(Adnkronos) - Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera oggi, mercoledì 30 luglio, al disegno di legge costituzionale su Roma Capitale. Il provvedimento si compone di due articoli e introduce modifiche significative all'articolo 114 della Costituzione. L'articolo 1 è il fulcro della riforma e propone la sostituzione dell'attuale articolo 114 della Costituzione. La modifica più rilevante è l'inserimento esplicito di 'Roma Capitale' tra gli enti costitutivi della Repubblica, accanto a Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e lo Stato. Questa inclusione enfatizza la peculiarità di Roma, riconoscendola come un ente territoriale "di genere proprio" con una denominazione e un assetto ordinamentale unici e inassimilabili agli altri enti esistenti. "Con la riforma restituiremo alla città il valore che la storia le riconosce" ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio, aggiungendo che "Roma Capitale non è una città come le altre". "Oggi il Governo ha approvato una riforma costituzionale che inserisce Roma Capitale tra gli Enti costitutivi della Repubblica e attribuisce a Roma Capitale poteri legislativi su materie che toccano la vita quotidiana dei romani, come l'urbanistica, il trasporto pubblico locale, il commercio, il turismo, la valorizzazione dei beni culturali e ambientali. La riforma prevede anche che, con una successiva legge, sia stabilito il nuovo ruolo che dovranno avere i Municipi nell'assetto futuro della città". "È un impegno che abbiamo fissato nel programma di governo e che abbiamo mantenuto, un altro impegno mantenuto, perché tutte le Nazioni serie e degne di questo nome si rendono conto di quanto siano importanti la credibilità, il prestigio, l'autorevolezza della propria Capitale. E noi non vogliamo più essere da meno, perché investire su Roma significa investire sul futuro della Nazione". "La Capitale d'Italia è Roma. E Roma non è una città come le altre. È la Città Eterna, è la Capitale del cristianesimo e del Mediterraneo - sottolinea la premier -. Ma è anche il Comune più popoloso e più esteso della Nazione, custodisce la maggiore concentrazione di beni storici e culturali al mondo, ospita il Vaticano, gli organi costituzionali, numerose organizzazioni internazionali e le rappresentanze diplomatiche". "Eppure, a fronte di tutto questo, del ruolo che Roma ha, delle funzioni che svolge e del peso che sostiene per adempiere a quel ruolo e a quelle funzioni, la città è governata - di fatto - con gli stessi poteri di un Comune da poche migliaia di abitanti. Ed è impietoso il paragone con le altre Capitali europee e mondiali, che godono di status particolari e sono delegate a esercitare poteri specifici. È un tema di cui si discute da svariati decenni, ma che nessuno, prima di noi, aveva avuto il coraggio e la determinazione di affrontare concretamente" aggiunge la presidente del Consiglio. Oggi in Assemblea capitolina in occasione dell'approvazione del bilancio "abbiamo verificato che abbiamo una situazione, tra tagli e mancanze, che ci fa stimare una necessità di un miliardo. Tuttavia, con nuove funzioni, ci sarebbero anche risorse aggiuntive. E poi ci sono i grandi progetti da finanziare, questo governo ha finanziato la Metro C ma dobbiamo andare avanti, c'è la Metro D e molti altri progetti". Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nel corso della conferenza stampa in Campidoglio dopo il via libera del Cdm al disegno di legge sui poteri di Roma Capitale. "Quindi - ha aggiunto - c'è l'ambito delle funzioni ordinarie e quello dei grandi investimenti, che devono proseguire, abbiamo avuto un periodo di grandi investimenti ma non può essere a sprazzi”. "Ho fatto il ministro dell'Economia. So che Roma può e deve avere di più ma poi non bisogna neanche immaginare il libro dei sogni" aggiunge Gualtieri. “Il nostro auspicio è che la riforma possa essere approvata entro fine legislatura, ora dipende dal Parlamento. Ma quanto più ci sarà un ascolto, una condivisione larga, tanto più questo obiettivo diventerà realistico” dice il primo cittadino. Un passo “importante”, secondo il sindaco, per “dotare Roma Capitale di un ordinamento adeguato con poteri all'altezza delle funzioni che la città deve assolvere, ovvero di grande Capitale, centro mondiale della cristianità. Una grande metropoli che ha bisogno di una maggiore autonomia amministrativa, finanziaria e anche in alcuni ambiti di potere legislativo. Quindi ringrazio il governo per questa riforma cui abbiamo contribuito. Un testo positivo che auspico venga approvato poi dal Parlamento a fianco di una legge ordinaria che dovrà essere elaborata con lo stesso spirito di condivisione, è molto importante perché la legge poi definirà le risorse adeguate a supportare queste funzioni e poi dovrà avere un ordinamento adeguato per la Capitale, quindi essere equilibrata rispetto a una serie di temi fondamentali che riguardano l'unitarietà di Roma Capitale e l'efficienza dei servizi che deve dare. Anche il tema del decentramento deve essere affrontato con equilibrio”. Il decentramento "è una funzione importante che non deve andare a scapito dell'unità dalla città. Mi sembra che siamo auspici ragionevoli e coerenti con quanto fatto finora". "Sono contrario - ha aggiunto - a una frammentazione eccessiva che renderebbe complicata la gestione dei servizi, per esempio avere 15 stazioni appaltanti una per municipio per la manutenzione stradale complicherebbe le cose". "Se i poteri legislativi su 11 materie trasferiti al sindaco di Roma dalla prossima consiliatura renderanno più appetibile il ruolo di sindaco di Roma? Credo che sia già appetibile fare il sindaco di Roma, almeno per me lo è. È una attività che mi piace molto, è appassionante anche se molto faticosa. Ho sempre dubitato dell'idea che nessuno voglia fare il sindaco di Roma. Non mi sembra che sia così. Ci sono sempre dei candidati e penso che ci saranno a prescindere. È bene che sia così, sarebbe molto noioso se non ci fosse una vivace competizione elettorale". "Sono molto soddisfatto. L’approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge costituzionale per Roma Capitale è il compimento di una storica battaglia del Presidente Berlusconi, di tutta Forza Italia e anche mia personale, che rivendico con orgoglio" ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani in una nota. "Il testo, licenziato dal Cdm, si abbinerà, rafforzandolo, a quello già presentato da Forza Italia alla Camera dei deputati di cui è primo firmatario e relatore Paolo Barelli. Finalmente si riconosce a Roma il ruolo che le spetta, dotandola degli strumenti necessari per affrontare gli oneri e le esigenze che derivano dal suo prestigio nazionale e internazionale. Roma è la città simbolo non solo dell’Italia, ma della storia d’Europa e d’Occidente". "E’ la Capitale d’Italia ma anche -ha sottolineato Tajani- il centro della Cristianità, ospitando al suo interno la Città del Vaticano. Oltre un miliardo di cattolici di tutto il mondo guardano a Roma come faro spirituale e morale. Una città che ospita le sedi delle Istituzioni nazionali, le rappresentanze diplomatiche e numerose organizzazioni internazionali, tra cui la FAO.Tutto questo è un grande privilegio, ma anche un grande onere, che comporta costi straordinari e necessita di strumenti adeguati di governo della città.Altre grandi capitali europee come Londra e Parigi da molto tempo si vedono riconosciuta la loro condizione di eccezionalità, negli Stati Uniti Washington costituisce addirittura un Distretto Federale a sé, che si autogoverna, non soggetto alla giurisdizione di uno Stato". "Con questa riforma - ha concluso Tajani- finalmente anche il rango particolare di Roma entrerà in Costituzione, e la nostra Capitale potrà contare su una struttura legislativa solida, competenze chiare e fondi stabili per rispondere alle esigenze di una città unica al mondo". Il ddl, "integrando la previsione originaria dell'art. 114 della Costituzione, ha l'obiettivo di dotare Roma Capitale di poteri e risorse adeguati alla propria realtà demografica, economica e sociale, in linea con le principali capitali europee", si legge nella relazione illustrativa che accompagna il provvedimento. Il disegno di legge riconosce a Roma Capitale la natura di ente autonomo, dotato di propri statuti, poteri e funzioni, in linea con i principi costituzionali. La città, in quanto capitale della Repubblica, eserciterà la potestà legislativa in materie specifiche, tra cui: trasporto pubblico locale, polizia amministrativa locale, governo del territorio, commercio, valorizzazione dei beni culturali e ambientali, promozione e organizzazione di attività culturali, turismo, artigianato, servizi e politiche sociali, edilizia residenziale pubblica e organizzazione amministrativa di Roma Capitale. Viene, inoltre, stabilito che una legge dello Stato, approvata a maggioranza assoluta da entrambe le Camere e sentiti il Consiglio della Regione Lazio e l'Assemblea elettiva di Roma Capitale, disciplinerà l'ordinamento di Roma Capitale e ne definirà i principi di decentramento amministrativo. Questa legge dovrà anche attribuire a Roma Capitale "condizioni peculiari di autonomia amministrativa e finanziaria" nel rispetto dell'articolo 119 della Costituzione, garantendo le risorse necessarie al finanziamento delle funzioni attribuite. Roma Capitale, a sua volta, attuerà il decentramento amministrativo sulla base di questa legge statale. L'articolo 2 delinea le disposizioni transitorie e finali per l'applicazione della nuova normativa. Nel dettaglio, le funzioni legislative attribuite a Roma Capitale entreranno in vigore a decorrere dalle prime elezioni dell'Assemblea di Roma Capitale successive all'entrata in vigore della legge costituzionale. Inoltre, le leggi della Regione Lazio che riguardano le materie attribuite alla potestà legislativa di Roma Capitale continueranno ad applicarsi fino all'entrata in vigore delle leggi capitoline. Infine, l'articolo 2 stabilisce l'applicazione a Roma Capitale di diverse disposizioni costituzionali, tra cui gli articoli 118 (funzioni amministrative e sussidiarietà), 119 (autonomia finanziaria), 120 (potere sostitutivo del Governo), 127 (impugnativa delle leggi) e 134 (competenza della Corte Costituzionale), oltre all'articolo 5 della legge costituzionale n. 1 del 2012 sul pareggio di bilancio. "Con la potestà legislativa Roma torna a correre" dichiarano in una nota congiunta i consiglieri capitolini della Lega Fabrizio Santori e Maurizio Politi insieme ad Angelo Valeriani e Marco Penna, rispettivamente segretario provinciale della Lega a Roma e capo dipartimento della Lega per l'autonomia di Roma Capitale. "I poteri speciali per Roma sono coerenti con il progetto autonomista della Lega, che mira a valorizzare i territori e ad aumentare poteri e responsabilità agli amministratori. Con la modifica dell'articolo 114 si potrà legiferare su trasporto pubblico locale, polizia amministrativa locale, governo del territorio, commercio, valorizzazione dei beni culturali e ambientali, promozione e organizzazione di attività culturali, turismo, artigianato, servizi e politiche sociali, edilizia residenziale pubblica, organizzazione amministrativa di Roma Capitale. Mentre il sindaco Gualtieri si diverte a staccare i nostri manifesti dai cartelloni della città e inaugurare opere progettate, realizzate e finanziate dal ministero delle infrastrutture, il governo approva finalmente un passo decisivo per Roma e i suoi cittadini". "L’approvazione in consiglio dei ministri del disegno di legge costituzionale per Roma Capitale è una grandissima notizia per la nostra città a cui finalmente viene restituita la dignità che ha sempre meritato" dice Davide Bordoni, segretario della Lega nel Lazio e consigliere del vicepremier Matteo Salvini. "Per la sua complessità e per la sua dimensione sociale, culturale ed economica, Roma ha bisogno di recuperare la corretta gestione del territorio e l’unico modo per rispondere in maniera risolutiva e diretta alle esigenze di chi la vive è dotarla di poteri speciali, di una particolare autonomia come strumento per risolvere gli annosi problemi dei cittadini". "La Lega si è sempre battuta per far sì che questo riconoscimento diventasse realtà e se oggi Roma vive una situazione di miglioramento rispetto agli anni scorsi è solo grazie al centrodestra e al ministro Salvini che stanno mettendo in campo quello che mai si era visto in città, tra infrastrutture, risorse e poteri speciali. Non c’è alcun dubbio sul fatto che grazie a questo ennesimo intervento, Roma possa essere davvero caput mundi con pieni poteri. Grazie al Governo, al vicepremier Salvini e al ministro Calderoli per il lavoro. Andiamo avanti” ha concluso Bordoni. "Con l'approvazione in Consiglio dei Ministri della riforma su Roma Capitale, il Governo Meloni ha compiuto un passo storico verso il riconoscimento pieno e concreto del ruolo unico che Roma ricopre a livello nazionale e internazionale. Roma non sarà più l’unica grande capitale europea priva di uno status normativo speciale. La sua funzione istituzionale, politica e amministrativa sarà finalmente legittimata anche dal testo costituzionale''. Così in una nota Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia del Collegio Roma centro (Lazio 1-01). ''È un risultato che ci rende orgogliosi. Sono stato firmatario, insieme all’allora deputato Giorgia Meloni, di numerosi atti di indirizzo e proposte di legge già nella scorsa legislatura - continua il deputato di Fratelli d'Italia - La determinazione e la coerenza di Fratelli d’Italia, ancora una volta, sono state decisive per portare avanti questa battaglia, che oggi trova finalmente concretezza. Un plauso va anche al senatore Andrea De Priamo, che sta svolgendo un lavoro puntuale e instancabile su questo tema. Roma ha bisogno di poteri adeguati per affrontare con efficacia le sfide del presente e del futuro: dalla mobilità alla sicurezza, dalla cultura alla gestione dei grandi eventi'', conclude Mollicone.
(Adnkronos) - "In questo momento non c'è certezza, non ci sono elementi chiari, perché è una dichiarazione politica, nessuno ha visto il testo tecnico. Quindi non diamo nessun commento di merito, nel senso che potrebbe essere una cosa negativa come positiva, ma in questo momento non siamo nelle condizioni di poterlo dire. Certamente non è positivo che tra Paesi che hanno relazioni storiche come Stati Uniti e Europa, poi scatti il tema dei dazi". Così Mario Emilio Cichetti, direttore generale del Consorzio del Prosciutto di San Daniele, commentando in un'intervista con Adnkronos/Labitalia, l'intesa sui dazi al 15% sui prodotti europei raggiunta tra Usa e Ue. Secondo Cichetti "sicuramente se il dazio fosse effettivamente al 15% netto, non sommato a dazi precedenti, potrebbe essere nel nostro caso un dazio fastidioso ma non drammatico. Quello che invece è da capire è se nella negoziazione, che mi pare sia tuttora in corso, ci fossero possibilità per alcuni prodotti a dazio zero, che sarebbe la nostra speranza. E non solo nostra, ma di molti altri nostri colleghi del settore. E se questo non fosse possibile, ci si aspetta almeno che alla luce di un dazio di questo tipo ci siano comunque degli aiuti o comunque degli interventi sui settori colpiti, per agevolarli in qualche maniera nel sistema export", sottolinea Cichetti. "Il sistema produttivo italiano è votato alle esportazioni, quello alimentare è il più rilevante -continua- come importanza a livello comunitario, quindi è ovvio che per tutto il sistema made in Italy dell'agroalimentare, in particolare per i prodotti tipici, la partita è importante perché per noi sono mercati di sbocco fondamentali, in particolare gli Stati Uniti", continua ancora. E Cichetti fa il punto anche sugli effetti di questi mesi di incertezza. "Tanti Paesi export sono importanti, ma gli Stati Uniti sono i più importanti, penso quasi per tutti i settori. Noi nel Paese abbiamo ancora una quota di export abbastanza limitata, 19-20%, ma comunque gli Stati Uniti sono stati il primo paese di esportazione extra-Ue nel 2024, il secondo paese dopo la Francia, con circa 100.000 prosciutti esportati negli Stati Uniti sui 450.000-480.000 esportati su base annuale. L'incertezza di questi mesi del 2025, con il dazio provvisorio al 10%, a dire la verità, è stata neutra per fortuna, non ha inciso in maniera significativa sull'esportazione", sottolinea il direttore del Consorzio. Per Cichetti, la spiegazione sta nel fatto "che i prosciutti crudi negli Stati Uniti sono quasi tutti italiani, Dop e non Dop, abbiamo comunque un posizionamento abbastanza consolidato negli anni del sistema italiano". "I prosciutti crudi hanno un valore sul mercato di un certo tipo, sicuramente di alta fascia e probabilmente nelle negoziazioni sottostanti tra i vari soggetti, visto che ci sono circa 4 passaggi da produttore fino al commercializzatore americano, il dazio si è drenato. E' quindi arrivato con un effetto limitato sul mercato, che da un punto di vista è un bene, da un altro è un male perché ovviamente in prospettiva si creano difficoltà sulla redditività", aggiunge. E in conclusione per Cichetti "speriamo che nel dettaglio della trattativa ci sia una visione di riguardo, una visione di attenzione per il sistema agroalimentare italiano, in particolare per i prodotti a indicazione geografica come il San Daniele. E poi il supporto alle imprese è fondamentale, e speriamo che questi eventi alla fine siano meno negativi di quello che oggi ci si può aspettare".
(Adnkronos) - “Il nostro gruppo ha sempre messo al centro la sostenibilità, dal 2013 siamo presenti con diverse emissioni sostenibili. Oggi abbiamo raggiunto il 90% di finanza sostenibile. È una strategia che crediamo possa avere valore anche in futuro e per questo abbiamo voluto portare il nostro programma anche in Italia. Per dare più forza al legame che abbiamo col nostro territorio”. Lo spiega Giovanni Gazza, Chief financial officer di Iren, alla ‘Ring the Bell Ceremony’ organizzata a Palazzo Mezzanotte da Iren per celebrare la costituzione del nuovo Programma Emtn (Euro Medium Term Notes). Iren ha rinnovato il proprio Programma incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. “Siamo una local multiutility e questo rimpatrio si lega perfettamente alla nostra strategia. È un programma importante da 5 miliardi e supporterà i nostri 8 miliardi di investimenti al 2030. Oggi comunichiamo al settore che è possibile rafforzare il legame tra le aziende e il mondo della finanza nazionale” conclude Gazza.