(Adnkronos) - Giorgio Locatelli spegne oggi, lunedì 7 aprile, 62 candeline. A celebrare il compleanno del noto personaggio televisivo, anche Bruno Barbieri che ha pubblicato un tenero scatto che li ritrae insieme, lontano dagli studi di Masterchef Italia. "Happy Birthday George. Ragaz, come on, facciamo tutti insieme gli auguri al mio grande compagno di viaggio Giorgio Locatelli", ha scritto Bruno Barbieri a corredo dello scatto che ritrae i due giudici di MasterChef Italia in una località boschiva mentre si scambiano un tenero abbraccio con delle cascate sullo sfondo. Un gesto che conferma, ancora una volta, il rapporto speciale che si è creato tra i tre giudici di Masterchef (Giorgio Locatelli, Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo): “La nostra forza è sentirci anche fuori da MasterChef. È una sinergia fondata sul rispetto”, aveva detto Bruno Barbieri in una recente intervista. Il post dedicato al compleanno di Locatelli ha fatto il pieno di like e commenti, tanti i fan del cooking show Sky Original hanno voluto fare gli auguri al giudice Locatelli: "Un augurio speciale per uno chef speciale", ha commentato un utente.
(Adnkronos) - Il futuro delle Capitali europee della cultura in 40 raccomandazioni. Quaranta proposte concrete che hanno l'obiettivo di delineare una nuova cornice per quello che è il programma culturale più grande d'Europa, elaborate proprio in occasione del suo 40° anniversario. Sono contenute in un Libro bianco, '40 Raccomandazioni per 40 anni di Ecoc - Analisi per le Capitali europee della cultura dal 2034', presentato venerdì 4 aprile a Chemnitz, in Germania, città che detiene il titolo per il 2025, condividendolo con Nova Gorica-Gorizia, prima Capitale transfrontaliera della cultura. Il documento si propone quale base per un processo di riforma del progetto delle Capitali europee della cultura e la conferenza di presentazione segna l'inizio del percorso destinato ad accompagnare lo sviluppo di questo progetto nato 40 anni fa. Il Libro bianco si basa su un ampio studio che raccoglie le analisi di direttori artistici, coordinatori e responsabili delle 64 Capitali europee della cultura (Ecoc) passate e future. A coordinarlo una ricercatrice italiana, Valentina Montalto, docente di Cultural Economics and Policies della Kedge Business School di Parigi, con un tema italo-sloveno che ha intervistato 64 delle 82 città titolari, passate o future, del riconoscimento di Capitale europea della cultura. I risultati sono stati riassunti appunto in 40 raccomandazioni raccolte nel Libro bianco di Chemnitz, e saranno incorporate nella revisione della direttiva europea sulle Capitali europee della cultura, la cui adozione è prevista per il 2027 e si applicherà alle città che deterranno il titolo a partire dal 2034. Un processo lungo, quindi, per cui il dialogo tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo comincerà nell'autunno del 2025 e che ha visto, dunque, nella conferenza di Chemnitz il suo 'battesimo'. Le raccomandazioni contenute nel Libro bianco, infatti, sono state ampiamente discusse durante la conferenza che si è svolta a Chemnitz, e che ha visto la partecipazione di 200 delegati di diversi paesi, delle istituzioni europee e dei governi nazionali. Ora saranno sottoposte alla Commissione europea, al Consiglio e al Parlamento per avviare i prossimi passi del processo di riforma del programma. Il 13 maggio, inoltre, il Libro bianco verrà presentato al Parlamento europeo a Bruxelles dalla responsabile della ricerca, Valentina Montalto, accompagnata dal sindaco di Chemnitz, Sven Schulze, e dal management of Chemnitz 2025 rappresentato da Andrea Pier e Stefan Schmidtke. L'evento è organizzato in collaborazione con i membri del Parlamento europeo provenienti da Slovenia e Sassonia e sarà l'occasione anche per presentare i programmi delle Capitali europee della cultura 2025, Chemnitz e Nova Gorica-Gorizia, mentre una tavola rotonda offrirà l'opportunità di discutere lo sviluppo futuro del progetto Capitali europee della cultura. La responsabile della ricerca, Valentina Montalto, ha commentato: "Per una ricercatrice come me, è stato un onore e un piacere contribuire all'evoluzione di questa ambiziosa iniziativa. Sono particolarmente grata alle città di Chemnitz e Nova Gorica per aver creato questa importante opportunità di conoscenza, così come ai manager Ecoc per aver condiviso la loro passione, le loro battaglie e le loro analisi. Questa ricerca non intende solo immaginare un cambiamento, ma fare in modo che avvenga. Ecco perché i prossimi passi saranno cruciali e contiamo sul supporto di ciascuno per far sì che questa significativa iniziativa europea resti rilevante e abbia il suo impatto". "Per 40 anni - ha dichiarato Georg Häusler, direttore per la Cultura nella Commissione europea - le Capitali europee della cultura hanno costruito ponti e nutrito i nostri comuni valori europei, mostrando la ricchezza e la diversità delle loro identità. Vorrei ringraziare e congratularmi con Chemnitz e Nova Gorica per aver portare avanti tutto questo e per aver messo insieme questo report così dettagliato sui 40 anni delle Capitali europee della cultura. Sono fiducioso che questo Libro bianco traccerà la strada per disegnare e modellare il futuro dell'azione dopo il 2033". Il sindaco di Chemnitz, Sven Schulze, ha ricordato che "la spettacolare inaugurazione di Chemnitz 2025 Capitale europea della cultura ha dimostrato la potenza e l'entusiasmo che questo programma può generale per le città e il loro sviluppo". "Tuttavia, il successo nel lungo periodo di una Capitale europea della cultura - ha avvertito - risiede nell'eredità che lascia, nell'impatto che ha ben oltre l'anno del titolo. Con il Libro bianco vogliamo dare nuovo impeto per costruire attivamente il futuro delle Capitali europee della cultura e per rafforzare in modo sostenibile il loro impatto". Da parte sua, il sindaco di Nova Gorica,Samo Turel, ha detto che "nell'anno in cui detiene il titolo di Capitale europea della cultura Nova Gorica, in cooperazione con Gorizia e Chemnitz, si fa portatrice di un messaggio responsabile di democrazia, coesistenza e amicizia". "In un'epoca in cui l'Europea si interroga sulla sua sicurezza e sul suo futuro, è cruciale che le Capitali europee della cultura siano città con una memoria storica. La nostra esperienza dimostra che il mondo può solo prosperare come spazio multilaterale basato sullo stato di diritto, sui diritti umani e sulla democrazia. E molti dei nostri programmi culturali riflettono questo impegno. Mi fa particolarmente piacere che le nostre città hanno anche collaborato su un più ampio progetto di ricerca sui 40 anni del progetto Ecoc, offrendo preziose analisi per il futuro", ha concluso. La ricerca contenuta nel Libro bianco identifica aree chiave di sviluppo riassumibili in quattro aspetti centrali. Il primo è il rafforzamento della cooperazione europea, dove la dimensione europea dovrebbe essere assunta quale criterio centrale di selezione. Si propone anche un branding unificato e supportato da un logo europeo obbligatorio ma personalizzabile. Il secondo aspetto punta alla semplificazione dei processi di selezione e monitoraggio: si raccomanda, infatti, di ridurre i fardelli burocratici per le città che si candidano al titolo, ad esempio con verifiche fattuali al posto di elaborate visite sul posto che consentano una valutazione equa e trasparente. Un terzo aspetto mira ad assicurare una implementazione di lungo periodo, in cui gli obiettivi delineati nei rispettivi bidbooks diventino impegni stringenti. Inoltre, si suggerisce la revisione del Premio Melina Mercouri per procurare supporto finanziario alle città Capitali della cultura sin dai primi passi. Allo stesso tempo, si auspica che a loro volta i governi nazionali si impegnino maggiormente nel supporto alle città vincitrici sia durante l'anno in cui detengono il titolo sia nel lungo periodo per mantenerne l'eredità. Infine, quarto aspetto è il miglioramento della circolazione di informazioni; per questo scopo, dovrebbe essere creata una piattaforma a livello Ue per facilitare gli scambi di buone prassi, mentre bidbooks e report dovrebbero essere resi pubblici.
(Adnkronos) - I bambini italiani, tra i 5 e gli 11 anni, soffrono di ecoansia. Il 95% è preoccupato per il futuro del Pianeta e il 40% riferisce di aver fatto un brutto sogno sul cambiamento climatico o sull’ambiente in pericolo con conseguenti difficoltà a dormire o mangiare. Nonostante il 95,6% del campione intervistato si senta responsabile di questa situazione, il 97,2% è convinto che il proprio impegno possa apportare un cambiamento significativo e fare la differenza. Queste sono alcune delle evidenze emerse dallo studio 'Ecoansia e nuove generazioni', promosso da Sanpellegrino e ScuolAttiva Onlus e condotto sotto la supervisione scientifica dell’Università di Pavia. I risultati della ricerca, unica nel panorama scientifico internazionale, sono stati illustrati oggi durante un evento organizzato presso la Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama al Senato della Repubblica su iniziativa della Senatrice Simona Malpezzi, vicepresidente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza. La ricerca è nata nel contesto del progetto educativo 'A Scuola di Acqua: sete di Futuro', portato avanti da nove anni dal Gruppo Sanpellegrino e ScuolAttiva Onlus per sensibilizzare i più piccoli sui temi dell’idratazione e della sostenibilità ambientale. Dalla ricerca emerge chiaramente che il fattore di stress percepito dai bambini è direttamente influenzato dalla comunicazione e dall’informazione sui temi del cambiamento climatico. Si evince anche l’importanza di coinvolgere in modo attivo le nuove generazioni nella salvaguardia dell’ambiente con iniziative di informazione e sensibilizzazione. Queste evidenze hanno spinto i promotori dello studio a formulare la proposta di un modello educativo innovativo, presentata oggi in Senato, con l’obiettivo di aiutare i più piccoli a gestire preoccupazione, tristezza e rabbia, alcune delle emozioni più frequenti che provano pensando al futuro del Pianeta. Sanpellegrino ha annunciato contestualmente l’impegno dell’azienda a sostenere la sperimentazione di questo modello educativo con un progetto pilota nelle scuole primarie dei Comuni di San Giorgio in Bosco (PD) e Cepina Valdisotto (SO), territori in cui è presente l’azienda con i suoi stabilimenti. Lo studio effettuato anche su cinquecento insegnanti ricalca specularmente i dati forniti dai ragazzi, seppur con qualche nota di maggiore pessimismo. La maggioranza crede però convintamente nel valore delle iniziative educative tese ad aumentare la sensibilità delle persone sul valore del proprio contributo individuale per combattere le sfide ambientali. “Penso che questo studio abbia due pregi: il primo di aver avuto il coraggio di toccare un argomento mai affrontato prima e in qualche modo sottovalutato rispetto alle possibili ripercussioni sui bambini e sulle bambine, il secondo di offrire delle possibili risposte metodologiche per affrontare il tema nelle classi non gravando ulteriormente sugli insegnanti ma inserendole nel curriculum già previsto. Quando dai un nome alle cose queste esistono. L’ecoansia esiste”, ha dichiarato la senatrice Simona Malpezzi. “Siamo lieti di avere contribuito a stimolare il dibattito sull'ecoansia nelle sedi parlamentari. Lo studio sviluppato dall'Università di Pavia è parte di un progetto più grande, ‘A Scuola di Acqua: sete di futuro’, con il quale da anni Sanpellegrino promuove iniziative per sensibilizzare i bambini a un consumo corretto e consapevole di acqua e alla tutela dell’ambiente. Siamo fermamente convinti che il nuovo modello educativo, presentato oggi, possa sensibilizzare senza creare preoccupazione, educando le nuove generazioni a un futuro più sostenibile. La crescente ansia per il futuro del Pianeta insieme alla convinzione presente nei più piccoli che il loro contributo possa fare la differenza, ci hanno spinto a implementare il progetto pilota in Veneto e Lombardia, nelle scuole di alcuni dei territori in cui la nostra azienda è presente. Crediamo, infatti, che la formazione rappresenti una leva fondamentale per costruire consapevolezza e dissipare i timori gettando le basi per un futuro più sostenibile”, ha dichiarato Fabiana Marchini, Head of Corporate Affairs Sustainability del Gruppo Sanpellegrino. Serena Barello, direttrice del laboratorio di Psicologia della Salute dell’Università di Pavia, ha sottolineato l’importanza dei risultati emersi dalla ricerca. "I dati raccolti - ha detto - mostrano come i bambini in età scolare abbiano sviluppato una consapevolezza significativa riguardo al cambiamento climatico, un aspetto che, dal punto di vista della psicologia della salute, merita particolare attenzione. Se da un lato questa consapevolezza è accompagnata da sentimenti di preoccupazione, dall’altro rappresenta una risorsa preziosa per promuovere il senso di autoefficacia e l’engagement attivo nelle strategie di mitigazione. Il fatto che i bambini non si percepiscano solo come vittime, ma come attori di un cambiamento possibile, sottolinea l’importanza di costruire interventi educativi che rafforzino il loro senso di controllo e li supportino nell’adottare comportamenti proattivi e salutari per sé e per l’ambiente". Livio Provenzi, direttore del laboratorio di Psicobiologia dello Sviluppo dell’Università di Pavia e Irccs Fondazione Mondino, ha aggiunto: "Questi risultati ci impongono una riflessione sulla necessità di ripensare le strategie educative, affinché possano supportare i bambini nel trasformare l’ansia in azione. È fondamentale progettare iniziative formative che valorizzino la collaborazione tra scuola e famiglia, costruendo ambienti in cui i più piccoli non siano solo spettatori, ma protagonisti di buone pratiche di sostenibilità. Solo così potremo aiutarli a sviluppare una consapevolezza responsabile, trasformando la preoccupazione in impegno concreto per il futuro del Pianeta". “L’ecoansia nei bambini è un segnale che non possiamo e non vogliamo ignorare: significa che le nuove generazioni sono consapevoli delle sfide ambientali, ma spesso prive degli strumenti per affrontarle in modo costruttivo. ScuolAttiva da oltre vent’anni è impegnata a sostenere la scuola italiana, proponendo strumenti che forniscano un approccio positivo all’educazione. Attraverso l’ideazione di un laboratorio partecipato con la metodologia Lego Serious Play, offriremo ai bambini uno spazio sicuro e creativo per esplorare le proprie emozioni legate all’ambiente. Giocando e costruendo insieme, trasformeranno l’ecoansia in soluzioni concrete, sviluppando pensiero critico e intelligenza collettiva”, ha dichiarato Simona Frassone, presidente di ScuolAttiva Onlus.