(Adnkronos) - Cantante, attrice, doppiatrice e modella. Per Elodie il 2024 è stato un anno di grandissima crescita professionale e artistica in più settori. Ma i progetti che ha in serbo per il 2025 preannunciano un futuro ancora più sorprendente per l’artista dai numeri record. Uno step alla volta. Elodie tornerà in gara al Festival di Sanremo nel 2025. È la quarta volta per l’artista che salirà sul palco dell’Ariston con il brano ‘Dimenticarsi alle 7’: “È un pezzo che amo e mi rappresenta. C’è tanto di me, non vedo l’ora di salire sul palco”, spiega Elodie alla conferenza stampa che si è tenuta a Milano, giovedì 19 dicembre. Il brano racconta di una Elodie "nuova", o meglio, di nuovo c'è la sua era musicale: “Per la prima volta ho messo becco nella produzione del brano. È incalzante ma anche malinconico”, spiega Elodie che si mostra entusiasta di portare un progetto più affine alle sue corde sul palco della kermesse della Canzone Italiana. "Il cast di Sanremo 2025 mi piace, è trasversale”, spiega la cantante emozionata di tornare al Festival con la conduzione di Carlo Conti: “Lui mi piace, controlla tutto. Carlo mi aveva scelto per il mio primo Sanremo, quindi lo ringrazio ogni volta che ci vediamo”. Elodie si esplora e si racconta: lo farà sul palco di Sanremo, lo farà col prossimo album in uscita in primavera e lo farà negli Stadi. E se l’emozione per salire sul palco del Festival è incontenibile, cantare allo Stadio San Siro di Milano per Elodie è un sogno che fa fatica ancora a realizzare. “È stato un azzardo, ma a me le sfide piacciono. È una grande opportunità per raccontare un grande show”, confessa Elodie che sogna di portare sul palco con sé, anche Tiziano Ferro, con cui si è istaurata una bella collaborazione che ha dato vita al brano ‘Feeling’. Alla data di Milano, domenica 8 giugno 2025, seguirà quella dello Stadio Diego Armando Maradona a Napoli, giovedì 12 giugno 2025. Due date che segnano un capitolo importante della sua carriera musicale e della sua storia personale: “Non voglio rincorrere il sold out – dice Elodie - me ne farò una ragione se non dovesse succedere. Mi accontenterò”. Basterebbe pensare che fino a qualche anno fa era tra i banchi della scuola di Amici con i suoi capelli rosa a farsi asciugare le lacrime da Maria De Filippi e a ricevere gli incoraggiamenti dalla suo coach, Emma Marrone. E oggi Elodie è la terza donna italiana ad esibirsi allo Stadio San Siro a Milano. Insomma, di strada ne ha fatta e ogni traguardo merita di essere menzionato e celebrato. Parallelamente alla musica, Elodie ha preso parte anche a diversi progetti cinematografici. Dopo il debutto nel film 'Ti mangio il cuore', Mario Martone le ha dato un ruolo nel lungometraggio 'Fuori', in cui Elodie ha lavorato con Valeria Golino e Matilda De Angelis. E non nasconde l’emozione di essere la protagonista femminile del thriller 'Performance', in cui reciterà al fianco di Eduardo Scarpetta. E tra un set e l’latro, Elodie ha prestato la voce a Sarabi, la madre di Simba, nella versione italiana del film 'Mufasa - Il re leone'. Elodie non nasconde l’amore verso l’espressione della propria libertà e racconta l’esperienza di posare per il calendario Pirelli 2025, dove è stata immortalata in un nudo integrale: “Non mi sono tirata indietro, amo il nudo e mi sembra abbastanza evidente”, spiega Elodie che il suo corpo lo mostra senza esitazioni e reclama la libertà di poterlo fare. Idolatrata per la sua bellezza estetica, Elodie ammette che non fa grandi sforzi per mantenere il fisico statuario: “In questo periodo non c’ho voglia – scherza – ma faccio stretching, pesetti e uso una tuta ems che stimola i miei muscoli”. E a tavola? “Il mio fidanzato mi controlla, non posso mangiare molti zuccheri, perché fanno male. Ma io voglio godere dei piaceri della vita. Quando devo mettermi sotto e seguire le regole, lo faccio. Per il resto, ozio e mi rilasso”, ha concluso. Nonostante la fitta agenda, Elodie ritaglia momenti della sua vita anche a colui che le ha rubato il cuore nell’estate del 2022, Andrea Iannone, pilota di Moto GP che di velocità se ne intende. Ma per quanto riguarda l'adrenalina, non sembrano andare poi così d’accordo: “Litighiamo. E il motivo è che io odio la velocità, non guido – racconta senza usare mezzi termini - e non ho nemmeno la patente. Lo accompagno spesso alle corse e provo tanta ansia per lui, anche solo a sentire i rumori dei motori. Ma è molto sexy, lo ammetto”, conclude Elodie con un sorriso.
(Adnkronos) - "Conosco i ristoranti stellati, ci ho lavorato a lungo, ma non credo che l'ambizione di chi ama fare questo lavoro debba essere il riconoscimento di una guida. Il vero riconoscimento è sempre quello che arriva dalla clientela". Parola di Fabio Dodèro, 33enne chef romano che nel 2022 ha aperto un ristorante alle porte della Capitale, a Mezzocamino, che in due anni è diventato una meta di destinazione per chi ama la cucina gastronomica creativa ma anche concreta, e per chi sceglie il fine dining senza rinunciare al rapporto umano tipico delle vecchie osterie. "Questa è stata anche la scommessa di aprire un locale fuori dal centro: volevo che fosse un polo di riferimento per clienti abituali - racconta - e in due anni abbiamo già una clientela fissa che ritorna e con la quale c'è un confronto, uno scambio reciproco, in cui credo molto". Il nome del ristorante, Metis, deriva dal greco antico e indica quell'intelligenza pratica alla base dell'approccio personale di Dodèro alla ristorazione. Una reminiscenza del liceo classico che lo chef ha frequentato prima di scegliere la strada che lo ha portato all'Università dei Sapori di Perugia e poi all'Alma, la scuola di Gualtiero Marchesi a Colorno, che gli ha aperto le porte delle cucine stellate. Due anni fa l'idea di aprire, con il cugino Francesco socio di minoranza, un locale suo. La cucina che Fabio propone da Metis, e che si può provare scegliendo dal menu alla carta o con il percorso degustazione da sei portate a 55 euro, è tecnica e concreta e soprattutto sostenibile. "La mia - spiega - è una cucina sostenibile, a partire dalle materie prime, da quelle vegetali, scelte di stagione e possibilmente a km 0, alle carni, prese in allevamenti toscani che seguono determinati principi, fino al pesce pescato localmente. E su questa base spaziano le ricette, che si rifanno sicuramente a quella che è stata la mia formazione in cucine d'autore. Mi piace anche molto sperimentare, trovare nuovi abbinamenti, andare alla ricerca di gusti particolari, usare nuove tecniche come le fermentazioni. Quindi alterno grandi classici a innovazioni. Ad esempio, il supplì al cioccolato servito come dolce o le fettuccine di sedano rapa con tartufo nero e parmigiano stagionato 10 anni. Una cucina quindi sostenibile e innovativa, ma sempre un'alta cucina, dove l'occhio vuole la sua parte, con piatti belli pure da vedere". In tempi non semplici per l'alta ristorazione, in cui persino nomi altisonanti hanno deciso di gettare la spugna, Dodèro ha le idee chiare. "Non credo che siamo alla fine del fine dining - sottolinea - ma sicuramente un certo modello di fine dining è in crisi. Proprio la rincorsa della 'stella' rischia di creare un cortocircuito. Quindi la sostenibilità deve essere anche economica. Ad esempio, non servono tanti camerieri e un servizio troppo formale in sala, che poi fanno lievitare i costi e il conto, in un periodo in cui tutti stiamo attenti a rivalutare le esigenze reali. E fanno anche perdere il rapporto diretto con il cliente che invece è essenziale. L'essere sostenibili, in un ristorante, si vede anche da come è gestito il personale: da noi si lavora 5 giorni a settimana, con due di riposo, e per non più di otto ore al giorno". In questo periodo dell'anno l'impegno è rivolto naturalmente al Natale e lo chef si cimenta anche nella produzione propria di Panettoni, serviti al ristorante o venduti ai clienti che li prenotano. Due le varianti: il classico, con arancia e bergamotto come canditi provenienti della Sicilia, e quello con cioccolato e pere candite 'in casa'. Una terza versione, in gara alla recente manifestazione romana 'Panettone Maximo', al caffè, cioccolato e frutti rossi, è andata sold-out. E in questi giorni che precedono le festività il lavoro ferve in cucina, per essere pronti per i due grandi cenoni della Vigilia di Natale e di Capodanno. Una curiosità: come augurio per il nuovo anno nella Notte di San Silvestro sarà servita, al posto del tradizionale cotechino, la salama da sugo di Ferrara. E chissà che non porti più fortuna per il 2025.
(Adnkronos) - “La questione di fondo è quella di considerare i gestori della aree protette non come dei dispensatori di soli divieti, come frequentemente viene percepito, bensì come strumento operativo di sviluppo del territorio. Quanto si è discusso è un impegno a superare un limite culturale secondo il quale le aree protette vengono intese come zone in cui vigono soprattutto vincoli e divieti e non opportunità. Questa l’azione di fondo”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, intervenendo in chiusura degli Stati Generali delle aree protette, evento organizzato dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica e da Federparchi. "Si tratta di un'azione culturale che deve far sentire tutti personaggi attivi per il territorio", sottolinea Pichetto. La legge quadro 394/91, "un’ottima legge, 33 anni fa, va adattata ad un modello diverso perché c’è stata una maturazione del sapere, del sentire e anche un peggioramento del quadro economico”, per avere “un nuovo quadro giuridico di indirizzo per i prossimi 20 anni adattandolo anche ai regolamenti europei che dobbiamo rispettare", conclude.