(Adnkronos) - Un bambino di nove anni è stato ucciso dalla madre nella tarda serata di mercoledì. Il piccolo mostrava ferite da taglio alla gola. E' avvenuto nella loro abitazione a Muggia, in provincia di Trieste. E' stato il padre a dare l'allarme perché non riusciva a contattare la donna. Sono interventi gli agenti della squadra mobile, ma per il bambino non c'era più nulla da fare. La coppia era in fase di separazione. "Conoscevo bene la famiglia, almeno si vorrebbe chiamarla così, perché era una situazione davvero molto complicata", ha detto all'Adnkronos il parroco della Diocesi di Trieste, Andrea Destradi. Il parroco racconta di avere visto il padre del bambino "in piazza Marconi a Muggia ieri verso le 21.30. Non mi sono fermato a parlare con lui perché era al telefono e stava cercando di mettersi in contatto con la mamma che non rispondeva, in casa non rispondeva nessuno". Il parroco sostiene di avere visto "l'ultima volta insieme il padre con il figlio sabato sera a messa. I due coniugi erano separati da molti anni e, solo di recente, la donna di origini ucraine aveva avuto la possibilità di rivedere il bambino senza gli educatori". Destradi dice che la donna "aveva molte fragilità. Veniva spesso da me in parrocchia a chiedere aiuto. Voleva una casa, un lavoro ma noi, che come parrocchia aiutiamo un sacco di gente, non riuscivamo ad affrontare queste problematiche che erano di tipo medico, non bastava trovare un impiego". "Si tratta di un dramma enorme - continua il parroco - come parrocchia la prima cosa che faremo sarà quello di pregare anche con il sindaco e il vescovo, per stringerci attorno alla famiglia. Probabilmente oggi o domani saremo in Duomo ma nessuno si poteva aspettare una cosa di questo genere", conclude.
(Adnkronos) - Esiste un filo rosso che unisce la cucina italiana a quella nipponica: l’amore per la materia prima, il rispetto per l’ingrediente e la ricerca costante per esaltarne le peculiarità. La passione degli italiani per la tradizione gastronomica giapponese è evidente in tutta la Penisola, con il fiorire dei banchi dedicati all’omakase, la crescita costante degli eleganti locali di fine dining, il boom delle izakaya e un’attenzione sempre maggiore nei confronti del sake e della mixology del Sol Levante. Ce lo racconta la nuova Guida sushi 2026 del Gambero Rosso, presentata oggi presso lo Spazio Field di Roma, giunta alla sua terza edizione. Gli esercizi recensiti sono stati 230, in netto aumento rispetto allo scorso anno. Si arricchisce anche la rosa dei premiati con le Tre Bacchette – massimo rating in termini di eccellenza – che passano a 42, con 11 nuovi ingressi distribuiti lungo tutto il territorio. Quattro i premi speciali: novità dell’anno (Ruri Kaiseki a Napoli), valorizzazione del sake (Iyo Omakase a Milano ed Enosake a Roma), miglior carta dei vini (Uni Restaurant a Cervia) e miglior proposta di bere miscelato (Sentaku Izakaya a Bologna). Novità assoluta di questa edizione è l’appendice dedicata non solo ai migliori take-away, ma anche alle botteghe specializzate e gli izakaya, per chi cerca un tipo di esperienza autentica e informale, senza rinunciare alla qualità. “La cucina giapponese in Italia ha raggiunto un livello di maturità impensabile solo pochi anni fa. Nei ristoranti in Guida ritroviamo quella complessità di cotture, ingredienti e tradizioni che rende la cucina nipponica così tremendamente affascinante. E oggi assistiamo a contaminazioni sempre più interessanti, sia come sapori che nei modelli di ristorazione”, commenta Lorenzo Ruggeri, direttore responsabile del Gambero Rosso. Secondo Pina Sozio, curatrice della pubblicazione: “Il focus sul sushi ci permette un punto di osservazione privilegiato su una specialità che rappresenta al meglio, nella sua essenzialità, il rigore della tradizione giapponese. Essenzialità che ha conquistato tutta la Penisola, con un successo di estimatori in perenne aumento”. Aumentano rispetto alla precedente edizione gli esercizi che hanno conquistato le Tre bacchette, massimo riconoscimento per qualità e servizio, passando a 42. Milano si conferma al vertice della classifica (12 premiati, con 4 new entry), seguito da Roma (6 premiati, con 2 novità) e Torino (3 premiati, con 1 novità). Moon Asian Bar dell’Hotel Valadier di Roma conquista le Tre bacchette 2026. Oltre a Miyabi – Torino, Azabu10 – Milano, Hatsune Zushi at Ronin – Milano, IYO Kaiseki – Milano, IYO Restaurant – Milano, Yamaneko – Udine, Ambar – Firenze, Nomisan – Roma, Ruri Kaiseki – Napoli, Urubamba – Napoli. A seguire i premi speciali. Novità dell’anno – New Kenji Mundi Riso: Ruri Kaiseki (Napoli). Valorizzazione del Sake – JFC Italia: IYO Omakase (Milano) e Enosake (Roma). Miglior carta dei vini - Spinelli: Uni Restaurant (Cervia). Miglior proposta di bere miscelato: Sentaku Izakaya (Bologna).
(Adnkronos) - L’olio minerale usato da rifiuto pericoloso a risorsa preziosa. L’esempio virtuoso di economia circolare arriva da Bottari Srl, azienda veronese del gruppo Itelyum che si occupa della raccolta, trattamento e rigenerazione degli oli esausti e delle emulsioni industriali, da oltre quarant’anni raccoglitrice del Conou (Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati); scelta come protagonista della 34° tappa in Veneto della campagna nazionale di Legambiente 'I cantieri della transizione ecologica' che racconta progetti, innovazioni e iniziative che promuovono la sostenibilità ambientale in Italia. Nel 2024, Bottari Srl ha raccolto circa 7mila tonnellate di oli usati, collocandosi tra le prima aziende della filiera di raccolta consortile del Conou. A questa attività si affianca il trattamento di emulsioni oleose, sia raccolte direttamente sia conferite da altri operatori: da 34mila tonnellate di emulsioni, ha recuperato 9mila tonnellate di olio rigenerabile, evitando l’avvio a combustione e reimmettendo la materia nel ciclo produttivo. In totale, Bottari Srl contribuisce ogni anno con circa 12mila tonnellate di olio rigenerabile alla filiera nazionale Conou, rafforzando un record nazionale: infatti, secondo l’ultimo Rapporto di Sostenibilità del Conou, nel 2024 in Italia sono state raccolte 188mila tonnellate di olio minerale usato, pari al 100% del potenzialmente raccoglibile, con oltre il 98% avviato a rigenerazione. Tra le caratteristiche distintive dell’impianto Bottari S.r.l c’è l’utilizzo di una tecnologia avanzata e a basso impatto ambientale: dopo la decantazione, la miscela viene inviata a uno scambiatore di calore (evitando di riscaldare l’intero serbatoio) e poi trattata nel Tricanter, dove olio, acqua e fanghi vengono separati per via centrifuga. In aggiunta il trasporto sostenibile: nel 2024 l'azienda ha convertito la propria flotta di 14 mezzi Euro 6 all’uso dell’Hvo (Hydrotreated Vegetable Oil), un biocarburante avanzato che ha permesso l’abbattimento delle emissioni in atmosfera. Inoltre, situata su una superficie di appena 3.300 m2, l’azienda gestisce un traffico intenso di rifiuti grazie all’utilizzo di serbatoi ad alta rotazione (6 da 220 m3, 1 da 2.500 m3, 4 da 10 m3), movimentando ogni anno decine di migliaia di tonnellate, con tempi di conferimento e scarico rapidi. Dispone di un laboratorio interno ad alta tecnologia - dotato di Xrf, gascromatografi e fotometro - che controlla i carichi in entrata e in uscita, garantendo conformità, tracciabilità e qualità. Guardando avanti, Bottari Srl è pronta a investire anche nel recupero delle acque reflue. Questa mattina l’azienda veronese ha ospitato una visita all’impianto a cui è seguita una conferenza stampa. “L’Italia fa scuola all'Europa nella gestione circolare degli oli minerali usati, derivanti dal ciclo di vita dei lubrificanti, grazie ad esperienze virtuose come questa - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - La raccolta non è solo il primo anello della catena circolare ma è la condizione essenziale affinché esista circolarità: senza una raccolta efficiente, tempestiva e di qualità, non ci può essere rigenerazione, né riciclo. Il Belpaese ha imparato questa lezione ed è fondamentale che continui su questa strada, affermando con orgoglio la sua leadership in questo campo dell’economia circolare, per tutelare l’ambiente e la salute della cittadinanza, ma anche ridurre la dipendenza energetica dall’estero, abbattendo importazioni e costi, nel nome della transizione ecologica”. "Il Conou - spiega Riccardo Piunti, presidente del Conou - è noto come eccellenza in Europa perché raccoglie il 100% dell’olio usato e lo rigenera al 98%. Il lavoro svolto dalla Bottari è parte di rilievo in questi risultati: recuperare l’ultima goccia significa saper trattare le miscele acqua olio che provengono dalle fabbriche e gestire adeguatamente gli oli recuperati, di qualità inferiore, per portare anche loro a rigenerazione. Questo è quello che la nostra filiera ha imparato a fare e che ci consente di dire che raccogliamo tutto, a differenza da quanto accade nel resto d'Europa”.