INFORMAZIONISergio Bencasterr |
INFORMAZIONISergio Bencasterr |
(Adnkronos) - La tregua in Libano è sempre più in bilico. Le forze israeliane confermano di aver condotto diversi raid nel sud del Libano in risposta ad attività di Hezbollah che "costituivano una minaccia" ed erano in violazione della cessate il fuoco deciso mercoledì scorso. In una dichiarazione, l'Idf fa riferimento a quattro diversi episodi, compreso uno in cui c'è stato un raid aereo contro "terroristi di Hezbollah nel sud del Libano". Un altro raid aereo è stato condotto per colpire "una struttura con lanciatori di razzi". I media libanesi riferiscono di un attacco aereo israeliano alla periferia del villaggio di Baisariyeh, nel Libano meridionale, a sud di Sidone. Le forze israeliane annunciano un nuovo coprifuoco nel sud del Libano. Su X il portavoce delle Idf, Avichay Adraee, precisa che dalle 17 di questo pomeriggio alle 7 di domani mattina sarà "severamente vietato" spostarsi a sud del fiume Litani o oltrepassarlo procedendo verso sud, ovvero verso il confine con Israele. "Chi si trova a sud del fiume Litani deve rimanere dove si trova", aggiunge, ripetendo che si tratta di messaggi "per la vostra sicurezza". Hamas ha diffuso un video di uno degli ostaggi trattenuti da oltre un anno nella Striscia di Gaza. Secondo le notizie del Times of Israel, il filmato mostra Edan Alexander, 20 anni, cittadino statunitense, che afferma di essere in ostaggio da oltre 420 giorni. Le immagini, di tre minuti e mezzo in tutto, non hanno però una data. Il giornale osserva che se le affermazioni corrispondono a realtà il video deve essere stato registrato questa settimana. Alexander era tra i militari dispiegati nei pressi della Striscia di Gaza la mattina del 7 ottobre dello scorso anno quando è stato catturato da Hamas nel giorno dell'attacco contro Israele. Nel video si presenta e chiede al governo israeliano di riportarlo a casa. Nella seconda parte delle immagini parla in inglese e chiede agli Usa di lavorare per il suo rilascio. "Il video del cittadino americano-israeliano Edan Alexander è un crudele promemoria del terrore di Hamas contro i cittadini di più paesi, incluso il nostro". Lo afferma il portavoce della Casa Bianca, Sean Savett, in una nota. "Siamo stati in contatto con la famiglia di Edan - aggiunge - La guerra a Gaza finirebbe domani e la sofferenza dei cittadini di Gaza finirebbe immediatamente - e sarebbe finita mesi fa - se Hamas accettasse di rilasciare gli ostaggi. Si è rifiutato di farlo, ma come ha detto il Presidente la scorsa settimana, abbiamo un'opportunità critica per concludere l'accordo per rilasciare gli ostaggi, fermare la guerra e aumentare l'assistenza umanitaria a Gaza. Questo accordo è sul tavolo ora. Il Presidente Biden e gli Stati Uniti continueranno a lavorare 24 ore su 24 per garantire il rilascio dei nostri prigionieri, anche attraverso sforzi diplomatici e aumentando la pressione sui terroristi di Hamas attraverso sanzioni, azioni delle forze dell'ordine e altre misure. A nome degli Alexander e di tutte le famiglie degli ostaggi ancora trattenuti da Hamas, non cesseremo mai nei nostri sforzi per garantire il loro rilascio immediato". L'americana World Central Kitchen comunica la sospensione delle attività a Gaza dopo che le forze israeliane hanno confermato di aver ucciso un dipendente palestinese dell'organizzazione, affermando che si trattava di "un terrorista" che aveva preso parte all'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. Una conferma arrivata dopo che in mattinata i servizi di soccorso di Gaza avevano riferito dell'uccisione di tre operatori dell'organizzazione. "Siamo addolorati nel comunicare che un veicolo con a bordo colleghi di World Central Kitchen è stato colpito da un raid aereo israeliano a Gaza - si legge in un messaggio diffuso dalla stessa organizzazione su X -. Al momento abbiamo informazioni incomplete e siamo con urgenza alla ricerca di più dettagli. World Central Kitchen non era a conoscenza del fatto che tra i passeggeri del veicolo ci fosse qualcuno con presunti legami con l'attacco di Hamas del 7 ottobre". "Al momento World Central Kitchen sospende le sue attività a Gaza", conclude il post.
(Adnkronos) - Dopo il Burji Kahlifa, lo Skyway del Monte Bianco, il Duomo di Siena e quello di Orvieto, le Mura Vaticane e quelle di Carcassonne e i Fori Imperiali, Acrobatica (già EdiliziAcrobatica) arriva su uno dei siti archeologici più famosi e spettacolari del mondo: Petra, in Giordania, dove - grazie a un progetto promosso e organizzato da Sela for training and protection of heritage, società no-profit con sede a Petra (Giordania) per la conservazione dei beni culturali, in collaborazione e con il sostegno di Drosos Foundation e la Provincia Autonoma di Petra – un coordinatore tecnico e un restauratore del Gruppo, hanno insegnato a dieci giovani professionisti giordani le tecniche del restauro su fune. Si tratta della seconda fase di un progetto iniziato nel mese in ottobre in Italia durante il quale il gruppo giordano ha avuto modo di approcciare la tecnica su fune con un incontro presso la sede fiorentina di Acrobatica. “In Giordania - ha spiegato Stefano Solari e Andrea Gobbi, rispettivamente coordinatore e restauratore di Acrobatica coinvolti nel progetto - abbiamo ripreso il cammino iniziato a Firenze, dove già abbiamo approfondito la teoria degli ancoraggi e dei nodi necessari per operare in sicurezza sulle funi. Abbiamo quindi ultimato la parte teorica con nozioni sul lavoro in quota e in sospensione, riprendendo l'analisi dei DPI e la vestizione. Infine, siamo passati alla pratica e, partendo dagli ancoraggi in quota, abbiamo verificato le fasi di discesa e di risalita sulle pareti esterne al monumento, spiegando anche il passaggio di frazionamento, il cambio corda e il soccorso”. Alla fine della formazione sono state effettuate le calate in autonomia, sula Tomba di Sesto Fiorentino. “Siamo davvero fieri - ha commentato Anna Marras, ceo di EdiliziAcrobatica spa - di essere stati coinvolti in questo progetto. Da sempre crediamo nel valore della formazione e della condivisione del sapere e questo nostro valore è ciò che sta alla base del nostro successo imprenditoriale e della crescita che oggi ci vede la prima realtà europea nel settore dell’edilizia su fune. Sapere di aver contributo a migliorare le capacità del team di Sela che lavora al fianco della provincia autonoma di Petra per preservare uno dei siti archeologici più straordinari della storia dell’umanità, ci riempie di orgoglio”. Maria Elena Ronza, ceo di Sela for training and protection of heritage, ha aggiunto: "Questo progetto rappresenta un passo significativo verso l'obiettivo di creare una generazione di esperti locali in grado di preservare e valorizzare il nostro patrimonio culturale con tecniche innovative e sostenibili. La collaborazione con Acrobatica Group e il supporto dei nostri partner è un esempio virtuoso di come formazione e tutela del patrimonio possano diventare motori di sviluppo economico e sociale per la nostra comunità. Siamo entusiasti di poter offrire ai giovani professionisti giordani l'opportunità di apprendere competenze uniche e applicarle a uno dei luoghi più iconici del mondo."
(Adnkronos) - “La mappatura delle aree a rischio è un passo fondamentale per ridurre l'impatto e dei rischi ambientali di origine naturale o antropica è fondamentale perché ci consente di prevedere in anticipo dove si possono verificare degli eventi che impattano la popolazione e il tessuto socio-economico in genere”. Lo ha detto Alberto Montanari, Professore di costruzioni idrauliche e idrologia, Dipartimento Dicam, Università di Bologna intervenuto a Bologna al Dissemination Workshop del progetto Return (Multi-Risk Science for Resilient Communities under a Changing Climate), finanziato dal Pnrr. “Avere contezza di dove possono verificarsi questi eventi è fondamentale per poter avvisare i cittadini, quindi per mandare dei messaggi di preavviso di questi eventi, unitamente a una opportuna formazione della cittadinanza sulla prevenzione di questi rischi, sono essenziali per poter mitigare le conseguenze che spesso causano. Sottolineo che questo è proprio un obiettivo precipuo della fondazione Return, cioè fornire delle indicazioni tecniche che consentano di poter affrontare le conseguenze degli eventi naturali e quindi mitigandole”, ha concluso Montanari.