti dei sempre più frequenti eventi meteorologici estremi, rendendoci più consapevoli delle sfide future che i gestori forestali dovranno affrontare e inducendoci a ripensare le strategie di intervento tradizionali - ha aggiunto Michele Franzini, dottore Forestale del Consorzio Forestale Alta Valtellina - Il sostegno del Gruppo Sanpellegrino ci sta permettendo di affrontare con continuità questo percorso così importante, mentre la collaborazione con l’Università degli Studi di Milano sta orientando le nostre scelte, aiutandoci a definire con rigore scientifico delle azioni mirate per affrontare dei fenomeni così complessi”. “Con Levissima proseguiamo una collaborazione sui ghiacciai della Lombardia, e non solo, attiva da 17 anni, per misurare gli effetti del cambiamento climatico sulla loro riduzione e condizioni superficiali, grazie a stazioni meteo automatiche, droni e satelliti, utili anche per ricostruzioni 3D e mappatura dei rischi ambientali. Oggi questa esperienza sostiene una nuova sfida: stimare il valore economico dei servizi ecosistemici dell’Alta Valtellina, dalle foreste alla criosfera. Un lavoro innovativo che colma un vuoto scientifico e offre dati concreti per decisioni territoriali più consapevoli", ha dichiarato Antonella Senese, Università degli Studi Milano.