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(Adnkronos) - Il Musée Grévin di Parigi ospiterà da oggi, giovedì 20 novembre, la statua di cera della principessa Diana, dopo aver già accolto, nel 2023 quella di re Carlo III in kilt scozzese accanto alla madre, la regina Elisabetta II. Ma la notizia vera è che la prima moglie del sovrano, nella sua rappresentazione, indossa il cosiddetto 'abito della vendetta'. Si tratta del famoso vestito nero che la principessa mise nel 1994 in occasione di un evento di beneficenza alla Serpentine Gallery di Londra, due anni dopo la sua separazione dall'allora principe di Galles. Era il 29 giugno, e sulla televisione britannica trasmettevano il documentario intitolato 'Charles: The private man, the public role', in cui Carlo ammise in particolare di aver tradito Diana con Camilla Parker-Bowles. Il 'revenge dress' è uno degli abiti più iconici di Diana. Un tubino nero molto semplice, ma la cui forma esaltava perfettamente l'elegante figura della principessa di Galles. Il perfetto "abito del ritorno" per proiettare l'immagine di una principessa sicura di sé nonostante le circostanze inquietanti. "Lo chiamiamo 'abito della vendetta' perché lo indossò la notte in cui Carlo confessò la sua relazione con Camilla", spiegò al Reader's Digest il banditore che organizzò la vendita di diversi abiti di Diana nel 2013. "Mentre alcuni avrebbero potuto pensare 'non ce la faccio stasera', Diana uscì con questo abito, in cui era assolutamente splendida. Fu una vera dichiarazione d'amore". Il vestito è quello che più rappresenta l'emancipazione di Lady D., descritto da una delle sue biografe, Georgina Howell, come "forse l'abito più strategico mai indossato da una donna dell'era moderna". Icona pop, celebrata per il suo stile, la sua umanità e la sua indipendenza, la mamma dei principi William e Harry entra a far parte della collezione del celebre museo parigino esattamente nel giorno dell'anniversario della famosa intervista della principessa alla Bbc, trasmessa il 20 novembre 1995, in cui Diana diede la sua versione dei fatti circa la separazione da Carlo e pronunciò la famosa frase: "Eravamo in tre in questo matrimonio, il che è un po' troppo", riferendosi a Camilla, storica amante dell'allora principe di Galles. La statua, scolpita da Laurent Malllamaci e realizzata dagli atelier Grévin, sarà installata sotto la cupola del museo, in uno spazio dedicato alla moda. La principessa di Galles sarà esposta accanto ad altre icone del settore, come Jean Paul Gaultier, Chantal Thomas, Aya Nakamura e Lena Situations.
(Adnkronos) - 'Fare impresa e ricerca negli Stati Uniti'. Questo il titolo dell'evento che si è tenuto a Roma, nella sede del Centro Studi Americani, nell'ambito della IV edizione del Festival della Cultura Americana. In un mondo in continuo cambiamento come bisogna adattarsi a livello lavorativo e sociale per affrontare le sfide del futuro? Questa è la domanda alla quale cercano di rispondere tante realtà imprenditoriali differenti, in Italia e negli Usa, confrontandosi in un dialogo che arricchisce di spunti e di esperienze. Domanda anche al centro dei lavori moderati da Gianni Todini, direttore Askanews. Al tavolo hanno partecipato Davide Allegra, advocacy & Business Services Manager, American Chamber of Commerce in Italy, Clara Andreoletti, Ad Eni Next, Erica Di Giovancarlo, direttrice coordinatrice Rete Usa - Italian Trade Agency, Paolo Gaudenzi, consigliere per la Cooperazione Scientifica presso il Consolato Generale d’Italia a Boston, Matteo Lai, Ceo e fondatore di Empatica, Giorgio Resta, prorettore pro-tempore delegato al coordinamento delle attività di internazionalizzazione, Università degli Studi Roma Tre e Alessandro Vespignani, direttore fondatore del Northeastern Network Science Institute. Paolo Gaudenzi ha affermato che "l’impostazione di lavoro che hanno al Consolato Generale d’Italia a Boston risiede nel fatto di aver immaginato scienza, tecnologia e business come tre elementi strettamente collegati tra loro. La scienza attraverso lo strumento tecnologico dona un servizio alla Comunità, producendo benessere". L’esperienza progettuale 'Eni Next' è stata raccontata da Clara Andreoletti direttamente da Boston, indicando come vi sia “un dialogo continuo che gli scienziati hanno con i professori, sebbene gli scienziati siano molto formati e come si sia così arrivati alla creazione di nuove energie pulite sul mercato”. Matteo Lai ha riportato l’idea di un rapporto più stretto tra tecnologie e persone e di come, nel contesto di Empatica, azienda di cui è fondatore, siano riusciti a sviluppare strumenti innovativi in diversi ambiti. "La condivisione e il fare insieme" sono le fondamenta da cui partire secondo Erica Di Giovancarlo. “Il Sistema Italia, ricomprendente il ministero degli Affari Esteri, Ice, Sace, Simest Cassa Depositi e Prestiti, Camere di Commercio, agisce insieme proprio per dare massima assistenza alle aziende italiane in modo che possano inserirsi nei mercati esteri”. Davide Allegra ha introdotto la realtà di 'American Chamber of Commerce'. Specialmente per quanto riguarda la cooperazione ha segnalato “l’area della rappresentanza degli interessi guardando al piano transatlantico in cui aziende sia dal lato americano che italiano si riuniscono sei o sette volte in maniera ibrida per produrre alla fine dei lavori un paper dove evidenziano le prospettive e le problematiche”. Il punto di vista universitario è stato trattato da Giorgio Resta. “L’idea che il sistema dell’istruzione americano insegna l’idea di dover cambiare il mondo, il think out of the box, che, in giurisprudenza ad esempio, si differenzia dal nostro sistema basato sul conoscere e applicare le regole piuttosto che ripensarle”. Alessandro Vespignani ha puntato il dito sul problema del 'Brain Drain', in italiano i 'cervelli in fuga', affermando che “il problema non è perché le persone vanno via dal Paese, ma perché mancano le opportunità”. Riprendendo poi il discorso del 'think out of the box', ha affermato come “negli Stati Uniti il fare impresa è cultura, mentre in Italia ancora non abbiamo sanato il problema delle due culture, in cui la cultura umanistica continua ad essere considerata superiore a quella scientifica e quindi imprenditoriale”.
(Adnkronos) - “C'è una similitudine tra donne, gentilezza e acqua. Quest'anno abbiamo dedicato alle donne la maggior parte dei nostri interventi. È importante esaltare la competenza e la professionalità femminile, perché è un motore di innovazione e sostenibilità”. Così Enrico Boerci, presidente e Ad di BrianzAcque, intervenendo, oggi a Palazzo Lombardia, alla terza edizione de ‘La Sensibile Magia dell’Acqua’, un evento organizzato con lo scopo di offrire ispirazioni sul tema dell’acqua, creando connessioni e stimolando riflessioni sul benessere umano e la prosperità economica, attraverso il dialogo tra istituzioni, imprese, professionisti e protagonisti della società civile. Al centro dell’evento, ideato e curato dall’architetto Alessia Galimberti, voci e visioni di donne protagoniste tra impresa, istituzioni e cultura, per ribadire come la prospettiva femminile possa rappresentare un volano di sviluppo sostenibile e innovazione per il settore idrico e per la comunità. “Per la terza volta riusciamo a declinare l’acqua in una forma che non è liscia, non è gassata, ma è un’acqua di relazione - afferma Boerci - Lo facciamo qui a Palazzo Lombardia, in una location importante, per condividere con i nostri stakeholder, i soci e Regione Lombardia i risultati del nostro operato il cui merito è dei nostri collaboratori, che con professionalità, dedizione, determinazione e cuore lavorano nell’attività routinaria e anche in attività innovative. Ci rendono felici e orgogliosi dei risultati che riusciamo a portare sul territorio e fuori dai confini della nostra competenza territoriale”, conclude.