(Adnkronos) - Jannik Sinner e la 'festa' con la Royal Family dopo il trionfo a Wimbledon 2025. L'azzurro, dopo la vittoria in finale contro Carlos Alcaraz, ha seguito il 'rituale' all'interno dell'All England Club: ha raggiunto la clubhouse, ha visto il suo nome inciso nell'albo d'oro del torneo e ha mostrato il trofeo dalla terrazza del circolo, raccogliendo l'applauso di migliaia di tifosi. Tappa speciale, nel tour, la chiacchierata con la famiglia reale quasi al completo: con il principe William e la principessa Kate, che in campo ha consegnato il trofeo all'azzurro, anche i principini Charlotte e George, che hanno ricevuto un dono speciale. Sinner, solo dopo averle autografate, ha regalato tre palline di tennis al principe, figlio primogenito George e alla principessa, secondogenita di William e Kate. E la terza è stata consegnata, ovviamente, per il piccolo Louis, il terzogenito dei reali assente al Centre Court. "La terza è per il loro fratellino. Se torniamo a casa senza, Lou potrebbe arrabbiarsi", ha precisato Kate, sorridendo. Alla principessa, Sinner ha confessato l'emozione per aver visto il proprio nome accanto a quello degli altri vincitori del torneo: "Vedere il mio nome.... wow...". Emozionatissimi, Charlotte e George hanno preso le palline e hanno ringraziato per il gesto. Alle loro spalle il principe William e la principessa Kate, che prima di allontanarsi, hanno ringraziato Sinner. L'azzurro in conferenza stampa ha risposto ad una domanda sul 'meeting': "All'inizio non sapevo cosa dire, io cerco sempre di parlare in maniera naturale. Ho chiesto ai bambini se giocassero a tennis... E' stato un momento molto bello, vedere quanto" i reali "tengano allo sport: rende tutto più speciale e più prestigioso".
(Adnkronos) - “Il sistema di formazione professionale è largamente sottoutilizzato dalle persone e dalle imprese. C'è una perdita di grandi opportunità, sia economiche sia di implementazione del capitale umano delle aziende. E’ un sistema che va migliorato e va promosso mettendo a fattor comune le migliori competenze di operatori privati e di soggetti pubblici”. Così Agostino Di Maio, neoeletto presidente di Assolavoro Formazione, intervenendo durante l’Assemblea pubblica di Assolavoro Formazione, oggi a Milano. L’incontro ha offerto l’occasione per analizzare i dati della ricerca 'Il mercato dei servizi per la formazione in Italia' condotta da Assolavoro DataLab, l’Osservatorio dell’Associazione nazionale delle agenzie per il lavoro, da cui emerge che il potenziale di crescita del settore è enorme: il mercato della formazione professionale per adulti ha generato nel 2022 un fatturato di oltre 3,2 miliardi di euro. “La formazione professionale nel mondo del lavoro - riflette Di Maio - è il vertice di una piramide rovesciata sul quale poggia tutto il mercato del lavoro. E’ fondamentale per l'aggiornamento delle competenze, per l’upskilling e il reskilling, per la riduzione delle transazioni, per il rapporto con la scuola e per la gestione delle pratiche fragili dei lavoratori, oltre che per ridurre il tasso di inattività, la vera piaga del nostro mercato del lavoro. La formazione serve sempre, in ogni fase, e oggi in Italia ci sono ampi margini di miglioramento”. Dall'incontro emerge una frammentarietà regionale quando si parla di formazione professionale. Un aspetto dovuto a “un'impostazione costituzionale che nell'attribuire alle Regioni la competenza esclusiva in materia di formazione professionale non favorisce l'adozione di standard uguali sul territorio nazionale", spiega Di Maio, che aggiunge: "Su questo lavoriamo proficuamente con molte Regioni e cerchiamo di condividere le buone pratiche. È un lavoro molto faticoso che potrebbe essere svolto con più efficacia”. Infine, il neoeletto presidente esprime la sua visione di Assolavoro Formazione, “un'associazione che raccoglie i migliori player sul mercato”. “La nostra formazione è orientata al placement. Il nostro contratto collettivo prevede che almeno il 35% dei discenti trovino un lavoro e riteniamo che il placement sia un elemento di qualità e di misurazione dell'efficacia della formazione, che dovrebbe essere anche estesa ad altri contesti”, conclude.
(Adnkronos) - “Nell’accingermi a partecipare a Ecoforum per raccontare della nostra filiera circolare per “l’industria pulita” ho avuto l’opportunità, grazie all’indagine IPSOS, di raccogliere le percezioni dei cittadini, poco ottimistiche rispetto alle performance dell’Italia circolare. Lo sottolinea Riccardo Piunti, presidente del Conou ricordando come "gli Italiani, ad esempio, ritengono mediamente che circa il 50% dell’olio minerale usato sia destinato a combustione, molti pensano che la raccolta del rifiuto sia un compito del meccanico vicino di casa, che il processo complessivo sia affidato a singole aziende specializzate senza un coordinamento; addirittura, un 6% pensa che l’olio usato finisca in fogna". Piunti aggiunge che "credono tuttavia che, quando si rigenera, l’olio sia mediamente di buona qualità dando credito alla tecnologia e non all’organizzazione. Vorrei, al contrario, che fossero informati e fieri dei risultati del nostro Paese, consci del ruolo del modello consortile che porta a raccogliere l’olio a titolo gratuito e rigenerare tutto". "La coscienza dei buoni risultati - conclude - aiuterà il conseguimento di ulteriori traguardi che potranno essere raggiunti, nelle filiere più diverse, solo con il contributo informato di tutti".