INFORMAZIONIProtom Gestione Risorse Umane e Formazione Aziendale Ruolo: Sales Manager - Consulente, Formatore Area: Altro Vincenzo BennatoChi è: consulente e formatore, classe '69, napoletano, ex canottiere, papà di Alessandro |
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(Adnkronos) - Dal 9 all’11 luglio si terrà a Roma il 4° Summit Nazionale sull’Economia del Mare – Blue Forum, il principale appuntamento italiano dedicato alla governance integrata e allo sviluppo di uno dei pilastri strategici dell’economia del Paese. Il Blue Forum è un evento unico nel panorama nazionale: ogni anno riunisce tutti gli stakeholder pubblici e privati di tutti i settori dell’Economia del Mare per un confronto trasversale e costruttivo. L’edizione 2025 si aprirà mercoledì 9 luglio presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla presenza del Ministro Adolfo Urso, con la presentazione del XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, realizzato da OsserMare e Centro Studi Tagliacarne - Unioncamere. I lavori proseguiranno il 10 e 11 luglio presso la sede di Unioncamere, con oltre 100 relatori e la partecipazione delle più alte cariche istituzionali del Parlamento e del Governo, sia dell’Italia che dell’Europa. Hanno già confermato la loro presenza, tra gli altri: il Presidente del Senato Ignazio La Russa, il Vice Presidente della Camera Fabio Rampelli, i Ministri Musumeci, Santanchè, Lollobrigida, Abodi, Bernini, i Vice Ministri Leo e Rixi, i Sottosegretari Durigon e Barbaro, il Consigliere del Presidente del Consiglio Loiero, il Vice Presidente della Commissione Europea Fitto insieme a presidenti di commissioni parlamentari, numerosi parlamentari ed europarlamentari. Il titolo scelto di questa edizione è: “Creare Valore – Il Mare nell’anno del Giubileo”, che segna anche il debutto del Summit nella Capitale, nel cuore simbolico dell’Anno Santo, dopo le precedenti edizioni svoltesi a Gaeta, con la partnership dell’Apostolato del mare – Cei e sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo. Saranno presenti importanti rappresentanze ecclesiastiche. L’obiettivo è promuovere una visione integrata dell’Economia del Mare come chiave dello sviluppo economico, culturale e sociale dell’Italia, in dialogo con tutti i settori coinvolti. "Il Blue Forum si conferma una piattaforma unica in Italia, il luogo dove la voce di tutti gli stakeholder dell’economia del mare trova la sua massima espressione e coordinamento a livello nazionale. Quest’anno vogliamo affermare con forza che la crescita economica, la tutela ambientale e lo sviluppo sociale e culturale sono profondamente connessi alla dimensione spirituale e valoriale che il mare esprime", sottolinea Giovanni Acampora, il presidente di Assonautica Italiana , Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone Latina, promotore del Summit. "In un anno simbolico come il 2025, vogliamo dare un messaggio chiaro: il mare non è solo risorsa economica, ma patrimonio condiviso, spazio di coesione, luogo di accoglienza, speranza e futuro. Siamo pronti a costruire una comunità blue" - prosegue Giovanni Acampora, "capace di generare valore per le nuove generazioni, nel solco degli obiettivi europei di sostenibilità e delle sfide globali che ci attendono". Tre saranno i pilastri che orienteranno i lavori del Summit: Connettività, Responsabilità e Rigenerazione, che rispecchiano sia le esigenze di crescita dell’Economia del mare sia le sue dimensioni valoriali e sociali – in un contesto reso ancora più complesso dall’evoluzione tecnologica (Intelligenza Artificiale, Digital Twin, Spazio-Mare) e dalla congiuntura geopolitica globale. Un’agenda ricca e trasversale guarderà al mare come leva per uno sviluppo inclusivo e competitivo e sarà un’importante occasione per condividere strategie concrete in vista della nuova pianificazione marittima italiana 2026–2030. Il Summit Nazionale sull’Economia del mare Blue Forum - organizzato da Camera di Commercio Frosinone Latina, Informare, OsserMare e Assonautica Italiana in collaborazione con Unioncamere - si conferma così crocevia tra visione strategica, politiche pubbliche e azione concreta, in linea con le priorità italiane ed europee.
(Adnkronos) - "Noi siamo un Paese che trasforma, per il quale l'export è fondamentale. E quindi qualsiasi spesa aggiuntiva può ridurre i margini. Abbiamo ormai da un paio di mesi negli Stati Uniti il dazio al 10% e si tratta di spese molto alte e complesse per le aziende da assorbire. Le imprese devono incamerare questo aumento, insieme al cambio euro-dollaro che in questo momento non è favorevole. Quindi anche il 10%, che è quello che probabilmente rimarrà, non va bene per le aziende. Per il 2025 ci aspettiamo un calo dell'export di salumi made in Italy, legato anche a un effetto fisiologico per le scorte che sono state fatte non appena è iniziata a circolare la voce sui dazi". Così, con Adnkronos/Labitalia, Davide Calderone, direttore generale di Assica (Associazione industriali delle carni e dei salumi) aderente a Confindustria, che rappresenta uno dei fiori all'occhiello del made in Italy, con 30mila addetti e 900 aziende di trasformazione, fa il punto sugli effetti dei dazi al 10% negli Usa per i salumi italiani. Nel 2024, le esportazioni di salumi italiani verso i Paesi terzi, secondo i dati Assica, hanno raggiunto quota 66.007 tonnellate per un valore di 791,5 milioni di euro, segnando una crescita dell’11,9% in quantità e del 14,2% in valore. A trainare il risultato sono stati in particolare gli Stati Uniti, con arrivi di salumi italiani per 20.188 tonnellate (+19,9%) per 265,1 milioni di euro (+20,4%). E il 2024, sottolinea Calderone, è stato un anno sostanzialmente positivo per il comparto salumi made in Italy visto che "è aumentata la produzione e anche l'export, ma ci sono luci e ombre, visto che abbiamo un mercato interno praticamente saturo". E tornando ai dazi Usa l'attività di Assica è incessante a sostegno delle imprese italiane. "Stiamo facendo il possibile per fare la nostra parte, spiegando all'amministrazione americana che i nostri prodotti in Usa danno anche lavoro, perchè ci sono i commerciali e poi tante aziende che hanno creato stabilimenti di affettamento e confezionamento in Usa. E quindi un dazio per un prodotto che arriva in Usa diventa anche un problema per un'azienda che opera in Usa e paga le tasse nel Paese", sottolinea. Cercare strade alternative agli Usa, spiega Calderone, non è semplice. "Guardare ad altri mercati -spiega- è una frase che si può dire ma poi metterla in pratica non è così scontato. Se si pensa al mondo dei salumi possiamo dire che li facciamo solo noi, con qualche eccezione, e non è semplice questi prodotti nel mondo in popolazioni non abituate. Quindi ci vuole tempo, informazione, promozione, presenza. Ad esempio quello americano è un mercato che sta dando finora soddisfazioni, ma dietro c'è un lavoro di molti anni di investimenti e di impegno per farlo diventare così, con anche ulteriori margini di crescita", sottolinea. E in questi mesi sull'attività e l'export delle aziende continua a pesare la peste suina africana che ha colpito il nostro Paese. "A causa della peste suina africana abbiamo calcolato un mancato export di salumi made in Italy nei Paesi asiatici per 20 milioni di euro al mese, a partire da quando è scoppiata l'emergenza con i primi cinghiali malati nel 2022", sottolinea Calderone. "I Paesi che hanno chiuso all'export per colpa del virus-continua Calderone- sono il Giappone in particolare, la Cina, altri paesi con delle limitazioni, e questo è un problema che persiste ancora oggi. Con il Giappone siamo riusciti a ottenere la riapertura per i prodotti cotti al momento, visto che la cottura inattiva il virus, e stiamo trattando anche per i prodotti a lunga stagionatura che è un altro metodo di inattivare il virus", conclude.
(Adnkronos) - “Spesso si pensa che sia l’Europa a imporre scelte ai Paesi membri, ma nel caso dell’economia circolare è accaduto il contrario: l’Italia ha tracciato per prima la strada, con esperienze concrete di raccolta differenziata, impianti industriali e filiere produttive che l’Unione ha inserito nelle proprie direttive e regolamenti, e che hanno anticipato gli obiettivi europei. Abbiamo una leadership internazionale che raccontiamo ancora troppo poco: il modello italiano dell’economia circolare è un esempio straordinario, da preservare e rafforzare per il futuro”. Questo il commento di Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, in occasione dell’Ecoforum 2025, tenutosi a Roma e organizzato da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club.