(Adnkronos) - Non proprio una 'dolce attesa'. Circa 2 donne su 3 soffrono di nausea e vomito in gravidanza (Nvp). I sintomi possono persistere anche fino a 5 mesi, con ripercussioni sul benessere fisico ed emotivo, oltre a un aumento del rischio di ospedalizzazione, di ansia e depressione anche nel post partum. A fare luce su questo disturbo, troppo spesso sottovalutato e trattato in modo tardivo, è lo studio clinico multicentrico Purity-Extended promosso dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) con il contributo non condizionato di Italfarmaco, che ha fornito una panoramica completa sull'incidenza e sull'evoluzione della Nvp nei 3 trimestri della gravidanza, analizzando un ampio campione di circa 900 donne provenienti da tutto il territorio nazionale. "Dalla ricerca è emerso che circa il 70% delle donne in gravidanza sperimenta nausea e vomito, senza differenze significative tra primipare e pluripare. Tuttavia, tra le donne che avevano sofferto del disturbo in precedenti gravidanze, la Nvp tende a ripresentarsi più frequentemente - spiega Nicola Colacurci, past president Sigo e già professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia all'università della Campania 'Luigi Vanvitelli' - La novità di questo studio è che, per la prima volta, abbiamo monitorato l'evoluzione dei sintomi lungo tutta la gravidanza, riscontrando che nel 40% dei casi i disturbi persistono oltre il quinto mese, con maggiore incidenza tra le donne che hanno iniziato tardivamente un trattamento efficace". Dai risultati del Purity-Extended emerge che il momento in cui le donne accedono al primo controllo ostetrico non cambia in presenza di Nvp - riferiscono gli esperti in una nota - Ciò dimostra che molte donne non percepiscono la necessità di un consulto specialistico precoce, anche all'insorgere dei sintomi di nausea e vomito. Inoltre, dopo la prima visita specialistica solo il 50% delle donne con sintomi gravi riceve la prescrizione di un trattamento farmacologico. Questo dato si collega a un altro aspetto determinante: la diffidenza, ancora diffusa, nel prescrivere o nell'iniziare un trattamento farmacologico in gravidanza. La convinzione che la Nvp sia un disturbo 'fisiologico' porta spesso a sottovalutarla e a prolungare inutilmente la sofferenza delle future mamme, con ripercussioni sulla qualità della vita e sul benessere psicologico. "E' importante che la Nvp venga riconosciuta come un disturbo reale, che merita attenzione e che richiede un percorso di cura mirato - sottolinea Irene Cetin, professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia all'università degli Studi di Milano e direttore Sc Ostetricia della Fondazione Irccs Ca' Granda ospedale Maggiore Policlinico - Una sintomatologia persistente, infatti, può diventare difficile da tollerare e la sua gravità tende ad aumentare nel tempo. Per la gestione corretta della Nvp sono disponibili terapie di prima linea, come l'associazione tra doxilamina e piridossina, la cui efficacia e sicurezza è ampiamente documentata. Utilizzata fin dalle prime fasi - precisa - consente un miglioramento significativo della condizione e aiuta la donna a vivere la gravidanza con maggiore serenità e consapevolezza". Accanto alle terapie, un ruolo decisivo è svolto dagli strumenti di valutazione che aiutano a misurare con precisione la gravità della Nvp e il suo impatto sulla qualità di vita. Tra questi, il Puqe Test rappresenta oggi lo standard internazionale: attraverso 3 semplici domande, consente di definire l'intensità dei sintomi e di monitorarne l'evoluzione. Per una valutazione più approfondita delle forme gravi, come l'iperemesi gravidica - chiariscono gli esperti - è stato sviluppato l'Help Score che riprende le 3 domande del Puqe e ne aggiunge 9 supplementari, che consentono di esaminare aspetti come la gestione dei sintomi, la debolezza, l'idratazione, l'assunzione orale, i trattamenti in corso e i progressi clinici. "Il nostro obiettivo - illustra Elsa Viora, presidente eletto Sigo e già responsabile Ssd Ecografia e Diagnosi prenatale dell'ospedale Sant'Anna di Torino - è uniformare la valutazione e la gestione della Nvp sul territorio nazionale, sradicando la convinzione, ancora diffusa, che si tratti di un fenomeno fisiologico inevitabile e garantendo a tutte le donne un'assistenza tempestiva, appropriata e rispettosa delle loro esigenze. La diffusione dei risultati dello studio Purity-Extended rappresenta un passaggio fondamentale per accrescere la consapevolezza sulla Nvp all'interno della comunità scientifica. Riteniamo dunque importante utilizzare i canali di comunicazione e formazione della Sigo per condividere in modo capillare i dati emersi e promuovere un confronto costruttivo tra i professionisti". Dichiara Mario Mangrella, direttore medico scientifico e degli Affari regolatori di Italfarmaco: "Italfarmaco da sempre promuove iniziative e studi come il Purity-Extended, testimoniando il suo impegno concreto nella ricerca scientifica. Da anni, infatti, l'azienda è impegnata nell'area terapeutica ginecologica, con lo sviluppo di soluzioni innovative e sicure. Un risultato che riflette il nostro impegno costante nel migliorare la qualità di vita e il benessere delle donne in tutte le fasi della loro vita".
(Adnkronos) - Giacomo Cantarella è stato confermato all’unanimità presidente di AssoESCo, l’Associazione italiana di riferimento per le ESCo e le imprese operanti nel settore della transizione energetica e della sostenibilità. Cantarella guiderà l’associazione per i prossimi due anni. Cantarella, head of regulatory affairs and institutional relations di Gruppo Dolomiti Energia, commenta così la sua nomina: “Sono grato agli associati per questa riconferma che riconosce il percorso fatto nell’ultimo biennio. AssoESCo è il principale riferimento per le energy service company e per quelle aziende che si occupano di servizi connessi alla transizione energetica. In questo biennio abbiamo registrato un significativo incremento degli associati: ad oggi rappresentiamo oltre cento aziende. Nei prossimi due anni lavoreremo per consolidare ulteriormente il percorso avviato". Tra le sfide che attendono il nuovo consiglio direttivo, secondo il presidente Cantarella la principale sarà “quella di proseguire nel dialogo con le istituzioni per rappresentare come le ESCo possano essere un facilitatore e acceleratore del processo di decarbonizzazione del Paese. Le ESCo integrano ingegneria, finanza e gestione dei processi legati alla transizione energetica. Con le nostre competenze contribuiamo e continueremo a contribuire in modo significativo per la messa a terra dei progetti di efficienza energetica, di generazione distribuita e di gestione ottimizzata dell’energia. Abbiamo però bisogno che le Istituzioni ci supportino con una normativa chiara e stabile, condizione senza la quale la nostra attività rischia di diventare una corsa a ostacoli". Il riferimento è al recente stop anticipato alla misura Transizione 5.0 che Cantarella commenta così: “L’Associazione si è adoperata in un’ottica di costante collaborazione con le istituzioni, per favorire il corretto impiego dei fondi stanziati, che avrebbero dato un significativo contributo alla modernizzazione integrata del tessuto produttivo nazionale. Pertanto, il Decreto direttoriale Mimit del 6 novembre rappresenta un intervento che, oltre a generare un ingente danno economico, rischia di introdurre un grave elemento di discontinuità, minando il rapporto fiduciario tra un’intera filiera e le istituzioni. Ho scritto ieri una lettera al ministro Urso, l’Associazione è a disposizione perché si possa trovare rapidamente una soluzione". In occasione dell’assemblea sono stati eletti anche i primi sei membri del consiglio direttivo, organo di governance che si riunisce su iniziativa del presidente: Vittorio Bellicini, responsabile area ottimizzazione consumi – Fedabo; Antonio Beneduce, head of ESCo - Tecno esg; Giuseppe Caruso, ceo – Solgen; Alessandra Chiari, ceo – Gmt; Francesco Ricciardi, Head of institutional affairs and incentives – Renovit; Alessandro Totaro, responsabile market regulation - Edison Next. Il consiglio direttivo sarà completato nelle prossime settimane con ulteriori nomine e l’individuazione dei vicepresidenti.
(Adnkronos) - Novamont annuncia di aver ottenuto il certificato di conformità al Regolamento Fertilizzanti 2019/1009 per il telo di pacciamatura in Mater-Bi, utilizzato in agricoltura per il controllo delle infestanti, che biodegrada in suolo e a fine ciclo non necessita di essere smaltito separatamente. Secondo il Regolamento - spiega Novamont - il telo in Mater-Bi può essere considerato un ammendante inorganico, ovvero un prodotto fertilizzante con la funzione di mantenere, migliorare o proteggere le proprietà fisiche o chimiche, la struttura o l’attività biologica del suolo a cui è aggiunto. Il telo in Mater-Bi ha dimostrato di non accumularsi in suolo, di non rilasciare microplastiche persistenti e non provocare effetti ecotossici nell’ambiente. L’attività dei microrganismi ne determina la mineralizzazione completa e la successiva trasformazione in anidride carbonica e acqua. “Questa certificazione è una dimostrazione concreta che Mater-Bi, la pionieristica famiglia di bioplastiche di Novamont, non rilascia microplastiche persistenti nell’ambiente - spiega Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont - Novamont si è data l’obiettivo di adottare volontariamente gli stringenti criteri del regolamento fertilizzanti anche per lo sviluppo del Mater-Bi destinato alla produzione di shopper, sacchi frutta e verdura e tante altre applicazioni. L’applicazione dei criteri del Regolamento Fertilizzanti innalza il livello di garanzia delle caratteristiche di biodegradabilità, non accumulo in suolo e assenza di effetti ecotossici nell’ambiente di questi bioprodotti a tutela di tutta la filiera, dei nostri territori e delle comunità”.