(Adnkronos) - "E' tempo che le donne prestino attenzione alla propria salute, anche quella neurologica, con piena consapevolezza e informazione". E' il messaggio lanciato dalla Società italiana di neurologia (Sin) in occasione della Giornata nazionale della salute della donna, che si celebra oggi. Spesso, a causa del carico di responsabilità legato alla gestione di molteplici ruoli e alla cura degli altri - spiegano i neurologi in una nota - le donne tendono a trascurare i segnali inviati dal proprio corpo, a sottovalutare il dolore o a rimandare controlli e accertamenti. Questo comportamento, profondamente radicato in dinamiche culturali e sociali che normalizzano la sofferenza silenziosa, può condurre a diagnosi tardive. In ambito neurologico, ciò comporta il rischio di individuare le patologie in stadi già avanzati, quando le opzioni terapeutiche risultano meno efficaci e la qualità della vita è già significativamente compromessa. E' proprio per questo che negli ultimi anni si è fatto sempre più strada un approccio che riconosce come le malattie neurologiche possano colpire uomini e donne in modo diverso. La Sin è in prima linea nella promozione di una neurologia attenta al genere, impegnata nello sviluppo di strategie diagnostiche e terapeutiche personalizzate, basate su evidenze scientifiche e differenze biologiche, ormonali, ma anche sociali e psicologiche. Esistono patologie neurologiche che hanno una maggiore prevalenza nel sesso femminile, ricordano gli specialisti. Inoltre, le manifestazioni cliniche, sia iniziali che tardive, di molte malattie neurologiche, la risposta terapeutica, l'accesso alle cure o le reazioni avverse ai farmaci possono variare nelle donne rispetto agli uomini. Molte patologie neurologiche, poi, colpiscono le donne ancora in età fertile; pertanto, una particolare attenzione va rivolta alla gestione della terapia farmacologica in relazione alla gravidanza o alla programmazione della stessa. "Le evidenze scientifiche dimostrano come numerose patologie del sistema nervoso colpiscano con maggiore frequenza e gravità le donne - afferma Alessandra Nicoletti, ordinario di Neurologia presso l'Università di Catania - E' il caso dell'emicrania, che si manifesta con maggiore frequenza e in forma più debilitante nel sesso femminile, con attacchi più lunghi e intensi, anche a causa dell'influenza degli ormoni sessuali nelle diverse fasi della vita, dal menarca alla menopausa. Ma anche patologie più complesse come, ad esempio, la sclerosi multipla (Sm) e la malattia di Alzheimer - continua Nicoletti - presentano un'incidenza più elevata nella popolazione femminile. E ancora, molte malattie autoimmuni e disturbi dell'umore trovano nelle donne un terreno di vulnerabilità maggiore. In particolare, l'Alzheimer, la più comune forma di demenza nella popolazione anziana dei Paesi occidentali, colpisce le donne con una prevalenza doppia rispetto agli uomini. Una differenza non spiegabile solo con la maggiore aspettativa di vita femminile, ma anche per fattori ormonali ancora oggetto di studio. La Sm, poi, colpisce le donne circa 3 volte più degli uomini, con esordio spesso in età fertile, andando a compromettere la qualità di vita personale, familiare e lavorativa". In sintesi, le donne sono più suscettibili a diverse patologie neurologiche, e le differenze biologiche, ormonali e sociali giocano un ruolo significativo in questa disparità. Ma non è solo la biologia a fare la differenza. "Accanto ai dati clinici, emerge un altro elemento cruciale: il peso dello stress cronico sulla salute neurologica - aggiunge Maria Teresa Pellecchia, associato di Neurologia Università degli Studi di Salerno - Situazioni di disagio domestico, carichi emotivi non condivisi, e soprattutto episodi di violenza, ancora troppo frequenti, sembrano determinare un danno strutturale del cervello, causa di diversi disturbi neurologici e psichiatrici. La conoscenza di queste specificità può aiutarci a garantire alle donne un approccio gender-oriented che tuteli maggiormente il loro benessere e la loro salute neurologica". Eppure, nonostante questi ostacoli, le donne dimostrano una straordinaria resilienza nell’affrontare dolore, malattia, e contesti di vita difficili, spesso a scapito della tempestività nell’accesso ai trattamenti o nella richiesta di aiuto. "Serve un cambio di paradigma – sottolinea Pellecchia – che ponga la salute neurologica delle donne come priorità, non come emergenza da affrontare a posteriori. La Sin da anni promuove la Neurologia di genere come un’area prioritaria, anche attraverso l’istituzione di un apposito gruppo di studio che ha l’obiettivo di individuare e studiare i fattori biologici, ambientali e sociali che agiscono in modo differenziale nel genere maschile e in quello femminile, al fine di sviluppare strategie sempre più efficaci per la diagnosi, prevenzione e cura delle diverse patologie neurologiche". E a proposito di strategie preventive che le donne dovrebbero adottare per mantenere una buona salute neurologica, "è consigliabile - conclude Pellecchia - praticare una regolare attività fisica di tipo aerobico, che stimola la plasticità dei neuroni e riduce l'infiammazione, adottare una dieta salutare per il cervello come la dieta mediterranea, che supporta la funzione cognitiva, cercare di avere una buona durata e qualità del sonno, perché il sonno insufficiente aumenta il rischio di malattie neurologiche come la demenza di Alzheimer, mantenere una vita sociale attiva e promuovere il benessere emotivo, prendersi cura della salute cardiovascolare perché le malattie cardiovascolari possono danneggiare la salute del cervello".
(Adnkronos) - “L’industria dei beni di largo consumo in Emilia-Romagna è molto importante perché pesa per quasi il 20% sui valori socio economici legati all’intero manifatturiero, quindi sia occupati, imprese, che fatturato e valore aggiunto. Un tessuto imprenditoriale di oltre 4700 aziende che genera un fatturato superiore ai 45 miliardi di euro”. Lo ha detto, questa mattina a Bologna, Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma, al seminario “Industria dei beni di consumo ed evoluzione del contesto competitivo. Strumenti e soluzioni per la trasformazione digitale”, organizzato da Ibc, l’Associazione industrie beni di consumo, in collaborazione con GS1 Italy e la società di consulenza Deloitte. L’evento rientra nel piano di iniziative messe in campo da Ibc per promuovere l’innovazione delle imprese associate, in particolare piccole e medie, e rafforzare la collaborazione tra il comparto produttivo e quello distributivo. Con l’indagine 'Scenari economici e sfide per il futuro dell'industria dei beni di consumo', Nomisma ha analizzato i valori socio economici che il settore esprime sia a livello nazionale, sia a livello regionale. Inoltre, ha analizzato un campione di 1000 consumatori, rappresentativo della popolazione italiana, per capire come percepisce i valori che il comparto esprime, non solo economici e sociali, ma anche di sostenibilità e occupazionali. “Ci troviamo in una fase critica, legata alla congiuntura ancora negativa legata ai consumi - illustra Pantini - Quello che più ci preoccupa è l’export che per i beni di consumo vale, in Emilia Romagna, oltre 10 miliardi di euro, con una crescita che negli ultimi anni è stata superiore al 50%. Gli Stati Uniti, in questo contesto, rappresentano un terzo del mercato di destinazione. L’Emilia Romagna è meno esposta al mercato americano, parliamo di circa il 10% sul totale dell’export dei beni di consumo. La Sardegna invece supera il 50% e la Campania il 20%. Dopo l’euforia post covid, i valori macroeconomici mostrano un rallentamento, che tocca tutte le economie. La ripresa della spesa per i consumi delle famiglie italiane si scontra con il calo del risparmio e anche il clima di fiducia dei consumatori è calato in modo importante, non solo per le condizioni economiche ma anche per le aspettative future. Anche l’inflazione, in rinnovata ripresa per l'aumento dei costi energetici, ha impattato duramente sugli acquisti a volume. I consumi domestici infatti non hanno ancora ripreso il livello pre pandemico”. In questo contesto, il percepito del consumatore rispetto ai cambiamenti di consumo si concentra su tre macro aree “maggior attenzione alla salute, alla sostenibilità e al territorio - puntualizza Pantini - categorie che interessano le scelte di consumo degli italiani e modificano il paniere di spesa. Inoltre, più di 7 consumatori su 10 sono consapevoli che l'industria dei beni di consumo genera ricchezza e occupazione e valorizza il made in Italy all’estero. Rispetto alla media di settore, l’industria dei beni di consumo dell’Emilia Romagna, che conta 4700 aziende alla camera di commercio, pari al 12% del totale del settore manifatturiero regionale, è superiore del 20%. I risultati economici degli ultimi 5 anni, dal 2019 al 2023, mostrano che l’industria dei beni di largo consumo emiliano romagnola registra un fatturato e un valore aggiunto di poco superiore alla media nazionale. La crescita è però a favore di medie e grandi aziende, le piccole hanno invece sofferto. Infine, sul fronte della digitalizzazione, il settore alimentare della Regione è un po’ il fanalino di coda”.
(Adnkronos) - Le storie delle persone e delle comunità impegnate nel salvare le barriere coralline, un ecosistema vitale ma sempre più minacciato: è ora disponibile in streaming su Prime Video il documentario Reef Builders. Presentato da Sheba, il documentario esplora il programma Sheba Hope Grows, uno dei più grandi progetti di ripristino delle barriere coralline al mondo, guidato da Mars Sustainable Solutions (Mss). Attraverso spettacolari immagini fotografiche, sia terrestri che subacquee, il film racconta le sfide quotidiane, le soluzioni innovative e la speranza di chi lavora per proteggere uno degli ecosistemi più importanti per la biodiversità marina. (Video) Il film inizia con la storia di successo più conosciuta del programma, il ripristino della Hope Reef in Indonesia. Hope Reef è stata costruita grazie a un’invenzione semplice ma rivoluzionaria: una struttura in acciaio chiamata Reef Star, che ha trasformato un fondale distrutto e ricoperto di macerie coralline in una barriera corallina rigogliosa. Attraverso le testimonianze dirette dei volontari locali impegnati nella salvaguardia delle loro barriere coralline, gli spettatori scopriranno come il team di Mss, guidato da David Smith, stia collaborando con le comunità costiere e le Ong per ampliare il progetto su scala globale e ottenere un impatto ancora maggiore. Il documentario restituisce un quadro realistico delle sfide e delle difficoltà affrontate, così come dei successi e dei traguardi raggiunti, mettendo in luce la speranza, l’impegno costante e il potenziale trasformativo di uno dei più grandi e ambiziosi programmi di formazione per il restauro mai realizzati (Mss Impact Report, 2024). “Reef Builders racconta non solo un progetto di ripristino ambientale, ma una visione concreta del futuro che Mars intende contribuire a costruire. Attraverso la visibilità e il seguito dei nostri brand, disponiamo di una piattaforma di grande impatto, e sentiamo la responsabilità di metterla al servizio di un cambiamento positivo - ha affermato Aldo Mastellone, Corporate Affairs Senior Manager di Mars Italia - Il lancio del documentario Reef Builders rappresenta un momento significativo nella missione del programma Sheba Hope Grows. Con questo progetto vogliamo ispirare ed educare un numero sempre maggiore di persone sull’importanza di sostenere il ripristino delle barriere coralline”. Le barriere coralline, spesso chiamate le 'foreste pluviali del mare', sono oggi in grave pericolo. Gli scienziati stimano che, senza interventi concreti, entro il 2043 il 90% delle barriere coralline tropicali del pianeta potrebbe scomparire (Icri), con gravi conseguenze per il 25% della vita marina (Epa) e per circa un miliardo di persone che dipendono direttamente o indirettamente dai servizi ecosistemici che esse offrono, come la protezione delle coste e la sostenibilità delle risorse ittiche (Noaa). Diretto e prodotto da Stephen Shearman, con i produttori esecutivi Victoria Noble e Ben Padfield, e l’attrice e attivista ambientale Auli’i Cravalho in veste di produttrice associata, Reef Builders accompagna gli spettatori in un viaggio che tocca Bontosua (Indonesia), Lamu (Kenya), la Moore Reef (Australia) e l’isola natale di Auli’i, O’ahu (Hawai’i), offrendo uno sguardo senza precedenti sulla lotta per salvare le barriere coralline del pianeta.