UnipolSai Assicurazioni spaUnipolSai Assicurazioni fa parte del GRUPPO UNIPOL, con le seguenti divisioni: Unipol, La Fondiaria, SAI, Milano, Nuova MAA, SASA, LP-LaPrevidente. |
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(Adnkronos) - Guarda al futuro con ottimismo e concretezza, la ricerca sul mieloma multiplo. È il messaggio emerso dalla conferenza internazionale ‘Myelomas’, promossa dall’Istituto Romagnolo per lo studio dei tumori (Irst) Dino Amadori Irccs, che ha riunito a Roma alcuni tra i massimi esperti italiani e internazionali per fare il punto su una delle neoplasie ematologiche più diffuse e complesse, con 34mila le persone che convivono con la malattia in Italia e oltre 5.700 nuove diagnosi ogni anno. La due giorni (10 e 11 ottobre) di confronto scientifico ad altissimo livello - a pochi mesi dal congresso dell’International Myeloma Society (Ims) di Toronto e in vista dell’American Society of Hematology (Ash) di dicembre - ha confermato il ruolo dell’Italia come hub di ricerca e clinica di riferimento internazionale. Accanto ai principali esperti italiani - informano gli organizzatori in una nota - sono intervenute figure di assoluto rilievo mondiale come Brian Durie (Cedars-Sinai Medical Center, Los Angeles), Paul Richardson (Dana-Farber Cancer Institute, Boston), Joshua Richter (Mount Sinai Hospital, New York), Andreas Beilhack (Università di Würzburg, Germania) e Fredrik Schjesvold (Oslo University Hospital, Norvegia), a testimoniare la volontà condivisa di costruire una rete globale di conoscenze e sperimentazioni. Al centro dei lavori è stato il principio della personalizzazione delle cure, fondato sia sull’identificazione dei bersagli molecolari sia sulla scelta e combinazione ottimale dei farmaci per ciascun paziente. In particolare, grande attenzione è stata riservata alle quadruplette terapeutiche (regimi a quattro farmaci basati su anti-CD38) che si stanno affermando come nuovo standard di cura in prima linea, con l’obiettivo di ottenere la negatività della malattia minima residua (Mrd) – un parametro che, secondo le evidenze più recenti - ricordano gli esperti - potrebbe rappresentare il vero correlato biologico della guarigione. Importanti conferme sono arrivate anche sul fronte delle immunoterapie di nuova generazione, come Car-T e anticorpi bispecifici, nei pazienti recidivati o refrattari. In questo ambito, l’Irst ha presentato dati significativi grazie ai contributi di Matteo Marchesini (analisi molecolari) e Alice Rossi (applicazioni radiomiche), a supporto di un monitoraggio diagnostico sempre più accurato e multidimensionale. "La storia naturale del mieloma è cambiata radicalmente – sottolinea Claudio Cerchione, ematologo Irst – e oggi siamo in grado di disegnare terapie sempre più su misura, integrate da un monitoraggio molecolare e radiologico evoluto. La prospettiva della guarigione, che per anni è stata un sogno, non è più così lontana". Aggiunge Nicola Normanno, direttore scientifico dell’Istituto e presidente onorario dell’evento: "In Irst stiamo sviluppando un approccio multi-omico, che integra genomica, trascrittomica, radiomica e immunoprofilazione per affinare la diagnosi e la prognosi dei pazienti. È questa la chiave per una medicina di precisione realmente personalizzata". Sottolinea Gerardo Musuraca, direttore Ematologia e trapianti di Irst e co-chair del meeting insieme a Cerchione: "Abbiamo voluto creare un’occasione di confronto diretto e intensivo tra realtà internazionali e italiane per favorire un aggiornamento scientifico al massimo livello e delineare insieme le nuove traiettorie terapeutiche, oggi sempre più orientate alla possibilità concreta di guarigione" L’evento - promosso da Irst Dino Amadori Irccs con il supporto di Aiom - Associazione italiana oncologia medica, Gitmo - Gruppo italiano per il trapianto di midollo osseo, cellule staminali emopoietiche e terapia cellulare, Sie - Società italiana di ematologia, Sies - Società italiana di ematologia sperimentale, Soho Italy e con il patrocinio di Ail - Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma - ha confermato il ruolo di primo piano della ricerca italiana nel campo dell’oncoematologia - conclude la nota - e la missione dell’Istituto romagnolo nel tradurre l’innovazione scientifica in benefici concreti per i pazienti.
(Adnkronos) - Nel 2024 il fatturato generato da ingegneri e architetti liberi professionisti si sia mantenuto a livelli elevati, simili a quelli del 2023, pari a 16,7 miliardi di euro. Per il 2025, nonostante il forte clima di incertezza, si prevede un leggero incremento del fatturato (+0.9%), grazie alla forza trainante degli investimenti. E' quanto si legge nel Report elaborato e curato dal Centro studi Cni diffuso in occasione del 69° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d’Italia in corso ad Ancona. Il fatturato del comparto Servizi di ingegneria e architettura (Sia) allargato (ingegneri, architetti, società di ingegneria, geometri, geologi e periti industriali) ammonta a 21,9 miliardi di euro, registrando pertanto un incremento poco più che doppio rispetto al 2020. Tutto questo è corrisposto ad un incremento del contributo dato dalle attività di ingegneria svolte dai liberi professionisti alla formazione del Pil. Nel 2020 l’incidenza del fatturato generato dagli ingegneri e architetti operanti nella libera professione sul valore aggiunto del macro comparto dei servizi (1.114 miliardi di euro) era pari allo 0,8%. Nel 2024 tale incidenza è passata all’1,2%, confermando un incremento del peso strategico di tali attività nel quadro economico nazionale. Permane - evidenzia il report- una differenza abbastanza sostanziale sia nel valore del fatturato che del reddito medio tra ingegneri e architetti iscritti ad Inarcassa, quindi tra professionisti che esercitano in via esclusiva la libera professione (sono esclusi da questi dati i professionisti con gestione separata Inps e le società di ingegneria). Nel 2023 il volume d’affari degli ingegneri iscritti ad Inarcassa è stato pari a 6,2 miliardi di euro superiore agli architetti, che hanno realizzato un volume d’affari di 5,1 miliardi. Dal 2023 il reddito medio degli ingegneri ha superato la soglia dei 60.000 euro annui, raggiungendo per la precisione i 62.529 euro. Si tratta di un traguardo importante, tenendo conto che fino al 2020 il reddito medio annuo per un ingegnere libero professionista si attestava sotto i 35.000 euro. Per il 2024 si stima un leggero ridimensionamento di tale valore che potrebbe poi mantenersi anche per il 2025. Sebbene i Superbonus 110% siano stati dismessi, forte è l’impressione che per molti professionisti la domanda di servizi di ingegneria si mantenga ancora su livelli elevati in ambiti come ad esempio la progettazione di edifici non residenziali, interventi di ristrutturazione edilizia e di messa in sicurezza di strutture, ingegneria della sicurezza antincendio, progettazione di opere pubbliche. Nell'ultima parte dell’anno 2025 risultano introvabili quasi 7000 ingegneri su un fabbisogno di 12.000 ingegneri espresso dal sistema produttivo. Questo dato rappresenta un elemento fisso di ogni rilevazione periodica sui fabbisogni di figure professionali ed ha assunto dimensioni preoccupanti subito dopo la fase pandemica. A gennaio 2025 risultavano di difficile reperimento più di 9.000 laureati in ingegneria, su un fabbisogno di oltre 16.000 ingegneri. Nella parte alta della classifica delle figure professionali maggiormente richieste oggi in Italia, figurano sempre i laureati in ingegneria. Secondo le rilevazioni del Sistema Informativo Excelsior, nel 2024, ad esempio, vi è stata una richiesta di oltre 24.000 laureati in ingegneria industriale e gestionale, di oltre 14.000 ingegneri civili e di oltre 13.000 ingegneri meccanici. Se si sommano le tre specializzazioni, gli ingegneri sono, nell’ambito delle professioni a più elevata specializzazione, quelli di cui il mercato ha espresso la domanda più elevata. Parallelamente però gli ingegneri risultano essere le figure più difficili da reperire insieme ai progettisti in ambito Ict. Sempre nel 2024 gli ingegneri industriali e gestionali, quelli energetici e meccanici e quelli civili hanno occupato rispettivamente il secondo, il terzo ed il quarto posto per livello difficoltà di reperimento incontrato dalle imprese. Anche gli ultimi dati, relativi a settembre 2025 confermano questa difficoltà. Degli oltre 90.000 laureati nelle varie discipline per i quali il mercato esprime attualmente una domanda, gli ingegneri sono quelli per i quali si registrano i più elevati livelli di difficoltà di reperimento. In particolare attualmente il livello di difficoltà di reperimento di ingegneri industriali è pari al 62%, quello per gli ingegneri elettronici e dell’informazione e pari al 54% e quello per gli ingegneri civili è pari al 55%. Il sistema universitario immette nel mercato oltre 25.000 laureati magistrali provenienti dai corsi di ingegneria. La domanda di specialisti nell’area tecnica si intensifica però verso aree dell’ingegneria di più recente affermazione se messe a confronto con il filone più tradizionale e consolidato dell’Ingegneria civile. E’ cresciuta repentinamente negli ultimi 4 o 5 anni la domanda di ingegneri che operano nell’ambito delle Ict e nel ramo gestionale e sebbene il numero di iscritti in tali classi di laurea sia in aumento questo trend non riesce a compensare la domanda espressa dal mercato. Va detto, però, che un cambio è in atto chiaramente: il Centro studi Cni ha rilevato come per la prima volta nel 2024 fra tutte le classi di ingegneria in Italia, il maggior numero di laureati e laureate provenga da ingegneria gestionale (oltre 4.500 nuovi laureati magistrali), il secondo posto è occupato dai laureati in ingegneria meccanica, il terzo da ingegneria informatica ed il quarto da ingegneria biomedica. Ingegneria civile si posiziona al sesto posto nel 2024 con poco meno di 1.600 laureati magistrali. Però il numero di laureati disponibili nelle aree di specializzazione maggiormente richieste non sono numericamente sufficienti per fare fronte alla domanda del sistema produttivo. Attualmente molte imprese e studi professionali hanno difficoltà a reclutare ingegneri operanti in ambito civile, più direttamente connessi con il settore delle costruzioni. Nel 50% dei casi la ricerca va a vuoto. Il dato sorprende in quanto per il settore civile vi è stata sempre una certa disponibilità di ingegneri. Dopo la crisi da Covid-19 tuttavia il settore delle costruzioni, sia quello relativo agli edifici residenziali che quello concernente le opere pubbliche, ha registrato una evidente fase espansiva, con ricadute positive non solo sulle organizzazioni di grandi dimensioni operanti nel settore dell’ingegneria, ma anche sugli studi professionali più tradizionali, generando un incremento forte della domanda di figure professionali ancora oggi difficile da soddisfare. Se è vero che negli ultimi 4 anni il reddito medio degli ingegneri ha registrato un salto in avanti notevole, restano forti sperequazioni per esempio tra le diverse classi d’età. Un ingegnere iscritto ad Inarcassa con età compresa fra 31 e 35 anni registra un reddito medio annuo di 36.000 euro a fronte degli 80.000 euro di chi si colloca nella fascia d’età tra 51 e 55 anni. Questo aspetto ne richiama poi un secondo, ovvero il fatto che la libera professione ed il sistema ordinistico siano sempre meno attrattivi per i giovani che, infatti, optano per il lavoro dipendente. Uno degli aspetti che maggiormente caratterizzano oggi la figura dell’ingegnere è quello di contribuire con le proprie competenze ed il proprio operato a creare un contesto sicuro, nel quale operano soggetti diversi: sicurezza nei luoghi di lavoro, sicurezza degli edifici, sicurezza contro eventi naturali avversi, sicurezza e affidabilità delle infrastrutture materiali e immateriali attraverso le quali transitano persone, merci, dati e informazioni, sicurezza e affidabilità dei processi produttivi. Attualmente l’ingegneria della sicurezza si esplicita in 4 grandi ambiti in cui sono state sviluppate negli anni metodiche di prevenzione e di intervento sempre più precise e sofisticate: la prevenzione in chiave antisismica; la prevenzione e la mitigazione del rischio derivante da dissesto idrogeologico; la prevenzione dai rischi sui luoghi di lavoro; la prevenzione dei molteplici rischi derivanti da incendio e dalla gestione di sostanze pericolose. Più volte, negli ultimi 15 anni, il Consiglio nazionale degli ingegneri ha avanzato alle Istituzioni competenti una serie di proposte finalizzate a rendere più efficaci le politiche pubbliche per gli interventi riparativi a seguito di eventi catastrofali e soprattutto per la prevenzione dei rischi, nella consapevolezza che intervenire con opere di prevenzione generi costi per la collettività minori di quelli di ricostruzione.
(Adnkronos) - "La presenza di Acea nel progetto Festa del Cinema di Roma è fondamentale. Si tratta di una collaborazione che dura da anni e che si è rafforzata nel tempo. Il progetto ‘Gocce di cinema’ entra appieno nello spirito dell'evento. Sono ancora commosso dalle migliaia di persone che quest'estate ho visto all’Arena degli acquedotti per guardare i film con il logo Acea e con la sponsorizzazione Acea, una partecipazione che testimonia del successo del progetto”. Lo afferma Salvatore Nastasi, presidente della Festa del Cinema di Roma, intervenendo a Roma alla presentazione della seconda edizione del contest ‘I mille volti dell’acqua’ e della retrospettiva ‘Gocce di cinema’, promossi da Acea, in collaborazione con Festa del Cinema di Roma e Centro sperimentale di cinematografia, per raccontare l’acqua, elemento prezioso indispensabile per la vita, attraverso gli occhi di giovani videomaker e di grandi registi. “Quest'anno mi hanno parlato di nuovi progetti molto belli, vedremo il risultato di mercoledì 15, parteciperò anche io alla presentazione del vincitore. Spero - conclude - che il prossimo anno faremo ancora di più”.