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Altromercato impresa sociale
Altromercato Industria, Commercio e Artigianato Ruolo: Responsabile Sostenibilità Area: Corporate Social Responsibility Valeria Calamaro |
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(Adnkronos) - Vladimir Putin annuncia che la Russia dichiara la tregua di Pasqua, Volodymyr Zelensky non si fida ma l'Ucraina si adegua: stop alla guerra per poco più di 24 ore, fino alla mezzanotte di oggi 20 aprile, le 23 in Italia. L'iniziativa del presidente russo, più un messaggio a Donald Trump che una reale virata verso la pace, arriva a sorpresa nel pomeriggio di sabato. Una comunicazione concentrata in un video di circa 90 secondi, la sintesi dell'incontro con il generale Valeri Gerasimov, capo di Stato maggiore. Putin si muove "guidato da considerazioni umanitarie" e decide lo stop alle ostilità: "Il mio ordine è questo: fermatevi", dice alle forze armate russe (Video). "Le nostre truppe devono essere pronte a respingere qualsiasi provocazione o aggressione da parte del nemico. Il Cremlino depone le armi, o almeno così dichiara, per una giornata abbondante. La prima mossa è fatta, ora tocca all'Ucraina: "La reazione di Kiev mostrerà se vogliono veramente la pace o meno", aggiunge il presidente russo, che ribadisce accuse già mosse nelle ultime settimane al nemico: l'Ucraina, dice, non ha sostanzialmente mai rispettato il cessate il fuoco relativo alle infrastrutture energetiche. La sortita di Putin non illude Kiev, che l'11 marzo ha detto sì alla tregua integrale proposta dagli Usa e mai recepita da Mosca. "Se la Russia è ora improvvisamente pronta a impegnarsi in un format di pieno e incondizionato silenzio, l'Ucraina si comporterà di conseguenza, rispecchiando le azioni della Russia. Se un completo cessate il fuoco regge, l'Ucraina propone di estenderlo oltre il giorno di Pasqua, 20 aprile", dice Zelensky. L'iniziativa russa è di brevissimo respiro, nessuno a Kiev si illude: "Trenta ore sono abbastanza per conquistare i titoli, ma non per vere misure per costruire la fiducia. Trenta giorni darebbero una chance alla pace", dice Zelensky rimandando la palla nel campo del Cremlino. Con la tregua pasquale in vigore, in realtà, le operazioni belliche non si fermano del tutto. L'offensiva russa non si ferma del tutto: se le fonti militari ucraine evidenziano una situazione insolitamente tranquilla nel Donetsk, a Kharkiv non cambia nulla. Si registrano colpi di artiglieria come sempre. "Stiamo monitorando la situazione in tutti i settori. La dichiarazione pasquale di Putin non riguarda le regioni" russe "del Kursk e di Belgorod. I combattimenti continuano, gli attacchi russi vanno avanti e i droni volano", dice Zelensky nella tarda serata di sabato. "Le nostre azioni saranno speculari. E' chiaro chi ha provocato questa guerra: appena Putin ha ordinato di ridurre il numero e l'intensità degli attacchi, gli scontri e le vittime sono diminuiti. L'unica causa di questa guerra è la Russia". Botta e risposta, Mosca e Kiev si scambiano accuse e inviano messaggi all'arbitro, Trump. Il presidente degli Stati Uniti, nella giornata di venerdì, ha inviato una sorta di ultimatum ai due paesi in guerra. "Se per qualche motivo, una delle due parti rende molto difficile" un accordo per la pace "diremo loro che 'siete sciocchi' e 'siete persone orribili' e lasceremo perdere", la posizione di Trump, che - parole sue - non si sente preso in giro da Putin e continua a puntare ad un "accordo velocemente". La sollecitazione della Casa Bianca viene recepita da Putin, che manda un segnale almeno a livello di immagine. La tregua ridotta, in una giornata di grande valore per il mondo ortodosso, non incide sostanzialmente sulle strategie di Mosca. Anzi, può anche agevolarle. Un cessate il fuoco improvvisato, di fatto non concordato né preparato, può diventare difficilmente gestibile lungo la linea del fronte e nelle zone più calde. Il rischio di incidenti e provocazioni è elevato. Intanto, però, agli atti c'è l'iniziativa del Cremlino, che può esibire la propria disponibilità al dialogo e rassicurare Washington: la porta è aperta.
(Adnkronos) - “L’industria dei beni di largo consumo in Emilia-Romagna è molto importante perché pesa per quasi il 20% sui valori socio economici legati all’intero manifatturiero, quindi sia occupati, imprese, che fatturato e valore aggiunto. Un tessuto imprenditoriale di oltre 4700 aziende che genera un fatturato superiore ai 45 miliardi di euro”. Lo ha detto, questa mattina a Bologna, Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma, al seminario “Industria dei beni di consumo ed evoluzione del contesto competitivo. Strumenti e soluzioni per la trasformazione digitale”, organizzato da Ibc, l’Associazione industrie beni di consumo, in collaborazione con GS1 Italy e la società di consulenza Deloitte. L’evento rientra nel piano di iniziative messe in campo da Ibc per promuovere l’innovazione delle imprese associate, in particolare piccole e medie, e rafforzare la collaborazione tra il comparto produttivo e quello distributivo. Con l’indagine 'Scenari economici e sfide per il futuro dell'industria dei beni di consumo', Nomisma ha analizzato i valori socio economici che il settore esprime sia a livello nazionale, sia a livello regionale. Inoltre, ha analizzato un campione di 1000 consumatori, rappresentativo della popolazione italiana, per capire come percepisce i valori che il comparto esprime, non solo economici e sociali, ma anche di sostenibilità e occupazionali. “Ci troviamo in una fase critica, legata alla congiuntura ancora negativa legata ai consumi - illustra Pantini - Quello che più ci preoccupa è l’export che per i beni di consumo vale, in Emilia Romagna, oltre 10 miliardi di euro, con una crescita che negli ultimi anni è stata superiore al 50%. Gli Stati Uniti, in questo contesto, rappresentano un terzo del mercato di destinazione. L’Emilia Romagna è meno esposta al mercato americano, parliamo di circa il 10% sul totale dell’export dei beni di consumo. La Sardegna invece supera il 50% e la Campania il 20%. Dopo l’euforia post covid, i valori macroeconomici mostrano un rallentamento, che tocca tutte le economie. La ripresa della spesa per i consumi delle famiglie italiane si scontra con il calo del risparmio e anche il clima di fiducia dei consumatori è calato in modo importante, non solo per le condizioni economiche ma anche per le aspettative future. Anche l’inflazione, in rinnovata ripresa per l'aumento dei costi energetici, ha impattato duramente sugli acquisti a volume. I consumi domestici infatti non hanno ancora ripreso il livello pre pandemico”. In questo contesto, il percepito del consumatore rispetto ai cambiamenti di consumo si concentra su tre macro aree “maggior attenzione alla salute, alla sostenibilità e al territorio - puntualizza Pantini - categorie che interessano le scelte di consumo degli italiani e modificano il paniere di spesa. Inoltre, più di 7 consumatori su 10 sono consapevoli che l'industria dei beni di consumo genera ricchezza e occupazione e valorizza il made in Italy all’estero. Rispetto alla media di settore, l’industria dei beni di consumo dell’Emilia Romagna, che conta 4700 aziende alla camera di commercio, pari al 12% del totale del settore manifatturiero regionale, è superiore del 20%. I risultati economici degli ultimi 5 anni, dal 2019 al 2023, mostrano che l’industria dei beni di largo consumo emiliano romagnola registra un fatturato e un valore aggiunto di poco superiore alla media nazionale. La crescita è però a favore di medie e grandi aziende, le piccole hanno invece sofferto. Infine, sul fronte della digitalizzazione, il settore alimentare della Regione è un po’ il fanalino di coda”.
(Adnkronos) - Le storie delle persone e delle comunità impegnate nel salvare le barriere coralline, un ecosistema vitale ma sempre più minacciato: è ora disponibile in streaming su Prime Video il documentario Reef Builders. Presentato da Sheba, il documentario esplora il programma Sheba Hope Grows, uno dei più grandi progetti di ripristino delle barriere coralline al mondo, guidato da Mars Sustainable Solutions (Mss). Attraverso spettacolari immagini fotografiche, sia terrestri che subacquee, il film racconta le sfide quotidiane, le soluzioni innovative e la speranza di chi lavora per proteggere uno degli ecosistemi più importanti per la biodiversità marina. (Video) Il film inizia con la storia di successo più conosciuta del programma, il ripristino della Hope Reef in Indonesia. Hope Reef è stata costruita grazie a un’invenzione semplice ma rivoluzionaria: una struttura in acciaio chiamata Reef Star, che ha trasformato un fondale distrutto e ricoperto di macerie coralline in una barriera corallina rigogliosa. Attraverso le testimonianze dirette dei volontari locali impegnati nella salvaguardia delle loro barriere coralline, gli spettatori scopriranno come il team di Mss, guidato da David Smith, stia collaborando con le comunità costiere e le Ong per ampliare il progetto su scala globale e ottenere un impatto ancora maggiore. Il documentario restituisce un quadro realistico delle sfide e delle difficoltà affrontate, così come dei successi e dei traguardi raggiunti, mettendo in luce la speranza, l’impegno costante e il potenziale trasformativo di uno dei più grandi e ambiziosi programmi di formazione per il restauro mai realizzati (Mss Impact Report, 2024). “Reef Builders racconta non solo un progetto di ripristino ambientale, ma una visione concreta del futuro che Mars intende contribuire a costruire. Attraverso la visibilità e il seguito dei nostri brand, disponiamo di una piattaforma di grande impatto, e sentiamo la responsabilità di metterla al servizio di un cambiamento positivo - ha affermato Aldo Mastellone, Corporate Affairs Senior Manager di Mars Italia - Il lancio del documentario Reef Builders rappresenta un momento significativo nella missione del programma Sheba Hope Grows. Con questo progetto vogliamo ispirare ed educare un numero sempre maggiore di persone sull’importanza di sostenere il ripristino delle barriere coralline”. Le barriere coralline, spesso chiamate le 'foreste pluviali del mare', sono oggi in grave pericolo. Gli scienziati stimano che, senza interventi concreti, entro il 2043 il 90% delle barriere coralline tropicali del pianeta potrebbe scomparire (Icri), con gravi conseguenze per il 25% della vita marina (Epa) e per circa un miliardo di persone che dipendono direttamente o indirettamente dai servizi ecosistemici che esse offrono, come la protezione delle coste e la sostenibilità delle risorse ittiche (Noaa). Diretto e prodotto da Stephen Shearman, con i produttori esecutivi Victoria Noble e Ben Padfield, e l’attrice e attivista ambientale Auli’i Cravalho in veste di produttrice associata, Reef Builders accompagna gli spettatori in un viaggio che tocca Bontosua (Indonesia), Lamu (Kenya), la Moore Reef (Australia) e l’isola natale di Auli’i, O’ahu (Hawai’i), offrendo uno sguardo senza precedenti sulla lotta per salvare le barriere coralline del pianeta.