Università degli Studi di FerraraCorsi di Laurea: - Scienze della Comunicazione: comunicazione della cultura; comunicazione interculturale; comunicazione pubblica. - Tecnologo della comunicazione audiovisiva e multimediale. |
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(Adnkronos) - La Lega si muove in Parlamento dopo il caso della famiglia del bosco. La vicenda è stata al centro delle cronache di queste ultime settimane, con il clamoroso intervento dei giudici sui tre figli minorenni di Nathan e Catherine, trasferiti in una casa famiglia a Vasto a causa delle condizioni abitative carenti, delle inadempienze del percorso educativo, della mancata socializzazione e per le carenze sanitarie dell'abitazione di residenza. Fino a ieri il caso ha dominato anche il dibattito politico, con tanto di richiamo fatto dallo stesso Salvini ad Atreju ("Mi vergogno per quegli assistenti sociali e per quei giudici che hanno rubato la serenità a quei bambini e spero che possano tornare a casa per il Natale") e subito dopo anche dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con toni simili. Alla Camera il partito del vicepremier, a prima firma del deputato Rossano Sasso, depositerà una sua proposta di legge, visionata in anteprima dall'AdnKronos, che punta a dare una sponda a quei genitori che decidono di occuparsi direttamente, in casa, dell'educazione scolastica dei propri figli, proponendo di assegnare alle famiglie, come quella di Vasto (citata nel testo) il 'buono scuola'. Un contributo in denaro, che potrà arrivare, in base alla dichiarazione Isee, a 800 euro l'anno per la scuole elementari e 1.700 per le medie. Un aiuto economico che sostenga "concretamente le famiglie che decidano in autonomia di provvedere all’istruzione dei propri figli", si legge nella bozza della pdl, dove potrebbero trovar posto emendamenti dei partiti di governo, di Fratelli d'Italia e Forza Italia. Un provvedimento legislativo pensato sull'onda del caso dei figli di Nathan e Catherine, che si rivolge a una platea - quella delle famiglie che ricorrono all'istruzione parentale in Italia - stimata in 16mila nuclei. L'obiettivo del 'buono' - viene spiegato - è quello di assicurare che "ogni famiglia, indipendentemente da condizioni economiche e sociali, possa scegliere liberamente tra scuola pubblica, scuola paritaria, istruzione parentale o istruzione privata, senza che il costo rappresenti un ostacolo". I leghisti fanno i conti: il costo medio per studente del sistema pubblico di istruzione primaria e secondaria nell’ambito scolastico "ammonta a circa 11.000 euro l’anno", spiegando che alla luce di tali cifre, l’importo del buono scuola previsto dalla proposta è comunque molte decine di volte inferiore al costo medio per studente e dunque rappresenta un riassetto più efficiente e flessibile delle risorse pubbliche dedicate all’istruzione". Prevedendo anche "un potenziale contenimento della spesa complessiva e un incentivo alla scelta responsabile da parte delle famiglie". Per i salviniani bisogna "riconoscere che non esiste un solo 'modello scolastico ideale' per tutte le famiglie". Bisogna quindi "assicurare che tutte le opzioni possano essere concretamente accessibili". In Italia, l'struzione parentale, cioè la formazione scolastica di cui si fanno carico in casa i genitori, è normata da una serie di decreti, da ultimo dal Decreto Ministeriale 5 dell’8 febbraio 2021. In sintesi, come si legge sul sito del ministero dell'Istruzione e del Merito, "se i genitori scelgono l’istruzione parentale devono rilasciare al dirigente scolastico della scuola più vicina una dichiarazione, da rinnovare anno per anno, sulla capacità tecnica o economica di provvedere all’insegnamento parentale. Il dirigente scolastico ha il dovere di verificare la fondatezza di quanto dichiarato dai genitori". Inoltre "il minore sostiene ogni anno un esame di idoneità all’anno scolastico successivo in qualità di candidato esterno presso una scuola statale o paritaria, fino all’assolvimento dell’obbligo di istruzione. La scuola che riceve la domanda di istruzione parentale è tenuta a vigilare sull’adempimento dell’obbligo scolastico dell’alunno. A controllare non è competente soltanto il dirigente della scuola, ma anche il sindaco".
(Adnkronos) - Il Consiglio dei ministri, ai sensi dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione, ha autorizzato il Presidente del Consiglio alla firma dell'Intesa tra la Repubblica Italiana e l'Unione Buddhista Italiana (UBI) siglata il 20 novembre 2025 dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio e dal Presidente dell'Unione Buddhista Italiana, modificativa dell'Intesa approvata con la legge 31 dicembre 2012, n. 245. Il 13 maggio 2024, la confessione religiosa ha richiesto la stipula di una nuova intesa modificativa. La trattativa è stata condotta dalla Commissione per le intese con le confessioni religiose e per la libertà religiosa, istituita con decreto del Presidente del Consiglio 10 agosto 2023 e successivamente modificata. Le modifiche proposte riguardano: il riconoscimento di taluni titoli di studio accademici rilasciati da Istituti accademici aventi personalità giuridica, operanti sul territorio italiano e riconosciuti dall'UBI; la disciplina della celebrazione del matrimonio con effetti civili; la destinazione delle somme derivanti dall'8 per mille.
(Adnkronos) - "Dall'inizio di quest'anno c'è l'obbligo di introduzione del 25% di riciclato nelle bottiglie, quindi andiamo a toccare con mano e abbiamo toccato con mano dal vivo in questo 2025 che cosa vuol dire obbligare qualcuno a mettere del riciclato". Queste le parole di Corrado Dentis presidente Coripet, il consorzio autonomo, volontario che opera nella raccolta e nell'avvio a riciclo dei contenitori per liquidi in Pet, intervenendo alla Conferenza Nazionale Industria del Riciclo 2025, promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con Conai e Pianeta2030, con il patrocinio di Mase e Commissione Europea. "Abbiamo dato il 25% di riciclato, quello che è obbligatorio per legge, a tutti i consorziati produttori – prosegue Dentis – quindi rispettano gli obblighi normativi. Questo l'abbiamo fatto grazie ad una catena di custodia che parte dalla raccolta e segue tutta la filiera fino alla consegna ai soci di un Pet riciclato di altissima qualità, qualitativamente elevato. Abbiamo condotto in questi anni assieme all'Università Federico II di Napoli uno studio completo su più di mille campionature effettuate su tutta la filiera. La capacità di produzione del polimero in estremo oriente è 12 volte superiore a quella di tutta l'Europa. Quindi abbiamo dimensioni e dinamiche non comparabili. Siamo riusciti, ciononostante, attraverso questo nuovo modello, a garantire i presupposti per ottemperare alla legge, dando ai nostri soci un polimero, peraltro, a condizioni economiche estremamente stabili, che è tracciato made in Italy (dalla raccolta alla produzione) e rispetta perciò anche le norme che prevedono l’obbligo di utilizzo di E-Pet europeo”. “Il nostro modello riguarda più del 40% dell’immesso a consumo e auspichiamo che anche tutti gli altri produttori sposino il modello Coripet. Ma al momento la restante quota di mercato, approfittando di un vuoto normativo privo di sanzioni, non rispetta gli obblighi, continuando ad usare il Pet vergine di importazione, favorito da un prezzo più basso. Questo è un qualcosa che va colmato a stretto giro, anche perché la concorrenza, quella che arriva dalla Cina, riguarda sia il polimero vergine che sui polimeri riciclati”.