INFORMAZIONISilvia BerteroSilvia Bertero |
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(Adnkronos) - ''Tutti noi abbiamo vissuto sulle nostre spalle il periodo del Covid, quando tu arrivavi al Pantone in piazza di Spagna vedevi tutto chiuso, una desolazione. Per cui se ricordo quei tempi'' sentire di parlare di ''troppo turismo mi sembra un po' una bestemmia''. Lo afferma il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, intervenendo all'assemblea di Alis. ''Credo che con l'intelligenza artificiale, prendendone tutte le opportunità, potremmo regolamentare meglio i flussi. Ma lo potremo fare anche con la tecnologia e mettendo a reddito quello che è il nostro patrimonio culturale, naturalistico''. Per il ministro ''se si paga un biglietto, che si paga in tutto il mondo, chi viaggia lo sa benissimo, hai dei soldi per conservarlo quel bene, perché la manutenzione costa. Ma soprattutto puoi gestirne i flussi perché tu sai con le prenotazioni, e con il pagamento di un biglietto, quante persone possono stare in quell'ora in quel sito''. Sarà così possibile ''evitare anche tutte quelle cose che non sono comunque un bello spettacolo, perché i servizi per il turismo sono una leva fondamentale. Quindi credo che in questo l'intelligenza artificiale possa aiutarci''. "L'Italia è una nazione di qualità e non di quantità, dobbiamo contare la capacità di spesa di chi entra. La sfida la vinceremo se miglioreremo i servizi, che devono essere sempre più all'altezza per attrarre quel turismo che lascia risorse sul territorio, alzando l'asticella". Così il ministro del Turismo Daniela Santanchè all'assemblea Alis in corso a Roma, parlando di formazione nel turismo.
(Adnkronos) - “Oggi è una giornata estremamente importante. in occasione della Giornata internazionale della disabilità l'Inail ha deciso di intitolare il proprio auditorium della sede centrale al dottor Antonio Maglio, una figura fondamentale per l'istituto ma anche per lo sport paralimpico italiano. È stato il padre delle Paralimpiadi, a partire da Roma nel 1960, dando il via ad una storia che continua fino ai giorni nostri e che ha dato tantissime grandi soddisfazioni allo sport italiano, come abbiamo potuto vedere recentemente nelle Paralimpiadi di Parigi. Il dottor Maglio, peraltro, per l'Inail è stato veramente un capostipite della riabilitazione, responsabile del nostro centro ad Ostia, ed è stato veramente il moderno ispiratore della nuova riabilitazione, finalizzata a restituire alle persone una vita lavorativa normale”. Lo ha affermato Fabrizio D’Ascenzo, presidente dell’Inail, alla cerimonia di intitolazione dell'Auditorium Inail al Professor Antonio Maglio.
(Adnkronos) - "Dalla Social Sustainability Week ci aspettiamo soprattutto tanti paradossi". Così Cristina Cenci, Senior Partner Eikon Strategic Consulting Italia e presidente Reworld intervenendo all’evento di apertura della Social Sustainability Week ‘I giovani e la sostenibilità, talenti da valorizzare’, questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma "Il primo - spiega - da un lato la sostenibilità sociale riguarda ognuno di noi, dall’altro è socialmente invisibile. A due livelli almeno: quando si dice sostenibilità ognuno di noi vede 'verde' (ambiente, natura, ecc...) ma non possiamo dimenticare che esiste una sostenibilità sociale. Se riusciamo a superare il 'verde', c'è un'altra associazione spontanea: la parola 'aiuto', cioè la sua declinazione come responsabilità di prendersi cura di chi ha più bisogno, una declinazione assistenzialista che è una componete ma non è l'unica e ci distoglie dal pensare la sostenibilità sociale come leva strategica di trasformazione". "Secondo paradosso: se si mette una 'S' davanti ad una serie di parole, questa ne trasforma il significato (comunicare-scomunicare, correre-scorrere, ecc...). La sostenibilità sociale nei suoi obiettivi rischia spesso di trasformarsi nel suo contrario: ci diamo un obiettivo e purtroppo ne deriva un altro; un fattore 'S' che da un lato trasforma, dall’altro inverte", continua. "Terzo paradosso: mi collego all’Agenda 2030 e alla nuova direttiva Ue che porterà migliaia di aziende a confrontarsi con la dichiarazione non finanziaria cioè con il racconto della loro azione sostenibile. Rischiamo che questa rendicontazione miri a standardizzare ciò che non può essere standardizzato: il sociale, la qualità soggettiva, l'adattamento, la trasformazione, il dinamismo. Altrimenti lo sterilizziamo. Allo stesso tempo lo dobbiamo misurare per poterci dare degli obiettivi". L'ultimo paradosso riguarda la Diversity&Inclusion. "Siamo a rischio perché per come si sta strutturando rischiamo che questa Diversity assuma le forme di un neo razzismo, identificando delle caratteristiche specifiche di una persona e trasformandole nella caratteristica unica di questa persona che poi includiamo nella nostra presunta normalità. Di tutto questo vogliamo parlare e i giovani sono uno specchio importante di questi paradossi", conclude.