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(Adnkronos) - Due morti a Galceti, in provincia di Prato, per l'incendio in un poligono. Le fiamme, partite per cause ancora ignote oggi 26 luglio dall'interno della struttura, sospinte dal vento si sono rapidamente propagate arrivando a una pineta che si trova nell'area circostante. Immediato è stato l'invio di dieci squadre di volontariato antincendi boschivi, dei vigili del fuoco e di due elicotteri della flotta regionale: la zona è ad alto pregio ambientale con la presenza anche di abitazioni non troppo distanti dal fronte del fuoco. All'interno del poligono ci sarebbero state tre persone, una delle quali è stata soccorsa dal 118 ustionata in forma grave; mentre le altre due persone - che in un primo momento risultavano disperse - sono morte. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e la polizia municipale e la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti.
(Adnkronos) - Acqua e Farina, lievito e olio, con fior di latte e pomodoro sono gli ingredienti tradizionali di una buona pizza. A far la differenza però è l'abilità del pizzaiolo. E oggi, molto di più rispetto al passato, delle pizzaiole. Sono infatti in crescita le donne che, tra forno e sala, esprimono il loro talento e la loro fantasia servendo ai loro clienti pizze d'eccellenza, come e più dei loro colleghi uomini. E la tendenza a sfornare margherite d'autore è in crescita tra le donne come racconta ad Adnkronos/Labitalia Barbara Guerra, co-curatrice delle guida internazionale '50 Top pizza', che nelle scorse settimane ha lanciato l'edizione 2024. “Nella grande comunità della pizza -spiega- osserviamo un bel protagonismo delle donne al banco pizza. Con impegno e dedizione affermano il loro talento che non è ancora sufficientemente valorizzato e riconosciuto, combattendo contro il pregiudizio molto diffuso che da un lato considera questo mestiere un lavoro da uomini, dall’altro le obbliga a scegliere fra carriera e famiglia", spiega. Ed è importante, sottolinea Guerra, far conoscere le storie di chi ha scelto questa strada professionale. "Come 50 Top Pizza abbiamo sempre avuto l’obiettivo di far emergere, portandoli sulla ribalta pubblica, i percorsi di carriera femminili, siano essi di pizzaiole, cheffe, direttrici di sala, proprietarie di attività ristorative e di accoglienza. Farli conoscere è uno dei modi per renderli modello di ispirazione per le altre donne che magari non hanno il coraggio o le condizioni per osare, restando nelle retrovie", sottolinea. Anche perchè, sottolinea Guerra, "il vecchio retaggio culturale per cui l’uomo cucina e la donna nutre deve essere ribaltato. Si può fare favorendo l’empowerment cioè riconoscendo e favorendo l’autonomia culturale, lavorativa ed economica delle donne e il mainstriming cioè attivare, sempre di più azioni, reti ed alleanze, sensibilità condivise anche con gli uomini affinché si capisca che una cucina, una famiglia, una società in cui le donne stanno bene è un vantaggio per tutti”, conclude. E una donna che, facendo pizze, ha fatto tanta strada è Giorgia Caporuscio, star della pizza a New York con il suo 'Don Antonio' e che si è vista assegnare il 'Pizza Maker of the Year 2024 - Ferrarelle Award' durante la cerimonia di premiazione di 50 Top Pizza Usa 2024. Giorgia, figlia d'arte, ha 34 anni ed è arrivata nella Grande Mela 15 anni fa. "Sono venuta qua negli Stati Uniti -racconta ad Adnkronos/Labitalia- quando avevo 19 anni. Avevo finito l'alberghiero a Formia e non avendo nessuna idea di cosa fare nella mia carriera professionale ho deciso di venire a trovare mio padre perché era già negli Stati Uniti e aveva appena aperto la sua prima pizzeria napoletana a New York". "Ho pensato di imparare l'inglese, e quindi la mattina andavo a scuola e il pomeriggio per stare insieme un po' a mio padre, stavo sempre in pizzeria con lui. I dipendenti, i collaboratori di mio padre, mi prendevano sempre in giro 'non sai fare la pizza, non sai fare la pasta'. E quindi per gioco e anche per far vedere a loro che, guarda un po', ho iniziato adesso e so fare la pizza meglio di voi, ho iniziato a fare le pizze un po' tutti i giorni. E scherzando, scherzando, alla fine è diventata la mia passione e io dico sempre che ce l'avevo già nel sangue questo lavoro", sottolinea. E i risultati oggi si vedono. "Dopo 15 anni, a New York sono proprietaria, capo pizzaiolo e capo chef di 'Don Antonio', dietro Times Square, e mi occupo di tutta la parte gestionale, della cucina, ricette, organizzazione di tutti i dipendenti, insieme a mio marito. Abbiamo rilevato questa pizzeria da mio padre, abbiamo iniziato dal 2020", dice. Un percorso non semplice, ma per Giorgia i consigli possono aiutare. "La costanza, bisogna studiare tanto, e tanta determinazione. Questi sono i miei consigli, che dò a tutte. Non aver paura, perché tutti quanti possiamo iniziare da zero a fare questo mestiere, se si ha passione si va veramente lontano, e io sono l'esempio", sottolinea. E per Giorgia le donne hanno un vantaggio non da poco. "Essendo un lavoro manuale, le donne hanno un'agevolazione, riescono a controllare la forza all'interno delle proprie mani e ad essere più flessibili rispetto agli uomini, nel toccare l'impasto, soprattutto nella pizza napoletana, che è un impasto molto più soft. Quindi abbiamo un'agevolazione in più rispetto a un uomo, che ha molta più forza e deve controllare molto di più la forza dentro le mani", sottolinea. Controllo delle mani che Giorgia esprime al meglio per realizzare il 'cavallo di battaglia' del suo locale: "E' la famosa Montanara, la pizza fritta. È un disco di pasta che stendiamo, lo friggiamo, e poi mettiamo il pomodoro, la mozzarella affumicata, il basilico, il pecorino romano, e la mettiamo alcuni minuti dentro il forno, quindi l'olio in eccesso evapora, e quindi si ha una doppia cottura. Ha la sofficità e la croccantezza, e gli americani impazziscono, anche grazie al fatto che noi portiamo il 98-100% dei prodotti che usiamo dall'Italia, cercando di dare a New lo stesso prodotto che si può trovare a Napoli. E' quello il nostro vero segreto", conclude. E da New York a Napoli ecco la storia di un'altra giovane donna che ha inseguito la sua passione fin da piccolissima. "Mio padre -racconta ad Adnkronos/Labitalia Jessica De Vivo, della pizzeria Mary Rose a Napoli- aveva la pizzeria e a sette anni io ho fatto la mia prima pizza. Poi appena finiti gli studi subito ho iniziato a lavorare in pizzeria. Oggi ho 29 anni, sono più di dieci anni che lavoro". Il percorso non è stato semplice. "Io penso che una donna per fare questo lavoro deve avere realmente una passione, io dedico al mio lavoro quasi tutta la giornata, dalla mattina fino alla sera, cioè, sono sempre in pizzeria. Oggi stanno uscendo parecchie pizzaiole donne e questa per una donna è una bellissima cosa. Noi abbiamo qualcosa che l'uomo non ha: l'eleganza e il segreto per un'ottima pizza sono le mani di una donna", rivendica Jessica. E Jessica, con le sue pizze è una star di TikTok e Instagram. "I social aiutano oggi nel nostro mestiere, ti fanno conoscere, e tante persone poi vengono qui in pizzeria a provare le mie pizze. E poi da piccolina oltre la pizza l'altra mia grande passione era la recitazione", aggiunge. Ma qual è la pizza top per Jessica? "Io sono molto tradizionalista, quindi mi mantengo sempre sul tradizionale: una margherita provola e pepe o una pizza fritta", conclude. Una passione, come quella fare la pizza, può anche 'svegliarsi' o per necessità, come nel caso di Roberta Esposito del Ristorante pizzeria 'La Contrada' ad Aversa, in provincia di Caserta, classificatasi al 32 posto nella classifica di '50 Top Pizza'. "Io ho cominciato più in sala, sapevo stendere e cucinare la pizza perché l'avevo imparato ma non era la mia prima aspirazione", racconta ad Adnkronos/Labitalia. "Poi all'improvviso, quando il pizzaiolo mancava o non veniva o ritardava dalle ferie io lo sostituivo. Fu una cosa automatica: non è venuto, non mandiamo via gente, dai falla tu. Fin quando un sabato il mio collaboratore non stette tanto bene, andò via e rimasi io di sabato sera lì dentro in pizzeria e da lì non me ne sono mai più uscita", sottolinea. Oggi Roberta ha 41 anni "ma il locale la mia famiglia l'ha rilevato quando avevo 13 anni mentre il progetto pizza è nato quando ne avevo 25. Io credo che in realtà è come ogni lavoro, devi avere una predisposizione per poterlo fare. Io consiglio anche a una ragazza che magari si avvicina a questo mestiere, se ha le caratteristiche, di seguirla questa passione. E' comunque un lavoro sacrificato, facendo le pizze, vai la mattina, non si sa quando torni, comunque se ne vanno via tante ore della giornata", sottolinea. Di certo la fantasia delle donne aiuta. "A me piace la pizza fuori menù. È quella che posso preparare con un prodotto stagionale, un prodotto che trovo fresco, e quindi immagino di proporre quella pizza, la preparo, piace, è tutta la mia soddisfazione. Io ho l'abitudine ogni sei mesi di cambiare menù, quindi ne ho fatte tante di pizza, non ho proprio quella preferita", conclude.
(Adnkronos) - Significativo passo verso la mobilità sostenibile di Engineering, con una scelta in coerenza con la crescente attenzione nel porre i temi ESG al centro della propria strategia aziendale. Il gruppo leader nei processi di digitalizzazione per aziende e PA ha scelto infatti per la sua flotta aziendale 50 veicoli bZ4X, primo modello della nuova gamma di veicoli elettrici a batteria targata Toyota, che offre innovazione, qualità e tecnologia full electric. Accelerare l’elettrificazione della Pool Fleet è d'altronde uno degli obiettivi che il Gruppo guidato da Maximo Ibarra si è posto nel Piano di Sostenibilità annunciato ad aprile e che definisce target misurabili per tutti i 21 Paesi in cui il Gruppo opera con 80 sedi e circa 15.000 dipendenti. Tra questi, molti riguardano un piano di decarbonizzazione per ridurre significativamente l’impatto dell’azienda sull’ambiente anche attraverso iniziative di sustainable mobility, che prevedono – entro il 2026 - che il 100% delle auto di servizio sia costituito da auto elettriche e che la car list sia composta per intero da auto elettriche o ibride con emissioni minori di 60gr/CO2. Toyota, da oltre 27 anni, sviluppa e migliora soluzioni di mobilità elettrificata, migliorando continuamente le prestazioni e l'efficienza dei consumi per rispondere a tutte le necessità dei clienti e minimizzare l'impatto ambientale. L’innovazione, il rispetto dell’ambiente e la salvaguardia del pianeta sono infatti alla base del modo di concepire la mobilità per Toyota, che grazie a questa visione si è affermata come leader nell'elettrificazione con oltre 27 milioni di automobili elettrificate vendute a livello globale. “Il Gruppo ha definito per i prossimi anni il raggiungimento di sfidanti target di decarbonizzazione. La scelta di introdurre, grazie a Toyota e KINTO, autoveicoli completamente elettrici ci permetterà di ridurre sostanzialmente le emissioni di CO2 della nostra flotta aziendale” ha affermato Federico Antonio Di Paola, Fleet & Mobility Manager di Engineering. “Inoltre, scegliendo per la nostra pool fleet autoveicoli all’avanguardia sia dal punto di vista della sicurezza che tecnologico, che i dipendenti potranno utilizzare anche attraverso un nuovo sistema di car sharing, miriamo a orientare le nostre persone verso una mobilità elettrica e sostenibile, da condividere anche fuori dall’azienda”. Engineering ha scelto Toyota come partner per la fornitura di 50 bZ4X Full Electric, tramite KINTO Italia, Società Benefit e terzo brand del Gruppo Toyota che offre servizi di mobilità innovativi, digitali e sostenibili che coprono le esigenze di spostamento di privati, professionisti, aziende, comunità ed istituzioni dal noleggio a lungo termine a quello flessibile a breve, dal car sharing al car pooling, fino all’app di mobilità integrata multimodale. KINTO rappresenta al meglio l’impegno di Toyota verso la trasformazione in "Mobility Company". Un percorso fatto per garantire a tutti la massima libertà di movimento, eliminando barriere e limitazioni nel rispetto dell'ambiente, grazie alla combinazione di servizi innovativi e digitali e di veicoli a bassissime emissioni e ad alta efficienza energetica, con oltre 65.000 utenti e 4.000 aziende servite in Italia. Dario Pergolotti Antiochia, General Manager Fleet & Used di Toyota, ha commentato: "Siamo estremamente orgogliosi di accompagnare Engineering in questo percorso verso una mobilità più sostenibile. Questo accordo non solo dimostra una forte comunanza di valori tra le nostre aziende, ma rappresenta anche un passo significativo per promuovere l'innovazione e la sostenibilità nel settore della mobilità. Collaborare con aziende come Engineering ci permette di portare avanti la nostra missione di supportare la transizione energetica con soluzioni efficaci, sostenibili e inclusive." Il bZ4X, primo veicolo elettrico a batteria (BEV) di Toyota, sviluppato su una piattaforma dedicata eTNGA, rappresenta un passaggio chiave dell'approccio multi-tecnologico di Toyota. Una strategia che integra tutte le tecnologie elettrificate, dal Full Hybrid e Plug-in Hybrid, per la transizione, fino alle soluzioni ad emissioni zero: Full Electric e Fuel Cell alimentate a idrogeno, oltre che gli studi a livello avanzato sui motori a combustione interna alimentati con “carbon neutral” fuels e con lo stesso idrogeno. Tutto questo per offrire ai clienti e aziende un ampio ventaglio di soluzioni riducendo il più possibile e il prima possibile le emissioni di CO2 ma garantendo a ciascun utente la soluzione che più si adatta alle sue esigenze.