(Adnkronos) - "Avevamo previsto 24 canzoni ma le aumenteremo". Lo ha annunciato Carlo Conti, direttore artistico del Festival di Sanremo 2025, durante la Milano Music Week. I brani in gara, ha aggiunto, verranno ufficializzati il primo dicembre al Tg1 delle 13.30. "Non ne potrò mettere 40 - ha scherzato - perché poi deve iniziare il dopofestival e non posso andare oltre". "Chi te l’ha fatto fare? È una domanda che mi fanno tutti. La prima a farmela è stata mia moglie, poi quando hanno annunciato il mio ritorno al tg hanno mostrato una mia immagine di 10 anni fa, lei ha detto ‘come eri magro’. Torno con la stessa freschezza ed energia sul palco. Ho detto sì in primis perché è il mio lavoro, poi perché ho sentito, al di là della Rai, l’affetto dei discografici, delle major e degli indipendenti, tutti erano d’accordo sul mio nome. Ho detto 'Vediamo se l’orecchio funziona, se è attento e moderno' e ho detto di sì", ha aggiunto. In questi giorni "mi sono chiesto chi me lo ha fatto fare - ha proseguito - perché ascoltare tutti i big è difficile, e il succo del festival sono questi giorni, quando devi sceglierti i big. L'ho sempre paragonato alla bistecca che metti sul piatto: il contorno deve essere buono ma se la bistecca non lo è, il festival non funziona". È un periodo, ha ammesso Conti, “nel quale non riesco a dormire la notte, magari sento un ritornello di una canzone messa da parte mentre dormo e forse, dico, ho sbagliato a metterla da parte. Questo è il momento più difficile che sento con maggiore responsabilità. Per me è la cosa più importante: il resto è fumo arrosto, contano le canzoni". Carlo Conti ha poi spiegato che nella serata delle cover i cantanti in gara potranno fare dei duetti tra di loro. "Ho fatto una modifica alla serata delle cover perché non mi sembrava giusto che influisse - ha detto Conti - ed era importante far capire al pubblico e alle giurie di votare sulla canzone e non sull’exploit della serata delle cover. Sarà una serata di divertimento a sé, senza la tensione della gara e ci divertiremo a proclamare il vincitore di quella serata che non andrà a influenzare il percorso fatto". "Visto che la mia intenzione è aumentare i partecipanti, il venerdì sera i cantanti i gara potranno fare un duetto tra loro e fare una canzone sola", ha spiegato. E poi un altro l'annuncio di una piccola modifica al regolamento per il conteggio dei voti: "Si sommeranno sempre. Il voto non verrà azzerato per i finalisti ma andrà ad aumentare i voti che quei cantanti avevano già". "Prendo in mano un Festival in salute strepitosa per il lavoro fatto Amadeus, anche durante il Covid, con l’Ariston vuoto, quindi non posso che avere qualcosa di estremamente positivo e in ottima salute", ha detto il direttore artistico di Sanremo 2025, durante l'incontro alla Milano Music Week. "Non ho paura e non guardo mai i confronti - ha sottolineato -. Se il confronto è con lo share non mi interessa. Poi quest’anno si parte da zero, lo share cambia da gennaio". Quindi, ha osservato Conti, "non si potrà scrivere 'questo batte quello', sono cose assurde, che sono superate. Per il Festival è importante fare un bel prodotto e regalare belle canzoni agli italiani: poi un punto in più o meno di share fa parte del colore televisivo e alla mia veneranda età l’ho superato". "Con Amadeus e Fiorello veniamo dallo stesso periodo storico, siamo cresciuti tutti in radio, che rimane il primo grande amore. Siamo cresciuti a pane e musica, abbiamo avuto delle porte chiuse in faccia e dei successi, fa parte della vita. Siamo ancora qua e siamo molto legati, siamo amici, non c’è alcun tipo di rivalità con nessuno", ha sottolineato Conti. "Io vado d’accordo con tutti - ha precisato - mi sento anche con Paolo Bonolis e Gerry Scotti, con Tiberio Timperi, con Massimo Giletti. Credo molto nel gioco di squadra e personale e c’è spazio per tutti, con me non c’è alcun tipo di rivalità".
(Adnkronos) - Anche in settori fortemente innovativi e in costante evoluzione come quello delle criptovalute e delle startup, il pregiudizio di genere è una costante dura a morire: new economy, old story. La recente ricerca condotta da Bitget, exchange di criptovalute con 45 milioni di utenti registrati in oltre 200 Paesi nel mondo, sulla disparità di genere nel Web3 ha permesso di evidenziare come le startup blockchain guidate da uomini, nel 2023, abbiano attratto 27,85 miliardi di dollari, mentre quelle create e gestite da donne hanno raccolto 1,77 miliardi di dollari, ovvero solo il 6,34% dell’importo complessivo. Venturebeat, a livello globale, conferma la tendenza, evidenziando come le startup femminili rappresentino il 15% del totale e ricevano poco più del 2% dei finanziamenti complessivi. L’Oceania, con il sostegno a un’iniziativa femminile su cinque, è il paese più virtuoso in quanto a gender gap finanziario; segue il Nord America con il 15,7%, mentre l’Europa dimostra una forte arretratezza, con il 98% dei finanziamenti di venture capital destinato a imprese maschili. Peggio dell’Europa, solo i Paesi dell’area Mena. Ne parla con l'Adnkronos/Labitalia Gracy Chen, ceo di Bitget: "Come donna che lavora nel settore delle criptovalute, ho sperimentato in prima persona le sfide e i pregiudizi. Nonostante l'attenzione del settore sull'innovazione e la disruption, c'è ancora un significativo gender gap da colmare. Uno dei problemi più pressanti è la mancanza di rappresentanza e opportunità di mentorship per le donne. Ho partecipato a innumerevoli conferenze sulla blockchain dove i panel erano dominati dagli uomini. E' scoraggiante vedere una così limitata presenza femminile, soprattutto nei ruoli di leadership”. “Le startup blockchain - prosegue Gracy Chen - guidate da donne spesso incontrano difficoltà nell'ottenere credito economico, poiché gli investitori tendono a favorire i progetti guidati da uomini. Io stessa qualche anno fa, ho sperimentato questa difficoltà quando stavo raccogliendo capitali per la mia azienda, ricevendo feedback negativi da VC che non volevano investire in imprenditrici donne. Questo pregiudizio limita il potenziale imprenditoriale e ostacola in definitiva l'innovazione”. La ricerca condotta dal Boston Consulting Group ha dimostrato come le aziende guidate da donne generino il doppio del guadagno rispetto alle realtà che godono di investimenti e sono amministrate da uomini. In particolare, ogni dollaro investito da una donna nella sua impresa, genera 78 centesimi, contro i 31 centesimi delle realtà maschili, a dimostrazione di quanto colmare il gender gap anche in questo campo convenga a tutti. “In qualità di leader nel settore delle criptovalute, riconosciamo la nostra responsabilità nel generare un cambio di rotta significativo. Le disparità evidenziate dal nostro studio ci ricordano che dobbiamo impegnarci in modo proattivo per creare un ecosistema in cui il talento e il potenziale siano gli unici criteri, senza pregiudizi di genere”, prosegue Chen. Per affrontare questi problemi in modo concreto, Bitget ha lanciato l'iniziativa Blockchain4Her, un impegno da 10 milioni di dollari per favorire l'empowerment delle donne nel settore blockchain. Il programma offre risorse essenziali come formazione, mentorship e supporto finanziario. E' fondamentale che il settore riconosca il valore che le donne possono apportarvi: “Sostenendo la partecipazione e l'avanzamento delle figure femminili, possiamo creare un ecosistema crypto più equo e fiorente", conclude Gracy Chen. Bitget, inoltre, per favorire l’educazione nei giovani sul settore della blockchain ha dato vita al progetto Blockchain4Youth, con un investimento di 10 milioni di dollari destinati alla creazione di corsi online, masterclass nelle università, hackathon e incontri offline per parlare con esperti del settore e offrire borse di studio.
(Adnkronos) - La comunità scientifica è da tempo a caccia di un’alternativa sostenibile alle proteine della carne e potrebbe averla trovata nella lattuga di mare. È la tesi degli esperti della Chalmers University of Technology, in Svezia. Gli esperti sono convinti che le proprietà di questo particolare tipo di alga potrebbero fargli acquisire una certa importanza nella nostra dieta. Non è tutto: i processi legati alla produzione, alla raccolta e alla raffinazione avrebbero un impatto molto ridotto sull’ambiente rispetto alla ben più inquinante filiera della carne. Lo studio è comparso su “Food Chemistry”.