INFORMAZIONIPaolo Ghezzi |
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(Adnkronos) - Oltre 780mila tonnellate. Più dell'equivalente delle merci movimentate nel 2024 dall'aeroporto di Malpensa. A tanto ammontano i rifiuti gestiti annualmente da Rmb Spa, azienda bresciana che debutta a Ecomondo, l'evento leader nei settori del green e dell'economia circolare, in Fiera a Rimini. "Da sempre portiamo avanti nuove sfide in un mondo dove ciò che si crea non finisce ma si riutilizza", dice l'azienda in una nota. Fondata nel 1981 a Polpenazze del Garda, Rmb è partita dall'attività di raccolta e commercio di rottami metallici e in oltre quarant'anni è arrivata a essere un riferimento nel recupero e smaltimento dei rifiuti speciali. "Ogni anno estraiamo da materiali considerati 'di scarto' un numero sempre maggiore di elementi, in un processo efficiente e sostenibile, che favorisce una continua innovazione", si legge. Il gruppo lombardo nel 2024 ha sottratto 533mila tonnellate di rifiuti al conferimento in discarica e assorbito 16mila tonnellate di CO2 dal trattamento delle ceneri pesanti. Una realtà, Rmb, da più di 400 addetti, cui vanno aggiunti altri 300 collaboratori se si considerano le 12 società tra controllate e collegate e i vari siti produttivi in Italia. Negli ultimi dieci anni, fra 2015 e 2024, Rmb ha re-immesso sul mercato oltre 3 milioni di tonnellate di materie prime generate dalla lavorazione di rifiuti speciali. In particolare, 1,6 milioni di tonnellate di metalli ferrosi, 694mila tonnellate di prodotti per infrastrutture, 506mila tonnellate di metalli non ferrosi e 236mila tonnellate di prodotti per cementifici. Oltre metà del materiale, il 53%, è stata utilizzata nell'industria metallurgica, il 30,5% nell'edilizia e il 16,5% nella siderurgia. Il cuore di Rmb è la piattaforma da 100mila metri quadrati nel Bresciano. Ognuno degli oltre 20 impianti produttivi dell'azienda massimizza l’efficienza del riciclo e la valorizzazione delle materie prime riducendo al minimo l’impatto ambientale. Un pilastro della crescita dell'azienda è il settore Ricerca&sviluppo, guidato dall'obiettivo di sviluppare nuove tecnologie e brevetti che incrementino la quantità e la tipologia di prodotti EoW, End-of-Waste.
(Adnkronos) - "La distribuzione moderna non è semplicemente un canale commerciale: è un attore strategico che connette imprese e cittadini, tra scelte produttive e di consumo. Le aziende della distribuzione possono dare un contributo molto importante di conoscenza, esperienza e capacità stimolando i propri fornitori verso scelte sostenibili e dall’altro favorendo adeguate abitudini di consumo. Negli ultimi anni, il settore ha dimostrato una crescente capacità di generare esternalità positive lungo tutta la filiera agroalimentare, assumendo un ruolo centrale nella transizione verso una sostenibilità che non è solo ambientale, ma anche economica e sociale". Così Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, nel suo intervento alla tavola rotonda dedicata al 'Ruolo della sostenibilità nei rapporti di filiere integrate', a Ecomondo. In particolare, Buttarelli spiega che "per 'certificare' la sensibilità del settore sui temi di transizione ecologica e sostenibilità, Federdistribuzione è stata la prima associazione in Italia a redigere un bilancio di sostenibilità" e ricorda il ruolo della distribuzione moderna come "pilastro della valorizzazione delle produzioni nazionali". Sul fronte della sostenibilità sociale, poi, "la distribuzione si impegna attivamente nella difesa dei diritti umani lungo tutta la filiera, promuovendo codici etici condivisi con i fornitori e contrastando fenomeni come il caporalato e il lavoro minorile" Secondo Buttarelli, "per trasformare la sostenibilità da elemento di immagine a leva di cambiamento reale, è necessario costruire un dialogo condiviso tra distribuzione, industria, agricoltura e istituzioni. Questo significa definire obiettivi comuni e metriche interoperabili, capaci di misurare gli impatti ambientali, sociali ed economici in modo trasparente e comparabile. La distribuzione può svolgere un ruolo di facilitatore, attivando progetti di filiera su temi strategici come la logistica decarbonizzata, il packaging circolare, la rigenerazione urbana e la valorizzazione delle produzioni locali. Questi progetti devono essere co-progettati, superando la logica del mero rapporto commerciale e promuovendo una vera alleanza industriale".
(Adnkronos) - RenOils, Consorzio nazionale volontario, senza scopo di lucro, che organizza la raccolta, il trattamento e l’avvio a recupero degli oli e grassi vegetali e animali esausti, è presente all’edizione 2025 di Ecomondo. Per l’occasione vengono illustrati i risultati 2024, che confermano il consolidamento della filiera del riciclo nel settore. Nel 2024 sono state infatti raccolte circa 60mila tonnellate di oli e grassi vegetali e animali esausti, con un incremento di 1.148 tonnellate rispetto al 2023. La rete di raccolta si rafforza con oltre 63.600 punti di prelievo sul territorio nazionale: dati che mostrano un sistema che continua a espandersi, sia in termini di quantità recuperate che di capillarità territoriale. Il Veneto si conferma la regione più servita con 8.832 tonnellate raccolte, seguito dalla Lombardia con 8.536 tonnellate, dall'Emilia-Romagna con 6.210 tonnellate, dalla Campania con 6.144 tonnellate e dalla Toscana con 4.140 tonnellate. Queste cinque regioni rappresentano insieme oltre il 68% della raccolta nazionale. Nel 2024 la rete di raccolta ha raggiunto 63.620 punti di prelievo su tutto il territorio nazionale, con un incremento di 2.233 unità rispetto ai 61.387 punti del 2023 (+3,6%). La Campania si conferma la regione con la maggiore densità di punti serviti (12.807), seguita da Lombardia (8.461), Veneto (7.995), Lazio (7.289) ed Emilia-Romagna (6.823). Per sollecitare il coinvolgimento della cittadinanza sono stati attivati dei protocolli nel Lazio e in Liguria riguardanti la raccolta nei piccoli comuni, inoltre è stato siglato un accordo con Amazon: dal 1° gennaio 2026 il grande venditore online rendiconterà le quantità di oli alimentari venduti sulla piattaforma e verserà il contributo ambientale a RenOils per conto dei rivenditori. “Siamo molto soddisfatti di questi risultati - commenta Ennio Fano, presidente RenOils - e dal circuito virtuoso di economia circolare che ne deriva: dagli oli esausti si continuano a ottenere biocarburanti, lubrificanti biodegradabili, cosmetici, detergenti e altri prodotti a basso impatto ambientale. La novità è l’interesse crescente del trasporto aeronautico per i Saf (Sustainable Aviation Fuels - Carburanti sostenibili per l’aviazione), che contengono oli esausti riciclati e consentono di ridurre fino all'80% le emissioni di CO2 dei voli rispetto al cherosene tradizionale, senza modifiche ai motori. È un settore in rapida espansione grazie alle normative Ue che impongono di aumentare progressivamente la quota di carburanti sostenibili. Gli oli che RenOils raccoglie oggi possono letteralmente far volare gli aerei di domani”.