(Adnkronos) - Chiara Petrolini resta ai domiciliari. La Cassazione, dopo l'udienza di oggi a porte chiuse, ha annullato con rinvio per un nuovo giudizio l'ordinanza emessa dal Tribunale del riesame di Bologna che, in accoglimento dell'appello della procura, aveva disposto la custodia in carcere al posto dei domiciliari. La 22enne è accusata di omicidio e soppressione di cadavere in relazione al ritrovamento dei corpi dei suoi due neonati partoriti e subito dopo seppelliti nella villetta di famiglia a Vignale di Traversetolo in provincia di Parma, all'insaputa di famiglia e fidanzato. Sulla vicenda ora dovranno esprimersi nuovamente i giudici del Riesame. "Pur attendendo di conoscere le motivazioni, non posso che esprimere grande soddisfazione per l’annullamento di una decisione che, a mio avviso, non si misurava adeguatamente con la peculiarità di questa vicenda" afferma l'avvocato Nicola Tria, difensore di Chiara Petrolini. "Il pericolo di reiterazione dei reati è, come abbiamo sostenuto, quanto mai specifico e, dunque, efficacemente contenibile con la misura degli arresti domiciliari, come dall’inizio disposto dal gip di Parma". Dalla relazione tecnica, realizzata dal medico legale Valentina Bugelli e dall’antropologa forense Francesca Magli, era emerso che il primogenito di Chiara Petrolini sarebbe morto per uno choc emorragico "da revisione del cordone ombelicale in assenza di un adeguata costrizione meccanica dei vasi ombelicali”. Era risultato, inoltre, dall'esame che il neonato era ancora vivo al momento del parto. Se i pubblici ministeri Alfonso D’Avino e Francesca Arienti non avevano avuto dubbi fin dalle prime indagini nel parlare di uccisione per il secondogenito della ragazza, anche la morte del primo figlio - nato tra la 32esima e la 37esima settimana - era stata così ricondotta a un'azione volontaria della 22enne.
(Adnkronos) - Sono ancora rilevanti le condizioni di svantaggio delle donne in Italia, nell’ambito lavorativo, familiare e sociale. Questo è quanto emerge dal Rendiconto di genere, presentato oggi a Roma dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, che contiene dati significativi relativi alla presenza delle donne nel mercato del lavoro e nei percorsi di istruzione, ai livelli retributivi e pensionistici, agli strumenti di sostegno al lavoro di cura, alla violenza di genere. Nel 2023, il tasso di occupazione femminile in Italia si è attestato al 52,5%, rispetto al 70,4% degli uomini, evidenziando un divario di genere significativo pari al 17,9 punti percentuali. Inoltre, le assunzioni femminili hanno rappresentato solo il 42,3% del totale. L'instabilità occupazionale, in Italia, coinvolge soprattutto il genere femminile in quanto solo il 18% delle assunzioni di donne sono a tempo indeterminato a fronte del 22,6% degli uomini. Le lavoratrici con un contratto a tempo parziale sono il 64,4% del totale e anche il part time involontario è prevalentemente femminile, rappresentando il 15,6% degli occupati, rispetto al 5,1% dei maschi. Il gap retributivo di genere rimane un aspetto critico, con le donne che percepiscono stipendi inferiori di oltre venti punti percentuali rispetto agli uomini. In particolare, fra i principali settori economici, la differenza è pari al 20% nelle attività manifatturiere, 23,7% nel commercio, 16,3% nei servizi di alloggio e ristorazione, 32,1% nelle attività finanziarie, assicurative e servizi alle imprese. Appena il 21,1% dei dirigenti è donna, mentre tra i quadri il genere femminile rappresenta solo il 32,4%. Per quanto riguarda il livello di istruzione, nel 2023 le donne hanno superato gli uomini sia tra i diplomati (52,6%) sia tra i laureati (59,9%), ma questa superiorità nel percorso di studi non si traduce in una maggiore presenza nelle posizioni di vertice nel mondo del lavoro. Le donne continuano a farsi carico della maggior parte del lavoro di cura. Nel 2023, le giornate di congedo parentale utilizzate dalle donne sono state 14,4 milioni, contro appena 2,1 milioni degli uomini. L'offerta di asili nido rimane insufficiente, con solo l'Umbria, l’Emilia Romagna e la Valle d’Aosta che raggiungono o si avvicinano all'obiettivo dei 45 posti nido per 100 bambini 0-2 anni.
(Adnkronos) - “Myplant & Garden racchiude un'offerta italiana di verde, quindi piante, piante da arredo e fiori, di altissima qualità, ma stiamo esportando pochissimo nel mercato emiratino, un mercato che sta invece chiedendo questi prodotti”. Lo ha detto Carlo Costa, Chief corporate officer (Cco) di Ieg, Italian exhibition group, intervistato dall’Adnkronos durante la IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, in programma a Fiera Milano Rho fino al 21 febbraio. Dal 15 al 17 novembre 2025 Myplant & Garden approderà per la prima volta a Dubai con Myplant & Garden Middle East: “Già nel 2020 - spiega Costa - Ieg ha voluto essere presente negli Emirati Arabi con una sua società che organizza due eventi. Avendo una base operativa di professionisti in loco, composta da un team internazionale, possiamo provare a esportare i prodotti del gruppo anche all'estero. Dubai sta diventando verde e ha bisogno di prodotti di qualità. L'Italia ci deve essere - dice il Cco di Ieg - My plant and Garden, è lo strumento per aiutare le nostre imprese ad affrontare quel mercato. Non è facile, ma se lo possono fare gli altri Paesi, lo possiamo fare anche noi”, dichiara.