INFORMAZIONIPaola BonesuElif Lab srl Consulenza, Informatica e Software, Internet e Portali, Politica e Religione, Web Agency Ruolo: Cofounder e Director Area: Top Management Social Network e/o Indirizzi IM: ● Paola Bonesu |
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(Adnkronos) - Un colpo al cuore dell'economia russa e un colpo alla convinzione di Vladimir Putin di aver 'raggirato' per l'ennesima volta Donald Trump. Le nuove sanzioni americane sul petrolio russo, sono state definite "un atto ostile" degli Usa dal presidente russo che, però, ha precisato, non avrà ripercussioni sull'economia del Paese. ''Lo vedremo tra sei mesi'' se la Russia, come dice il leader del Cremlino Vladimir Putin, è davvero immune dalle sanzioni. ''Sono contento che la pensi così'' dice Trump. Anche secondo molti analisti le sanzioni americane non "morderanno" davvero, a meno di introdurre anche sanzioni secondarie. Il vero "strappo", sottolineano parlando con l'Adnkronos, è il rinvio (a data da destinarsi, ndr.) del vertice di Budapest, che era stato concordato nella telefonata del 16 ottobre scorso tra il presidente americano e il presidente russo. Un incontro tra il presidente americano Trump e il leader del Cremlino Putin ''non è completamente escluso'' ha dichiarato ieri sera la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo che ''credo che il presidente e l'intera amministrazione sperino che un giorno ciò possa accadere di nuovo''. Le sanzioni contro Rosneft e Lukoil sono "importantissime", come detto anche dal presidente ucraino, e lo sono soprattutto per "il forte messaggio politico", ma al Cremlino "non si aspettavano che il no al vertice di Budapest venisse messo così nero su bianco", dicono gli osservatori a Mosca, bloccando apparentemente anche i preparativi dietro le quinte per quell'incontro. Che, dopo il fallimento del summit di Ferragosto in Alaska, si presentava ancora di più in salita. "Affidare le intese, dopo la telefonata tra i leader, a Marco Rubio e Sergei Lavrov non lasciava presagire progressi a breve", sostiene una fonte a Mosca, sottolineando come i capi delle due diplomazie "incarnino l'ostilità reciproca dei rispettivi apparati". Addirittura si ricorda che in un'occasione Putin dovette ricordare a Lavrov che è il ministro degli Esteri e non della Guerra. E che Rubio sia il 'falco' dell'amministrazione americana contro la Russia è noto da sempre. Non che intorno al Cremlino volino molte 'colombe': fra loro ci sarebbe Kirill Dmitriev, ceo del Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif), che è portatore di quegli ambienti più sensibili ai dati economici, che, a dispetto della propaganda, continuano a virare in negativo, dall'aumento del deficit a quello dell'inflazione, fino a quello del prezzo della benzina, su cui impattano gli attacchi ucraini contro le infrastrutture energetiche russe. Non è un caso che, se pubblicamente continua a indossare la maschera del falco, a porte chiuse, durante la recente riunione del club Valdai a Sochi, Lavrov avrebbe lanciato messaggi "più dialoganti" e non solo su temi economici. "L'intransigenza sui temi di fondo comunque non si incrina", avvertono gli analisti, concordi nel ritenere che le sanzioni, seppure abbiano inferto uno dei colpi più duri agli sforzi di Putin di convincere Trump a costringere l'Ucraina alla resa, difficilmente modificheranno gli obiettivi del presidente russo. In primis quello di avere il Donbass. Le aziende russe si stanno preparando da tempo alla possibilità di un inasprimento delle sanzioni, ha commentato Tatiana Stanovaya, fondatrice della società di analisi politica R.Politik, citata dal New York Times, secondo cui Putin rimane disposto a sopportare enormi perdite per raggiungere i suoi obiettivi e Trump potrebbe benissimo cambiare nuovamente idea. "Per il presidente russo questa guerra rimane esistenziale ed è pronto a sopportare molto", sostiene Stanovaya. "Le sanzioni sono controproducenti, abbiamo sviluppato una solida immunità", ha commentato tranchant la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, avvertendo che il risultato "sarà disastroso per la politica interna americana e per la stabilità dell'economia mondiale".
(Adnkronos) - “In un’azienda infrastrutturale come Terna, il welfare non è un accessorio, ma una leva strategica della dimensione sociale dell’agenda Esg”. A dirlo Daniel Thomas Seacombe, Head of Compensation, Welfare and Mobility di Terna, intervenendo oggi a Roma al Global Welfare Summit, dedicato quest’anno alle “Eccellenze che ispirano”. Per Terna “investire sul benessere delle persone significa attrarre e trattenere competenze, sostenere la genitorialità e l’equilibrio vita-lavoro, promuovendo l’inclusione e le pari opportunità nella selezione, crescita e sviluppo delle persone. In questo modo il welfare contribuisce in modo concreto alla sostenibilità del Gruppo e alla creazione di valore condiviso per tutti gli stakeholder”.
(Adnkronos) - "Sono fiducioso che ci sia una reale e consistente inversione di tendenza o quantomeno un incremento di attenzione da parte dei nostri governanti sul tema dei rischi naturali, ambientali ed antropici ed in particolare sul cosiddetto dissesto idrogeologico". Così Domenico Calcaterra, responsabile scientifico Fondazione Return (collegamento), intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma. "La nostra fondazione è un ecosistema che da tre anni si occupa in maniera continuativa, nell'ambito delle misure finanziate dal Pnrr, di rischi - spiega - Partiamo dalla trattazione delle singole tipologie di pericolosità, gli esempi sono quelli classici per il nostro paese che purtroppo risente degli effetti della quasi totalità delle pericolosità naturali ed antropiche, pensiamo a frane, alluvioni, terremoti, eruzioni, il degrado ambientale nelle sue varie forme, ad esempio l'inquinamento, per creare dei modelli, tenendo ben presente quanto sta accadendo sotto i nostri occhi e quello che potrebbe nei prossimi anni e nei prossimi decenni accadere in termini di cambiamento climatico". "Il nostro obiettivo è quello di fornire al Paese degli strumenti che, aggiornati allo stato dell'arte, possano servire a migliorare la gestione dei rischi intervenendo con delle soluzioni più adeguate, più efficaci", conclude.