(Adnkronos) - Ancora pochi giorni al via dell’undicesima edizione di StatisticAll, il Festival della Statistica e della Demografia, un appuntamento unico nel panorama nazionale per l’approccio multidisciplinare e la capacità di coniugare ricerca, divulgazione e partecipazione. Da Piazza dei Signori alla Loggia dei Cavalieri, dal Teatro Mario Del Monaco al Campus Treviso dell’Università Ca’ Foscari, fino alla Biblioteca BRaT e all’Istituto Tecnico Economico Riccati-Luzzatti, la città diventerà per quattro giorni un laboratorio diffuso di conoscenza. Il tema di quest’anno, “Il fattore umano. Lavoro, società, intelligenze artificiali: la rivoluzione dei dati”, è prima di tutto un invito a riflettere su come il lavoro, la società e l’intelligenza artificiale stiano ridefinendo l’equilibrio tra automazione e umanità. In un contesto segnato da rapidi mutamenti tecnologici, demografici e culturali, la statistica assume un ruolo centrale nel leggere la realtà, progettare politiche sostenibili e orientare le scelte collettive. Con questi presupposti StatisticAll 2025 intende così restituire ai dati la loro dimensione più autentica: quella di strumento al servizio delle persone. La giornata inaugurale di giovedì 16 ottobre sarà interamente dedicata alle nuove generazioni con StatisticAll Young, un percorso esperienziale pensato per bambine, bambini, studenti, insegnanti e famiglie. Laboratori, attività creative e giochi interattivi permetteranno di scoprire la statistica attraverso l’esperienza diretta, l’osservazione e la curiosità. In questa prima giornata, la missione educativa e quella divulgativa si intrecciano per trasformare la statistica e la demografia in linguaggi accessibili, trasversali e inclusivi. Protagonisti assoluti sono i giovani: non solo pubblico del futuro, ma costruttori consapevoli del presente, chiamati a dare forma a un mondo in cui dati, conoscenza e responsabilità si incontrano nel segno del fattore umano. Tra gli appuntamenti principali della giornata, le ricercatrici e i ricercatori Istat lavoreranno su molteplici attività, iniziando con “Il meteo in collana” (ore 9.00, BRaT) che trasformerà dati reali sulle temperature in creazioni artistiche, e “Statistica in codice” (ore 11.15, BRaT) un viaggio tra codici e segreti per scoprire come la statistica ufficiale raccoglie e racconta i dati che descrivono il Paese. All’Istituto Tecnico Economico Riccati-Luzzatti, due attività di orientamento alla statistica: in “Statistici per un giorno”, gli studenti delle scuole secondarie di primo grado si cimenteranno nella raccolta dei dati e nella loro rappresentazione attraverso l’utilizzo di grafici a torta origami; parallelamente, il laboratorio “Diventa data journalist con Noi Italia” permetterà agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di esplorare e conoscere gli indicatori economici, sociali e ambientali diffusi sulla piattaforma web dell’Istat, “Noi Italia”. Nel pomeriggio, la BRaT accoglierà i bambini dai quattro anni in su e le loro famiglie con due laboratori ludico-educativi: “Pizza statistica” (ore 15.30), dove la variabilità prende la forma di pizze colorate e gustose metafore dei dati, e “La statistica mostruosa” (ore 17.00), un percorso per diventare “mostri” della statistica e imparare in modo divertente. Attività pensate per stimolare la curiosità e consolidare il legame tra esperienza e conoscenza. A completare la giornata inaugurale, un momento di riflessione di alto profilo accademico e istituzionale: la presentazione dell’VIII Rapporto Ca’ Foscari sui Comuni dal titolo “I Comuni nel tunnel dell’austerità” (ore 15.30, Palazzo San Leonardo - Aula H). Curato dal Centro Governance & Social Innovation dell’Università Ca’ Foscari Venezia in collaborazione con Fondazione Ifel, il rapporto analizza il ruolo dei Comuni in una stagione per loro difficile nella gestione delle risorse pubbliche e nella costruzione di politiche di coesione in una fase segnata da vincoli finanziari e nuove sfide sociali. Un contributo che invita a riflettere sul futuro delle autonomie locali e sulla possibilità di restituire centralità alle comunità. Il fine settimana continuerà poi fino a domenica con incontri, laboratori, workshop, interviste e momenti di info-entertainment aperti a tutti. Sul palco ospiti d’eccezione che insieme al pubblico investigheranno i nuovi scenari e le nuove opportunità occupazionali, i mutamenti demografici in corso e i loro riflessi sulla forza lavoro, le sfide legate a benessere, sostenibilità e salute dei lavoratori, il tutto con uno sguardo quantitativo e qualitativo ma sempre con un linguaggio semplice e diretto.
(Adnkronos) - Un modello di intervento efficace per contrastare la dipendenza da smartphone, ridurre lo stress e, soprattutto, diminuire drasticamente il rischio di abbandono universitario. Sono questi i risultati del Progetto Proben, presentati dall'università Europea di Roma (Uer), in partenariato con altre università, tra cui l’università degli studi di Foggia, capofila del progetto. L'iniziativa, finanziata dal ministero dell'Università e della Ricerca (Mur), ha dimostrato come interventi mirati di counseling psicologico e iniziative innovative come la prima 'Offline Room' universitaria in Italia possano migliorare in modo misurabile il benessere e il percorso accademico degli studenti. Il progetto Proben all’università Europea di Roma è partito da un'indagine epidemiologica che ha coinvolto gli studenti di Uer per delineare un quadro delle loro condizioni psico-fisiche. I risultati hanno rivelato un livello di benessere generale solo moderato e soprattutto una tendenza all'uso problematico di smartphone e social media, oltre a stili di vita da attenzionare. Per quanto riguarda l'attività fisica - fondamentale per mantenere la salute fisica e mentale - emerge ad esempio come quasi la metà degli studenti (45%) sia di fatto sedentaria e che solo una minoranza (15%) si identifica come vero e proprio atleta. Parallelamente, desta attenzione il dato sul consumo di tabacco, con quasi sei studenti su dieci (59,2%) che si dichiarano fumatori. Le abitudini alimentari appaiono altrettanto irregolari: più della metà del campione (56,1%, costituito da chi salta pasti occasionalmente o spesso) non segue una routine definita, dato che, unito alla qualità del sonno, dipinge un quadro di potenziale stress fisico. Infatti, quasi il 40% degli studenti dorme tra le 5 e le 6 ore per notte, una quantità che suggerisce una carenza di riposo. Sul fronte delle relazioni interpersonali, l'ambiente accademico è percepito in modo ambivalente. Se da un lato la maggioranza degli studenti si dichiara soddisfatta (84,7%) dei rapporti sociali nell’ambito universitario, emergono però forti elementi critici come un'alta competitività (percepita dal 63,4%) e relazioni distaccate (72%). Anche il rapporto con i docenti, pur considerato positivo dalla maggioranza, evidenzia aree di insoddisfazione per quasi un terzo degli studenti (30,3%) riguardo le valutazioni ricevute. È in questo scenario di abitudini personali irregolari e dinamiche sociali complesse che si inserisce l'analisi della dipendenza digitale. Sia l'uso dello smartphone che quello dei social media mostrano un livello di dipendenza moderato, ossia non invalidante ma caratterizzato da un uso eccessivo, pensieri frequenti e una crescente difficoltà a disconnettersi, confermando la necessità di interventi mirati per promuovere un maggiore equilibrio psicofisico. Per rispondere a queste criticità, nell’ambito del progetto Proben l'Università Europea di Roma ha messo in campo il modello di intervento sviluppato da Prilleltensky (I Coppe) che integra sei dimensioni di benessere: interpersonale, comunitario, occupazionale, fisico, psicologico, economico. Il progetto ha quindi previsto l’attuazione di 'Quattro sfide' e azioni per sviluppare e migliorare il benessere (interpersonale-psicologico, fisico, occupazionale e comunitario) che ha già dimostrato un'efficacia misurabile. Fiore all'occhiello delle iniziative messe in campo è la prima 'Offline Room' universitaria, uno spazio innovativo nato per rispondere direttamente al problema dell'iperconnessione. Si tratta di un ambiente protetto, con arredi essenziali, luci soffuse, sedute comode dove gli studenti depositano i propri dispositivi per riscoprire la possibilità di stare con sé stessi e con gli altri senza mediazioni digitali. Ispirata ad esperienze già attive in altre università a livello internazionale in cui attività di digital detox rivelano un potente strumento per migliorare il benessere psicologico e le relazioni interpersonali, la Offline Room ha un duplice obiettivo: da un lato, ridurre l'ansia e il sovraccarico informativo; dall'altro, promuovere la concentrazione profonda, le connessioni reali e la creatività attraverso materiali analogici come libri, carta, strumenti per la meditazione, giochi da tavolo e attività creative a bassa stimolazione. L'accesso è volontario, con una permanenza consigliata di almeno 20-30 minuti per sperimentare i benefici della disconnessione consapevole. A questa iniziativa si è affiancata l'attivazione di un servizio di counseling psicologico gratuito da cui - testato in via sperimentale da un campione di studenti dell’università Europea di Roma - emergono i dati più incoraggianti. Emerge in primis che le difficoltà emotive come ansia e stress rappresentano il motivo principale (38%) nella ricerca di supporto psicologico, seguite da problemi interpersonali o familiari (28%), dalla necessità di gestire eventi critici (18%) e, in misura minore, da difficoltà legate allo studio (15%). L'analisi pre e post-counseling ha dimostrato un impatto diretto e decisivo sulla carriera accademica, registrando un crollo del rischio di abbandono degli studi e un netto aumento dell'intenzione di perseverare. Parallelamente, si è osservato un significativo miglioramento del benessere psicologico generale e una maggiore capacità di gestire lo stress, con una riduzione del ricorso a strategie disfunzionali come la "soppressione emotiva". Gli studenti hanno inoltre sviluppato maggiori risorse personali ('Forza dell'ego') e un migliore funzionamento nelle relazioni interpersonali. Questi dati non solo confermano l'efficacia del modello, ma forniscono la base per l'istituzione di un servizio di counseling permanente e sostenibile all'interno dell'ateneo. Al counseling e alla Offline Room, l'università Europea di Roma ha affiancato percorsi di pratica sportiva gratuita, esperienze musicali (in collaborazione con il Conservatorio di Verona), talk e laboratori pratici per comprendere e sperimentare varie espressioni artistiche come strumento per il miglioramento del benessere degli studenti.
(Adnkronos) - L'Italia “è un paese leader. Se guardiamo a livello dei Paesi europei siamo secondi solo ai Paesi Bassi. Per dare un dato, a oggi in Italia circa il 20% dei nostri prodotti già contiene prodotto da riciclo, quindi sicuramente anche kpi molto importanti”. Lo ha detto oggi all’Adnkronos Massimo Di Amato, vicepresidente Assolombarda con delega all'Economia circolare e Tecnologie ambientali, a margine del convegno “Creare valore economico sostenibile attraverso la gestione circolare dei residui industriali” presso Sda Bocconi School of Management, in collaborazione con Omnisyst. La Lombardia “è un'eccellenza”. A livello di raccolta differenziata “noi siamo già oltre il 73%, quando la media europea è al di sotto del 40, ma soprattutto la Lombardia ha un modello tale per cui si è resa autosufficiente nella gestione del ciclo dei rifiuti. Questa è una delle grandi tematiche, soprattutto se la guardiamo nel panorama italiano”. “Le nostre istituzioni – ha sottolineato il vicepresidente di Assolombarda - devono fare di più per far sì che questo modello sia replicato, possibilmente a livello italiano ma anche a livello europeo, perché è evidente che questa è una delle leve per far sì che si venga a creare quell’ecosistema che non è solo fatto di norme, ma anche di strumenti finanziari atti a incentivare un cambiamento”. “Bisogna spingere le nostre aziende verso un modello più sostenibile e far leva sull'economia circolare soprattutto per generare competitività e indipendenza verso l'estero”. “Le istituzioni possono avere un ruolo assolutamente centrale e possono essere a tutti gli effetti un motore di cambiamento” per abilitare le filiere sostenibili e l’economia circolare. “È chiaro che noi oggi dobbiamo intervenire a livello di regole, quindi creare chiarezza normativa – ha messo in guardia Di Amato -. Come Assolombarda riteniamo anche che il partenariato pubblico privato sia un qualcosa su cui spingere molto di più perché è una delle leve principali per far sì che appunto si converga verso un modello più sostenibile, quindi di adozione delle logiche di economia circolare, dello sviluppo delle filiere. E ovviamente questa è una leva per rendere le nostre aziende sempre più competitive e indipendenti”.