(Adnkronos) - E' indagato dalla procura di Roma per concorso in corruzione Andrea Stroppa, considerato 'l'uomo di Elon Musk in Italia', perquisito nell'ambito dell'inchiesta capitolina. Stessa accusa per un ufficiale di Marina e il rappresentante legale di Olidata. Secondo quanto si legge negli atti, l'ufficiale di Marina, ''compiva atti contrari ai suoi doveri d'ufficio rivelando illegittimamente a Stroppa notizie di ufficio destinate a rimanere segrete (in particolare, inoltrava a Stroppa un documento riservato del Ministero degli Affari Esteri redatto a margine di una riunione tenutasi il 29 agosto scorso, alla quale'' l'ufficiale di Marina ''prendeva parte in virtù del proprio ruolo di Ufficiale della Marina Militare in forza al Sesto Reparto dello Stato Maggiore Difesa, avente ad oggetto la valutazione del progetto finalizzato all'impiego, con scopi militari prima e dual use dopo, delle tecnologie satellitari fornite dall'azienda americana SpaceX)". "In cambio accettava la promessa da Stroppa, nell'ambito di una più ampia attività di agevolazione rispetto agli interessi della multinazionale SpaceX, della conclusione di un contratto di fornitura tra tale società e la Olidata S.p.A., e la susseguente stipula di un ulteriore contratto di partnership tra Olidata e una società partecipata occultamente dal militare'', si legge. Il ministero degli Affari Esteri precisa che da alcuni mesi sono in corso valutazioni sulla possibilità di utilizzare sistemi Star Link per le comunicazioni di installazioni della presidenza del Consiglio, degli Esteri e della Difesa in aree problematiche. Si tratta di migliorare il livello delle comunicazioni di ambasciate e addettanze militari soprattutto nell’area del Mediterraneo. Secondo informazioni di stampa, un indagato nel caso Stroppa/Sogei avrebbe passato all’esterno dell’amministrazione un documento “riservato”. Non si tratterebbe - si precisa - di un documento “riservato” secondo la classificazione di legge della documentazione “riservata” e “segreta”. Dovrebbe trattarsi di un documento interno, un elenco di necessità espresse dal ministero (il numero delle ambasciate e consolati) da collegare al sistema se eventualmente fosse andata avanti la procedura.
(Adnkronos) - Come europei “possiamo contare su una solida base di competenze”, ma le normative Ue che “affliggono il continente” impediscono alle aziende di crescere. Così Alessio Butti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all'innovazione tecnologica, durante il discorso inaugurale della conferenza Comolake a Cernobbio. “Il risultato è che non si possono raggiungere le economie di scala per crescere anche in modo globale”. “Noi europei soffriamo enormemente l’assenza di una visione strategica chiara e concreta rispetto al fronte tecnologico e digitale. Queste caratteristiche ci rendono deboli sia su concorrenti che alleati”, spiega Butti. L’Ue investe “poco e male”, non investe nelle giovani generazioni e non aggiorna le competenze di chi è nel mondo del lavoro, spiega. Il sottosegretario indica come esempio il tentativo di creare un cloud europeo, operazione “fallimentare”. In parallelo lo sviluppo delle reti digitali ad alta velocità “procede in modo scoordinato” perché il mercato è frammentato e i modelli di sviluppo sono diversi tra loro, spiega. La conseguenza è un “mosaico caotico” di aree malservite, aree non servite affatto e piccoli player che agiscono da soli, continua Butti. La soluzione? Serve una riforma del roaming per avvantaggiare i clienti e favorire il consolidamento degli operatori a livello paneuropeo, cosa che “consentirebbe la loro crescita e competitività a livello globale” e favorirebbe gli investimenti in aree rurali riducendo il divario digitale.
(Adnkronos) - "Il Salone organizzi al più presto gruppi di ricerca e di studi per analizzare i diversi sistemi di valutazione di impatto e arrivare a sistemi che siano più oggettivi e più coerenti con l'obiettivo di diffondere la cultura della innovazione sociale". Lo ha detto Elio Borgonovi, docente emeritus di Management Pubblico alla Bocconi, emettendo il verdetto nel ruolo di giudice al processo al salone della Csr e dell'innovazione sociale, in corso a Milano. "Nelle prossime edizioni vengano chiamati al tavolo soggetti diversi, ma il Salone resti un luogo di riflessione e non diventi un ennesimo luogo di talk show e di confronti ideologici, mantenendo la sua caratteristica di confronto di idee. Primo capo di accusa? Non colpevole, il salone non è il luogo dove le imprese o chi ha le buone pratiche può trovare consenso, ci sono altri canali. Il salone è e resta un luogo di dibattito".