(Adnkronos) - "Il nostro Istituto ha da molti anni uno spiccato interesse verso i meccanismi patogenetici dell'asma bronchiale e della poliposi nasale. In questi ultimi anni ci siamo dedicati a comprendere i meccanismi responsabili della malattia e di rendere ragione di quello che è l'effetto terapeutico dei farmaci biologici, nel caso dello studio che presentiamo oggi, di mepolizumab che spiega il perché dei risultati che vediamo in pratica clinica". Così Andrea Matucci, dirigente medico del reparto di Immunologia dell’Azienda ospedaliero universitaria Careggi di Firenze, in occasione dell’incontro con la stampa ‘Nuove frontiere nella gestione della rinosinusite con poliposi nasale’ promosso da Gsk a Milano, commenta i risultati dello studio condotto dagli specialisti dell’ospedale universitario fiorentino, guidati da Matucci, sui benefici di mepolizumab nei pazienti con rinosinusite cronicacon poliposi nasale (CRSwNP). "Si tratta di una malattia molto impattante sulla qualità di vita dei nostri pazienti - spiega l’esperto - e che si combina con l’asma bronchiale in percentuali molto alte, superiori al 60-70%. È quindi necessario capire non solo quali sono i meccanismi della malattia ma anche qual è il razionale per il quale noi andiamo a utilizzare questi farmaci biologici. Lo studio ha selezionato, nella pratica clinica di tutti i giorni, i pazienti affetti da poliposi nasale ed è andato a vedere, oltre all'effetto clinico che noi ben conosciamo, il perché di questo effetto". La ricerca ha preso in esame 15 pazienti affetti da rinosinusite cronica con poliposi nasale , condizione che comporta una modifica del tessuto epiteliale delle cavità nasali, alla base della formazione dei polipi, con conseguente ostruzione nasale, dolore, perdita dell’olfatto e, soprattutto, recidive frequenti anche dopo interventi mirati. Il farmaco - è stato ricordato nel corso dell'evento - mepolizumab, è stato somministrato per una durata mediana di circa 7 mesi, con l’effetto di una riduzione significativa degli eosinofili infiammatori, non solo nel sangue ma anche nella mucosa nasale, sede della formazione dei polipi nasali, comportando benefici clinici significativi così riassunti da Matucci: "Abbiamo osservato una riduzione della dimensione dei polipi nasali, il contestuale controllo dell’asma, un miglioramento della qualità della vita e il recupero del senso dell’olfatto".
(Adnkronos) - Investire nella rieducazione dei detenuti, mettendo al centro formazione e lavoro. E' l'obiettivo di un progetto di reinserimento sociale che il Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro sta portando avanti in tutta Italia attraverso diversi consigli provinciali dei professionisti, come quello di Bologna. "Noi a Bologna -racconta ad Adnkronos/Labitalia Pier Paolo Redaelli, presidente del Consiglio provinciale dell'ordine dei consulenti del lavoro di Bologna- seguiamo un'impresa sociale che si chiama 'Fare Imprese in Dozza'. La Dozza è il carcere di Bologna e questa impresa è stata costituita da tre società che operano nel campo della costruzione delle macchine automatiche. E la novità di questo progetto è che è stato costruito all'interno della carcere, grazie all'amministrazione carceraria che ha dato in uso la palestra, un'officina meccanica. In quest'officina meccanica in questo momento operano come dipendenti assunti a tempo indeterminato 14 detenuti che sono stati selezionati e formati dalla 'Fondazione Aldini Valeriani', che è una fondazione che si ricollega all'Istituto tecnico 'Aldini Valeriani'", sottolinea. E in questi anni i risultati sul reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti sono arrivati. "Dal 2012 sono stati assunti 77 dipendenti proprio all'interno del carcere -sottolinea Redaelli- che ovviamente nel corso di questi anni hanno cessato la loro attività lavorativa perché sono stati scarcerati. Di queste 77 persone l'80% circa non ha più avuto recidiva, nel senso che oggi ha un lavoro stabile all'interno di questa impresa", sottolinea Redaelli. E il presidente del consiglio provinciale dell'ordine dei consulenti di Bologna sottolinea come quindi "sia un progetto che funziona molto bene. È entrata a far parte di questa realtà la Granarolo latte, perché all'interno delle carceri della Dozza ci sono dei macchinari per produrre prodotti caseari, e quindi inizieranno questa nuova avventura". "L'altra realtà che seguiamo -spiega Redaelli- è un'impresa sociale che si chiama 'Siamo Qua', ed è un'impresa per le detenute. Loro hanno realizzato all'interno del carcere che presso la sede della cooperativa sociale, un laboratorio di sartoria. Delle operaie formano all'interno del carcere queste detenute, che poi quando ottengono la semilibertà vengono trasferite appunto nella sede sociale della coop. Le problematiche sono molte per queste detenute, perché ovviamente al termine del periodo di detenzione perdono la loro qualifica di svantaggiate e quindi si ritrovano nel mondo del lavoro". "Molto spesso però in particolare per quelle extracomunitarie, senza permesso di soggiorno, farle entrare nel mondo del lavoro è sempre più complesso. Ecco perché noi stiamo cercando di portare avanti una richiesta di riforma della norma, proprio per dare la possibilità a questo persone svantaggiato di poter riprendere la propria attività lavorativa, la propria dignità", conclude Redaellli.
(Adnkronos) - "Se c'è un mercato che è fortemente in salute è proprio quello della second hand, il mercato dell'usato. Da 11 anni collaboriamo con Bva Doxa per un osservatorio sulla second hand che ogni anno ci fa scoprire un mondo che è in continua espansione ed evoluzione. Solo l'anno scorso, nel 2024, ben il 63% degli italiani si sono dati alla second hand per comprare o per vendere. Il settore ha rappresentato ben 27 miliardi di giro d'affari". Così Giuseppe Pasceri, Ceo Subito.it, intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma. Tra l'altro "questi 27 miliardi per la prima volta hanno visto l'online superare l'offline. Siamo passati dal 30% circa dell'online nel 2014 fino al 54% dell'online sull'offline". "Se poi pensiamo alle motivazioni che spingono gli italiani a fare questa scelta, sicuramente in primis c'è il risparmio ma è molto interessante vedere come la riduzione degli sprechi diventi un fattore motivante di primissimo piano e poi c'è il guadagno, che è comunque visto come un aspetto importante", aggiunge.