INFORMAZIONIValentina G. Ferrari |
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(Adnkronos) - Non riesce a ribaltare i pronostici, come aveva auspicato Giorgia Meloni solo venerdì, Alessandro Tomasi. L'esponente di Fratelli d'Italia per la Toscana è il primo candidato del centrodestra che in questa tornata di elezioni regionali perde. Ma non l'animo. Arrivato al quartiere generale organizzato dal suo partito a risultato ormai acquisito, ma non ufficiale, il sindaco di Pistoia è il primo dei suoi a parlare, almeno da Firenze, in cui si intravedono solo tre esponenti nazionali di Fratelli d'Italia e l'ex candidata alla presidenza nel 2020, Susanna Ceccardi, della Lega. Tomasi ammette la sconfitta e si congratula con Eugenio Giani: "Noi saremo disponibili a parlare, a discutere dei temi insieme a lui che riguardano il bene dei toscani" ma, avverte, se il primo atto del nuovo Consiglio regionale sarà il reddito di cittadinanza, "faremo la guerra". E la farà anche lui, perché la sua intenzione, dice, è quella di lasciare l'incarico a Pistoia per fare il consigliere regionale della minoranza, dopo tutto "le mie idee, la mia storia politica vale molto di più del mio sedere". "Ora inizia un'altra partita e dalle sconfitte si costruiscono le vittorie. Sono assolutamente determinato, siamo determinati ora vediamo che cosa iniziamo a fare quando costruiremo l'opposizione", avverte. Quanto alla battaglia, fatta con il cuore, sapeva che era "difficilissima e complessa, con avversari tosti, difficili, nella regione più difficile", e infatti "non è un caso" che il centrosinistra provi "qui un laboratorio politico per sfidare Giorgia Meloni alle nazionali". E' soddisfatto, quasi contento per il risultato ottenuto, e nonostante il tempo a disposizione per la campagna elettorale sia stato poco - solo a fine agosto è arrivata l'investitura ufficiale per la sua corsa -, l'affluenza sia andato sotto il record negativo storico del 2015: "Le campagne elettorali corte, le regioni che votano in modo separato, secondo me non aiutano la democrazia, sia chi vince, sia chi perde", dice ancora. Ma soprattutto nonostante da parte degli altri partiti della maggioranza l'apporto alla causa non sia stato il massimo. "Non ho nulla da recriminare agli alleati", specifica, anche se "nella coalizione nessuno ha dato il massimo" per arrivare a quel 51% richiesto per sbaragliare la concorrenza. E la Lega? "Dovete chiedere a loro, faranno l'analisi loro di come hanno deciso di impostare la campagna elettorale, di come hanno deciso di comporre le liste", se la sbriga.
(Adnkronos) - In un momento in cui le imprese italiane trovano sempre più difficoltà nel reperire manodopera specializzata, il cosiddetto 'Decreto Cutro' si propone come uno strumento utile per favorire l’ingresso di lavoratori stranieri qualificati nei settori tecnici e industriali. E' l'esempio che arriva dalla Irem Spa di Siracusa, storica azienda dell’impiantistica industriale, che ha avviato l’inserimento di 60 lavoratori egiziani specializzati in saldatura e tubisteria. "Il nostro obiettivo - racconta l’amministratore delegato Giovanni Musso - non è sostituire i lavoratori italiani, ma integrarli con nuove competenze. Sul mercato nazionale, figure come saldatori e tubisti sono sempre più difficili da trovare. Abbiamo scelto di formare e inserire professionisti qualificati che possano lavorare fianco a fianco con il nostro personale, condividendo metodi, esperienze e valori", sottolinea. Il progetto, sviluppato in collaborazione con l'agenzia per il lavoro Orienta Spa, è partito in Egitto con corsi di lingua italiana e formazione tecnica certificata da enti terzi. "Abbiamo voluto costruire un percorso completo - aggiunge Musso - che parte dalla selezione e arriva fino all’inserimento operativo nei nostri cantieri. Il primo gruppo di venti lavoratori è già attivo da gennaio 2025 a Siracusa, mentre altri quaranta stanno arrivando progressivamente in Italia". Ma nonostante la positività del percorso, non mancano i passaggi critici, secondo Musso. Il 'Decreto Cutro' "è un provvedimento utile e necessario - sottolinea - perché consente alle aziende di reperire manodopera qualificata in modo più flessibile rispetto al vecchio Decreto Flussi, che era troppo rigido e vincolato da quote e click day. Tuttavia, i tempi delle procedure restano eccessivi: tra corsi di formazione, nulla osta e rilascio dei visti sono passati circa sei mesi. Per un’impresa che lavora su commesse complesse, con tempistiche molto rigide, questo è un ostacolo serio". E il dirigente aziendale sottolinea la centralità della formazione come leva di integrazione: "Crediamo fortemente che la competitività passi dalle persone - spiega ancora Musso - questi lavoratori, che arrivano con competenze già solide, si stanno integrando bene nei nostri team. Stanno imparando la lingua, la cultura aziendale e le regole di sicurezza. Non c’è distinzione tra chi è italiano e chi no: tutti lavorano con la stessa professionalità e dignità". Secondo l’ad di Irem, la sfida è comune a molte realtà italiane: "Il problema non è solo del Sud o del nostro settore - conclude Musso - ma di tutto il Paese. Se vogliamo davvero sostenere la crescita industriale, dobbiamo creare canali di ingresso più rapidi e strutturati per i lavoratori qualificati, senza rinunciare alla formazione e alla legalità. Il Decreto Cutro va nella giusta direzione: ora serve farlo funzionare con tempi certi e procedure più snelle".
(Adnkronos) - "Dalla ricerca emerge che il tema principale è che l’economia circolare non solo può contribuire a migliorare la salute e la temperatura del pianeta, ma soprattutto che ci sono una serie di benefici in termini economici per le imprese". Lo ha detto oggi all'Adnkronos Francesco Perrini, Head of Sustainability di Sda Bocconi School of Management, a margine del convegno “Creare valore economico sostenibile attraverso la gestione circolare dei residui industriali” presso Sda Bocconi School of Management, in collaborazione con Omnisyst. L’economia circolare "contribuisce a creare valore riducendo i costi, aumentando la produttività e aumentando i ricavi, trasformando i rifiuti in materie prime - ha poi aggiunto -. Benefici a 360 gradi per tutte le tipologie di impresa. Certo, più le imprese sono coinvolte in processi produttivi e di trasformazione industriale più questo vale. Vale un po’ meno per chi svolge attività di servizi". "Un acceleratore dell’economia circolare saranno le nuove tecnologie digitali" ha concluso Perrini.