(Adnkronos) - L'ennesimo rinvio dell'udienza, stavolta al 15 settembre, del processo in corso al tribunale di Trieste per l'inchiesta bis su Unabomber ha fatto scattare la prescrizione per tutti gli attentati dinamitardi, compiuti nel 2005, essendo trascorsi vent'anni dai fatti. La prescrizione inibisce qualsiasi possibilità di richiesta di risarcimento da parte delle vittime di 29 attentati, compiuti a cavallo di Veneto e Friuli Venezia Giulia tra gli anni Novanta e Duemila dal misterioso bombarolo. L'unica richiesta di risarcimento a restare ancora in piedi è quella di un infermiere di Mestre, rimasto ferito il 6 maggio 2006 a Porto Santa Margherita di Carole in provincia di Venezia. E sempre ieri a Trieste è stato rinviato di altri tre mesi, quindi al 24 maggio prossimo, anche l'incidente probatorio della nuova inchiesta su Unabomber che vede 11 persone iscritte nel registro degli indagati, dopo la riapertura dell'inchiesta. La richiesta è stata fatta dai periti incaricati di esaminare il Dna sui reperti.
(Adnkronos) - "Secondo una nostra recente ricerca il sentiment dei consumatori nel settore travel per la stagione 2025 è caratterizzato da una forte voglia di viaggiare, nonostante un contesto economico che impone maggiore attenzione al budget. Dall'analisi emerge infatti che quest'ultimo crescerà solo dell’1%, ma meno dell’inflazione e con un rincaro dei prezzi turistici superiore alla media: una dinamica che porta a una perdita di valore reale dell’investimento destinato al viaggio. L’Italia e la Francia mostrano il sentiment più negativo, con una contrazione del budget rispettivamente dell’1% e 1,7%, mentre Paesi del Golfo e Stati Uniti risultano più ottimisti". Così, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Marco Torino, senior director in Simon-Kucher. "Nonostante la pressione economica - spiega - la rinuncia ai viaggi è limitata sebbene il 25% dei turisti preveda di scegliere destinazioni più vicine (in Italia la percentuale scende al 20%). Tuttavia, il contenimento della spesa si traduce in tagli sui servizi: il 40% degli intervistati ridurrà il budget per le sistemazioni, con Millennials e Gen X più inclini a questa scelta. In controtendenza, un 20% degli italiani cercherà strutture di qualità superiore e un 10% trasporti più confortevoli". "Il turismo legato a eventi sportivi e musicali - dice - rappresenta un’area di spesa in crescita. Oltre il 40% dei viaggiatori appassionati di sport è disposto a spendere di più per assistere a eventi, con aumenti fino al 31% per le strutture ricettive e al 28% per i voli. Simili tendenze si riscontrano nel turismo musicale". "Parallelamente - continua - emergono altre dinamiche significative: prenotazioni last minute in aumento del 10%, crescita della domanda di appartamenti (+3%) a scapito degli hotel (-3%) e incremento del 4% nei viaggi di gruppo, grazie alla ripresa del business travel. Inoltre, la sostenibilità acquisisce rilevanza, con il 40% dei viaggiatori disposto a pagare fino al 30% in più per opzioni più green. In sintesi, il sentiment dei consumatori riflette una combinazione di prudenza finanziaria e desiderio di esperienze di valore, con un mercato in transizione tra scelte economiche e investimenti mirati in esperienze di qualità e sostenibili". "Nel 2025 - spiega - fidelizzare non significa solo trattenere clienti, ma costruire un legame autentico basato su esperienze personalizzate, connessione con il territorio e scelte di valore con un coinvolgimento reale che vanno oltre il semplice prezzo". "Le compagnie - fa notare Marco Torino - non si limitano più a premiare la fedeltà con sconti o punti, ma puntano su modelli più evoluti e personalizzati. Alcune compagnie aeree stanno introducendo abbonamenti su tratte specifiche per viaggiatori abituali, mentre grandi catene alberghiere offrono vantaggi esclusivi come upgrade automatici, check-in flessibile e servizi su misura per chi sceglie di tornare. Nel mondo delle crociere, cresce l’attenzione verso pacchetti tematici che combinano lusso e passioni specifiche, come itinerari dedicati all’enogastronomia, al wellness o agli eventi sportivi, creando un legame più forte con il viaggiatore". "Anche la comunicazione e l’affiliazione - ammette - giocano un ruolo chiave. I brand del settore stanno rafforzando la loro presenza legandosi agli eventi del territorio, non solo come sponsor, ma diventando parte integrante dell’esperienza. Gli hotel di alta gamma, ad esempio, offrono pacchetti esclusivi per festival culturali e grandi concerti, mentre le compagnie di crociere costruiscono itinerari intorno a eventi internazionali, come i grandi premi automobilistici o le settimane della moda, trasformando il viaggio in un’estensione dell’evento stesso". "Un’area innovativa - ricorda - è la creazione di community tra ospiti e personale di bordo. Le compagnie di crociere hanno infatti compreso che i viaggiatori più affezionati non si legano solo alla destinazione, ma anche alle persone che rendono l’esperienza memorabile. A tal proposito le risorse diventano un elemento essenziale che porta le aziende a investire su percorsi di crescita e benessere lavorativo. Le compagnie di crociere stanno introducendo programmi di sviluppo internazionale per il personale di bordo, dando accesso a formazione continua e opportunità di carriera in diversi mercati. Nel settore alberghiero, cresce l’adozione di piattaforme digitali per la formazione on-demand, permettendo ai dipendenti di acquisire nuove competenze e migliorare il servizio offerto ai clienti". "La sostenibilità - continua Torino - diventa un altro pilastro della fidelizzazione. Alcune compagnie ferroviarie premiano chi sceglie soluzioni a basso impatto ambientale con benefit esclusivi, mentre gli hotel boutique stanno ripensando la loro offerta con tariffe agevolate per soggiorni più lunghi che riducono il consumo di risorse. Anche le crociere stanno accelerando su questo fronte, con navi di nuova generazione a emissioni ridotte e partnership con destinazioni eco-friendly per creare esperienze più responsabili".
(Adnkronos) - Con una produzione dal valore di 277 milioni di euro nel 2023, la Lombardia è la quarta regione italiana più rilevante nel comparto florovivaistico. E' quanto afferma la Coldiretti regionale, sulla base del primo Rapporto nazionale sul settore realizzato dal centro studi Divulga e da Ixe’ con Coldiretti, in occasione della giornata conclusiva di Myplant&Garden, una delle più importanti manifestazioni internazionali per i professionisti delle filiere del verde in corso a Rho Fiera Milano. In Lombardia, precisa la Coldiretti regionale su dati Registro delle Imprese, sono oltre 2.500 le aziende florovivaistiche, a cui vanno aggiunte quelle che si dedicano alla cura e alla manutenzione del paesaggio, per una filiera del verde lombarda che in totale può contare su più di 7.900 imprese. Sulla base del rapporto Divulga/Ixè, nel 2024 il florovivaismo Made in Italy ha raggiunto il valore massimo di sempre a quota 3,3 miliardi di euro, grazie anche al traino dell’export che chiuderà l’anno a 1,3 miliardi, ma sulle aziende nazionali pesa oggi la difficile situazione internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina. Proprio a causa del conflitto, le aziende hanno subito un aumento dei costi del +83% per i prodotti energetici e del +45% per i fertilizzanti rispetto al 2020, oltre a un +29% per altri input produttivi quali sementi e piantine. Costi in progressivo aumento, che ancora fanno fatica ad essere riassorbiti, tanto più se si considera la concorrenza sleale che pesa sulle imprese tricolori a causa delle importazioni a basso costo dall’estero, dove non si rispettano le stesse regole in termini di utilizzo dei prodotti fitosanitari, ma anche di tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente. Non va poi trascurato, avverte Coldiretti, l’impatto dei cambiamenti climatici: secondo il rapporto Divulga/Ixe’ due aziende agricole su tre (66%) hanno subito danni nell’ultimo triennio a causa di eventi estremi, tra grandinate, trombe d’aria, alluvioni e siccità che a più riprese hanno interessato il territorio nazionale. Il risultato di tutti questi fattori è che più di un terzo delle aziende florovivaistiche italiane denuncia difficoltà economiche. Un quadro dinanzi al quale Coldiretti chiede misure di sostegno alle imprese per contrastare i cambiamenti climatici che, oltre agli eventi estremi, hanno moltiplicato le malattie che colpiscono le piante, spesso peraltro diffuse a causa delle importazioni di prodotti stranieri. Ma serve anche puntare sulla promozione dei prodotti 100% Made in Italy, mettendone in risalto l’elevato valore ambientale, oltre che gli effetti positivi dal punto di vista della salute e della lotta all’inquinamento. Importante anche una maggiore considerazione per il settore all’interno della Politica agricola europea e, di riflesso, nelle politiche di sviluppo rurale.