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(Adnkronos) - Dalla "Russia invincibile" a "Zelensky non eroico". Dallo stop alle armi per Kiev alle sanzioni contro Mosca. Fino al dialogo degli ultimi mesi per elaborare un piano di pace. Donald Trump, dal suo ritorno alla Casa Bianca, ha detto e fatto tutto e il contrario di tutto in relazione alla guerra tra Ucraina e Russia, a giudicare dalla ricostruzione del New York Times che documenta la linea dell'amministrazione. La linea del presidente viene descritta attraverso incontri, dichiarazioni, retroscena che delineano un percorso a dir poco sinuoso, pieno di frenate e accelerazioni tra contraddizioni e improvvisi cambi di rotta. Un viaggio sulle montagne russe, preceduto dagli 83 annunci - prima delle elezioni vinta da Trump nel novembre 2024 - con promesse assortite per una rapida soluzione della guerra: "La farò finire in 24 ore". La ricostruzione del quotidiano evidenzia l'approccio di Trump, affascinato dalla parata sulla Piazza Rossa ("l'esercito russo è invincibile") e convinto di avere un rapporto consolidato e produttivo con Vladimir Putin: "La Russia è mia, non tua", avrebbe detto il presidente al generale Keith Kellogg, inviato speciale per l'Ucraina. Proprio con Kellogg, sostenitore della causa di Kiev, sarebbero avvenuti confronti particolarmente accesi. "Quindi tu definisci Zelensky assediato e coraggioso?", la domanda del presidente. "Lo è. E' una lotta esistenziale per l'Ucraina. Quand'è stata l'ultima volta che un presidente americano ha affrontato una situazione del genere? Con Abraham Lincoln?", la replica di Kellogg. E Trump? "E' un idiota", la sentenza del presidente sul suo collaboratore. Dopo il confronto, Kellogg out: al suo posto, ecco il nuovo inviato Steve Witkoff. L'articolo del NYT accende i riflettori sul drammatico incontro andato in scena alla Casa Bianca alla fine di febbraio, con la rissa verbale tra Trump e Zelensky. Il presidente ucraino era stato istruito da Kellogg: "Deve ringraziare gli Stati Uniti per quello che è stato fatto". A Zelensky era stato consigliato di non mostrare a Trump le foto di prigionieri ucraini. Il meeting, in diretta tv, è naufragato in maniera clamorosa: "Non hai nessuna carta in mano", l'affondo finale di Trump prima della cacciata della delegazione ucraina dalla Casa Bianca. Da lì in poi, una lenta risalita. Il dialogo tra Washington e Kiev è stato ricostruito tra alti e bassi, tra lo stop alle forniture di armi da parte del segretario alla guerra, Pete Hegseth, e le pressanti richieste ucraine: "Diteci la verità, siete con noi?". Nel suo ondivago percorso, Trump ha messo in discussione anche il presunto feeling con Putin: "Vuole davvero un accordo o vuole tutta l'Ucraina?", si è chiesto il presidente americano, convinto di poter risolvere il rebus con il vertice di Ferragosto in Alaska. Giorno dopo giorno, ha preso forma il piano per porre fine alla guerra con la cessione del Donbass alla Russia: "Il Donetsk? In America non sappiamo nemmeno dov'è". Il resto, è cronaca. La questione Donbass rimane un nodo irrisolto, l'Ucraina non ha ancora detto sì al sacrificio territoriale e chiede garanzie di sicurezza con il coinvolgimento americano. La Russia, intanto, continua a bombardare e non si sposta dalle richieste scolpite nel marmo: tutto il Donbass per Putin, niente rinunce ai territori occupati.
(Adnkronos) - in collaborazione con The Glenrothes Premiumizzazione e identità visiva potente e fuori dagli schemi. Ecco quali sono le novità nel bicchiere per il whisky, distillato con tre secoli di storia che però da venti anni vive una grandiosa età dell’oro e si dimostra capace di scrollarsi la polvere di dosso. Un esempio su tutti è quello di The Glenrothes, che presenta una nuova identità e un nuovo packaging per celebrare l’eccellenza dello Speyside scozzese. The Glenrothes è una storica distilleria scozzese fondata nella cittadina di Rothes nel 1879, una storia lunga e gloriosa ben nota agli appassionati del 'Re dei Distillati', lo Scotch Whisky, eppure la strada scelta è quella di un restyling profondo dell’immagine e di un packaging completamente riprogettato. Il restyling, curato dall’agenzia di branding e design londinese Lewis Moberly, ridefinisce l’identità visiva di The Glenrothes, costruendo una gamma coerente e immediatamente riconoscibile. La bottiglia tondeggiante iconica della distilleria è stata reinterpretata con un profilo più alto ed elegante e un collo più slanciato. Le etichette presentano le note di degustazione scritte a mano da Laura Rampling, Master Whisky Maker di Glenrothes Il packaging secondario - un cilindro a doppio strato che si apre rivelando la bottiglia - è ispirato ai legni di maturazione e ai colori della Tenuta di The Glenrothes: dal verde lichene del 15 anni alle tonalità più profonde e autorevoli del 18 e 25 anni. Il progetto nasce con un obiettivo chiaro: zero plastica, zero metallo, zero pelle. Interamente a base di carta e cartone, con uso minimo di lamina, il packaging è 100% riciclabile e in linea con l’approccio sostenibile del gruppo. La nuova gamma non punta infatti a volumi da prodotto mass market, ma a rendere l’immagine coerente con le dinamiche qualitative dell’industria del whisky. "The Glenrothes è un Single Malt dedicato a chi sa scegliere e riconoscere la qualità, un prodotto dal carattere accessibile ma dalla complessità raffinata. Eleganza, genuinità del colore, equilibrio dei legni e profondità aromatica definiscono un brand che, pur rimanendo fedele alla propria storia, entra oggi in una nuova era, spiega una nota dell'azienda. La nuova identità visiva è poi inoltre l’occasione per alzare ulteriormente l’asticella della qualità in casa Glenrothes. Scompaiono i classici imbottigliamenti con 10 e 12 anni di età e si parte direttamente dal 15 anni- una prima assoluta per la distilleria di Rothes, per poi ascendere verso l’olimpo dei Single Malt, con invecchiamenti importanti di 18 anni e 25 anni. The 15 rappresenta quindi la nuova espressione stabile della distilleria e matura per 15 anni in botti di rovere europeo ex sherry, selezionate personalmente da Laura Rampling. Il suo profilo aromatico combina frutta matura, spezie e un’eleganza commovente, con un colore 100% naturale, tratto distintivo dell’intero portafoglio The Glenrothes. Riconosciuta come “tesoro nascosto dello Speyside”, The Glenrothes si distingue per l’uso di acqua di sorgente dal contenuto minerale eccezionalmente basso e per un processo di distillazione lento, condotto in alambicchi particolarmente alti. Il risultato è un distillato di base fragrante, fruttato e di grande finezza. La distilleria è una delle poche a mantenere in vita un laboratorio interno di artigiani bottai, che restaurano e preparano migliaia di botti ogni anno. Una scelta artigianale che, unita alla filiera dei legni controllata direttamente dalla casa madre Edrington, dall’albero alla botte, garantisce una qualità costante e una personalità inconfondibile.
(Adnkronos) - «Rendere il territorio più sano, più pulito e più biodiverso»: con questo obiettivo, cinque anni fa, è nato il Consorzio Forestale KilometroVerdeParma, che oggi celebra un traguardo storico con la messa a dimora del 100.000° albero. A sottolinearne il valore è Maria Paola Chiesi, presidente del Consorzio Forestale KilometroVerdeParma che definisce il risultato tutt’altro che scontato. «Ci siamo dati un obiettivo quantitativo perché è importante avere dei traguardi. Centomila alberi in cinque anni sembravano una sfida ambiziosa, e invece ce l’abbiamo fatta», afferma. Un successo reso possibile, spiega Chiesi, «grazie alla collaborazione delle istituzioni, dei privati, delle aziende, dei cittadini e delle associazioni», che rende questo risultato «il simbolo di una comunità che si prende cura di se stessa e del proprio territorio». La posa del Ginkgo biloba in viale Du Tillot segna anche l’avvio di un nuovo progetto: la nascita dell’arboreto urbano di Parma, concepito come museo a cielo aperto dedicato alla cura del territorio e alle generazioni future. È un Ginkgo biloba, pianta antichissima e straordinariamente resistente, a rappresentare il significato profondo del 100.000° albero piantato dal progetto KilometroVerdeParma. «La scelta non è casuale -spiega Maria Paola Chies-. Il ginkgo ci lega alla storia del pianeta: cresce lentamente, diventa imponente, ed è il simbolo di un amore per il territorio che richiede tempo ma si costruisce in modo solido». Chiesi ha aggiunto che l’albero messo a dimora in viale Du Tillot è anche il primo tassello dell’arboreto urbano, destinato a diventare «una grande biblioteca di alberi, con centinaia di specie diverse». Un progetto che guarda lontano e che nasce dalla partecipazione condivisa di cittadini, bambini, istituzioni e partner. «Prendersi cura oggi del territorio significa costruire benessere, qualità della vita e futuro per le generazioni che verranno», conclude.