Regione BasilicataDescrizione attività: Il Consiglio Regionale organo politico-legislativo è impegnato nell'attività di dialogo con i cittadini. |
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(Adnkronos) - Un autobus senza conducente, con 50 passeggeri a bordo, che viaggia nel traffico in sicurezza: quello che sembra un sogno del futuro è diventato realtà, ieri al Safety Park di Vadena. Sasa SpA, società in house della Provincia autonoma di Bolzano e dei Comuni di Bolzano, Merano e Laives, ha testato per la prima volta in Italia un autobus completamente elettrico e autonomo: E-Atak, del produttore turco Karsan. A bordo c'erano Daniel Alfreider, assessore provinciale alla Mobilità, la presidente di Sasa Astrid Kofler e gli esperti di Karsan. “Il trasporto pubblico si sta evolvendo: non solo i sistemi di guida sostenibile, ma anche la digitalizzazione e la guida autonoma avranno un impatto fondamentale sulla guida del futuro”, ha sottolineato l’assessore Alfreider. “Come Provincia, vogliamo familiarizzare con le nuove tecnologie in una fase precoce e testarle a livello locale, al fine di plasmare attivamente la mobilità del futuro”, ha aggiunto l’assessore provinciale alla Mobilità. Il Karsan E-Atak in prova è un autobus completamente elettrico dotato di una tecnologia di sensori all'avanguardia, intelligenza artificiale e sistemi di navigazione ad alta precisione. Veicoli autonomi simili sono già utilizzati con successo in Paesi come la Norvegia. Mentre finora sono stati testati soprattutto modelli più piccoli, come ad esempio un 15 posti a Merano, l'E-Atak con i suoi otto metri di lunghezza e spazio a disposizione per 50 passeggeri, rappresenta una novità assoluta. La presidente di Sasa SpA, Astrid Kofler, ha sottolineato l'importanza di test come questo: “Sasa vuole essere sempre al passo con i tempi e negli ultimi anni ha testato nuove tecnologie in modo attivo. In futuro, gli autobus autonomi potrebbero ricoprire un ruolo importante nel trasporto pubblico. Tuttavia, i dipendenti sono e rimarranno centrali”. Come riporta Semir Aydın, responsabile vendite per i veicoli autonomi di Karsan, questi autobus funzionano con LiDAR, una tecnologia che utilizza un laser per mappare ambienti, oltre a radar e telecamere per riconoscere ostacoli, segnali stradali e pedoni in tempo reale. “I veicoli autonomi possono rendere il traffico più sicuro, più efficiente e più sostenibile, riducendo gli errori umani e ottimizzando i flussi di traffico”, ha spiegato Aydın. Il test a Vadena è un primo passo per esplorare le possibilità degli autobus autonomi in Alto Adige. “Non esiste ancora un quadro normativo standardizzato per l'utilizzo di questi veicoli negli spazi pubblici in tutta Europa”, ha specificato infine Alfreider. Tuttavia, con questo test la Provincia e Sasa SpA vogliono sottolineare ancora una volta la loro forza innovativa e il loro impegno per la mobilità sostenibile.
(Adnkronos) - ll cuore pulsante dell’economia italiana, le piccole e medie imprese sta affrontando una crisi che rischia di compromettere la loro competitività e sopravvivenza: la carenza di personale qualificato e motivato. La difficoltà emerge come un problema cruciale per le piccole e medie imprese, che rappresentano il 98% del tessuto imprenditoriale del Paese. In questo quadro complesso si inserisce l’analisi del centro studi di Future Age, azienda specializzata in change management e digitalizzazione avanzata, che ha approfondito il fenomeno grazie a un’indagine su oltre 2500 imprenditori e aziende che sono stati intervistati tramite un questionario, in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. E sono state così individuate strategie concrete per supportare le imprese in questa difficile transizione. Secondo l'indagine l’83% delle pmi dichiara di avere problemi di gestione del personale, l’89% delle imprese segnala difficoltà nel reperire personale qualificato e il 64% degli imprenditori considera la problematica del personale come il primo motivo per cui valutare la vendita della propria azienda. Questa crisi non riguarda solo la difficoltà di trovare lavoratori competenti, ma riflette un cambiamento culturale profondo: il lavoro, che un tempo era visto come un’opportunità di crescita, oggi è percepito da molti come un peso. Questo atteggiamento mina la competitività delle aziende, che non possono permettersi dipendenti demotivati in un mercato sempre più selettivo. Sempre più spesso, i lavoratori sembrano preferire una mentalità del “diritto a pretendere”, piuttosto che un’attitudine alla crescita e al sacrificio. La società post-pandemica ha visto un aumento dell’atteggiamento passivo nei confronti del lavoro, con un calo della motivazione e dell’etica professionale. Se in passato il lavoro era percepito come un mezzo per costruire il proprio futuro, oggi si assiste a un fenomeno in cui molte persone preferiscono restare senza impiego e vivere di sussidi piuttosto che affrontare le difficoltà del mondo lavorativo. Questo atteggiamento si riflette in numerosi settori strategici per il Paese, dove la mancanza di personale sta mettendo a rischio l’intero sistema produttivo. "Per affrontare la crisi del personale, gli imprenditori devono sviluppare una leadership solida e visionaria, capace di motivare e coinvolgere i collaboratori. Il cambiamento deve partire dall’alto e diffondersi in tutta l’organizzazione. Gestire il personale oggi richiede determinazione, strategia e la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Chi non sarà in grado di farlo, rischia di vedere la propria azienda travolta dalla concorrenza", afferma Paolo Borghetti, ceo di Future Age. Dopo oltre 1.700 pmi analizzate, Future Age ha individuato tre categorie principali di lavoratori all’interno delle aziende: le 'Motrici' (10% del personale): figure leader, trainanti e indispensabili; i 'vagoni' (70% del personale): lavoratori diligenti che necessitano di una guida costante; o 'carichi deragliati' (20% del personale): dipendenti demotivati o poco produttivi, che spesso compromettono la performance aziendale. A questa suddivisione si aggiunge un altro problema strutturale: l’organizzazione inefficiente e la mancata digitalizzazione delle pmi, che risultano poco attrattive per i giovani talenti. Spesso le aziende operano con processi manuali e poco strutturati, privi di strumenti digitali avanzati come erp, mes e sistemi di business intelligence. Questo ostacola la produttività e frena l’innovazione. L’indagine di Future Age ha individuato i comparti industriali che stanno soffrendo più di altri la carenza di personale qualificato: Engineering to Order, aziende che producono su commessa faticano a trovare ingegneri, progettisti e tecnici specializzati; lavorazioni meccaniche di precisione, mancano operatori di macchine Cnc, competenze fondamentali per la produzione industriale avanzata; automazione e robotica, settori in crescita che necessitano di softwaristi e tecnici esperti nella manutenzione di impianti automatizzati; fonderie e acciaierie, l’industria metallurgica richiede operai altamente qualificati, ormai sempre più difficili da reperire anche tra gli immigrati. Per superare questa crisi, Future Age ha sviluppato un modello innovativo di change management: il digital mentor. Questo metodo si basa su tre pilastri fondamentali: psicologia, per migliorare il clima aziendale e la motivazione del personale; ingegneria, per ottimizzare processi, ruoli e kpi aziendali; informatica, per implementare tecnologie avanzate e rendere le pmi più efficienti e attrattive. "Le Pmi italiane devono affrontare una trasformazione profonda, che non può limitarsi a un cambio tecnologico, ma deve partire dalla mentalità e dall’organizzazione aziendale", afferma Paolo Borghetti, founder e ceo di Future Age. "Senza un cambiamento strutturato, molte imprese rischiano di perdere competitività e di scomparire", continua. Nei prossimi 5-10 anni, la capacità delle pmi italiane di adattarsi e innovare sarà cruciale. Servono politiche aziendali più strutturate, una gestione del personale più efficace e un uso strategico della digitalizzazione. Future Age si pone come partner chiave per le imprese che vogliono affrontare questa sfida con un approccio moderno e sostenibile. Nata nel 2015 dall’intuizione imprenditoriale di Paolo Borghetti, imprenditore seriale e business mentor, Future Age è un’organizzazione specializzata nel change management e nell’innovazione ad alto impatto. La sua mission è quella di accompagnare le pmi italiane nel percorso per l’evoluzione digitale sostenibile, nel segno nell’integrazione fra persone, processi e tecnologie.
(Adnkronos) - Statkraft, primo produttore di energia rinnovabile d’Europa, ha ottenuto risultati solidi nel 2024, grazie a rilevanti investimenti, una solida gestione degli asset e significative operazioni di mercato. Nonostante prezzi dell'energia inferiori, l'Ebit sottostante è tra i migliori nella storia di Statkraft. I ricavi operativi netti sono stati di 4,6 miliardi di euro nel 2024 rispetto ai 5,7 miliardi del 2023, mentre l'Ebit sottostante è sceso a 2,3 miliardi di euro (3,6 miliardi di euro), a causa del calo dei prezzi dell'energia. Nel 2024, il prezzo medio del sistema nel Nord Europa è sceso di 21 Euro/MWh, arrivando a 36 euro/MWh, mentre il prezzo medio spot tedesco (base) è sceso di 15 euro/MWh, arrivando a 80 Euro/MWh nello stesso periodo. La produzione totale di energia di Statkraft è stata di 66,3 TWh (61,9 TWh) nel 2024. L'aumento del 7 per cento rispetto all'anno precedente è stato principalmente dovuto a nuovi impianti eolici in Brasile e Spagna e all'aumento della generazione delle centrali a gas in Germania. La produzione idroelettrica nei Paesi nordici è stata inferiore di 0,7 TWh rispetto al 2023. L'Ebit riportato è stato di 2,1 miliardi di euro (4,2 miliardi di euro); gli elementi finanziari netti sono stati di -0,5 miliardi di Euro (-0,1 miliardi di Euro), compresi gli effetti valutari di -0,4 miliardi di Euro, principalmente a causa di un indebolimento della valuta norvegese. L'utile prima delle imposte è stato di 1,8 miliardi di euro nel 2024 (4,5 miliardi di euro), mentre l'utile netto è stato di 0,6 miliardi di euro (2,3 miliardi di euro). Il Consiglio di Amministrazione ha proposto un dividendo di 0,8 miliardi di euro per il 2024.